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Profezia che si autoavvera, o la vera svolta?

Tutto il PD a Torino per promuovere un’Europa diversa, un pezzo del PD a Roma a dire che non accettano di essere minoranza nel PD.

Per troppo tempo si è guardato dentro il proprio ombelico usando le competizioni elettorali, ora primarie ora amministrative, come il campo su cui contarsi, un’occasione per capire il proprio peso politico interno più che un’occasione offerta ai cittadini per contribuire a cambiare questo paese.
Di fatto la provenienza dai due principali tronconi, quello dei DS e quello della Margherita che dovevano arricchire ed ampliare la capacità di offerta politica si ritrovano ora dentro uno scontro che non ha nulla della dialettica: si usano espressioni come “riprendersi” il partito, di “snaturamento” del PD come se dialogare e trovare una sintesi fosse un obbrobrio politico che smentisce la propria essenza.
Non si pensa, forse, che annientare l’altra parte interna al PD significherebbe dimezzarne la capacità di attrarre il consenso o peggio, smantellare l’unico vero partito a cui gli italiani guardano con speranza?

dalemarenziSono presenti due forti bisogni politici: uno è rappresentato dal mantenimento della “ortodossia ideologica“, rivendicato dall’attuale minoranza del PD (D’Alema, Cuperlo, Bersani) da cui deriva un assetto belligerante, da scontro ideologico che ha come effetto preferire di essere in minoranza e comandare in casa propria. Essere irremovibili non è un valore : è creare immobilismo e scontro. Comprendo l’attaccamento di coloro che sono nostalgici di quelle logiche di partito ferree, con punti di riferimento immobili come la Costituzione. Ma va preso atto che che le nuove generazioni e le nuove modalità relazionali globalizzate hanno reso tutto questo impossibile da praticare. Non è “peccare” nei confronti del partito se lo mettiamo a servizio del popolo italiano e arriviamo ad una sintesi vitale. Non è “peccare” nei confronti della Carta Costituzionale se, secondo i modi previsti, ne ipotizziamo alcune modifiche.

Un attaccamento comprensibile, ma non assecondabile: siamo a servizio del popolo italiano, non dell’immutabile.

Ecco allora Il perché si sta cercando di dare risposte per realizzare subito un cambiamento di rotta non solo sul piano delle scelte di gestione dello stato come istituzione e come politiche economiche e del lavoro, ma soprattutto realizzare un sussulto etico che faccia riemergere l’azione politica dal “buio del non visto e dell’incontrollato” alla luce del palese e del riconoscibile. E non mi riferisco solo a rendicontazioni: mi riferisco a scelte di persone, a situazioni di familismo amorale e di corruzione bianca lontani dal merito e dal concetto di supremazia del bene comune.
A fronte di una scelta tra ortodossia ideologica e la fatica di trovare punti in comune per salvare un paese, io scelgo la seconda opzione: non mi interessa la “purezza della razza di sinistra”, mi interessa la capacità di lavorare insieme, ciascuno perdendo certamente qualcosa, ma consci che non è tanto un “perdere” bensì investire per un bene più grande, quello più prezioso, quello comune.

In fondo era proprio questo il motivo per cui è nato il Partito Democratico.

Commissione Pari Opportunità: nomina dei membri al prossimo consiglio comunale

La richiesta depositata stamattina dai consiglieri del Partito democratico.
Zuliani: «Un atto dovuto dopo due anni di discussioni inconcludenti»

gita1I consiglieri del Partito democratico hanno depositato questa mattina una richiesta di convocazione del consiglio comunale per la nomina dei membri che dovranno far parte della Commissione Pari Opportunità, passaggio propedeutico alla costituzione della Commissione stessa. «La sollecitazione ad inserire tra i punti all’ordine del giorno del prossimo consiglio la nomina delle componenti arriva dopo almeno due anni spesi a batterci per l’istituzione di questa commissione» ricorda la consigliera del Pd Nicoletta Zuliani, particolarmente attiva su questo fronte.

