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Un parere favorevole a tutti i costi

imageIl sindaco ha arrecato un danno alle casse del Comune di Latina per ottenere un parere pro-veritate favorevole al suo operato. Il sospetto è che lo abbia fatto consapevolmente. Occorre che vengano chiariti tutti i passaggi che hanno portato l’ente ad una spesa inutile che riguarda un colosso di cemento che si trova a Borgo Piave, in uno degli ingressi principali della città.

“Il professor Federico Tedeschini, esperto in urbanistica, è un professionista “vicino” al sindaco Giovanni Di Giorgi. Ciò non toglie che la legge vada rispettata: la legge, infatti, obbliga gli Enti ad utilizzare le proprie risorse interne, in termini di competenze, per evitare di correre a consulti, pareri e prestazioni esterne che costituiscono un onere per l’amministrazione.
Per questo motivo ogni incarico esterno deve essere motivato o giustificato da un diniego da parte delle figure interne all’amministrazione che dichiarano di non essere disponibili a fare quel tipo di lavoro. Solo allora la legge ti consente di ricorrere agli esterni.

imageNoi abbiamo un’Avvocatura Comunale che svolge proprio questa funzione: patrocina le cause e fornisce consulenze e pareri tutta l’amministrazione.
Per ricorrere ad un esterno c’è bisogno una dichiarazione scritta da parte delle figure interne che dichiarano che non sono disponibili a fornire quel parere o perché non è alle competenze o perché non è disponibile a farlo.
Nel nostro caso era palese che il sindaco aveva paura di un parere pro veritate della nostra avvocatura che presumibilmente sarebbe stato sfavorevole – viste le inchieste della magistratura.
A sostegno di questo dico che il 30 maggio il sindaco scrive all’Avvocatura chiedendo se questa si rende disponibile per un parere pro-veritate in merito alla variante di borgo Piave, ma palesa già l’intenzione di volerlo eventualmente chiedere al professor Tedeschini in caso di diniego.
Dopo ben una settimana il sindaco invia il parere richiesto con i quesiti esplicitando che la scadenza per la presentazione del parere è l’11 giugno.
L’avvocatura dichiara la propria disponibilità ma fa notare che non sono pervenuti i documenti da parte del settore urbanistica senza i quali il parere non può essere formulato e resta in attesa della documentazione necessaria per lo studio del caso.

Invece della documentazione, 17 giugno arriva una nota del sindaco dice che l’estrema urgenza spinge l’amministrazione a chiedere il parere al prof.Tedeschini.

Evidentemente l’urgenza non era vera perché il professor TEDESCHINI si prende tre mesi per rispondere ai quesiti, infatti il suo parere pro-veritate, lo ripeto, costato € 13.000 alle tasche dei cittadini di latina, perviene ufficialmente all’ente il 15 ottobre.

Il ragionamento che faccio è il seguente:

  1. il sindaco ha causato un danno all’erario comunale perché c’erano competenze interne all’Ente che si erano rese disponibili a fornire quel parere, invece lui è ricorso ad un parere esterno con un aggravio per le casse comunali.
  2. è evidentemente dichiarato un falso negli atti perché agli avvocati dell’avvocatura comunale si fa pressione e si dichiara un’urgenza dando una scadenza impossibile – l’11 giugno – mentre il professor TEDESCHINI poteva prendersi tutto il tempo che voleva, infatti il parere è datato 15 ottobre: dov’è l’urgenza?
  3. I soldi di un singolo parere potevano ben essere utilizzati per un anno di lavoro di un giovane avvocato come figura di supporto all’interno dell’avvocatura, vista la mole esagerata di contenzioso che questa amministrazione genera.
  4. c’è il sospetto che per difendere interessi particolari si sia fatto ricorso ad un parere prevedibilmente favorevole a chi lo chiedeva.

La questione è oggetto di un’interrogazione e ho chiesto di portarla in Commissione Trasparenza.

Commissione tecnica PPE? La paghi il sindaco

image“I cittadini sono doppiamente vessati nella vicenda giudiziaria che ha coinvolto il sindaco Giovanni Di Giorgi e la sua Giunta per la variante Malvaso. È infatti assurdo e sicuramente poco corretto che il primo cittadino faccia pagare ai cittadini il parere, prima di un avvocato, e poi di un team di altri e diversi avvocati, per mettersi al sicuro dalle inchieste dei magistrati”. A dirlo è Nicoletta Zuliani, consigliera comunale del Partito Democratico, che critica fortemente la scelta del sindaco Di Giorgi di istituire una nuova commissione composta da tre tecnici per analizzare la questione della variante Malvaso e, più in generale, la situazione dei Piani Particolareggiati della città.

