La “rivoluzione” della Democrazia Partecipativa – le Consulte

“Cominciamo a prendere decisioni più partecipate”. Esordisce così Nicoletta Zuliani, la consigliera comunale del Partito democratico, nel tentativo di innescare un processo di rivoluzione culturale sotto il segno dellademocrazia partecipata. Un concetto per nulla astratto, che si concretizza nell’idea della consigliera Zuliani, in un prodromo di crescita collettiva che rende una città più viva e civile e gli amministratori più responsabili. “Un tema di stringente attualità quello della democrazia partecipata – commenta la Zuliani – se prima di costruire la tav avessero consultato i cittadini forse le cose sarebbero andate in maniera diversa”.

Ma anche a livello locale le proposte vanno nel senso del coinvolgimento responsabile dei cittadini nella vita amministrativa della città. La consigliera Zuliani ha presentato una mozione per l’istituzione di due consulte in seno al Comune di Latina: la Consulta Infanzia/Famiglia e la Consulta Scuola/Istruzione. Forme di partecipazione che il Comune nella sua storia non ha mai avuto.Si tratta di uno strumento, spiega la Zuliani, che “consente una maggiore conoscenza da parte dell’amministrazione delle problematiche e delle istanze dei particolari settori della società e consente di stabilire con questo mondo relazioni istituzionali permanenti e organiche, che arricchirebbero reciprocamente le conoscenze della realtà cittadina oltre che a migliorare l’offerta dei servizi comunali e l’efficacia dei loro interventi”.

Le consulte sono organismi previsti dallo statuto del Comune di Latina (Art.73 comma 2) per le tematiche inerenti settori sociali di rilievo. Ma non sono stati mai messi in pratica: eppure sarebbero istituite praticamente a costo zero.
“Lo statuto prevedere forme in cui il Comune si prende la briga di sentire cosa i cittadini pensino di alcuni elementi che poi diventano realtà – commenta ancora la consigliera -. Una cosa importantissima soprattutto oggi che si sente urgente il bisogno di far arrivare agli enti locali il sentire delle persone”. Vedi quello che è avvenuto, in forma embrionale, per il dimensionamento scolastico quando da parte del Comune si è reso necessario, ascoltare le proposte formulate da un gruppo di dirigenti scolastici, gruppo spontaneo ed informale nato dall’esigenza di far conoscere le loro proposte circa la riorganizzazione dei plessi.


Si capisce come l’istituzione delle consulte (i cui componenti dovrebbero essere specializzati nel tema che andranno a trattare: per esempio nella consulta scolastica ci potrebbero essere dirigenti scolastici, rappresentanti dei genitori nei consigli di istituto, rappresentanti dei genitori etc…) sia utile ai finidell’allargamento della partecipazione popolare, e propedeutico al rafforzamento del legame tra cittadini ed istituzioni. Perché alcuni temi delicatissimi (come quelli dell’istruzione e dell’infanzia) non siano occasionalmente demandati alla sensibilità di un consigliere, ma possano essere trattati con maggiore equità. “La politica non deve essere autoreferenziale – aggiunge la consigliera – perciò vanno istituite le consulte per valutare anche proposte nate dal bisogno popolare veicolate da un organo istituzionale”.La politica insomma prima di realizzare cosa crede sia giusto, dovrebbe saperecosa effettivamente vogliono i cittadini proprio attraverso le consulte che “garantiscono una migliore politica, rendono politici più onesti, equi e trasparenti”.

E uno dei bisogni della città è emerso in una assemblea pubblica di cittadini in cui si è discusso dell’intenzione del Comune di recintare Piazza Santa Maria Goretti per evitare fenomeni di bullismo e delinquenza ricorrenti in quell’area.
L’idea non è piaciuta a nessunoperché il Comune non ha ascoltato chi vive in quella zona prima di pensare a una cancellata alta due metri? 
In assenza delle circoscrizioni questi organismi intermedi di democrazia partecipativa puntano a evitare che le decisioni che riguardano la vita dei cittadini siano prese sulle loro teste. Come, per esempio, potrebbe succedere a Piazza Mercadante, in zona Q5, dove il Comune vuole realizzare una imponente tettoia di metallo e una fontana. Tutte strutture, come anche per Santa Maria Goretti, che tendono all’esclusione e alla chiusura piuttosto che all’inclusione e alla partecipazione.

Da qui, anche per il progetto del quartiere Nascosa, Nicoletta Zuliani proponeassemblee pubbliche nelle quali discutere il progetto. “magari nell’aula magna della scuola del quartiere – suggerisce la consigliera – con i tecnici del Comune e un paio di dirigenti che spieghino il progetto, sentano cosa ne dicono i cittadini, e poi, apportando qualche modifica, realizzino qualcosa che i cittadini veramente possano sentire che gli appartiene”.

Ecco: è la democrazia partecipata. “Quando si innesca un percorso del genere – conclude al consigliera del Pd Nicoletta Zuliani – i politici non possono fare come credono e i cittadini sono contenti di partecipare”.

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