«Abbiamo sollecitato più volte il presidente della Commissione Sanità e l’assessore con delega alle Pari Opportunità, ma le nostre sollecitazioni – sottolinea la Zuliani – non hanno mai trovato seguito o risposta alcuna. La richiesta di convocazione dell’assise con la nomina dei membri della commissione all’odg è un atto più che dovuto e urgente a fronte di numerose sedute in commissione nelle quali non si è mai stai in grado di arrivare ad una decisione risolutiva. Si era chiesto che il regolamento per la costituzione dell’organismo – ricorda ancora la consigliera del Pd – venisse modificato per rendere più attuale ed efficiente il funzionamento della commissione da attivare, ma anche questo non è stato fatto. Preso atto di questa ulteriore mancanza ci atterremo per ora al regolamento vigente del 2003 (leggi il Regolamento) purché si proceda con la composizione della commissione.

Ci sono diverse associazioni che hanno idee e proposte di sostegno alle donne, ma che non hanno una sede istituzionale in cui esprimerle o nella quale confrontarsi. Esistono inoltre delle sanzioni per chi non si adegua alla legge che prescrive la composizione della commissione ad inizio legislatura».

«La  prossima assise comunale – conclude la Zuliani – sarà l’occasione per verificare se la maggioranza ci tiene ad avere l’organismo come ha sempre detto o se l’impegno decantato a favore della sua costituzione resterà anche questa volta inattuato».

Cimitero, il Comune non certifica i crediti vantati dalla Ipogeo

«Basta dormire, Ialongo convochi la commissione competente per la discussione del caso»

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È stato notificato al Comune il rigetto del ricorso presentato dalla Ipogeo srl contro l’ente rispetto al diniego della certificazione dei crediti che la società concessionaria della gestione del cimitero urbano sostiene di vantare nei confronti del Comune stesso. Il Tar ha respinto il ricorso dichiarandolo inammissibile per difetto di giurisdizione e precisando che la controversia in esame non si riferisce a interessi legittimi bensì a diritti soggettivi di cui i giudici amministrativi non sono competenti.

«L’amministrazione comunale e il dirigente della sezione Ragioneria non hanno certificato questi crediti, che evidentemente non sono dovuti alla Ipogeo srl, riguardanti i famosi €540mila concessi dal Commissario Prefettizio per un biennio. Il problema del cimitero cittadino resta perché la gestione del servizio non è ancora a norma nonostante le denunce e le ripetute richieste di fare luce su una situazione che è già costata cara alle tasche dei cittadini». Così Nicoletta Zuliani, consigliera del Partito democratico, commenta la notizia della notifica del ricorso al Comune e la mancata certificazione dei crediti vantati dalla Ipogeo riportando in auge il tema delicato della gestione cimiteriale, «un tema su cui il Comune ha sempre soprasseduto» sottolinea la democratica.

La Zuliani torna a chiedere con forza che venga finalmente discusso e poi varato il Regolamento di polizia cimiteriale. «Il Regolamento – ricorda la consigliera – permetterebbe di dirimere questioni economiche importanti che comportano costi pari a qualche milione di euro per i cittadini di Latina. I titolari dei loculi della parte vecchia del cimitero che hanno un contratto perpetuo – cita ad esempio la Zuliani – nel momento in cui liberano il loculo delle ossa del vecchio occupante per un nuovo deceduto si vedono avanzare una richiesta di pagamento per un nuovo contratto dalla Ipogeo. Molti pagano, ma non sono tenuti a farlo perchè il contratto stipulato col Comune prima della gestione non può decadere, per effetto retroattivo, nel momento in cui un concessionario subentra all’ente nella gestione».