Ci sono due principali motivi per i quali Zuliani non è d’accordo con la scelta dei sindaco: il primo è certamente il fatto che “non possono pagare ancora una volta i cittadini per gli errori e gli affari di questa amministrazione. La città – afferma Zuliani – ha già pagato con oltre 10mila euro il parere professionale del professor Federico Tedeschini, docente universitario ed esperto di questioni urbanistiche, per offrire quello che è comunque una perizia di parte che cerca di mettere al sicuro il sindaco dall’inchiesta della Procura”.

imageQuel parere pro veritate, infatti, secondo Nicoletta Zuliani, avrebbe potuto essere chiesto all’avvocatura del Comune di Latina, un servizio che lavora all’interno dell’Ente, già pagato proprio per svolgere tutte quelle attività giudiziarie e di studio delle situazioni per prevenire contenziosi o per difendere l’Ente stesso, ma non i soggetti che compongono la sua amministrazione, che rispondono invece penalmente ed individualmente dei propri atti. E che quindi per mettersi al sicuro dalle indagini dovrebbero dare mandato ad un proprio avvocato, pagandolo di tasca propria.

L’incarico professionale al professor Tedeschini è invece stato pagato con i soldi dei cittadini, ben 10mila euro, e nella delibera di affidamento dell’incarico (avvenuto lo scorso luglio) non è nemmeno indicata la precisa motivazione che ha spinto a bypassare la nostra avvocatura. Chi meglio dei nostri avvocati avrebbe potuto fornire un parere, conoscendo a fondo le problematiche dell’ente e la situazione cittadina? Un perito di parte – ricorda Zuliani – fornisce un suo parere in base agli atti che gli vengono sottoposti: potrebbero non essere completi e il parere potrebbe risultare a favore del richiedente e quindi inefficace. Il sindaco sta forse sconfessando il parere di Tedeschini?”

La questione più importante è però questa: se Tedeschini con € 10.556 ha garantito al sindaco e alla giunta che il loro operato era limpido e legittimo, per quale motivo gli inquirenti hanno deciso che valeva la pena indagare su questo caso?
E per quale motivo abbiamo bisogno di ulteriori pareri di parte, che non hanno alcun valore legale, ma solo consultivo? Per quale motivo devono ancora pagare i cittadini per dare certezza al sindaco ai suoi politici di aver fatto bene?

Se ci sono ulteriori di controlli da effettuare, non abbiamo certo bisogno di altri tecnici: abbiamo bisogno della magistratura”.

La coerenza dello “spacchettamento”

C’è “coerenza” di metodo tra la gestione del verde e quella della gestione da parte del cimitero di Borgo Montello in tema di affidamenti per i lavori di manutenzione. Come era accaduto per la gestione del verde pubblico, a Latina ci troviamo nuovamente di fronte al sistema dello ‘spacchettamento‘, una procedura che la legge vieta e che non favorisce nessuno, se non le ditte che ricevono gli affidamenti diretti per lavori a committenza pubblica.

Lo “spacchettamento” consiste nella redazione di diverse determine, tutte da importi inferiori ai 40mila euro, i cosiddetti “sotto soglia“, in modo che l’ente non sia tenuto ad indire una gara per commissionare i lavori, ma possa procedere per affidamento diretto ad una ditta di fiducia.

Per il cimitero di Borgo Montello, l’unica gara indetta in questa consiliatura risale al 2012 per i lavori da effettuare nell’anno 2013, stimati nel valore di 65mila euro. Poi il Comune ha continuato ad affidare la manutenzione straordinaria del sito, sempre alla stessa ditta, a “pacchetti” di tre mesi. Lo ha fatto per tutto il 2014.

