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Il Comune paga 8 milioni per le utenze: siamo un colabrodo.

nicpizzoIl vice presidente del consiglio comunale, Nicoletta Zuliani, fa il punto sulle bollette pagate dall’ente. “Ogni anno il Comune di Latina spende 8 milioni di euro per pagare le utenze di uffici, scuole, impianti sportivi, chiese ed edifici comunali. È necessaria una spending review, ma soprattutto l’istituzione di un unico ufficio che si occupi esclusivamente dei contratti e che monitorizzi tutte le spese sostenute dall’ente comunale per le utenze”.

La consigliera del Pd spiega che attualmente per verificare quanto spendiamo, ad esempio di energia elettrica, bisogna recarsi in tanti diversi uffici: lavori pubblici per le scuole, sport per gli impianti sportivi, un altro diverso contratto è di competenza dell’ufficio manutenzioni. Il Comune si avvale di tre diversi fornitori di energia elettrica a seconda di quale ufficio stipula il contratto: Heracomm, Enel e Ceie Power. Con Enel c’è anche un contenzioso irrisolto.

In una situazione generale così caotica – afferma Zuliani – viene a mancare ogni principio di trasparenza, ma soprattutto ogni tentativo di risparmio da parte dell’ente resta vano. Oggi il Comune è un colabrodo ed è inoltre in regime di salvaguardia: quando la legge lo ha permesso, l’ente non ha scelto un fornitore di servizi nel libero mercato alla tariffa più conveniente, ma è rimasto com’era, ossia ad una tariffa più alta”. Un chiaro esempio di quanto sia critica la situazione comunale rispetto alle bollette, viene dalla scuola di via Tasso: il Comune non ha pagato il conto telefonico e così il plesso è rimasto senza linea, un servizio che invece è vitale per una scuola che ha sezioni della scuola dell’infanzia.

La carenza gestionale di questa amministrazione provoca un uso certamente non ottimale delle risorse. Finché non ci sarà un ufficio unico ad occuparsi delle utenze – afferma Zuliani – non ci sarà controllo e contezza di quanto e come si spende, quindi non ci sarà nemmeno modo di risparmiare. L’amministrazione deve adesso dimostrare di riuscire a controllare con metodo e sistematicità le proprie spese, altrimenti si crea una zona grigia che può diventare pericolosa”.

Una zona grigia che vale 8 milioni di euro.

Intervento su bilancio consuntivo 2013

Consiglio comunale del 28 aprile 2014

Dall’analisi del bilancio consuntivo sono emersi elementi che mi hanno sollecitato riflessioni politiche che non posso non portare in quest’aula.

Dietro i numeri ci sono scelte, non è vero come si vuol far credere che è solo un fatto meramente numerico. Le riflessioni che si fanno sui numeri hanno risvolti e considerazioni politiche.

ONERI di URBANIZZAZIONE
Un importante introito per le casse comunali è quello rappresentato dai proventi della L.10 (la cosiddetta Bucalossi).
Abbiamo un introito di quasi €3ML e 900mila che rispetto al 2012 (€5ML333mila) è in netto calo.

Se non ci fosse stata la norma del giugno 2013 che consente ai Comuni di utilizzare fino al 50% dei proventi degli oneri di urbanizzazione per spese correnti, e fino al 25% in più per la manutenzione ordinaria, anche per le annualità del 2013 e 2014 saremmo stati un comune in dissesto.
Proprio così.

E’ lo stesso discorso del livello di arsenico nell’acqua: se la legge deroga per qualche anno, non è che la sostanza cambia. L’acqua è velenosa. L’unico “vantaggio” è che non si incorre nelle sanzioni. E così vale per l’utilizzo dei proventi derivanti da oneri concessori.
Il principio di base qual’è: il costruttore contribuisce alla costruzione delle opere e dei servizi che gli abitanti di quelle case in quella zona necessiteranno. Tanto costruisci, tanto mi dai per rendere vivibile quel quartiere.

E invece cosa succede: il Comune non ce la fa a sostenere la spesa corrente e prende somme dai proventi degli oneri di urbanizzazione togliendole alla realizzazione di opere per la vivibilità di quella zona ai cittadini, e lo fa per pagare la spesa della macchina che dovrebbe far funzionare tutto.
Voi mi direte: ma ci è concesso dalla legge!
La sostanza, però, è che finanziare una spesa fissa come la spesa corrente con entrate che fluttuano, ovvero, finanziare una spesa ripetitiva con proventi che possono essere impegnati solo dopo la riscossione, capite bene che è un comportamento rischioso.
Seppur previsto dalle legge ancora per 2013 e 2014, a nostro avviso è da evitare.
Ma ci pare che qui ne facciate un uso piuttosto disinvolta.