Una bozza del Regolamento cimiteriale già esiste e potrebbe essere valutata in Commissione Sanità se solo questa fosse convocata. «Invece – afferma la Zuliani – resta a fare la muffa nei cassetti perché Ialongo non convoca la commissione da lui presieduta, sede in cui si dovrebbe discutere del Regolamento. A Palazzo tutto è fermo, la Commissione Sanità in un anno si sarà riunita cinque o sei volte al massimo, nessuno fa nulla per evitare che i cittadini paghino quanto non devono. È questa un’inerzia vergognosa di cui la nostra amministrazione continua senza pudore a macchiarsi».>

Atto di forza per un incarico al professionista esterno

Con delibera di giunta è stato affidato all’ex capo di gabinetto il compito di difendere il Comune in una causa contro l’ente
«È stato deciso e fatto nonostante il parere contrario dell’Avvocatura comunale»

L’ex capo di gabinetto del sindaco è stato incaricato a difendere il Comune in una causa intentata a carico dell’ente dai comproprietari di un lotto di terreno ubicato a Latina che si sono rivolti al Tar Lazio chiedendo l’annullamento della determina con cui la Conferenza dei Servizi ha negato l’istanza di permesso a costruire su dette aree. «L’incarico come legale esterno è stato affidato a Giacomo Mignano con delibera di giunta n.157 del 18 marzo scorso: peccato che tale affidamento sia stato fatto contro il parere dell’Avvocatura comunale». La denuncia arriva dalla consigliera del Partito democratico Nicoletta Zuliani, impegnata da tempo in una battaglia contro gli incarichi professionali superflui e ingiustificati.

Nel parere dell’Avvocatura comunale, ovvero del dirigente coordinatore dell’ufficio con personale togato dipendente del Comune, l’avvocato Di Leginio, si riporta che la difesa dell’ente “ben poteva essere assicurata da personale togato interno“: è questo che non quadra secondo la Zuliani. «In sostanza – spiega la consigliera – non è assolutamente necessario incaricare un professionista del Libero Foro che difenda l’ente perché già ci sono gli avvocati interni stipendiati dal Comune a poterlo fare. Ricorrere ad un esterno non fa che gravare le casse comunali di un costo in più inutile».

«Per di più – aggiunge la Zuliani – nel parere viene indicata una grave carenza di comunicazione di atti relativi allo stesso contenzioso tra segreteria del sindaco e Avvocatura comunale, carenza che ha motivato tale incarico. Una cattiva gestione della comunicazione degli atti tra uffici che genera una maggiore spesa in capo all’ente a beneficio di un professionista mi sembra davvero troppo».

L’Avvocatura comunale ritiene l’incarico “privo di motivazione” e questo basta a configurare una responsabilità per danno erariale. «Inoltre l’incarico – sottolinea la Zuliani riprendendo quanto riportato anche nella delibera di giunta – va contro l’art.2 del Regolamento dell’Avvocatura comunale in cui si legge che la rappresentanza, il patrocinio e l’assistenza in giudizio del Comune spettano al personale togato dell’ente salvo casi di comprovata incompatibilità o eccezionale e comprovata necessità, elementi questi ultimi che a detta del dirigente Di Leginio non sussistono in questo caso specifico».

20140302-161948.jpgLa consigliera Pd ricorda anche un’altra delibera di giunta, la n.475 dell’agosto 2013 con cui l’ente comunale ha autorizzato la selezione di tre praticanti legali chiamati a supportare il personale togato interno nella sua attività. Alla luce di questo ulteriore elemento, «perché spendere soldi per un legale esterno?» si chiede la Zuliani. «Stiamo sempre a discutere di incarichi che potevano essere evitati – conclude la democratica – ma al di là di tante parole mi sembra evidente che questo vizio l’amministrazione di Latina non riesce proprio a toglierselo».

Mai stata così BELLA e così LIBERA Latina!!

I giovani, giovanissimi e non più giovanissimi partecipanti alla XIXa Giornata della Memoria e dell’Impegno hanno immesso nelle vene della nostra città un flusso di vita e di coraggio mai sperimentati.

Ho raccolto in un video quello che loro considerano “mafioso”. Partiamo da qui!

Non basta guardare dal marciapiede cosa scorre nelle nostre strade!

Non basta osservare silenti, e poi criticare  a bassa voce SENZA AGIRE!

Finiamola di rimarcare le fratture! Facciamo il loro gioco.