L’aspetto irregolare sta nel fatto che il valore di questi lavori affidati con determine, se sommato, supera i 40mila euro (Iva esclusa) e ci troviamo quindi di fronte ad una irregolarità da parte del Comune, che avrebbe dovuto indire una gara per l’affidamento della manutenzione del camposanto come aveva fatto nel 2012.

imageUn altro problema: il 22 gennaio 2015 viene pubblicata un’altra determina, la 1626 del 2014, riferita all’affidamento dei lavori al cimitero di Borgo Montello per i mesi di ottobre, novembre e dicembre 2015. La pubblicazione avviene dopo 4 mesi, a giochi fatti, quasi un mese dopo che il tempo d’affidamento è persino concluso. Questo significa che la ditta ha lavorato per tre mesi senza contratto, quindi in una posizione di assoluta irregolarità, e che l’Ente dovrà pagarli senza aver impegnato le somme, generando quindi un debito fuori bilancio

Basta prendere in giro i cittadini. Si tratta di una situazione che segnalerò al segretario del Comune e che è materia della Corte dei Conti. Il punto è però che a Latina questa è la prassi. Il mancato rispetto dei tempi è ormai una caratteristica del nostro Comune: giovedì si terrà un consiglio con ordini del giorno e mozioni presentate ad agosto del 2014, ignorando del tutto i fatti – gravissimi – che sono accaduti nel frattempo e che hanno investito l’amministrazione Di Giorgi. Un’amministrazione che, così com’è, non può durare neanche un giorno di più.

Comune a rischio pignoramento

image“L’amministrazione del sindaco Giovanni Di Giorgi non si smentisce nella scellerata gestione dei conti pubblici del Comune di Latina. Oggi emerge una situazione incresciosa che risale al 2011 e che ricade sulle spalle e sulle tasche di noi cittadini a causa delle lentezze e dell’incapacità del governo di questa città di gestire i conti pubblici”.

Ecco la storia di un nuovo pesante debito fuori bilancio, che ammonta a circa 160mila euro e che è da imputare a questa amministrazione.

Nell’agosto del 2011 il Comune pagò alla Ati (Associazione Temporanea di Impresa) fatture per un ammontare di € 339.231,31 che riguardavano servizi per il trasporto pubblico locale non pagati risalenti agli anni 2003-2004. La Ati raggruppava la Società Automobilistica Interprovinciale SAI Srl, la Rossi Bus S.p.A., e la Schiaffini Travel spa, che dal 2001 al 2007 si è occupata del trasporto pubblico locale nei borghi. Questa somma di debito fuori bilancio è stata materialmente trasferita ben due anni dopo il riconoscimento in consiglio comunale, che aveva approvato la liquidazione delle fatture nel dicembre 2009, con deliberazione numero 142. Peccato che, al versamento, mancavano tutti gli interessi maturati nel frattempo e che, secondo un accordo, sarebbero stati inizialmente non pretesi dall’Ati nella somma di €153.134,48. Evidentemente il ritardo con cui sono state pagate le fatture del debito fuori bilancio deve aver fatto tornare sui propri passi la società, per cui il 26 novembre 2013 viene notificato un decreto ingiuntivo per la somma corrispondente agli interessi. Trenta i giorni per fare opposizione, ma il Comune lascia decorrere i termini ed il decreto ingiuntivo diventa irrevocabile ed esecutivo il 24 aprile 2014. Il 26 novembre scorso viene notificato l’atto di precetto che intima al pagamento della somma di € 153.134,48 oltre agli ulteriori interessi legali maturati a partire dal 2011 fino al totale soddisfo, quindi quasi 10mila euro in più. A dicembre, quando sono stati deliberati dal consiglio comunale i riconoscimenti dei debiti fuori bilancio, gli interessi maturati dall’Ati non comparivano. IL ritardo è già notevole ed oggi il Comune rischia il pignoramento, con il prelievo diretto della società dalle casse dell’Ente, ed ulteriori costi.

“Una situazione vergognosa, dovuta alle inadempienze dell’amministrazione Di Giorgi, che pecca di ulteriori ritardi anche in un altro ambito, non meno grave, che è quello della produzione della documentazione dei debiti fuori bilancio alla Procura regionale della Corte di Conti”.
La legge finanziaria del 2003 ha infatti stabilito questa procedura per l’accertamento e le verifiche su eventuali responsabilità rispetto danni erariali procurati all’Ente. “Il nostro Comune – afferma Zuliani – è inspiegabilmente tardivo nell’inoltro alla Procura della Corte dei Conti: diversi debiti fuori bilancio sono stati inviati quasi 2 anni dopo essere stati riconosciuti in consiglio comunale, rinunciando a qualsiasi impugnazione. Molti sono stati invece inviati all’ufficio sbagliato, di fatto eludendo il controllo della Procura della Corte dei Conti.

