Ma perché i lavori della scuola di via Cimarosa sono ancora fermi?
Perché si sono fermati?
Chi paga?
Ve lo spiego.
Ma perché i lavori della scuola di via Cimarosa sono ancora fermi?
Perché si sono fermati?
Chi paga?
Ve lo spiego.
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Tagged bilancio, comune di latina, Lavori Pubblici, nicoletta zuliani, scuola, via cimarosa
Sig. Presidente e colleghi consiglieri, nella questione della gestione del cimitero c’è un grande disordine rispetto ai riferimenti normativi.
E il disordine genera discrezionalità e situazioni al limite della legittimità, se non proprio illegittime.
Ne è prova, una per tutte, il recentissimo il ricorso al TAR che il concessionario ha fatto, e che è stato respinto, rispetto ad un credito di somme (€1ML500mila) vantato proprio dal concessionario.
Mi voglio soffemare davvero brevemente, a mo’ di esempio, su questo fatto a riprova della confusione che regna in questo ambito.
Mi faccio una domanda, e me ne faccio diverse in questo intervento.
A chi vanno ascritti gli oneri per la manutenzione delle sepolture?
Questo è solo uno degli elementi, tra i tanti, che prendo per dimostrare quanto poco lineari siano i ragionamenti imposti da una giungla di riferimenti.
Ebbene, qui abbiamo ben due regolamenti cui le parti fanno riferimento: il concessionario fa riferimento l’art.25 del regolamento generale della gestione che però il concedente (noi Comune) non consideriamo. E sapete perché? Perché non è stato formalmente mai approvato. Il Regolamento per la Gestione del Cimitero era sì fisicamente allegato alla convenzione approvata in Consiglio Comunale quasi dieci anni fa, ma in delibera non se ne fa menzione, non risulta, di fatto non esiste.
Beh, già da qui capiamo quanto la vicenda non sia di facile soluzione.
E qui è la politica ad aver fallito. La politica che non è stata attenta. La politica che non è stata avveduta rispetto ad una questione che meritava cura ed oculatezza.
Prima questione: il Regolamento della Gestione c’è o non c’è?
O meglio, quale Regolamento va considerato?
Quale Regolamento sta producendo effetti sulle decisioni e sul bilancio?
Chi deve pagare i costi della manutenzione della parte storica di cui non capiamo bene come fare a reperire i titolari della concessione? Sappiamo tutti di questi €18,50 a sepoltura che moltiplicato 30.000 fa i €540mila annui.
Il concessionario fa riferimento a questo Regolamento fisicamente allegato ma non deliberato: noi (il Comune) facciamo riferimento, pensate… al Regolamento di Polizia Mortuaria del Podestà risalente al 31 dicembre 1938.
Il concessionario dice così con atto del 10 agosto del 2010:
il concedente rimane obbligato a provvedere in ogni caso al versamento in favore della Concessionaria (la Ipogeo) e per ogni della gestione dell’importo corrispondente al mancato introito per contributo alle spese di mantenimento determinato in ragione della irrintracciabilità degli utenti onerati e sulla base del rendiconto annuale predisposto ecc…- e poi continua – e pertanto per ogni annualità e all’esito del rendiconto la Concessionaria emetterà fattura relativa agli importi integrativia carico del Comune il quale dovrà provvedere entro 30 gg.
Invece il regolamento vigente dice:
art.61
quando le tombe si rendessero indecorose o fossero lasciate in condizioni di assoluto abbandono [...] l’Amministrazione ingiungerà agli obbligati l’esecuzione dei lavori entro un congruo termine. Se gli obbligati non ottemperassero agli obblighi nel termine fissato, l’Amministrazione Comunale revocherà le concessioni rientrando in possesso dell’area ed inumando le salme nei campi comuni, senza che i concessionari o gli aventi causa abbiano diritto a compensi o indennità di sorta.
Poi, nel successivo art.62 dice:
quando i concessionari [...] non siano reperibili, alla forma dell’avviso personale verrà sostituita la pubblicazione all’albo pretorio per due domeniche consecutive.
A me questa soluzione sembra assolutamente sensata: se il titolare della concessione non è rintracciabile o in alcun modo reperibile, si fa un avviso pubblico e si rientra in possesso dello spazio.
Perché non lo facciamo?
Con deliberazione del Commissario Prefettizio, la nr.44 del luglio del 2010, è stato accordato al concessionario due anni di tempo per provvedere all’aggiornamento dell’anagrafe dei titolari per fatturare loro l’importo della la manutenzione delle sepolture di cui sono titolari – i famosi €15,00 + IVA = €18,50 a sepoltura -
In questi due anni (2009-2010 e 2010-2011) il Comune ha provveduto al riequilibrio del Piano Economico Finanziario del Concessionario con poco più di €1ML.
Il Concessionario ha provveduto, secondo l’accordo col Comune, all’aggiornamento dell’anagrafe altrimenti non gli avremmo corrisposto gli €87mila concordati a lavoro fatto che risultano pagati.
Ma pare che il lavoro non abbia portato però i risultati auspicati.