NOI SIAMO DI PIU’, ma dobbiamo metterci insieme e saper lavorare insieme.

Ognuno nel suo ruolo e nelle forme che la nostra bellissima Costituzione prevede, possiamo mettere in moto una macchina potente e far diventare Latina una città BELLA e LIBERA tutti i giorni.

 

 

 

Il PD ascolta la scuola: il mio intervento

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Punto focale e rivoluzionario è la qualità: qualità del corpo docente, qualità dell’offerta formativa di una scuola, qualità dell’intervento didattico, qualità del risultato.
Non so se vi è mai successo: ragazzi studiosissimi, bravi scolasticamente parlando, ma incapaci di inserirsi in modo assertivo nella società, incapaci di scegliere, fragili se la vita impone loro un cambio improvviso di direzione.
Mi chiedo: ma cosa insegniamo a questi ragazzi?
Perché usiamo criteri e parametri prettamente scolasti per valutarli quando il mondo non li valuta allo stesso modo? Perché i parametri e i criteri di valutazione della scuola si distaccano così tanto dalla prassi con cui la vita li valuta, li premia o li punisce?

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Noi cerchiamo di dimostrare che chi vale va avanti, chi lavora sodo ottiene risultati. Ma funziona così fuori della scuola?
I ragazzi sono sempre più svegli e disincantati e sanno che fuori della scuola purtroppo il merito vale poco. Ecco che allora a scuola si fa fatica a motivarli: tra scuola e società c’è incoerenza, se non schizofrenia. Il principio che loro vedono muovere le cose è “riesci se hai gli agganci giusti”, non credono che se sono veramente capaci potranno vincere nella vita.
Familismo ottocentesco, mentalità paternalistica e foriera di cultura mafiosa.
Primo obiettivo, dunque, sincronizzare la società con la scuola, (non il contrario).

C’è un gran discutere su come valutare i docenti: voglio risolverla con un concetto molto semplice, perché, secondo me, non vogliamo osservarla dalla prospettiva più vera.

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La valutazione delle scuole e dei docenti è già in atto.
I genitori sanno benissimo dove mandare i propri figli. Sanno distinguere gli insegnanti che vogliono e quelli che non vogliono per i loro figli. Sanno decidere quale scuola è la migliore per la formazione dei propri figli: riconoscono la qualità.
Basta applicare a noi insegnanti i criteri che usiamo noi stessi, se genitori, per scegliere la scuola o gli insegnanti per i nostri figli.
Come voglio che sia l’insegnante di mio figlio? Sono sicura che le risposte sarebbero le stesse. Ecco i criteri e i parametri per valutare i docenti.

Sempre sul versante docenti, assistiamo ad una palese incapacità da parte dei vertici della scuola di gestire casi, chiamiamoli così, “critici“: ci sono, e non sono tantissimi per fortuna, ma ci sono insegnanti che causano danni importanti sui bambini o gli adolescenti. Questi casi di docenti “problematici” vanno affrontati dal punto di vista normativo in modo coraggioso.
Perché i dirigenti non hanno gli strumenti per tutelare i ragazzi prima che sia troppo tardi? Spesso si arriva al “caso” per risolverlo nel momento in cui i media costringono a venire ad una soluzione. Perché arrivare a questo punto?
In Commissione Istruzione nel mio comune c’è la proposta, condivisa da tutta la maggioranza, di valutare l’ipotesi di istallare delle videocamere nelle aule degli asili nido perché i genitori possano controllare… E perché non nelle scuole dell’infanzia? E alle elementari?
Ebbene, dobbiamo essere capaci di intervenire prima noi come istituzione.

E da ultimo vorrei sottoporre un errore di sistema: l’Italia è l’unico paese, L’UNICO PAESE in cui le lingue straniere vengono insegnate in classi di abilità miste fatte di studenti appartenenti a livelli che vanno da principiante a intermedio. Le lingue straniere devono essere insegnate per classi di competenze omogenee o l’azione è inefficace. Tra le materie con risultati meno buoni nel biennio delle superiori c’è appunto l’inglese.
La valutazione in decimi per le lingue straniere è assolutamente fuori da ogni standard internazionale di valutazione. Le competenze di uno studente possono solo chiamarsi beginner, elementary, pre-intermediate, intermediate, upper-intermediate o advanced: tutto il resto non ha alcun riscontro nel quadro internazionale.