Se si tratti di dolo o di ignavia, sarà valutato dalla Procura quando riceverà il nostro esposto”.

Il Comune perde altri 200mila euro di finanziamenti

imageNei quartieri Q4-Q5 opere sportive che non vedranno mai la luce, ma il Rup è già stato pagato.

Altri 200mila euro dovranno essere restituiti dal Comune di Latina. Stavolta il denaro dovrà tornare nelle casse della Regione Lazio, che nel 2006 aveva finanziato la realizzazione di attrezzature socio-sportive nei quartieri Q4 e Q5, che però non sono mai state realizzate.

Ecco com’è andata: “La somma di 200mila euro viene accertata ed impegnata. Viene esperita una gara ed una ditta di Napoli la vince. Passa il tempo e nel 2009 viene fatta una nuova perizia di assestamento del quadro economico, a seguito del quale viene richiesto alla stessa ditta se intenda ancora realizzare le medesime opere per i nuovi importi. La ditta risponde che non è più interessata e quindi viene rescisso il contratto consensualmente. Nel frattempo la Regione aveva già erogato la somma di 120mila euro per la realizzazione delle opere. Passa altro tempo, ma il Comune, invece di realizzare l’opera, nel 2008 impegna i soldi per il Rup (responsabile unico del procedimento, ovvero un tecnico comunale che si interfaccia con i diversi attori, che la legge prevede per ogni opera che viene realizzata da un ente pubblico). La cifra di 3.500 euro, a lavori neanche iniziati, viene già versata al tecnico. Vista l’inerzia del Comune di Latina, la Regione revoca il finanziamento e intima la restituzione dei 120mila euro già erogati e fisicamente nelle casse dell’ente. Di fatto però il Comune può restituirne soltanto poco più di 116mila, perché il resto è stato già liquidato al responsabile del procedimento”.

Per questo comportamento da parte dell’amministrazione, Zuliani ha scritto un’interrogazione in cui chiede quali siano i motivi che non hanno permesso di realizzare le opere finanziate dalla Regione Lazio e in che modo si intenda recuperare le somme erogate e liquidate a favore del Rup, compresi gli interessi passivi che oggi sono lievitati a 3.600 euro. “Sono convinta – afferma Zuliani – che non debbano pagare i cittadini di Latina, neanche un centesimo, per gli errori commessi dai pubblici amministratori. Tutti i soldi, infatti, visto che non sono ancora stati restituiti dal Rup, dovranno essere anticipati dal Comune”.

image“Lo scandalo di questa amministrazione è che gestisce i soldi pubblici in modo del tutto irresponsabile. Invece di cercare di tenersi stretti quei pochi finanziamenti che le sono stati accordati, per inerzia li perde ed è costretta a rispedirli al mittente. Il vero costo dell’incapacità di chi gestisce materialmente la cosa pubblica lo pagano i cittadini: non solo in termini di tassazione, ma anche e soprattutto con la carenza di strutture e servizi, come appunto i quartieri Q4 e Q5, in questo caso letteralmente scippati di uno spazio per giovani e meno giovani che questo finanziamento avrebbe permesso di realizzare. Uno scandalo che arriva dopo quello della revoca di un altro finanziamento regionale di 480mila euro per la scuola di Via Cimarosa”.

MobiLatina, un progetto finito con un ‘buco’ di 40mila euro”

image“MobiLatina è un progetto nato con un nobile intento, ma è finito nel peggiore dei modi: non ha raggiunto il suo scopo, che era il monitoraggio e la riduzione dei livelli di CO2 in città, ed è costato 40mila euro in più alle casse del Comune, nonostante beneficiasse di un finanziamento pubblico da parte del Governo centrale”. Il Ministero dell’Ambiente, aveva finanziato il progetto e al quale l’Ente di Piazza del Popolo ha dovuto restituire ben 40mila euro perché la destinazione dei fondi, e di conseguenza le relative determine del progetto, erano sbagliati.