La Ipogeo ancora non riesce a venire a capo degli eredi e risulta che continui a chiedere lo stesso importo come se la ricognizione anagrafica, che ripeto risulta pagata e quindi completata, non avesse avuto alcun effetto.
Vorrei ora fare una considerazione sulla modalità di reperimento dei nominativi degli eredi:
Ma secondo voi negli elenchi dell’anagrafe ci sono scritti i rapporti di parentela? A me non risulta.
E quindi, mi chiedo, era efficace?
L’Amministrazione sa che nei certificati di famiglia possono essere certificati conviventi non imparentati, infatti.
Un altro caso: se un parente di un titolare di sepoltura si è trasferito in altro comune e magari è l’erede, c’è traccia di questi nell’anagrafe del nostro Comune? A me non risulta. E quindi, ripeto, un lavoro che non ha portato a risultati certi.
Perché allora è stato commissionato un lavoro che gli uffici sapevano che sarebbe stato incompleto ed inefficace?
E per quelli che sono stati trovati negli elenchi, abbiamo un documento che accerti l’irrintracciabilità?
È stata certificata questa irrintracciabilità? A me non risulta.
Allora, passiamo all’avviso pubblico, espropriamo le sepolture, liberiamole dalle salme, come dice saggiamente il regolamento del ’38, (l’unico vigente, ricordo) rientriamo in possesso delle migliaia, di loculi e reintroduciamoli nel circuito dei loculi disponibili, visto che siamo così a corto di sepolture.
Credo che questa possa essere una soluzione.
E poteva esserlo da tempo.
Perché dobbiamo pagare milioni di € per sepolture che potrebbero essere liberate e messe a disposizione di nuovi titolari?
La situazione che viviamo attualmente è paradossale: ci accolliamo il costo della manutenzione di sepolture di oltre 70 anni di cui non sappiamo chi sono i familiari eredi, paghiamo €87mila per farne cercarne gli eredi con un sistema fallace e alla fine siamo ancora tutti qui con pugno di mosche a dover ancora sborsare denaro pubblico (e si trattra di centinaia di migliaia di €) per pagare la manutenzione di salme imparentate con non sappiamo chi.
Non ha alcun senso, pagare per dei fantasmi che esistono sembra solo per generare movimentazione economica a danno dei cittadini!
Altro punto di grande vulnus.
La Ipogeo richiede €500mila di risarcimento per il ritardo dell’approvazione del progetto definitivo. Non solo. Si legge nel verbale della riunione dello scorso 17 dicembre che vengono richieste dalla Ipogeo altri €500mila per l’apertura forzata del cimitero per l’intera settimana.
Per quanto riguarda l’approvazione del progetto definitivo, vorrei capire: abbiamo veramente bisogno della costruzione di tutte queste nuove sepolture?
Mi spiego.
Di recente ho richiesto all’ufficio anagrafe del comune una ricognizione dei decessi e delle cremazioni. Voi mi direte: perché delle cremazioni? Perché lo spazio ch
e occupa una salma cremata non è esattamente quello delle salme non cremate.
Tra l’altro le ceneri possono essere disperse, possono essere portate a casa, quindi tutta una serie di soluzioni diverse dalle sepolture costruite che consumano territorio.
Questi dati sono importanti e vediamo perché: sul totale dei decessi dei residenti del Comune di Latina in 10 anni circa 8.700, con una media annua di 870, il dato delle cremazioni influisce moltissimo perché arriva ad essere quai la metà del numero dei decessi ed è in aumento pari a circa l’80% ogni anno. Aggiungiamo a questi, i posti che si libererebbero degli irrintracciabili e capiamo che non siamo certo in una situazione di emergenza sepolture.
Mi chiedo a questo punto se siamo davvero in una situazione di emergenza.
Piuttosto mi porrei il problema di fare un semplice lavoro di pianificazione e capire, con i numeri alla mano, come vanno modificati i termini che ci legano al Concessionario, stante la situazione.
Ma soprattutto il buon padre di famiglia stabilisce delle priorità e mette ordine.
E come dicevo all’inizio qui c’è un grande disordine.
Come in altri casi ho evidenziato, l’amministrazione sembra essere affetta da una sorta di sindrome bipolare: da una parte da’ ragione alla Ipogeo e vuole andare avanti con l’approvazione del progetto definitivo per la costruzione di nuovi loculi e predisponendo atti per il riconoscimento dei crediti, dall’altra ritiene illegittimo il riferimento al Regolamento di Gestione allegato ma non deliberato e istituisce una commissione per redigere un Regolamento di Polizia Mortuaria, che viene completato, viene trasmesso alla Commissione di cui è presidente il consigliere Ialongo ma che non è mai stata convocata con questo punto in discussione.
Questa Bozza di Regolamento contiene soluzioni dirimenti rispetto alle questioni in causa.
Ripeto commissione mai stata convocata.
Non solo.
La medesima commissione ha anche completato l’iter per l’approvazione del Regolamento per la Cremazione.
Mai portato in Consiglio. Anche questo è grave.