Per il segretario generale c’è conflitto d’interessi

Nicoletta Zuliani: «Le nostre pressioni per rimuovere una condizione palesemente illegittima erano giuste»

«Il segretario generale, nonché responsabile trasparenza e anticorruzione nel Comune di Latina, non potrà far parte della commissione che si occupa di assunzioni nella nostra amministrazione. La carica di presidente di tale commissione è incompatibile con il ruolo attualmente coperto di segretario generale dell’ente. Ora c’è una delibera di giunta ad attestare quanto la norma già diceva esplicitamente e a confermare l’opportunità della pressione fatta dal Partito democratico per superare e rimuovere una condizione di incompatibilità palesemente illegittima».

20140308-215857.jpgÈ la consigliera del Pd Nicoletta Zuliani a sottolineare come la delibera di giunta n. 116/2014, pubblicata sull’albo pretorio il 6 marzo scorso e che modifica il Regolamento sulle modalità di assunzione all’impiego presso l’ente comunale, sia prova di una condizione di illegittimità configurata dal doppio incarico rivestito dal segretario generale del Comune, responsabile della vigilanza sulla corruzione e insieme presidente delle commissioni di progressione verticale. «La delibera – afferma la Zuliani – dà ragione alle sollecitazioni dell’opposizione perché fosse risolta la posizione di conflitto d’interesse del segretario generale. Fa fede al Piano anti-corruzione e per la trasparenza e l’integrità, alla legge n. 213/2012 che detta nuove norme in materia di controlli interni e alla n. 190/2012 che prescrive che “nel conferimento di incarichi individuali occorre tener conto di situazioni di conflitto, anche potenziale di interessi, che pregiudichino l’esercizio imparziale delle funzioni attribuite al dipendente”. Tutti riferimenti normativi che avevamo già posto a suo tempo all’attenzione del sindaco e della maggioranza, ma che sindaco e maggioranza hanno sempre cercato di schivare».

Secondo quanto riportato nella delibera si è ritenuto opportuno modificare la norma regolamentare che attribuisce al segretario generale la funzione di presidente delle commissioni di concorso in forza della delicata attività in materia di anticorruzione e trasparenza riservata allo stesso segretario. Le Commissioni esaminatrici – si legge nel testo della deliberazione – saranno formate da tre componenti esperti delle materie oggetto della selezione scelti tra i dipendenti dell’amministrazione . «Viene inoltre modificato un altro punto del Regolamento – aggiunge la Zuliani – con l’istituzione della figura del Direttore generale, chiamato ad accertare la professionalità necessaria per l’incarico da conferire. La delibera della giunta comunale – conclude la consigliera Pd – non fa che confermare quanto già previsto dalla normativa, i contorsionismi maldestri del primo cittadino e della maggioranza per bypassare le norme non potevano reggere a lungo»

CASO CAPOGRUPPO: ora basta. Lavoriamo per la città.

CASO CAPOGRUPPO
C’è un bombardamento di mille sollecitazioni, anche sporche, che non hanno niente di politico.
Ho voluto e fatto di tutto perché si arrivasse ad un punto di arrivo celere e condiviso, ma la nostra discussione in seno al gruppo ha visto una parte abbandonare la riunione, non riconoscendo l’altra come legittima ad esprimere una soluzione: lo ritengo un fatto grave che non mi appartiene.

Ho sempre preferito il dialogo.

In una forma di cyber bullismo politico, vengo accusata di tradimento, quando non ho mai “sposato” nessuno politicamente, se non unicamente le idee.
E le idee mi hanno portato a fare scelte talvolta interpretate strumentalmente a vantaggio di una parte o dell’altra all’interno del PD.

