Infatti, la realtà delle cose è molto severa nei confronti di ABC, l’azienda speciale del comune di Latina che doveva arrivare subito al 65% per poi raggiungere l’80% di raccolta differenziata nel giro di pochissimi anni.
Ad oggi stiamo come 4 anni fa.
Anzi, direi che la situazione è peggiore.
Tutto deve ancora iniziare e siamo a fine consiliatura, un arco di tempo delicatissimo che avrebbe dovuto concentrare tutte le energie per la ristrutturazione della macchina amministrativa, e che invece si è dispersa nei mille rivoli dell’azienda speciale.
In tutta fretta è stato cambiato il Piano industriale dell’azienda nell’agosto 2019 (in sostituzione di quello che prese come base lo studio del gruppo di lavoro dell’Università Federico II costatoci oltre €40mila): è stato approvato in Consiglio con 48 ore di preavviso, e l’azienda è tuttora nel limbo.
Quando si approva un Piano Industriale ne consegue subito un Contratto tra le parti che prevede un servizio descritto nei particolari nel Capitolato Prestazionale.
Attualmente, il capitolato vigente fa riferimento ai servizi della vecchia Latina Ambiente: in sostanza, quello che ABC fa è esattamente quello che faceva la Latina Ambiente.
E lo fa con risultati peggiori perché il recente Rapporto sui rifiuti urbani e l’economia circolare nel Centro Italia attesta Latina ultima di tutti i capoluoghi del centro Italia.
Per quale motivo dall’approvazione del nuovo Piano Industriale è passato oltre un anno e ancora non abbiamo né nuovo contratto né nuovo Capitolato Prestazionale?
I tempi totalmente fuori controllo che l’amministrazione tollera senza dire una parola in merito, sono tempi che ci costano molto cari: il ritardo della differenziata spinta è costato ai Latinensi oltre €4ML perché i rifiuti che non differenziamo vengono conferiti in un impianto che se li fa pagare sempre più cari.
Perché?
Perché la regione, al fine di incentivare la raccolta differenziata, alza il costo del conferimento a impianti come RIDA (l’impianto di Aprilia che riduce il rifiuto indifferenziato in ecoballe TMB).
E il Comune di Latina consente questa situazione giustificando e difendendo ogni passo di ABC, anche quelli sbagliati.
Cui prodest? Chi ci guadagna?
Certamente gli impianti come RIDA.
Non di certo l’ambiente che vede ancora una raccolta differenziata letteralmente al palo.
Non di certo i cittadini che devono pagare conti salati a RIDA.
Non di certo la città che ancora sta alla mercè dei cassonetti rotti e sporchi.
Non di certo i lavoratori di ABC che sono costretti a lavorare con macchinari vecchi e in condizioni sempre più difficili.
Faccio solo un esempio di come le cose siano rimaste immutate sin dalla gestione di LATINA AMBIENTE, un esempio non visibile: nel 2018 in una relazione all’anticorruzione si riporta che la raccolta della carta effettuata in buste di plastica comporta un minor ricavo dalle vendite di questo materiale poiché, da parte dell’azienda che l’acquista, viene contabilizzato un maggior lavoro, e così continuiamo a perdere ricavi dalla vendita della carta perché la imbustiamo in buste di plastica. Ogni anno sono €20mila che perdiamo.
Tutto è rimasto immodificato in questi due anni, e due anni fa era uguale agli anni precedenti.
L’amministrazione è responsabile di una dannosa inerzia, è responsabile per non essere mai intervenuta sulle scelte evidentemente sbagliate che l’azienda ha fatto e che lei ha sempre avallato ostentando invece orgoglio e fedeltà, nei confronti più di un’idea che di una realtà.