Perché non abbiamo ancora regolamentato questa questione?
Perché stiamo aspettando tutto questo tempo?
E poi, perché nella convenzione con il Concessionario abbiamo messo che la costruzione dell’impianto di cremazione deve essere fatta entro il 29simo anno della durata della concessione?
Questo serve! Non altri loculi!
Ripeto, le cremazioni stanno crescendo a livello esponenziale con costi altissimi per la lontanza degli impianti di cremazione.
Perché non vogliamo porre fine ad un’annoso tema amministrativo che guardando ai numeri riporta somme a 7 cifre?
E non possiamo stare zitti quando queste 7 cifre, ovvero milioni di euro sono a carico dei cittadini!!! Quando il project financing, come forma di gestione, doveva esimere il pubblico dall’esborso di denaro!! Lo doveva sollevare dal problema di un lavoro di gestione che non voleva e non aveva le competenze per fare e soprattutto che comportava costi per la collettività.
Dovevamo risparmiare…
Siete in ritardo. State aspettando cosa?
I regolamenti sono pronti.
Perché non vengono portati in commissione?
Si parla di accordo bonario concordato tra le parti visto il pasticcio ingenerato nella precedente consiliatura, e di cui voglio ricordare che la maggioranza è tutta qua.
(Trasparenza dei prezzi e delle modalità di pagamento dei servizi sul sito della Ipogeo srl. mancano i prezzi e le modalità di pagamento sul sito della Ipogeo latina)
Signori della maggioranza, avete un debito serio con i vostri cittadini.
Un debito di chiarezza, un debito di tutela, un debito che non potete rimandare di pagare.
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Due notizie mi hanno colpito questa mattina sui siti online: lo scandalo della gestione delle biciclette prima concesse agli Scout e poi ritirate, e la decisione del sindaco di metter mano alla questione delle partecipate, Ipogeo ecc…
Il micro e il macro.
La questione delle biciclette, triste epilogo di un inizio di collaborazione attiva tra associazioni e Comune, è l’emblema della confusione che regna nelle stanze del Comune.
L’assessore al turismo (Di Cocco) concede le biciclette temporaneamente, a mo’ di esperimento, all’associazione AGESCI che insieme ad altre associazioni avrebbero messo su un sistema di “ripristino e riciclo” delle biciclette comunali. Ad uso pubblico, naturalmente – esempio di come i cittadini desiderano donarsi e “costruire” una città migliore.
Poi assessore al Commercio (Tripodi) e presidente della Strategica (Patarini), in un comunicato stampa, annunciano un’iniziativa di rastrelliere private davanti ai bar con bici messe a disposizione dall’esercente ad uso pubblico.
Successivamente arriva una comunicazione ufficiale dall’assessorato all’ambiente (Cirilli) per comunicare la revoca della concessione delle 10 biciclette date alle associazioni.
Poi ci sono altri privati che si attivano per incentivare l’uso delle biciclette – senza alcun coordinamento da parte dell’amministrazione -: lodevole l’iniziativa di un chiosco a mare (lato sx) che mette una rastrelliera per bici nel suo parcheggio garantendo uno sconto sui lettini.
Ricordiamo, rastrelliere a mare erano state promesse dal comune prima dell’estate 2013…
Pasticcio è parola troppo generosa. Confusione è quella che meglio definisce lo stile dei rapporti tra i vari assessorati, tra i politici che guidano questa macchina senza navigatore e senza meta.
ESISTE UN PROGETTO COMPLESSIVO sulla ciclabilità?
È prevista o no la compartecipazione delle associazioni?
A tre anni dall’insediamento di questa amministrazione abbiamo solo il PLUS, grazie a Dio, che ci obbliga a tempi contingentati o non vedremo mai i soldi. Se l’amministrazione non è “costretta“, non riesce a completare nulla.
O meglio: tutto ciò che è costruzione (urbanistica e lavori pubblici) desta grande interesse e grande fermento in amministrazione; tutto il resto – cultura, musei, progetti di sostenibilità, città a misura di infanzia e di disabili, turismo, lavoro, pari opportunità e tutto il resto… siamo all’anno zero.
Sulle partecipate e le grandi questioni (Metro Latina, Ipogeo, LatinAmbiente, SLM…) il sindaco dice che vuole iniziare a metterci mano: beh, dopo tre anni direi che è un po’ difficile. Man mano che il tempo passa – ed è già passato oltre il limite – le decisioni sono sempre più soggette al ricatto dell’urgenza.
Il ricatto dell’urgenza.
Quando si è costretti a decidere a ridosso delle scadenze, le decisioni sono SEMPRE a scapito del pubblico e a favore del privato che ha un contratto in mano con clausole chiare e a tutela del proprio interesse. Contratti sottoscritti dall’amministrazione Zaccheo e approvati dal Consiglio Comunale che ha ancora oggi rappresentanti importanti in maggioranza risalenti a quel tempo.
Anche qui, a tre anni dall’insediamento, abbiamo ancora solo annunci e dichiarazioni di intento.
