Le condizioni strutturali dell’edificio di via Cilea dellIstituto Comprensivo Don Milani stanno mano a mano peggiorando, anche rispetto a quanto già evidenziato lo scorso giugno, quando uno sciacquone e parte dell’intonaco erano quasi caduti in testa ad un alunno. Allo stato attuale, ci sono ben sei aule inagibili – tre delle elementari e tre delle medie – ed il pavimento dell’ingresso degli edifici, a causa di infiltrazioni, si sta sollevando, rendendo difficoltoso il passaggio e mettendo a rischio la sicurezza.
“L’anno scolastico rischia di iniziare all’insegna del pericolo e della precarietà e di portare strascichi per tutti i mesi di scuola se i problemi segnalati non vengono immediatamente risolti”.
La vita di oltre cento famiglie, infatti, rischia di essere letteralmente sconvolta con l’inizio dell’anno. L’Istituto Comprensivo Don Milani, si troverà con sei classi in meno, perché inagibili e sarà necessaria una turnazione per consentire a tutti lo svolgimento delle lezioni. In sostanza le classi saranno costrette a recarsi a scuola il pomeriggio invece che di mattina, con tutte le conseguenze anche per il personale docente e ATA. Oltre cento famiglie con una routine familiare sconvolta.
“L’aspetto più difficile riguarda le ricadute sulla qualità della vita e sulla gestione di minori che i genitori, al lavoro, non sapranno a chi affidare nelle ore antimeridiane, quando solitamente erano a scuola. Ci sono poi le attività pomeridiane: di solito si svolgono durante il pomeriggio – dal catechismo alle attività sportive, dalla musica al rafforzamento di competenze scolastiche – tutto ciò sarà reso impossibile dalla turnazione. È inaccettabile: bisogna porre rimedio immediatamente e in una città come Latina la scuola non significa solo strutture, edifici, manutenzione, ma soprattutto formazione e vita sociale dei bambini e delle loro famiglie”.
“Le scuole dovrebbero avere una manutenzione ordinaria continua che andrebbe inserita in una precisa programmazione da parte dell’Ente e che non risenta quindi degli alti e bassi né della politica, né dell’organizzazione degli uffici. Ci troviamo invece di fronte a carenze ordinarie che, con l’incuria e il continuo procrastinare degli interventi, assumono dimensioni straordinarie con aggravio dei costi caricati sulla collettività.