Sperando di vedere presto il compimento della riforma che abolisce davvero le Province e che finisca ciò che ha promesso, mi ritrovo a guardare il crollo di un sistema politico di forti interessi che con il Bene Comune non hanno avuto niente a che vedere.
Il sentimento più condiviso in questa vicenda è il sollievo per la fine di un’era e il piacere di vedere una donna sbaragliare e capovolgere lo “status quo” che per lunghissimi anni ha visto una classe politica stantia ed arrogante dettare legge in un territorio: c’è un sentimento di riscossa, un grido liberatorio. E se questo sistema è stato smontato e buttato via, è anche per “colpa” del Partito Democratico.
Seppure all’interno di un sistema criticabile e transitorio, quello delle Province, non ci sono ragionamenti “di purezza ideologica” che tengono: la coalizione spuria racchiude una speranza di cambiamento.
Da tempo c’è diffidenza verso i partiti, il che ha fatto crescere il numero degli astenuti o il sostegno ai “non partiti”. È stata data forza ad un PD nazionale con un segretario criticato dai puristi della sinistra, ma premiato dagli italiani. Una frase che diventa un refrain: destra o sinistra purché che le cose si facciano, onestamente e per davvero. Non si riesce a star dietro alle mille sigle e alle mille trasformazioni dei partiti che poi, a guardare i nomi, poco cambiano. La maggior parte dei cittadini ignora i nomi dei partiti: sono invece sensibili a cambi di rotta inaspettati, forieri di soluzioni nuove in una situazione di stallo economico e sociale asfissiante.
Se al centro dell’attenzione politica vengono posti i temi reali e, insieme a questi, le proposte di soluzione, ben venga il contributo di tutti quelli che vogliono realizzare quel progetto.
La trasparenza e la legalità siano il binario su cui procedere e, soprattutto, siano loro il vero elemento di discrimine tra chi vuole costruire per davvero un futuro migliore e chi invece ne approfitta.
La partecipazione sarà il collante a garanzia di una vera sostenibilità politica.
E nella vicenda locale, più di qualcuno ha fatto un “salto mortale”: nell’eventualità che avesse vinto Mitrano, il PD ha rischiato di dover dare ragione alla fronda più a sinistra che prevedeva la fine del segretario provinciale ed un deterioramento della proposta politica con conseguente riconquista del PD locale (perenne quanto noiosa faida) da parte dei democratici più a sinistra; l’NCD rischiava di vedersi definitivamente isolato dopo lo strappo con Fazzone &Co. e perciò morire.
E invece risulta distrutto il sistema che ha dominato la Provincia per lunghissimi anni: Fazzone-Cusani.
E’ stato messo finalmente un freno. Si riparte.
La strada intrapresa ha portato alla vittoria. Sarà questa la nuova via, quella della rottura degli schemi ideologici?
Il coraggio è uno degli ingredienti fondamentali che ha dato forza a questa proposta, e solo la partecipazione, non dimentichiamolo, potrà garantire la bontà delle idee e la loro realizzazione nel tempo.
Ora vogliamo vedere in atto un nuovo stile: trasparente, legale, partecipato ed efficace.
Progettualità e coraggio hanno portato alla vittoria.
Ed è stato il coraggio a dare forza ad una giovane donna, magari ancora inesperta, ma in gamba, appassionata e forte del lavoro di gruppo attorno a lei: una miscela vincente, evidentemente, piacevolmente vincente.
Ho usato in un altro post l’espressione “palla al centro”, non solo nel senso di posizionamento politico, ma soprattutto perché è stato segnato un gol, ma bisogna verificare se si è in grado di vincere la partita!