I revisori dei conti avranno un lungo lavoro da svolgere per verificare tutti i conti del Comune di Latina che ancora non sono stati riordinati.
Si tratta di ben 12.000 residui passivi e 4.000 residui attivi cioè quelle voci di spesa o di entrata che un ente ripropone nel bilancio ma che non sa se effettivamente entreranno o usciranno mai, come ad esempio somme cui non corrispondono obbligazioni perfezionate o di dubbia e difficile esazione o non esigibili alla data del 31 dicembre 2014.
Se pensiamo che si riportavano ancora somme risalenti al 1985, capiamo quanto le cifre del bilancio potevano falsare lo status finanziario del nostro comune.
Una situazione che il Governo centrale ha regolamentato lo scorso anno, imponendo ai Comuni una verifica di tutte queste voci, in modo da ripulire il bilancio da tutte quelle voci che non avrebbero mai generato veri introiti o vere spese, seppur iscritte.
Un’operazione verità che purtroppo ancora non si riesce a fare.
Il problema però sta, a parte nella grossa mole di lavoro di oltre 700 pagine, anche nel fatto che a Latina per una significativa parte di queste voci di bilancio non ci sono atti a giustificarle, oppure per risalire a questi atti sarebbe necessario l’aiuto dei dirigenti che ne hanno consentito l’inserimento in bilancio.
Diversi servizi, infatti, non hanno ancora riaccertato le somme di loro competenza.
Che significa? Che molti dirigenti hanno sottovalutato l’operazione o non sono in grado di relazionare in merito a somme antiche imputate al loro servizio di cui non pare esistano neanche le carte che ne attestino l’esistenza!!
E questo è gravissimo: come aver iscritto somme “per finta” o senza alcun motivo se non sono gustificate da un preciso atto scritto.
Ma tant’è, il nostro Comune dimostra di non riuscire a venirne ancora a capo in tempo utile per la Giunta che deve deliberare sulla “ripulitura” del bilancio.
Qui arriva il primo danno compiuto dall’amministrazione del sindaco Giovanni Di Giorgi: il carosello dei dirigenti, ai quali cambia settore ogni sei mesi o meno, come se nulla fosse, in barba alle competenze necessarie ed alle peculiarità di un servizio, ha pressoché azzerato le possibilità di ricorrere ad una memoria storica di questi atti perdendone ogni traccia.
Possono i dirigenti ricordare ogni singolo atto di ciascun settore nel quale hanno prestato servizio per solo alcuni mesi? Diverso sarebbe stato, forse, se ci si fosse basati su una continuità del lavoro, come la norma stabilisce, per almeno anni. Oggi quindi i revisori dei conti si troveranno da soli e senza punti di riferimento in questa enorme “operazione verità”.
Il secondo danno dell’amministrazione Di Giorgi sta proprio, poi, nella mole stessa del lavoro affidato ai revisori dei conti: se il Comune avesse cominciato per tempo con sei mesi di lavoro dedicato si sarebbe ottenuto un risultato attendibile. Ma ahimé, la programmazione sappiamo essere il tallone d’Achille di questa povera amministrazione.
Adesso ci ritroviamo, come al solito con l’acqua alla gola, rischiando di mettere in bilancio somme non accertate, e se non si rispetta il termine dei 20 giorni dall’approvazione del consuntivo, (il 20 maggio) si procede alla nomina del Commissario Prefettizio che si sostituisce all’organo Consiliare.
Amen.