Ma, mi chiedo, basta questo per governare una città con pesantissime ipoteche sul suo futuro?
La questione della metro ci peserà per oltre €12ML nel caso di una rescissione del contatto.
Cosa stiamo facendo?
La LatinAmbiente è ormai superata: si deve pensare al POST LatinAmbiente: quale modello di gestione dei rifiuti vogliamo? Quali servizi diamo al gestore e quali teniamo inhouse? Vogliamo darli tutti al gestore del servizio? La gara europea doveva essere già redatta o si va in proroga. Vogliamo allora la proroga? Ovviamente data alla LatinAmbiente? Le maestranze – i lavoratori – che fine faranno? E quelli del riassetto dei cassonetti? E i debiti che la società ha, come verranno ripianati?
Le questioni sono tante, ma la volontà di risolverle evidentemente non c’è: rimandare tutto a ridosso delle elezioni è certamente più comodo.
Per fare poi altre promesse.
Non sono gli 80 euro di Renzi il problema dei Comuni con le casse in rosso. (leggi i luoghi comuni sugli €80) Soprattutto per Latina, lo sono invece lo spreco di risorse, i finanziamenti persi e i contratti troppo costosi”
Il Comune di Latina è in deficit perché l’amministrazione, anziché risolvere le questioni importanti, ha pensato ai nomi e alle poltrone da occupare
“Mancano due anni alle elezioni e già possiamo fare un bilancio dell’amministrazione guidata dal sindaco Giovanni Di Giorgi. Le questioni importanti sono rimaste irrisolte: il sindaco Di Giorgi, ancora prima di essere eletto, ben sapeva che il cimitero, la metro leggera, i parcheggi a pagamento a gestione Urbania, la Slm, le Terme di Fogliano, la Latinambiente, fossero buchi di un grande colabrodo. Il sindaco sapeva però anche che, una volta incaricato dai cittadini alla guida della città, avrebbe dovuto porre rimedio.
Se guardiamo al nostro Comune, capiamo invece quanto spreco le precedenti amministrazioni abbiano autorizzato e quanto è stato taciuto da quella attuale. A tre anni dal suo insediamento, dobbiamo prendere atto che, oltre al non fatto, è evidente l’incapacità di trattenere fondi regionali ed europei (si prenda ad esempio il mezzo milione perso per via Cimarosa) ed il costo di figure dispendiose la cui ricaduta positiva è ancora tutta da verificare”.
La consigliera comunale del Pd di Latina, Nicoletta Zuliani, risponde alle critiche mosse dal sindaco Di Giorgi e dal presidente della commissione Bilancio Gianni Chiarato nei confronti del premier Matteo Renzi e delle manovre economiche messe in atto dal suo Governo, come ad esempio quella riguardante gli 80 euro in busta paga, che nella loro opinione andrebbe ad intaccare i già magri conti degli enti locali. “In realtà il ‘rosso’ degli enti locali è dovuto ai tanti sprechi posti in essere dalle relative amministrazioni, e non si può pensare di attribuire a Renzi – che sta facendo delle riforme rivoluzionarie per l’Italia – questa colpa. I responsabili sono invece gli anni di amministrazione poco efficiente e di sprechi. In particolare il sindaco è responsabile della gestione delle finanze dell’Ente degli ultimi tre anni. Chiarato, che per il ruolo che ricopre, ha poi un quadro d’insieme nitido e ben sa quali sono le cause dei problemi economici del Comune: spreco di risorse, finanziamenti persi e contratti troppo costosi per le possibilità dell’Ente”.
L’esempio che Zuliani porta in evidenza è, ancora una volta, quello delle dirigenze: “Mentre prima il capo di gabinetto del Comune aveva un contratto di collaborazione gratuita, ora è più così. Non c’era poi la figura del Direttore Generale, che invece oggi è stata istituita. E ancora il “balletto” delle poltrone di assessori, dirigenti e presidenti: oggi abbiamo tre dirigenti di area, di cui non si sente la necessità, che ci costano 250mila euro all’anno. Questo tipo di gestione è dannoso e costoso, perché appartiene ad un vecchio modo di fare politica inconcludente, basato sui nomi e non sui temi, dai quali viene quindi spostata l’attenzione.
Non vanno dimenticati nella lista gli sprechi: il Comune non ha ancora una centrale di acquisti per tutti i servizi, non ha un ufficio unico per la gestione delle utenze, oppure un unico ufficio per il controllo e la gestione dei rapporti con le partecipate. Ho già sollecitato questo problema in discussione di bilancio consuntivo, nel consiglio del 28 aprile scorso. Come può l’amministrazione restere ancora indifferente a questi sprechi e, per giunta, attribuire la colpa delle proprie mancanze ad altri?”.
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In Consiglio non si è discusso della situazione del cimitero. Il Segretario Generale ha comunicato che è in corso una trattativa per arrivare ad un accordo tra Comune e Concessionario (IPOGEO LATINA srl). Il gruppo del Partito Democratico ha immediatamente fatto richiesta di un nuovo Consiglio Comunale per discutere il punto.