LE ACCUSE —-
Mi accusano di aver sfiduciato Giorgio De Marchis: FALSO.
Lo era già di fatto, perché la metà non lo riconosceva più come capogruppo.
Nel cercare soluzioni con Omar e lo stesso Giorgio, ho sempre proposto la persona di Omar Sarubbo, ormai da due settimane, nel ruolo di capogruppo.
Lo stesso Alessandro Cozzolino, al quale non ho mai nascosto le mie perplessità su lui in questo ruolo, vedeva positivamente questa soluzione.
Omar continuava a negare la sua disponibilità.
Nella riunione di gruppo del 3 marzo Giorgio fa finalmente sua la mia proposta e indica Omar come suo successore.
Concordo: come Giorgio ho sempre pensato che Omar avesse le caratteristiche adatte per rappresentare il gruppi. Infatti ho accolto e sostenuto la proposta di Cozzolino di darci uno o due giorni per comporre, eventualmente, questo sostegno unanime al nuovo capogruppo.
Non tutti la pensavano così ed hanno chiesto un voto immediato.

RUOLO di VICE-PRESIDENTE —-
Mi si accusa di aver fatto di tutto per avere il ruolo di vice-presidente del Consiglio Comunale: FALSO.
Già a febbraio Giorgio ha comunicato che dopo aver richiesto le disponibilità per la vicepresidenza ai vari membri del gruppo, gli erano pervenute due disponibilità: Fabrizio Mattioli e Nicoletta Zuliani.

Non ho mercanteggiato un bel niente.

Svolgerò il mio ruolo di consigliere comunale così come ho sempre fatto ed è per questo che ho ritenuto importante intervenire con questa nota.

La politica è fatta di scelte ed anche di cambiamenti.
Non di atti denigratori.

Vittime e carnefici in politica? Non esistono.

(dal mio intervento in direzione provinciale PD 28feb2014)

In politica non ci sono vittime e non ci sono carnefici e questa lettura delle vicende politiche la trovo strumentale alle presunte vittime. Non ci sono belle persone o brutte persone. Non ci sono buoni e non ci sono cattivi.
Ci sono le scelte.
C’è la legittimità o l’illegittimità delle richieste.
Ci sono circostanze ed attori.
E nella valutazione delle scelte che facciamo, dobbiamo fare un passaggio in più: non possiamo solo valutare se l’impulso di partenza è legittimo o no. Ci sono da considerare le conseguenze. Alcune scelte, infatti, rafforzano il gruppo a scapito di qualche singolo, altre scelte rafforzano il singolo a scapito del gruppo.

E poi, signori, ci sono i numeri, e che, ci piaccia o no nel sistema meno imperfetto che conosciamo e che abbiamo adottato, ovvero la democrazia, i numeri sono i rigidi binari su cui siamo costretti a viaggiare.

Questa la condizione in cui ci siamo trovati a Latina: da una parte c’è una istanza che ha creato di fatto una spaccatura.
Richiesta legittima ma con conseguenze distruttive.
Dall’altra parte c’è stata l’incapacità di proporre soluzioni alternative o di mediazione: si riusciva solo a stigmatizzare il muro contro muro.

Strumentalizzare e parlare di nomi, di firme,  di tradimenti, di pugnalate alle spalle, è voler a tutti i costi interpretare una questione di valenza politica (decidere democraticamente all’interno di un gruppo) come una questione di guerriglia interna che non mi appartiene e non mi è mai appartenuta e continua a non appartenermi.

La questione del capogruppo è solo una parte del set di problemi che dobbiamo risolvere.

Il nostro gruppo, ha di recente arricchito le sue fila di due elementi: De Amicis e Fioravante. Giorgio coordinava ora 9 consiglieri molto eterogenei rispetto a tre anni prima: il gruppo aveva cambiato un po’ la sua fisionomia.
Omar Sarubbo, presidente della Commissione Trasparenza, prima in una riunione di gruppo poi in conferenza stampa, annuncia le sue dimissioni rimettendo il mandato nelle mani del gruppo per una verifica di metà consiliatura.
Poi, dai giornali apprendiamo delle dimissioni di Maurizio Mansutti da vice presidente del Consiglio Comunale: le motivazioni, leggiamo dal giornale, sono da intendersi come sprone e protesta nei confronti della maggioranza che traccheggia nella scelta della giunta. una scelta maturata evidentemente fuori dal gruppo.
Di fatto ci troviamo con due cariche vuote.

