Casette dell’acqua, un affare che frutta il 2500%

La consigliera comunale Nicoletta Zuliani fa i conti sulle strutture che saranno installate in città per la vendita dell’acqua alla spina: la vera svolta green è sensibilizzare sull’utilizzo dell’acqua del rubinetto

 “Il Comune ha ottenuto il finanziamento di 5 casette dell’acqua, ”. Va dritta al punto la consigliera comunale del Partito democratico, Nicoletta Zuliani, commentando il progetto presentato dall’amministrazione inerente la riduzione dei rifiuti e l’installazione in cinque diversi punti della città delle casette dell’acqua, quelle in cui l’acqua del nostro acquedotto – liscia o frizzante – si acquista alla spina.

“Dicono che si tratta di acqua certificata al momento dell’erogazione – afferma la Zuliani –, ma non si capisce chi sarà a certificare la bontà del liquido. Inoltre l’acqua presa dalle nostre condotte sarà pagata dal Comune e poi rivenduta dal privato. E chi gestirà le casette pagherà l’occupazione del suolo pubblico e i costi per l’energia elettrica? Nell’illustrazione del progetto questi nodi non sono stati sciolti”.

Domande che scaturiscono dai numeri che scaturiscono dal giro di profitti intorno alle “casette”.

“Il costo iniziale dell’acqua ad Acqualatina é di 2 euro per 1.000 litri – spiega la consigliera del Pd – cioè 0,002 euro al litro. Rivenduta a 5 centesimi al litro, l’acqua pubblica frutta 50 euro per 1.000 litri. Ne consegue che l’acqua erogata dalle casette rende il 2.500%, cioè frutta 25 volte di più. È evidentemente un affare enorme. E considerato che si tratta di commercio, con un privato che gestirà i profitti, c’é licenza commerciale?”.

Un affare a tutto vantaggio dei privati che otterranno la gestione delle strutture e che come spesso accade lascia troppi coni d’ombra nei quali muoversi senza rendere conto ai cittadini, che pure dovrebbero essere i destinatari di questo genere di iniziative.

“La vera svolta green della città – conclude la consigliera Ziuliani – è una campagna pubblicitaria che sostiene l’uso dell’acqua di rubinetto, e non il favorire privati che vendono l’acqua del rubinetto con il rincaro del duemila500%. Solo così otterremo un vero cambiamento della cultura dell’uso dell’acqua pubblica, sia tra i cittadini sia nelle istituzioni”.

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