La situazione è complessa a causa di scelte, a mio avviso, sbagliate fatte nel passato. Ne stiamo pagando tutti le conseguenze.
Innanzitutto occorre un riordino del regolamento e una ottimizzazione delle sepolture, espropriando quelle degli eredi irrintracciabili e stimando le reali necessità del Comune, visto il costante aumento del numero della cremazioni.
“Il concessionario del cimitero comunale di Latina, la società Ipogeo, ha fatto di recente ricorso al Tar per una somma ritenuta dovuta di circa 1 milione e mezzo di euro. Il ricorso è stato respinto, ma – afferma la consigliera comunale del Partito democratico Nicoletta Zuliani – per l’amministrazione comunale deve restare un campanello d’allarme sulla situazione, non più procrastinabile, di completo disordine normativo in tema di servizi cimiteriali. Proprio su una serie di contraddizioni del regolamento comunale si basava infatti quel ricorso e il disordine genera discrezionalità, nonché situazioni al limite della legittimità, se non addirittura illegittime. Il Comune di Latina basa oggi il suo Regolamento Cimiteriale su una norma risalente al 31 dicembre 1938: il cosiddetto Regolamento di Polizia Mortuaria del Podestà”.
La situazione che si presenta oggi al cimitero comunale di Latina è paradossale: l’ente, e quindi tutti i cittadini, si accolla il costo della manutenzione di sepolture di oltre 70 anni, di cui non sa chi siano i familiari eredi e recentemente ha pagato 87mila euro per cercarli attraverso un sistema fallace, che non ha portato risultati soddisfacenti. “Non ha alcun senso – affonda Zuliani – pagare per sepolture che non non risultano avere alcun erede interessato. Questi ‘fantasmi’ pare che esistano solo per movimentare denaro a carico di tutti i cittadini”.
Evidentemente aveva notato il problema anche il commissario prefettizio Guido Nardone, che con una delibera nel luglio 2010 aveva concesso solo per due anni alla Ipogeo questo contributo, solo per il tempo necessario per aggiornare l’anagrafe dei titolari ai quali inviare la fatturazione per la manutenzione delle sepolture (18,50 euro Iva inclusa a sepoltura, che fa 540mila euro all’anno). Il lavoro è stato fatto e risulta pagato dal Comune con 87mila euro, ma non ha portato i risultati auspicati: la Ipogeo, infatti, ancora avanza al Comune la richiesta dei costi di mantenimento per lo stesso numero di sepolture, come se la ricognizione anagrafica, che ripeto risulta pagata e quindi completata, non avesse avuto alcun effetto. La soluzione a questo paradosso, ora, può essere soltanto quella di eseguire quanto indicato del Regolamento del 1938, l’unico vigente: esporre un avviso pubblico ed espropriare le sepolture di cui non si trovano gli eredi, liberandole dalle salme e facendo rientrare il Comune in possesso dei loculi per reintrodurli nella disponibilità dei defunti di oggi.
Un altro punto di grande vulnus è il risarcimento di 500mila euro chiesto dalla Ipogeo al Comune per il ritardo dell’approvazione del progetto definitivo per la costruzione di nuove sepolture, e di altri 500mila per l’apertura forzata del cimitero per l’intera settimana.
Per quanto riguarda l’approvazione del progetto definitivo, vorrei capire: abbiamo veramente bisogno della costruzione di tutte queste nuove sepolture? A parte il recupero di quelle senza eredi che ammontano a oltre 20.000, ci sono da considerare anche i posti non richiesti da chi, invece del loculo, chiede la cremazione. Su 8.700 decessi negli ultimi 10 anni, infatti, le richieste di cremazione sono state del 40%, ed il numero è in aumento pari a circa l’80% ogni anno. Non ritengo ci sia dunque una situazione di emergenza. Piuttosto mi porrei il problema di fare un semplice lavoro di pianificazione e capire, con i numeri alla mano, come vanno modificati i termini che ci legano al concessionario. L’amministrazione sembra essere però anche in questo caso ‘affetta’ da una sorta di sindrome bipolare: da una parte dà’ ragione alla Ipogeo e vuole andare avanti con l’approvazione del progetto definitivo per la costruzione di nuovi loculi e predisponendo atti per il riconoscimento dei crediti, dall’altra ritiene illegittimo il riferimento al Regolamento di Gestione non deliberato (e quindi come inesistente) ed istituisce una commissione per redigere un Regolamento di Polizia Mortuaria, che viene completato, viene trasmesso alla Commissione di cui è presidente il consigliere Giorgio Ialongo, ma che non è mai stata convocata con questo punto in discussione. Ora va pagato il debito con i cittadini”.
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Dopo due anni di solleciti, forse gli uffici comunali pronti alla firma della convenzione
Il caso Gommalandia può essere ormai annoverato tra gli irrisolti del Comune di Latina. “L’unica azione per ripristinare la legalità – afferma Nicoletta Zuliani, consigliera comunale del Pd – è un esposto alla Corte dei Conti, che quantifichi e risarcisca la cittadinanza di un bene mai fruito e di un rapporto con un privato gestore di un’impresa che svolge attività commerciale su un terreno comunale da 8 anni”.