PROVENTI DERIVANTI DA SERVIZI PUBBLICI
Da quanto risulta dal prospetto notiamo che gli unici servizi che effettivamente sono attivi e di molto anche, sono i servizi cimiteriali e i parcheggi.
Il dato dei parcheggi è significativo: supera del 164% la copertura totale, il che significa che ci guadagniamo, Urbania permettendo…
Altri dati, tutti in evidente perdita, sono
 le colonie e i soggiorni coperte solo per il 14% (questo significa che il Comune, ovvero tutti i cittadini, le finanzia per l’86%, l
 e mense non scolastiche (vari centri sociali, diurni ecc…) coperte per il 29% ovvero significa i cittadini mettono il resto per il 71%
 le mense scolastiche sono coperte per il 41% (come è andata la lotta all’evasione e elusione dal pagamento di questo servizio? Quali dati abbiamo? Oltre un anno fa era stato annunciato un rinnovato impegno rispetto a questo tema. Ma se nulla è stato detto significa che nulla è stato fatto: è più facile comunicare in pompa magna qualcosa che avverrà piuttosto che qualcosa che non c’è stato…)
Ma c’è un dato che voglio citare perché è il più basso di tutti:
 proventi da impianti sportivi 6%
traduco, tutti i cittadini, anche quelli che non fanno sport, anzi soprattutto quelli che non fanno sport, o che praticano uno sport minore, tra l’altro completamente ignorato da quest’amministrazione, coprono i costi per il 94% delle spese. E non sono le spese per i campetti dei borghi o delle periferie della città.

Mi riferisco a grosse società, quelle che occupano alcune senza titolo, perché i contratti sono scaduti, importanti strutture della nostra città e non certo per beneficenza.

Il 6% è una percentuale vergognosa, è una percentuale che fa pensare, che fa riflettere e che fa emergere questo dato: entrano nelle casse comunali quasi €60mila e le spese, i costi ammontano a quasi €1ML.
Beh, se non c’è la volontà esplicita di favorire gli interessi di qualcuno, qua ditemi voi come lo vogliamo chiamare questo fenomeno.

Passiamo al capitolo PARTECIPATE.
La gestione dei rapporti con le partecipate del Comune di Latina è a dir poco volutamente confusa e all’insegna dell’immobilismo, della non scelta, del non dare risposte, del non detto.
Mi ha colpito una frase pesante pronunciata da don Ciotti proprio qui in piazza del Popolo: “La vera forza delle mafie sta fuori dalle mafie, è nella retorica d’occasione, nell’immobilismo, nei silenzi.” E io aggiungerei anche nelle dichiarazioni contrastanti.

Ebbene, guardiamo come avete gestito le partecipate: ognuna di loro (sono 5, ricordiamolo) è in carico ad un dirigente di un servizio diverso. I dirigenti cambiano come in un carosello, oggi uno domani un altro, le convenzioni cambiano, nessuno controlla se le modifiche sono a favore del socio privato o della collettività, i costi aumentano, il servizio agli utenti diventa sempre più scadente, i nostri rappresentanti nei consigli di amministrazione si avvicendano e non si sa bene cosa facciano, secondo quali indicazioni deliberino, cambiano di nuovo, mettiamo come presidente il city manager, poi lo mettiamo al controllo… avete presente quella indicazione su un regolamento navale, mi pare che in casi di incapacità di dare indicazioni c’era scritto “facimm’ ammuina”?

A me tutto sembra, tranne che si sia fatto ordine da quando vi siete insediati.
E’ stata ricapitalizzata la società attraverso una rivalutazione delle nostre quote in Ecoambiente rimettendo i conti a posto, ma in modo assolutamente fittizio e non sostanziale: la società è in continua perdita!! La c.d. “ricapitalizzazione” è stata pure origine di un pasticcio: quei soldi che abbiamo messo erano DEBITI FUORI BILANCIO!
I costi del servizio aumentano e si fa un gran parlare di aumento della differenziata a 65, 70, 85, 95% ma i fatti stanno che il 31 dicembre del prossimo anno rischiamo di accollarci i debiti che il socio privato non pagherà e il Comune andrà in default.

Stiamo lavorando al bando per chi sostituirà la LatinAmbiente?
Quali sono le linee programmate rispetto a questo tema? Abbiamo messo in moto un meccanismo di decisione rispetto al modello che vogliamo?

