LATINA – “Dal progetto pubblicato sull’albo pretorio non si capisce se la gestione delle casette dell’acqua sarà pubblica o privata e dagli uffici emerge un po’ di confusione sull’argomento”. La consigliera comunale del Partito democratico Nicoletta Zuliani torna sul progetto del Comune di Latina di installare in cinque diversi punti della città le casette di distribuzione dell’acqua alla spina. “Da voci di corridoio sappiamo che la manutenzione sarà appaltata a ditte esterne – spiega la Zuliani – mentre la gestione potrebbe essere assegnata ad Acqualatina, con la quale il Comune dovrebbe sottoscrivere un contratto per attingere l’acqua dall’acquedotto. Ma perché nel progetto non è stata definita la parte economica? Non si possono decidere questi passaggi fondamentali in corso d’opera, ma vanno stabiliti in anticipo”. Soprattutto perché le casette dell’acqua saranno un affare piuttosto remunerativo. Il costo iniziale dell’acqua ad Acqualatina é di 2 euro per 1.000 litri, cioè 0,002 euro al litro. Rivenduta a 5 centesimi al litro, l’acqua pubblica frutta 50 euro per 1.000 litri. Ne consegue che l’acqua erogata dalle casette rende il 2.500%, cioè frutta 25 volte di più. “I cittadini hanno il diritto di conoscere tutti i dettagli inerenti le casette di distribuzione dell’acqua e le intenzioni dell’amministrazione – continua la consigliera del Pd – perciò presenterò sul tema un’interrogazione con la quale voglio chiedere che si faccia chiarezza su ogni aspetto di questo progetto. In un momento in cui i temi legati alle risorse idriche sono al centro del dibattito, con un referendum mai applicato e molte aziende private che lavorano con le acque, è bene che ci sia il massimo della chiarezza possibile”.
Secondo la Legge Regionale 24 dicembre 2010 n.9 art.116: la Regione (…) sostiene la diffusione sul territorio regionale degli impianti erogatori di acqua pubblica alla spina che non utilizzino il principio dell’osmosi inversa, denominati “fontane leggere”. E nel progetto del Comune questa specifica non è stata inserita. “Mi auguro che si faccia chiarezza e che la gestione rimanga nelle mani del Comune – conclude Nicoletta Zuliani – perché l’amministrazione potrebbe beneficiare delle casette anche dal punto di vista economico, considerato il guadagno altissimo, che potrebbe essere reinvestito proprio sulle politiche legate alla gestione delle risorse idriche”. <
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