Zuliani è decisa ad andare fino in fondo nella sua battaglia: “Sono ormai due anni, sin dal mio insediamento in consiglio, che sollecito l’amministrazione e gli uffici comunali ad una soluzione, senza che essa sia stata raggiunta.
Si tratta di una vicenda che ha dell’incredibile: un parco pubblico concesso al privato senza alcuna convenzione, recintato e chiuso proprio ai suoi “fruitori di diritto”, i cittadini.
Il pubblico invece, in base ad una delibera di Giunta del 2005, dovrebbe invece accesso all’area attigua al tendone gratuitamente, fino alle 20:00 d’inverno e fino alla mezzanotte d’estate. Inoltre il gestore avrebbe dovuto installare bagni pubblici ed un chiosco bar accessibile a tutti. La concessione dovrebbe avere una durata di 19 anni. Tutto questo però non accade perché quella delibera di Giunta è resa inefficace dall’assenza di un contratto formale che vincoli la società alle condizioni imposte dal Comune e, di fatto, da 9 anni l’area verde pubblica di viale Nervi non è mai stata resa disponibile al pubblico, se non pagando una tariffa d’ingresso a Gommalandia stessa.
“Sono mesi – afferma Zuliani – che sono tornata a chiedere agli uffici del Comune cosa si stia facendo per concludere questa triste storia di privazione di uno spazio pubblico all’uso dei cittadini. Ogni volta mi dicono “in settimana…”. E ci voglio credere, ma di fatto la città aspetta.
Lo spazio attualmente occupato da Gommalandia non è stato mai contrattualizzato: gli uffici che avevano “dimenticato” di sottoscrivere una convenzione con il gestore, rendendo inefficaci gli impegni previsti nella delibera di giunta. Oggi gli uffici mi dicono di essere pronti – nuovamente “la prossima settimana” – per la firma del contratto”.
Il punto è che la società di Gommalandia continua a gestire il parco sulla base di una vecchia convenzione del 2002 che regolava la concessione di un’altra area in Viale Le Corbusier. E se la nuova convenzione per viale Nervi venisse stipulata oggi, salvo nuove condizioni imposte dalla Giunta, i 19 anni stabiliti dalla “famosa” delibera del 2005, partirebbero dal giorno della firma perché la legge nazionale così impone.
(leggi gli immobili occupati senza titolo in fondo al documento)
“Scandaloso. Per lo stadio 800mila euro subito e lavori in tre settimane. La scuola invece può restare pericolante per oltre un anno”
Non sono bastate due verifiche e le firme dei genitori: ancora nessuna risposta.
La scuola di via Bolognini, a borgo Isonzo, è pericolante: attualmente per questioni di sicurezza sono state chiuse tre aule perché quando si cammina al piano superiore, non soltanto il pavimento vibra, ma al piano inferiore cadono pezzi di intonaco. Sono state finora due le verifiche effettuate da un ingegnere di Latina: la prima il 14 marzo 2013, mentre la seconda il 27 febbraio 2014, dopo una richiesta da parte dell’amministrazione comunale sulla base delle sollecitazioni del personale del plesso e da parte dei genitori, che hanno anche raccolto 150 firme per far ripristinare le condizioni di sicurezza nella struttura frequentata dai loro bambini. I sopralluoghi si sono svolti alla presenza del personale della scuola e di una ditta in ausilio, oltre che di un rappresentante dei genitori.
La relazione tecnica commissionata dal Comune ha evidenziato che la struttura, edificata 60 anni fa, forse in più tempi, “presenta diverse tecnologie costruttive che si evidenziano anche nei solai di livello. L’aula oggetto di verifica è situata al primo piano nell’angolo nord est. L’ispezione visiva è stata estesa anche al pavimento della stessa ed al soffitto dell’aula sottostante: è emerso che la situazione è rimasta pressoché invariata rispetto al 14 marzo 2013. Le indagini sono state svolte eseguendo un piccolo saggio sull’intonaco del soffitto dell’intonaco dell’aula sottostante in modo da poter mettere a nudo le strutture portanti e durante l’esecuzione del saggio si è avuto il distacco di parte dell’intonaco che ha evidenziato una cattiva aderenza alla struttura portante. Le operazioni sono state sospese per evitare il distacco di tutto l’intonaco dal soffitto”.
Il risultato della relazione è che l’aula al piano di sotto deve restare chiusa per la caduta dell’intonaco, ma il piano superiore può essere ancora usato. L’intervento proposto dall’ingegnere è di togliere completamente l’intonaco dal soffitto dell’aula al piano di sotto sostituendolo con un intonaco cementizio e di eseguire un rinforzo strutturale del pavimento al piano superiore per ripartire il carico in modo migliore.