La commissione Ambiente è paralizzata, ma è paralizzata, anzi immobile la vostra attività progettuale, la vostra capacità di modificare questo rapporto viziato, inquinato sin nel midollo con questa società.
Un giorno la pensate in un modo il giorno dopo cambiate idea.
Abbiamo due contenziosi: uno con la LatinAmbiente e uno della LatinAmbiente con la Poseidon.

Insomma da che parte stiamo?
Un giorno stiamo con la Poseidon perché rivestiamo i panni del Comune che segue schemi “politici”, che pensa al livello occupazionale ecc…, un altro giorno siamo contro la Poseidon perché rivestiamo i panni del socio di maggioranza della società partecipata.
E mi voglio fermare qui perché la schizofrenia di questo rapporto è oltre il limite della decenza politica e molto simile alla spericolatezza di una giocoleria finanziaria che non prelude a niente di buono.

Perché non avete mai pensato ad un ufficio di raccordo per tutte le partecipate per monitorare meglio il perseguimento degli obiettivi di finanza pubblica e per controllare?

Questa è la proposta che facciamo. Non critichiamo soltanto: proponiamo.

Se andiamo a guardare bene gli indirizzi del legislatore capiamo che si sta muovendo proprio in questa direzione puntando alla verifica del risultato affermando la tracciabilità del processo decisionale per verificare la legalità dei comportamenti. In questo comma, il 551 della legge di stabilità entrata in vigore il 1 gennaio 2014 gli EELL, in caso di perdita, e qui abbiamo visto che non è una ipotesi peregrina, devono essere istituiti appositi fondi nel proprio bilancio al fine di assorbire, anche solo parzialmente, i risultati negativi conseguiti dalla partecipata.
Il nostro obiettivo, non lo dobbiamo mai dimenticare, è la “sana gestione dei servizi secondo criteri di economicità ed efficienza” e le partecipate rientrano, con questa legge, nei vincoli dati agli EELL cioè quelli dettati da economicità ed efficienza.

Due Soc.Partecipate hanno registrato perdite per tre esercizi continuativi:
 la SLM in liquidazione dal 2010 e
 le Terme di Fogliano in liquidazione dal 2004
e in deroga alla legge abbiamo finanziato la SLM per €20mila: non lo potevamo fare e l’abbiamo fatto.
Forzature e immobilismo.

Voglio solo evidenziare una cosa rispetto al bilancio della LtAmbiente:
 il numero delle unità di personale dipendente dal 2011 al 2012 è + 25 unità e
 il costo del personale dipendente dal 2011 al 2012 è + €2ML500mila
ed è proprio in questi anni che si generato il maggior importo di debito della società. Dopo l’insediamento della nuova amministrazione.

CONSORZIO SVILUPPO INDUSTRIALE RM-LT
il personale dipendente diminuisce di 16 unità e la spesa del personale aumenta di €2mila. (???)

ACQUA LATINA
La società è in perdita, non riesce ad incassare i crediti e seppure abbiamo una quota del 10,85% non possiamo esimerci dal controllo. La controversia relativa alle caditoie mai risolta ora pare in contenzioso.

Come mai la società non è stata in grado di fornire acqua ai cittadini di Borgo Baisizza e Montello a ridosso della discarica?
Perché non ci siamo fatti carico di questo servizio primario, vitale, visto che i loro pozzi sono inquinati?
Perché non dimostriamo di stare dalla parte dei nostri cittadini?
E rispetto al 7%, qual’è la l’indirizzo di questa amministrazione?

Risulta dagli atti che i revisori hanno chiesto dati relativi alla verifica dei crediti e dei debiti, ma nessuna partecipata, nonostante più volte sollecitata a febbraio e ad aprile 2014, ha fornito questi dati.
A me sembra una cosa gravissima.

Sanzioni amministrative pecuniarie per violazione del codice della strada: le multe.
Abbiamo un residuo attivo altissimo: €4ML con una capacità di riscossione del solo 10%.
Anche qui c’è qualcosa che non va.
Cosa sta facendo l’amministrazione per attivare un sistema di riscossione degno di questo nome? Vogliamo lasciar perdere? Signori, sono €4ML.

Chi paga?

Proventi dei beni dell’Ente
Affitti attivi: su €683mila siamo capaci di incassarne meno della metà: €317mila con un residuo attivo di €366mila.

Anche qui: chi paga?

Un altro elemento da segnalare è che in questo consuntivo si registra che non è stato approvato il contratto decentrato.
E questo mi fa riflettere sulla capacità di interloquire di questa amministrazione. Interloquire per giungere ad una conclusione che tenga conto delle parti in causa e che sappia valorizzare ed armonizzare le proposte.
Anche qui dobbiamo registrare un fallimento.