Il progetto per la mobilità urbana integrata, per come era stato pensato, sarebbe stato anche positivo. (Leggi i dettagli del progetto) È però finito tutto in una (costosa) bolla di sapone.

IL PROGETTO
“Il progetto prevedeva una compartecipazione tra Ministero dell’Ambiente e Comune: Il Ministero dell’Ambiente ha finanziato l’idea con 250 mila euro, mentre il Comune ha cofinanziato 220 mila euro con proprie risorse di bilancio. Purtroppo il Comune si è pure sbagliato nella progettazione ed ha dovuto rinunciare ad un buon 20% del finanziamento (€40mila) a causa di determine fatte male: il denaro era stato infatti stanziato nei capitoli di spesa sbagliati ed il Ministero ha negato questi fondi al Comune, che ha dovuto pagare di tasca propria, o meglio, di tasca nostra…”.

Il progetto, poliedrico ed articolato, quindi anche bisognoso di particolare cura, ha subìto la disorganizzazione degli uffici e dei servizi comunali, a loro volta sottoposti negli anni ad una penosa tarantella dei dirigenti, in nome dell’anticorruzione, che è stata tipica dell’amministrazione Di Giorgi: con un tale avvicendamento, altro che anticorruzione!! In questo modo si favorisce la confusione e il non controllo: ne consegue una gestione secondo i criteri del favoritismo, senza gare e affidamenti fatti in fretta a chi, evidentemente, non aspettava altro.

MONITORAGGIO di FACCIATA da €40mila.
Di certo, legato a ciò è anche il fatto che il progetto prevedeva un accurato monitoraggio espletato da una società – ben 40mila euro – perché verificasse il buon andamento del progetto e perché desse contezza dei risultati prodotti. Gli unici dati che oggi abbiamo sono quelli degli scuolabus Sabotino (2 linee) e Tor Tre Ponti (1 linea), perché sono l’unico servizio che la società ha potuto monitorare. Tutti gli altri aspetti legati al progetto, invece, sono partiti troppo tardi. Abbiamo quindi dati soltanto parziali del car pooling per i dipendenti comunali (al questionario hanno risposto soltanto 20 dipendenti su oltre 500) e nessun riscontro sul Pedibus, partito addirittura dopo la fine del monitoraggio da parte della società incaricata dal Comune. L’assurdità è che quindi il Ministero dell’Ambiente ha alla fine finanziato una cosa del tutto diversa da ciò per cui i fondi erano destinati: gli scuolabus, servizio di unica comptenza comunale, piuttosto che una mobilità integrata per la riduzione delle emissioni di CO2 nell’atmosfera. Di cui, appunto, non abbiamo alcun dato”.

QUALE TRASPARENZA?
Un ulteriore aspetto, non meno importante, è stato la scarsa trasparenza di tutte le azioni amministrative legate a MobiLatina: “Reperire informazioni di natura economico-amministrativa sul progetto è pressoché impossibile: i dati sono nascosti nei meandri dell’albo pretorio e sul sito del progetto – costato da solo 15mila euro – non vi sono informazioni sufficienti”.

IPOGEO vs Comune di Latina: €ML14

imageIl Comune di Latina è stato citato in giudizio dalla Ipogeo, la società che gestice il cimitero comunale, per una cifra esorbitante: quasi €14 milioni. Si tratterebbe, secondo il gestore privato, di spese e costi sostenuti negli anni di cui avrebbe invece dovuto farsi carico l’Ente. Il Comune dovrà presentarsi in aula, per rispondere davanti al giudice delle proprie presunte inadempienze, il 13 aprile 2015.

Insieme al consigliere Marco Fioravante abbiamo denunciato, interrogato, sollecitato l’amministrazione a decidere, ad affrontare il problema, ma l’attesa pare sia il “modus operandi”, il carattere distintivo dell’Amministrazione Di Giorgi.

ATTENDISMO
Le situazioni non vengono mai affrontate al momento giusto.
Nella discussione sul tema dei debiti fuori bilancio durante il consiglio comunale di oggi, ho dovuto puntare il dito contro la scellerata gestione dei conti e degli affari del Comune da parte dell’amministrazione Di Giorgi.
Si rimandano i problemi, si mettono toppe ovunque e solo quando ormai è troppo tardi, si cercano soluzioni. Il risultato è un accumulo di costi a carico della collettività, tale da mandare in default un intero Comune.