“Da una verifica presso gli uffici – afferma la consigliera comunale del Pd Nicoletta Zuliani – si è evidenziata l’incapacità del settore Lavori Pubblici-Urbanistica a reperire nelle pieghe del bilancio comunale i 140mila euro necessari alla messa in sicurezza della scuola di Borgo Isonzo. Le carte per avviare immediatamente le procedure per un affidamento dei lavori sono pronte: manca l’indicazione di dove andare a prendere i soldi perché gli uffici rispondono che non ci sono. È uno scandalo – sottolinea Zuliani – il Comune conosce benissimo da oltre un anno la situazione della scuola di borgo Isonzo e non si è preoccupato di provvedere alla messa in sicurezza di un luogo pubblico frequentato ogni giorno da bambini e dal personale che si reca al lavoro. Però, appena si è saputo che la squadra di calcio della città sarebbe passata in serie B, sono stati subito trovati gli 800mila euro per la riqualificazione dello stadio e in tre settimane sono stati terminati i lavori. Pretendiamo risposte immediate”.
Il vice presidente del consiglio comunale, Nicoletta Zuliani, fa il punto sulle bollette pagate dall’ente. “Ogni anno il Comune di Latina spende 8 milioni di euro per pagare le utenze di uffici, scuole, impianti sportivi, chiese ed edifici comunali. È necessaria una spending review, ma soprattutto l’istituzione di un unico ufficio che si occupi esclusivamente dei contratti e che monitorizzi tutte le spese sostenute dall’ente comunale per le utenze”.
La consigliera del Pd spiega che attualmente per verificare quanto spendiamo, ad esempio di energia elettrica, bisogna recarsi in tanti diversi uffici: lavori pubblici per le scuole, sport per gli impianti sportivi, un altro diverso contratto è di competenza dell’ufficio manutenzioni. Il Comune si avvale di tre diversi fornitori di energia elettrica a seconda di quale ufficio stipula il contratto: Heracomm, Enel e Ceie Power. Con Enel c’è anche un contenzioso irrisolto.
“In una situazione generale così caotica – afferma Zuliani – viene a mancare ogni principio di trasparenza, ma soprattutto ogni tentativo di risparmio da parte dell’ente resta vano. Oggi il Comune è un colabrodo ed è inoltre in regime di salvaguardia: quando la legge lo ha permesso, l’ente non ha scelto un fornitore di servizi nel libero mercato alla tariffa più conveniente, ma è rimasto com’era, ossia ad una tariffa più alta”. Un chiaro esempio di quanto sia critica la situazione comunale rispetto alle bollette, viene dalla scuola di via Tasso: il Comune non ha pagato il conto telefonico e così il plesso è rimasto senza linea, un servizio che invece è vitale per una scuola che ha sezioni della scuola dell’infanzia.
“La carenza gestionale di questa amministrazione provoca un uso certamente non ottimale delle risorse. Finché non ci sarà un ufficio unico ad occuparsi delle utenze – afferma Zuliani – non ci sarà controllo e contezza di quanto e come si spende, quindi non ci sarà nemmeno modo di risparmiare. L’amministrazione deve adesso dimostrare di riuscire a controllare con metodo e sistematicità le proprie spese, altrimenti si crea una zona grigia che può diventare pericolosa”.
Una zona grigia che vale 8 milioni di euro.
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Consiglio comunale del 28 aprile 2014
Dall’analisi del bilancio consuntivo sono emersi elementi che mi hanno sollecitato riflessioni politiche che non posso non portare in quest’aula.
Dietro i numeri ci sono scelte, non è vero come si vuol far credere che è solo un fatto meramente numerico. Le riflessioni che si fanno sui numeri hanno risvolti e considerazioni politiche.
ONERI di URBANIZZAZIONE
Un importante introito per le casse comunali è quello rappresentato dai proventi della L.10 (la cosiddetta Bucalossi).
Abbiamo un introito di quasi €3ML e 900mila che rispetto al 2012 (€5ML333mila) è in netto calo.
Se non ci fosse stata la norma del giugno 2013 che consente ai Comuni di utilizzare fino al 50% dei proventi degli oneri di urbanizzazione per spese correnti, e fino al 25% in più per la manutenzione ordinaria, anche per le annualità del 2013 e 2014 saremmo stati un comune in dissesto.
Proprio così.
E’ lo stesso discorso del livello di arsenico nell’acqua: se la legge deroga per qualche anno, non è che la sostanza cambia. L’acqua è velenosa. L’unico “vantaggio” è che non si incorre nelle sanzioni. E così vale per l’utilizzo dei proventi derivanti da oneri concessori.
Il principio di base qual’è: il costruttore contribuisce alla costruzione delle opere e dei servizi che gli abitanti di quelle case in quella zona necessiteranno. Tanto costruisci, tanto mi dai per rendere vivibile quel quartiere.
E invece cosa succede: il Comune non ce la fa a sostenere la spesa corrente e prende somme dai proventi degli oneri di urbanizzazione togliendole alla realizzazione di opere per la vivibilità di quella zona ai cittadini, e lo fa per pagare la spesa della macchina che dovrebbe far funzionare tutto.
Voi mi direte: ma ci è concesso dalla legge!