Residui attivi
I residui attivi ante 2009 ammontano a €136ML su un totale di quasi €280ML, ovvero oltre il 50%
I residui passivi ante 2009 sono di più degli attivi, ovvero €148ML, ovvero 53%.
Mi chiedo: se i residui attivi non sono più esigibili e vanno cancellati, con quali soldi paghiamo i debiti ante 2009? Possiamo esimerci dal pagarli? Un Ente pubblico può fare orecchie da mercante e non onorare un impegno?

Secondo gli indirizzi della Corte dei Conti quelli ante 2009 hanno perso la loro esigibilità e andrebbero cancellati. Se così facessimo, la veridicità del nostro bilancio consuntivo sarebbe minata.
E la questione dei debiti fuori bilancio ancora non riconosciuti mina anch’essa alla veridicità del risultato del consuntivo perché una parte dell’avanzo deve essere vincolata proprio alla copertura di questi debiti. Successivamente alla chiusura dell’esercizio e prima della scrittura del rendiconto sono venuti fuori DFB in attesa di riconoscimento per €773mila!!! L’importo per il 2013 si è cosi praticamene raddoppiato.
In Commissione Bilancio abbiamo richiesto più volte una ricognizione e una previsione dei DFB, ma né a noi consiglieri né risulta agli atti che siano stati forniti tali dati ai revisori dei conti che pure l’avevano richiesti. Anche questo a me sembra grave.

Ecco perché la valutazione che facciamo è negativa.

Consuntivo di bilancio 2013

Ecco i documenti relativi al consuntivo di bilancio del Comune di Latina per l’anno 2013.

Se il consuntivo non viene approvato entro il termine (30 aprile) il Comune viene sciolto.

E’ un documento importante che registra come sono stati spesi i soldi della collettività e da qui si comprende se l’Amministrazione ha mantenuto fede alla previsione e come e quanto si è discostata da quella previsione. Da questa analisi si traggono le valutazioni politiche, perché i numeri “parlano” e ci raccontano una storia spesso celata…

Consuntivo di Bilancio 2013

 

Via Cimarosa: ecco l’interrogazione

Già il 23 maggio del 2013 avevo segnalato questo scandalo: perdere soldi in tempi di tagli è davvero vergognoso.  (Leggi denuncia)

Ormai le parole “via Cimarosa” non si intendono più riferite ad una amena via periferica del quartiere Q4 (o Nuova Latina) della città di Latina, bensì allo scandalo dei fondi restituiti alla Regione Lazio – ben €480mila – per incapacità gestionale e politica del nostro Comune.

Fatto sta che, l’ampliamento di questa Scuola dell’Infanzia, necessario ad accogliere i tantissimi bambini del quartiere che ha il numero più alto di presenze di famiglie giovani della città, dobbiamo pagarcelo noi con i soldi del bilancio comunale (già magrissimo).

Mezzo milione di Euro non sono pochi. Ce li aveva dati la Regione, ma ce li ha poi revocati perché il Comune non ha adempiuto per tempo ai passaggi necessari. Sono lenti ed incapaci. E soprattutto dannosi.

Una formale interrogazione (leggi interrogazione) presentata insieme da me e Marco Fioravante chiederà conto formalmente e in forma scritta della scandalosa perdita del finanziamento.

Porta a porta in Q4 e Q5, finora solo proclami

«Zuliani e Fioravante denunciano: doveva partire due anni fa, poi è stato rinviato, oggi è ancora tutto fermo. Basta con la politica degli annunci»

«Doveva partire entro il 2012, poi l’avvio è stato rimandato a scadenze diverse fino ad oggi. Tanti annunci che non hanno trovato corrispondenza nella realtà perché la raccolta porta a porta dei rifiuti in Q4 e Q5 non è mai cominciata anche se tanto attesa e auspicata». A denunciare la mancata attivazione del porta a porta nei quartieri Nascosa e Nuova Latina sono Nicoletta Zuliani e Marco Fioravante residenti in quei quartieri20140308-215857.jpg fioravante. «Invece di definire e mettere in atto il porta a porta in Q4 e Q5 – dicono i due in merito all’accordo raggiunto due settimane fa – si afferma di volerlo realizzare in tutta la cittàAlzare la posta in gioco senza aver realizzato quel poco che era stato promesso non è credibile e fa pensare ad una presa in giro. Per lo meno questa è la sensazione dei residenti dei quartieri Nascosa e Nuova Latina». E’ purtroppo tardivo il protocollo con il CONAI, e gli effetti non si vedranno certo in un futuro prossimo rispetto alle tariffe.

