La maggioranza sta rimpallando la decisione se e come intervenire sulla questione della toponomastica femminile.
Dal Consiglio di gennaio, (leggi la mozione) si è rimandata la discussione in Commissione (che non è mai stata riunita); mozione di nuovo in consiglio ma “congelata” per ridiscuterla in commissione…
Ho presentato e abbiamo chiesto di votare degli emendamenti al Regolamento sulla Toponomastica per dare un indirizzo nella direzione del riconoscimento di un ritardo nella valorizzazione di figure femminili (leggi le modifiche proposte). 4 voti contrari, un astenuto e tre voti favorevoli: le modifiche non sono passate.
È passata la proposta avanzata dal mio collega Porcari di inserire nella Commissione Toponomastica (quella cha vaglierà i nominativi) la figura della Presidente della Commissione Pari Opportunità. Questa proposta è passata. Ma se consideriamo che ad oggi non c’è né Commissione Pari Opportunità né Presidente… si capisce perché l’indirizzo in un regolamento faccia più paura.
Le donne sono invisibili nel linguaggio, nella segnaletica stradale e nella toponomastica così che siamo considerate più corpi che persone, con tutte le conseguenze che ne derivano.
La toponomastica è importante perché sintomo di un disvalore.
I nostri politici cittadini faticano a riconoscere questo debito storico e culturale nei confronti delle figure femminili che hanno contribuito alla storia della nostra città e del nostro paese.
Per agire e ripristinare l’equilibrio di una valorizzazione occorre prima riconoscere un “debito“. La maggioranza, fatta esclusione per il consigliere Bruni, preferisce dire “no” a questa proposta con la scusa che “da nessuna parte è vietato intitolare luoghi pubblici a donne”.
Il fatto culturale non è preso minimamente in considerazione.
Prendiamo atto, e riporteremo la discussione in Consiglio: credo siamo l’unica città italiana ad avere problemi di questo tipo.