In merito alla questione delle Cave di Cori interviene puntuale anche Nicoletta Zuliani, candidata alla Regione Lazio del PD. “La nuova cava non si può aprire – sostiene Zuliani – perché la concessione dell’autorizzazione è arrivata a ottobre 2012 con termini scaduti da parte della Regione Lazio quando già ad agosto dello stesso anno era decaduto il parere favorevole. Inoltre la Regione Lazio viola le normative quando scavalca la competenza comunale scrivendo in occasione della Conferenza dei servizi che si tratta di un preminente interesse sovra comunale”.
La motivazione non regge, si può facilmente risalire a studi tecnici effettuati che testimoniano che già insistono sul territorio altre cave e che la domanda del materiale estrattivo è attualmente in calo e il 40/70% del personale è in cassa integrazione ormai da mesi, dato che le imprese sono creditrici di grosse somme da parte di Enti statali – come rilevato anche dalla Confindustria – a causa di mancati accordi tra la SACE e la Cassa Depositi e Prestiti.
E per finire in Provincia non esiste un Piano Cave. Quindi non è assolutamente possibile creare un altro impianto estrattivo mettendo a serio rischio idrogeologico un ambiente naturalistico e boschivo inserito nella meravigliosa cornice della Comunità montana, solo per agevolare la proprietà Cave Lepini che farebbe, come già dichiarato, un uso aziendale del materiale inerte estratto.
Comunque, sempre per guardare all’Europa – conclude Zuliani – mi vien in mente di osservare la Germania che si attiene a piani di estrazione che rispettano l’ambiente, perché le cave restano insacchettate all’interno del sottosuolo e soprattutto, finito lo sfruttamento, rispettano un perfetto piano di recupero ambientale riqualificando le aree con un ripristino che non sia di mascheramento o copertura, ma che ristabilisce la funzionalità ecologica e faunistica dell’area”.