«È il 2012 quando il Comune – ricorda la Zuliani in un breve excursus della vicenda – annuncia che sta per partire il porta a porta in Q4 e Q5. Sono passati due anni e la situazione è rimasta immutata. Di più: nell’aprile 2013 si cominciano a scavare in centro città i cassonetti interrati, contenitori costosissimi che non c’entrano nulla con il porta a porta di cui l’amministrazione sembra essersi dimenticata. Poi – continua la consigliera – è stato il momento degli operatori ecologici in bicicletta: il Comune affida la pulizia delle zone intorno ai cassonetti alle cooperative sociali, ma il lavoro degli “operatori” sulle due ruote si coordina poco e male con l’operato della Latina Ambiente con il risultato che i cassonetti appena svuotati tornano nuovamente e in breve tempo a riempirsi. L’incivile di turno, trovando il cassonetto pieno, si sente così meno in colpa a lasciare i propri rifiuti a terra».

«Fino a dicembre 2015, quando scadrà il contratto con la Latina Ambiente, i nuovi programmi per rivoluzionare la raccolta dei rifiuti – sostengono la Zuliani e Fioravante – saranno solo annunci altisonanti. Ci vorrà il 2016 e una nuova gara per la gestione del servizio perché si possa realizzare davvero qualcosa e definire un cambiamento reale».

«Il Piano Economico Finanziario della Latina Ambiente quest’anno aumenterà di circa 2,4 milioni – ricordano i due consiglieri del Pd – e saremo noi cittadini con il pagamento delle bollette a dover coprire tale costo. Nel Pef il riassetto dei cassonetti e le guardie ecologiche pesano per quasi un milione di euro. Se i cittadini hanno verificato che questo è un servizio efficace ed indispensabile, siamo d’accordo col mantenerlo, ma se come noi lo considerano aggiuntivo e non essenziale potremmo proporre di tagliare questo costo e pensare ad ulteriori tagli sul Pef. La differenziata spinta – concludono i democratici – era da implementare appena insediato il Consiglio nel 2011: con un tale ritardo avremo risultati tangibili non certo nei prossimi mesi: ora occorre un risparmio sul Pef».

 

Latina: dirigenti costosi e improduttivi

«Invece di rivedere il piano economico e cercare di risparmiare l’amministrazione si barcamena tra figure apicali e di dubbia efficacia»

20140329-215804.jpg«Il Comune può e deve risparmiare ottimizzando: è d’obbligo una spending review che passa attraverso una scelta di riorganizzazione ai vertici, ma tale riorganizzazione deve tenere conto tanto dei costi quanto dei benefici». Lo dice la consigliera del Partito democratico Nicoletta Zuliani guardando alla macrostruttura dell’ente comunale e alla sua dotazione organica e auspicando un aggiornamento dei ruoli e delle responsabilità dirigenziali.

«L’attuale assetto, approvato con delibera di giunta 366/2012 – afferma la consigliera – prevede 4 dirigenti di area, ciascuno pagato oltre 100mila euro l’anno, che non si sa bene cosa facciano. Poi ci sono un direttore generale, un vice-segretario generale, un capo di gabinetto che dovrebbero tutti insieme costituire una propulsione per la nostra amministrazione, ma che al contrario rischiano di rappresentare una moltiplicazione di punti di riferimento che alimenta la confusione. La realtà è che siamo costretti ad assumere a tempo determinato giovani dirigenti nei settori urbanistica, patrimonio, economia e finanze perché servono persone competenti e produttive quando gli storici dirigenti, quelli super pagati, sono lasciati in standby in attesa della pensione a dirigere non si sa bene cosa».

Per la Zuliani l’unico criterio per comprendere la produttività di un dirigente facile da verificare anche per il cittadino, che è il vero datore di lavoro, sono gli atti prodotti, le firme in calce a provvedimenti per l’amministrazione e per la città. «Se abbiamo dirigenti che firmano migliaia di atti all’anno e altri che ne firmano una decina – sottolinea la democratica – qualcosa non va. Un carico di lavoro sproporzionato è segnale di inefficienza e inefficacia. Sembra strano poi – aggiunge la consigliera – che gli scostamenti attesi per la valutazione dei dirigenti (0-33%, 34-66%, 67-99% cui corrispondono le fasce degli incentivi) siano così indifferenziati».