I COSTI ESORBITANTI: progetto a metà.
L’elenco dei costi, che ha portato ad un totale di 13.798.244,61 euro (oltre ad un’ordinanza di ingiunzione di pagamento provvisoriamente esecutiva di €1.830.591), è impressionante. Emergono immediatamente gli oneri conseguenti alla mancata approvazione del progetto definitivo, ovvero i permessi che il Comune non rilascia affinché il progetto venga completato, con nuove sepolture ed un nuovo braccio che completa la terza fase del project financing. Solo questa voce è da 2 milioni e mezzo.

FATTURE SCADUTE NON PAGATE
Poi c’è la parte che riguarda le fatture scadute non pagate, in cui sono comprese le operazioni cimiteriali a carico dell’ente (sepolture provvisorie) per circa 90mila euro, ed il canone di mantenimento relativo alla terza, quarta e quinta annualità che ammonta a € 1.605.000.

LA QUESTIONE del MANTENIMENTO
Qui c’è un ulteriore aspetto che va approfondito. Il commissario prefettizio Guido Nardone aveva stabilito che il Comune dovesse anticipare alla società le somme del canone di mantenimento fino all’individuazione degli eredi delle salme che occupano i loculi della parte vecchia, per poter fatturare loro questo costo. Quindi la concessionaria avrebbe dovuto rimborsare il Comune le somme dell’anticipo. Sembra invece che la Ipogeo consideri queste somme, anziché un anticipo come dovrebbe, la compensazione per un costo che non riesce a coprire secondo le modalità stabilite dalla convenzione (rintracciando gli eredi di chi occupa le sepolture).
Perché queste somme anticipate non figurano nel bilancio come crediti?

OBITORIO
È stata conteggiata, poi una serie di costi a causa, secondo la Ipogeo, del mancato rispetto delle disposizioni contrattuali: le attività di supporto al servizio obitoriale, che non erano annoverate nella convenzione, ma che di fatto sono state sostenute dalla società (€ 88.000); le luci votive: si parla di copertura del costo per mancato introito.
Un altro costo sarebbero stati i maggiori oneri sostenuti per diversi orari di apertura rispetto a quelli previsti in convenzione (€ 600.000).

IL COSTO del “NON DECIDERE”
Anche qui il Comune, per aver lasciato in sospeso una questione importante, rischia di far pagare tutti i cittadini: l’Ente ha infatti richiesto orari diversi per il cimitero senza però regolamentarli. Così la Ipogeo ritiene valido il regolamento non approvato nella delibera che approva però la convenzione.

ACCATASTAMENTI e CONCESSIONI
Quattromila euro sono invece richiesti quale costo che la concessionaria avrebbe sostenuto per l’accatastamento dei loculi prima del 2009. E ancora: il mancato introito a seguito dell’impossibilità dei rinnovi delle concessioni (€8.356.000).

IL TOTALE
La somma di tutte le spese ammonta a 13.665.771,16. Poi ci sono gli interessi, che ammontano a € 132.000 473, per un totale di €13.798.244,61. Con questo siamo in pieno default. Probabilmente il giudice non accorderà il totale di quanto richiesto dalla Ipogeo, ma si mette in atto un contenzioso che porterà certamente il Comune a prendere delle decisioni che finora non ha mai avuto il coraggio di prendere.
La questione, come più volte ho denunciato, non è mai stata portata nelle commissioni preposte, Bilancio e Sanità. Ora l’Ente sarà costretto a definire un regolamento cimiteriale perché fino ad oggi la società intende il proprio regolamento come l’unico regolamento cimiteriale, mentre il Comune di Latina ha elaborato un proprio regolamento dei servizi cimiteriali all’interno del quale, ovviamente, sono inseriti articoli che colmano quel vuoto normativo che ha generato la citazione in giudizio.
Mai, ripeto, sono stati oggetto di discussione né nelle commissioni né in consiglio. Ed ancora una volta si bypassano gli organi rappresentativi per eccellenza.

