La S.L.M. è in liquidazione. Doveva essere lo strumento per la riconversione di un’area in declino industriale invece potrebbe diventare il colpo mortale per il sistema economico pontino già agonizzante.
Si tratta di un’area di circa 240.000 mq. che doveva essere destinata alla realizzazione di un polo multifunzionale per lo stoccaggio e la movimentazione delle merci, con un potenziale altissimo che in un territorio normale avrebbe attratto l’attenzione di imprese locali ed investitori esterni. I presupposti ci sarebbero: un sito enorme in una posizione geograficamente strategica con idonea destinazione urbanistica in prossimità dello scalo ferroviario e a due passi da un aeroporto; assi viari esistenti o in via di realizzazione (Mare-Monti, rafforzamento della Pontina e della 156, bretella Cisterna Valmontone), compatibilità con il Piano Trasporti Regionale, migliaia di imprese nell’arco di 30 chilometri, presenza nelle vicinanze di società di logistica nazionali e straniere, disponibilità economica (in dieci anni oltre 15 milioni spesi, che non dovrebbero andare persi).
Il ricorso alla gestione commissariale della SLM, al contrario, è la prova de totale fallimento di un progetto concreto che avrebbe potuto dare grande sviluppo economico sociale, rilanciare i settori agroalimentare, industriale e artigianale del territorio per una vera ripresa dei livelli occupazionali sia per quantità che per qualità. Le prospettive di una mera concessione del polo ad un’azienda di logistica, come ipotizzato dal Comune di Latina e dalla SLM stessa, sono modeste, mortificanti rispetto alle potenzialità dell’area. Sono un mero lenimento per prolungare l’agonia.
Di fronte all’ennesimo spreco propongo la riconversione dell’ex zuccherificio a servizio della produzione agroalimentare pontina. Concentrare all’intermodale le sedi del MOL, del Consorzio Agrario e delle imprese e cooperative che lavorano nel settore, potrebbe trasformare il nostro territorio nella piattaforma più importante del centro-sud Italia per la conservazione, stoccaggio, lavorazione, trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli, caseari e vivaistici, promuovendo nel mondo le nostre produzioni.
Nell’area, tra l’altro, ci sarebbe spazio per le necessità logistiche dei settori industriale ed artigianale con la possibilità di un uso del Comani come base per il trasporto aereo di merci e materiali.
“Non rassegniamoci all’idea che l’aeroporto militare rimanga sempre e solo con tale destinazione anche con l’intervento dell’Ente Regione, se rilanciassimo il ruolo dell’Intermodale potremmo ottenere almeno un uso commerciale del Comani”.
Insomma,un progetto ambizioso e concreto. Ma sino ad oggi la nostra classe politica ha giocato al ribasso!
Nicoletta Zuliani