Al primo Consiglio convocato con all’ordine del giorno la nomina del vicepresidente non abbiamo nessun nome.
Siamo impreparati.
Chiediamo di poter rimandare il punto per il Consiglio successivo.

Da parte di cinque consiglieri viene chiesto di riconsiderare tutti i ruoli compreso quello del capogruppo difronte al quale richiesta Giorgio vuole un formale documento di sfiducia. Il documento viene redatto e firmato da 5 consiglieri su 9 (non contando il capogruppo) ponendo una questione di numeri importante.

Al Consiglio successivo, che per la seconda volta non nomina il vicepresidente, veniamo attaccati dalla maggioranza. Ancora non abbiamo il nome per sostituire Mansutti. Ancora non abbiamo affrontato la questione delle cariche vacanti.

Ovviamente non abbiamo armi per rispondere se non il silenzio e l’attesa.

Scrivo allora una nota privata a tutti i colleghi consiglieri dove richiedo di intervenire con urgenza, di vederci perché in questo modo stavamo esponendo il gruppo ed il partito ad una pubblica e palese dimostrazione di debolezza ed incapacità.

Questa, unita alle altre questioni, aspettavano di essere affrontate in una riunione che, s’era detto, avremmo dovuto tenere lunedi passato.
Il capogruppo comunica che non ha intenzione di convocare alcuna riunione.

Ecco il motivo della richiesta di riunione. Che ho firmato.

Non incontrarsi per non decidere non mi pare una soluzione utile né al gruppo, né al PD.

La destra di Latina ha paura delle donne

Oggi in consiglio abbiamo dato alla città la possibilità di convergere su una proposta di buon senso che molte città italiane stanno adottando: il riequilibrio della toponomastica scegliendo nomi di strade, vie, luoghi pubblici ecc… che tengano conto della parità di genere.

20140218-221524.jpgAvevo precedentemente proposto, in Commissione, di modificare alcuni articoli del Regolamento di Toponomastica in discussione, per favorire un maggior riequilibrio di figure femminili nell’intitolazione di strade, piazze e luoghi pubblici della città.

Hanno votato contro le mie proposte. (leggi le modifiche).

Ho scritto allora una mozione che i consiglieri di maggioranza oggi NON HANNO VOLUTO VOTARE.
Sarà interessante, quando pronto, leggere la trascrizione degli interventi: vi prometto che la metterò online e lascerò a voi valutare.

La mia valutazione è la seguente: non riescono proprio a votare nulla che sia proposto da me o dalla minoranza: lo vivono come un’umiliazione. Addirittura hanno minacciato di presentare una mozione identica e votarsela. Forse non sanno che il regolamento questo lo vieta :-)

Allora, visto che volevano bocciare la mozione (che obiettivamente condividevano ma non potevano ammetterlo), hanno proposto di “congelare” la mozione per portare le idee in commissione e li discuterle. La votazione della mozione si sarebbe tenuta alla prossima seduta consiliare.

Ecco le proposte difficili da votare:
- promuovere le iniziative necessarie affinché nelle prossime assegnazioni di toponimi venga costantemente perseguito l’equilibrio di genere nella toponomastica cittadina
- promuovere per il prossimo, anno scolastico 2014-2015, un progetto per le scuole secondarie di primo grado (scuole medie) di Latina che individui e proponga alla Commissione Toponomastica figure di donne di rilievo culturale, scientifico, storico cui intitolare le prossime piazze, strade, scuole, o luoghi pubblici con allegata relazione della motivazione alla scelta.

Come capirete, troppo “difficili” da votare così su due piedi… “E poi”, hanno detto, “il Consiglio non era il contesto adatto a questa discussione”.

Valutate voi.