La stampa riporta del rischio risarcimento danni da parte di una società che aveva risposto al bando rifiuti, poi annullato.
È legittimo cambiare idea, è legittimo cambiare orientamento, è legittimo cambiare indirizzo, ma se non lo si fa con atti chiari ed inconfutabili si fa solo danno.
L’amministrazione Coletta non è stata chiara e netta rispetto all’indirizzo da prendere sui rifiuti, non tanto dal punto di vista ideologico, ma dal punto di vista degli atti amministrativi. Dalla campagna elettorale ad oggi le idee sono mutate più volte, ma ad oggi nessun atto di Consiglio Comunale, che è l’unico organismo preposto alla scelta rispetto al servizio rifiuti, si esprime nella direzione dell’Azienda Speciale. E questo, purtroppo, sarà uno degli elementi che verranno usati contro l’Amministrazione.
Con una maggioranza compatta come LBC si sarebbe potuto esprimere un indirizzo chiaro subito, già da dicembre, mentre la nebulosità e l’incertezza dell’amministrazione Coletta espongono oggi la città ad un ulteriore rischio contenzioso.
Ancora oggi ci troviamo di fronte ad una sostanziale sovrapposizione di atti di indirizzo che sussistono contemporaneamente: qual’è quello valido ed efficace? Ricordo che è il Consiglio Comunale l’unico ad avere titolo per esprimersi in questo senso.
Il 12 maggio 2015 viene dato un chiaro indirizzo dall’ente nella direzione della esternalizzazionedella raccolta e gestione rifiuti: DCC nr.24/2015, tanto che il commissario BARBATO dà seguito a questo atto e predispone il bando di gara.
Con l’insediamento di COLETTA il bando viene sospeso – con nota inviata dal sindaco alla dirigente del servizio ambiente – in attesa di un parere ANAC che neanche sappiamo se mai arriverà in tempo utile per darci la certezza che quel bando fosse davvero fatto male.
Intanto l’amministrazione sovrappone all’indirizzo del maggio 2015 una delibera di consiglio comunale, quella dell’11 novembre 2016, dove (cito dalla delibera)“si rileva che l’attuale bando non corrisponde agli obiettivi programmatici di questa amministrazione sulla gestione dei rifiuti, la loro raccolta e riciclaggio, [quindi] l’ipotesi più idonea è senza dubbio la gestione in-house.”
Rimaniamo nel campo delle idee e delle opinioni, non degli atti chiari, tanto che nello stesso documento viene rimandato a tempi successivi il Piano Industriale e la relazione ex articolo 34 (documento che deve motivare il cambio di indirizzo che evidentemente ancora non è efficace). Quindi questa delibera non delibera un bel niente.
Il 24 marzo 2017 (dopo la bacchettata dell’ANAC) con la delibera di giunta nr.97/2017 la Giunta propone di deliberare in consiglio comunale un’altra forma di gestione del servizio rifiuti: l’Azienda Speciale, senza citare la revoca o l’annullamento delle precedenti due delibere di consiglio.
Ricapitolando, oggi abbiamo tre atti: due di questi confusi e pasticciati e che dicono tre cose diverse: il primo l’esternalizzazione (affidamento a società esterna); il secondo la municipalizzata (l’ente gestisce il servizio); il terzo l’Azienda Speciale (l’ente costituisce un’azienda per perseguire uno scopo).
Questo scenario pasticciato non farà bene alla città, anzi presta il fianco a chi ritiene di essere stato danneggiato e questo renderà la nostra città più fragile.