IPOTESI di TRANSAZIONE BONARIA
Esiste un’ipotesi di transazione bonaria pervenuta agli uffici comunali già nel maggio del 2014, ma mai discussa, né mai portata all’attenzione delle commissioni.
Questo è il perfetto esempio di come far lievitare oneri a carico di società o di persone che hanno rapporti economici con il nostro Comune: rimandare, non decidere, è il modo per accumulare pesanti ipoteche per il futuro, per procrastinare decisioni che aumenteranno il proprio peso con il tempo che passa, il proprio carico oneroso nei confronti della collettività.

imageLE RESPONSABILITÀ
Per colpa di chi?
Per colpa di chi, in questi ultimi pochi anni, non ha deciso.
E queste persone hanno nome e cognome: c’è un sindaco, c’è un assessore al settore, anzi due, ci sono diversi dirigenti, un responsabile unico del procedimento, ci sono presidenti di commissione, c’è una maggioranza che ha preferito non discutere, non convocare commissioni con punti all’ordine del giorno da noi ripetutamente richiesti, ripetutamente richiesti.

La maggioranza è rimasta supina, inerte, silenziosa.
E cosa genera questo comportamento?
Cattiva politica e malaffare.
E debiti, debiti, a carico della collettività.

Grazie sindaco e grazie alla maggioranza tutta: se il vostro obiettivo era quello di non mandare in dissesto questo comune nel 2014 ma nel 2015, credo che ci siate riusciti.
Complimenti.

I soldi per la pavimentazione della Ztl vadano alle SCUOLE

imagePavimentare la Ztl rappresenta una scelta da irresponsabili perché investe risorse economiche importanti che invece dovrebbero essere meglio impiegate destinandole alle scuole”. Nicoletta Zuliani, consigliera comunale del Partito Democratico torna sul tema della pavimentazione dell’area che è stata limitata al traffico nel centro cittadino di Latina, che oggi è stata argomento di discussione in Commissione Lavori Pubblici.
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“Un esempio per tutti: la scuola di Piazza Dante, con problemi di riscaldamento, viene sistemata con i soldi presenti nel fondo di riserva. Prima o poi questo fondo finirà, e allora con quale denaro interverremo per altre urgenze? Il sindaco Giovanni Di Giorgi, così facendo, interviene in maniera irrituale ed irresponsabile. Nella stessa, se non peggiore, situazione di Piazza Dante, ci sono la quasi totalità delle scuole di Latina, che presentano urgenze nei 74 plessi di competenza comunale. Con i soldi della pavimentazione metteremmo a norma almeno 4 scuole.
Uno studio effettuato di recente, infatti, ha stimato 18 milioni di euro per la messa a norma di tutti gli edifici scolastici comunali” – riferisce Zuliani.
Ma quando cominciamo?

“La pavimentazione della Ztl è dunque un’opera che oggi non possiamo permetterci. Ci sono troppe emergenze in città perché si pensi a realizzare un progetto sì bello, ma non necessario. Materiali pregiati che verranno a costarci 900mila euro per un’opera che va ad interessare solo parte del centro cittadino, quando invece quei soldi potrebbero essere destinati alla scuole, frequentate dai bambini, il nostro vero futuro”.

Zuliani ritiene la scelta di pavimentare la Ztl politicamente sbagliata per diversi motivi. Si tratta, a suo avviso, di una spesa eccessiva per il bilancio comunale, di cui ben si conoscono le problematiche. Poi c’è l’aspetto che riguarda l’affidamento a tre architetti diversi per il progetto, che vanno a rappresentare altri 50mila euro di spesa per studi e rilevazioni di vario genere. “Lo studio del progetto, poteva essere a costo zero, se affidato al nostro servizio interno – dice la consigliera dem – Il Comune ha architetti professionisti preparati e già retribuiti per il loro lavoro per l’Ente”.

Urbanistica = una montagna di soldi…

imagePerché spunta fuori solo ora questo debito? Gli uffici del Comune lo conoscevano bene. Perché non è stato inserito nel bilancio previsionale del 2013? Perché il Comune resta inerte e fa lievitare la somma a quasi un milione di euro?

Un debito fuori bilancio di 809.498,65 euro che fa uscire il Comune di Latina dal Patto di Stabilità. È questo quanto emerge dalla nota che il Servizio di Programmazione e Bilancio ha dovuto redigere dopo la notifica della scadenza dell’ultimo termine arrivata nei giorni scorsi, di una causa ancora pendente e che arriverà a sentenza in appello il prossimo 16 dicembre.