«L’evidente difficoltà del sindaco è testimoniata dal continuo balletto dei dirigenti che ora devono occuparsi di un settore, ora la responsabilità di quel settore gli viene tolta, ora gli viene ridata». La Zuliani cita a tal proposito dei casi concreti: «Solo due mesi fa abbiamo assistito all’avvicendamento di 5 dirigenti in sette settimane ai Servizi sociali. Altro esempio eclatante è l’avvicendamento al servizio Viabilità con il caso Urbania, costato alle casse comunali milioni di euro: anche qui tanti dirigenti, ma nessuno che si fosse accorto del danno erariale che si andava configurando».

«Quando c’è un avvicendamento frequente – sottolinea ancora la Zuliani – nessuno si prende la responsabilità della paternità di un atto amministrativo e di tutti i suoi passaggi. Ciò è causa anche di disservizi e danni in ordine al pagamento delle fatture alle ditte che lavorano per il Comune o della revoca di finanziamenti importanti come successo per la scuola di via Cimarosa, che abbiamo dovuto sostenere con soldi di bilancio avendo perso il finanziamento regionale».

«Un’amministrazione è credibile – conclude la consigliera Pd – quando si fa carico di atti coraggiosi a favore dei cittadini invece di curare gli interessi di un’élite costosa. Il tempo dei privilegi è finito per tutti».

Atto di forza per un incarico al professionista esterno

Con delibera di giunta è stato affidato all’ex capo di gabinetto il compito di difendere il Comune in una causa contro l’ente
«È stato deciso e fatto nonostante il parere contrario dell’Avvocatura comunale»

L’ex capo di gabinetto del sindaco è stato incaricato a difendere il Comune in una causa intentata a carico dell’ente dai comproprietari di un lotto di terreno ubicato a Latina che si sono rivolti al Tar Lazio chiedendo l’annullamento della determina con cui la Conferenza dei Servizi ha negato l’istanza di permesso a costruire su dette aree. «L’incarico come legale esterno è stato affidato a Giacomo Mignano con delibera di giunta n.157 del 18 marzo scorso: peccato che tale affidamento sia stato fatto contro il parere dell’Avvocatura comunale». La denuncia arriva dalla consigliera del Partito democratico Nicoletta Zuliani, impegnata da tempo in una battaglia contro gli incarichi professionali superflui e ingiustificati.

Nel parere dell’Avvocatura comunale, ovvero del dirigente coordinatore dell’ufficio con personale togato dipendente del Comune, l’avvocato Di Leginio, si riporta che la difesa dell’ente “ben poteva essere assicurata da personale togato interno“: è questo che non quadra secondo la Zuliani. «In sostanza – spiega la consigliera – non è assolutamente necessario incaricare un professionista del Libero Foro che difenda l’ente perché già ci sono gli avvocati interni stipendiati dal Comune a poterlo fare. Ricorrere ad un esterno non fa che gravare le casse comunali di un costo in più inutile».

«Per di più – aggiunge la Zuliani – nel parere viene indicata una grave carenza di comunicazione di atti relativi allo stesso contenzioso tra segreteria del sindaco e Avvocatura comunale, carenza che ha motivato tale incarico. Una cattiva gestione della comunicazione degli atti tra uffici che genera una maggiore spesa in capo all’ente a beneficio di un professionista mi sembra davvero troppo».

L’Avvocatura comunale ritiene l’incarico “privo di motivazione” e questo basta a configurare una responsabilità per danno erariale. «Inoltre l’incarico – sottolinea la Zuliani riprendendo quanto riportato anche nella delibera di giunta – va contro l’art.2 del Regolamento dell’Avvocatura comunale in cui si legge che la rappresentanza, il patrocinio e l’assistenza in giudizio del Comune spettano al personale togato dell’ente salvo casi di comprovata incompatibilità o eccezionale e comprovata necessità, elementi questi ultimi che a detta del dirigente Di Leginio non sussistono in questo caso specifico».

20140302-161948.jpgLa consigliera Pd ricorda anche un’altra delibera di giunta, la n.475 dell’agosto 2013 con cui l’ente comunale ha autorizzato la selezione di tre praticanti legali chiamati a supportare il personale togato interno nella sua attività. Alla luce di questo ulteriore elemento, «perché spendere soldi per un legale esterno?» si chiede la Zuliani. «Stiamo sempre a discutere di incarichi che potevano essere evitati – conclude la democratica – ma al di là di tante parole mi sembra evidente che questo vizio l’amministrazione di Latina non riesce proprio a toglierselo».

Renzi chiama i sindaci: Latina non è pronta.