Si tratta di un contenzioso tra l’ente di Piazza del Popolo e l’ingegner Benito Ortù, il quale aveva progettato circa 20 anni fa per conto del Comune i piani particolareggiati per i quartieri R6, R3 ecc.. Alcuni di quei progetti però ebbero parere negativo da parte della Regione Lazio ed il Comune non li realizzò. Questo comportò il mancato pagamento dei relativi progetti, che invece l’ingegnere vorrebbe vedersi saldati.

“La notifica di esecutività della prima sentenza che obbliga al pagamento – afferma Nicoletta Zuliani, consigliera comunale del Partito Democratico – era già in Comune nel 2013. Perché, quindi, non è stato inserito tra i debiti fuori bilancio già lo scorso anno? E perché non è stato dato seguito ai tentativi di conciliazione bonaria più volte avanzati dal professionista? Chiediamo questo al sindaco Giovanni Di Giorgi, che ancora oggi ha nelle sue mani la delega al Bilancio”.

Zuliani sottolinea quali sarebbero le prime conseguenze del mancato rispetto del Patto di Stabilità:
- riduzione del fondo di solidarietà comunale e del fondo sperimentale di riequilibrio;
- limiti agli impegni per spese correnti;
- divieto di ricorrere all’indebitamento;
- divieto di procedere ad assunzioni di personale;
- riduzione delle indennità di funzione e dei gettoni di presenza.

Questo significherebbe avere un Comune quasi del tutto immobile.

Cosa ha generato questa situazione? Perché il servizio Urbanistica non ha attivato procedure transattive? Il “dovuto” nei confronti del professionista è praticamente raddoppiato a causa delle conseguenze che i termini scaduti ingenerano, facendo arrivare la somma a quasi un milione di euro.

Una gestione scellerata dei conti pubblici ormai caratteristica di questa amministrazione poteva essere senza dubbio evitata, quantomeno rispondendo alla proposta transattiva che la controparte ha avanzato senza alcuna risposta dall’Ente”.

Non si gioca con i soldi dei cittadini. La questione è gravissima e mi aspetto che ce ne siano diverse altre della stessa fattispecie, magari nascoste in un cassetto”

I NODI AL PETTINE

Il Sig. Ortu è un ingegnere che vanta un credito nei confronti del Comune. Lo stabilisce una sentenza di primo grado del 2011, anno dell’insediamento di Di Giorgi.
Il Comune ha presentao ricorso in appello, e stiamo attendendo il giudizio.
Siamo quindi costretti a mettere in bilancio le somme.

Conseguenze?

Questo Debito Fuori Bilancio, di cui si prende atto in modo così tardivo,  fa saltare il banco. L’assestamento votato in Consiglio non vale più.
In sostanza, se non tagliamo le spese rispetto all’assestato (bloccare tutte le determine con impegno di spesa) e se prevediamo una diminuzione delle entrate (entrate tributarie, extratributarie e trasferimenti, cosa molto probabile viste le condizioni di ristrettezze economiche dei cittadini rispetto al pagamento delle varie bollette comunali) incorriamo nelle sanzioni stabilite dal MEF (Ministero Economia e Finanza) rispetto al non rispetto del Patto di Stabilità ovvero: (cito dalla nota del MEF)

MANCATO RISPETTO DEL PATTO DI STABILITÀ INTERNO

a) Riduzione del fondo di solidarietà comunale e del fondo sperimentale di riequilibrio
b) Limiti agli impegni per spese correnti
c) Divieto di ricorrere all’indebitamento
d) Divieto di procedere ad assunzioni di personale
e) Riduzione delle indennità di funzione e dei gettoni di presenza
f) Sanzioni connesse all’accertamento del mancato rispetto del patto in un periodo successivo all’anno seguente a quello cui la violazione si riferisce
g) Misure antielusive delle regole del patto di stabilità interno
h) L’attività di controllo della Corte dei conti

Quello che il PD ha sempre denunciato rispetto ai conti che non tornavano si è realizzato: il sindaco indugia, rimanda, si lascia tirare per la giacca, agendo in modo irresponsabile e distruttivo nei confronti della città lasciandola sostanzialmente senza guida: uno Schettino pontino.

Davvero abbiamo bisogno di un altro modo di gestire la cosa pubblica.
Dobbiamo ammetterlo: stiamo letteralmente affondando…
E non sono le piogge di questi giorni le responsabili.