Sindaci chiamati ad indicare una scuola da ristrutturare. Ma quali saranno i criteri di questa scelta? L’amministrazione non è pronta all’appello di Renzi.
Nicoletta Zuliani: «Negli uffici tutto tace»

20140306-194630.jpg«Abbiamo la possibilità di indicare al governo un edificio scolastico del nostro comune per cui è prioritario un intervento di ammodernamento e di messa in sicurezza, ma quali saranno i criteri per stabilire quale scuola segnalare come oggetto di tale intervento? Il parere degli uffici tecnici preposti non basta perché la scelta cui l’amministrazione è chiamata non dovrebbe prescindere da un confronto con chi opera nel settore dell’istruzione. Senza la Consulta della Scuola, per cui mi batto da sempre, questo confronto diventa difficile o lo si bypassa col risultato che si rischia di perdere un’opportunità importante».

La consigliera del Partito democratico Nicoletta Zuliani mette sull’attenti l’amministrazione comunale perché non vada sciupata la possibilità di ristrutturare un edificio scolastico della città in forza della lettera inviata dal Presidente del Consiglio ai sindaci italiani con l’invito di indicare entro il 15 marzo una struttura del proprio comune particolarmente bisognosa di interventi di restauro. «I tempi sono stretti e l’amministrazione comunale non è pronta» denuncia la Zuliani. «Le commissioni Istruzione (ex Ialongo) e Lavori Pubblici (ex Nasso) – sottolinea la consigliera – non mi sembra che abbiano colto l’opportunità di formulare alcun contributo. Nel settore dei lavori pubblici, cui fa capo l’edilizia scolastica, abbiamo tra l’altro un dirigente ad interim. C’è a disposizione uno studio di tre tecnici esterni costato 80mila euro che illustra il piano esigenziale degli edifici scolastici comunali, ma quando si parla di scuole non ci si può limitare a considerarne l’aspetto strutturale. Ci sarebbe da capire, per esempio, se una data struttura si trova in un luogo di espansione o di riduzione scolastica. Ci sono altri elementi importanti cui non si può prescindere e che solo chi vive sulla propria pelle la scuola può fornire».

La consigliera coglie la palla al balzo per rivendicare l’attivazione della Consulta della Scuola, la cui necessità emerge ancora di più oggi di fronte alla missiva di Renzi. «L’istituzione della Consulta – ricorda la Zuliani – è stata approvata all’unanimità dal consiglio comunale, avrebbe potuto fornire a costo zero elementi utili a capire quale edificio fosse opportuno scegliere con criteri condivisi da chi vive la scuola, ma non è mai stata insediata. Chi sceglierà dunque? E quali saranno i criteri a monte di questa scelta? La vicinanza del preside al sindaco? La sicurezza? La proiezione di espansione o contrazione? Le idee dei dirigenti dei servizi coinvolti?» si chiede la democratica.

«La necessità di partecipare alle scelte dell’amministrazione è sempre più forte, specialmente se tali scelte coinvolgono i cittadini del futuro della nostra città che non hanno colori o appartenenze politiche. Per questo – ribadisce la Zuliani – ho spinto tanto per attivare la Consulta, uno strumento di ascolto delle istanze provenienti dal territorio e da interlocutori altri dagli istituzionali, ovvero dirigenti scolastici, sindacati di categoria, rappresentati dei genitori. Nessuno meglio di loro può dire quali esigenze ha la scuola per cui operano e di quali interventi strutturali avrebbe bisogno. Senza questo strumento – conclude la consigliera – rischiamo di arrivare impreparati agli appuntamenti che ci attendono: oggi è l’appuntamento con la lettera del Presidente del Consiglio ai sindaci, ieri è stato il bando certo per la costruzione di nuove scuole (unico criterio era quello cronologico di arrivo della domanda) domani chissà. Intanto rischiamo di sprecare un’altra grande occasione sul fronte dell’edilizia scolastica, un tema sul quale non possiamo essere impreparati».

Ancora consulenze esterne: colpa degli uffici

Zuliani: «Un costo aggiuntivo dovuto a incompetenza è segno di un’amministrazione incapace di gestire i rapporti tra pubblico e privato»

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Il Comune di Latina si avvarrà di un professionista esterno per calcolare a quanto ammonta il credito vantato nei confronti di Urbania, società che ha gestito i parcheggi a pagamento in città fino all’ottobre 2012.

«L’incarico di fare questo conteggio, affidato a un commercialista, ha un costo che si aggira intorno ai 5mila euro, ma soprattutto denuncia l’inaffidabilità della stima del credito effettuata dai dirigenti e dagli uffici comunali preposti, nonché l’incapacità dell’amministrazione comunale di gestire i rapporti tra il pubblico e il privato».

A segnalare l’inopportunità e i costi in capo alla collettività della perizia affidata dal Comune tramite determina a un esperto esterno chiamato a quantificare l’importo dovuto al Comune da Urbania è la consigliera del Partito democratico Nicoletta Zuliani.
«La motivazione che è stata data per il reperimento di questo esperto – sottolinea la democratica – è che gli uffici dispongono solo di una valutazione approssimativa dei conteggi del credito vantato, comprese le penalità applicate. Questo significa che chi ha lavorato a questa valutazione non l’ha fatto in maniera completa e attendibile. Dunque, poiché gli uffici preposti hanno lavorato male, per computare questa cifra nella sua esattezza è stato necessario affidare l’incarico ad un professionista esterno. Questa perizia ha un costo che sfiora i 5mila euro, soldi che tra l’altro il Comune ha preso dal capitolo “Customer Satisfaction”».
Per la Zuliani, inoltre, la quantificazione dei crediti vantati nei confronti di Urbania in passato è stata considerata valida nei vari incontri con il concessionario che, si legge nella determina 424/2013, ha espresso in più occasioni la volontà di onorare il debito. «L’affidamento di una perizia esterna per l’individuazione della cifra dovuta dà prova di come non ci si possa fidare dei dirigenti comunali rispetto a operazioni di conteggio da fare nei confronti di un fornitore di servizi esterni. Questo rappresenta oltre ad un costo aggiuntivo che si potrebbe evitare, anche la palese inadeguatezza dei nostri amministratori nel gestire rapporti delicati tra il pubblico e il privato, rapporti da milioni di Euro».

Caso proroghe, «La legge smentisce Mignano»

20140107-140443.jpgfoto 1«Se Mignano asserisce che al Comune conviene lavorare in regime di proroga perché costa meno all’amministrazione si prenda la responsabilità delle sue affermazioni perché la legge dice cose diverse da quanto sostenuto dal city manager. Operare in regime di proroga significa operare contra legem». La consigliera del Partito democratico Nicoletta Zuliani risponde all’intervento del braccio destro del sindaco di Latina, pubblicato oggi sulla stampa locale, ricordando allo stesso che «la proroga è un istituto utilizzabile solo in via eccezionale poiché costituisce di per sé una violazione di quanto enunciato dall’articolo 2 del codice dei contratti pubblici, in particolare dei principi di libera concorrenza, parità di trattamento, non discriminazione e trasparenza».

«La proroga dunque è teorizzabile nei soli, limitati ed eccezionali casi in cui, per ragioni obiettivamente non dipendenti dall’amministrazione, vi sia l’effettiva necessità di assicurare precariamente il servizio nelle more del  reperimento di un nuovo contraente – sottolinea la Zuliani citando il Consiglio di Stato (Sez. V 11/5/2009, n. 2882) – il che significa – aggiunge la democratica – che si può prorogare solo se è stata indetta una nuova gara ed è quindi definito un termine sicuro per la scadenza della proroga stessa. Analogamente – porta ancora ad esempio la consigliera – l’Autorità di Vigilanza sui Contratti Pubblici, con deliberazione n. 36 del 10/9/2008, si è espressa nel senso che “la proroga rappresenta un rimedio di natura eccezionale finalizzato ad assicurare la prosecuzione del servizio senza soluzione di continuità, nelle more della stipula del nuovo contratto».

«È chiaro che la legge stabilisce qualcosa di diverso da ciò che sostiene Giacomo Mignano. Impariamo così dal city manager – dichiara la Zuliani – una nuova verità, quella per cui gli appalti possono essere pericolosi e non sono poi tanto convenienti. Peccato che operare in regime di proroga così come sta facendo il Comune sia illecito. Se un contratto è in scadenza in una certa data, l’amministrazione deve indire la gara almeno sei mesi prima: se non succede così, io la chiamo mala amministrazione».

Altro effetto negativo di un bilancio a ridosso della fine dell’anno è per la Zuliani la corsa per impegnare le somme facendo realizzare a tecnici esterni “volanti” le progettazioni necessarie, con il rischio che i soldi messi in bilancio poche settimane prima non possano diventare opere per la città. «Il termine del 31 dicembre per impegnare le somme è perentorio – spiega la consigliera piddì – e gli uffici devono essere messi in condizione di lavorare con tempi che garantiscano la legalità. Un’amministrazione che mette a rischio i propri funzionari e dirigenti per incapacità di operare entro questi tempi, per me è un’amministrazione matrigna».