La sostanza, però, è che finanziare una spesa fissa come la spesa corrente con entrate che fluttuano, ovvero, finanziare una spesa ripetitiva con proventi che possono essere impegnati solo dopo la riscossione, capite bene che è un comportamento rischioso.
Seppur previsto dalle legge ancora per 2013 e 2014, a nostro avviso è da evitare.
Ma ci pare che qui ne facciate un uso piuttosto disinvolta.
PROVENTI DERIVANTI DA SERVIZI PUBBLICI
Da quanto risulta dal prospetto notiamo che gli unici servizi che effettivamente sono attivi e di molto anche, sono i servizi cimiteriali e i parcheggi.
Il dato dei parcheggi è significativo: supera del 164% la copertura totale, il che significa che ci guadagniamo, Urbania permettendo…
Altri dati, tutti in evidente perdita, sono
le colonie e i soggiorni coperte solo per il 14% (questo significa che il Comune, ovvero tutti i cittadini, le finanzia per l’86%, l
e mense non scolastiche (vari centri sociali, diurni ecc…) coperte per il 29% ovvero significa i cittadini mettono il resto per il 71%
le mense scolastiche sono coperte per il 41% (come è andata la lotta all’evasione e elusione dal pagamento di questo servizio? Quali dati abbiamo? Oltre un anno fa era stato annunciato un rinnovato impegno rispetto a questo tema. Ma se nulla è stato detto significa che nulla è stato fatto: è più facile comunicare in pompa magna qualcosa che avverrà piuttosto che qualcosa che non c’è stato…)
Ma c’è un dato che voglio citare perché è il più basso di tutti:
proventi da impianti sportivi 6%
traduco, tutti i cittadini, anche quelli che non fanno sport, anzi soprattutto quelli che non fanno sport, o che praticano uno sport minore, tra l’altro completamente ignorato da quest’amministrazione, coprono i costi per il 94% delle spese. E non sono le spese per i campetti dei borghi o delle periferie della città.
Mi riferisco a grosse società, quelle che occupano alcune senza titolo, perché i contratti sono scaduti, importanti strutture della nostra città e non certo per beneficenza.
Il 6% è una percentuale vergognosa, è una percentuale che fa pensare, che fa riflettere e che fa emergere questo dato: entrano nelle casse comunali quasi €60mila e le spese, i costi ammontano a quasi €1ML.
Beh, se non c’è la volontà esplicita di favorire gli interessi di qualcuno, qua ditemi voi come lo vogliamo chiamare questo fenomeno.
Passiamo al capitolo PARTECIPATE.
La gestione dei rapporti con le partecipate del Comune di Latina è a dir poco volutamente confusa e all’insegna dell’immobilismo, della non scelta, del non dare risposte, del non detto.
Mi ha colpito una frase pesante pronunciata da don Ciotti proprio qui in piazza del Popolo: “La vera forza delle mafie sta fuori dalle mafie, è nella retorica d’occasione, nell’immobilismo, nei silenzi.” E io aggiungerei anche nelle dichiarazioni contrastanti.
Ebbene, guardiamo come avete gestito le partecipate: ognuna di loro (sono 5, ricordiamolo) è in carico ad un dirigente di un servizio diverso. I dirigenti cambiano come in un carosello, oggi uno domani un altro, le convenzioni cambiano, nessuno controlla se le modifiche sono a favore del socio privato o della collettività, i costi aumentano, il servizio agli utenti diventa sempre più scadente, i nostri rappresentanti nei consigli di amministrazione si avvicendano e non si sa bene cosa facciano, secondo quali indicazioni deliberino, cambiano di nuovo, mettiamo come presidente il city manager, poi lo mettiamo al controllo… avete presente quella indicazione su un regolamento navale, mi pare che in casi di incapacità di dare indicazioni c’era scritto “facimm’ ammuina”?
A me tutto sembra, tranne che si sia fatto ordine da quando vi siete insediati.
E’ stata ricapitalizzata la società attraverso una rivalutazione delle nostre quote in Ecoambiente rimettendo i conti a posto, ma in modo assolutamente fittizio e non sostanziale: la società è in continua perdita!! La c.d. “ricapitalizzazione” è stata pure origine di un pasticcio: quei soldi che abbiamo messo erano DEBITI FUORI BILANCIO!
I costi del servizio aumentano e si fa un gran parlare di aumento della differenziata a 65, 70, 85, 95% ma i fatti stanno che il 31 dicembre del prossimo anno rischiamo di accollarci i debiti che il socio privato non pagherà e il Comune andrà in default.
Stiamo lavorando al bando per chi sostituirà la LatinAmbiente?
Quali sono le linee programmate rispetto a questo tema? Abbiamo messo in moto un meccanismo di decisione rispetto al modello che vogliamo?
La commissione Ambiente è paralizzata, ma è paralizzata, anzi immobile la vostra attività progettuale, la vostra capacità di modificare questo rapporto viziato, inquinato sin nel midollo con questa società.
Un giorno la pensate in un modo il giorno dopo cambiate idea.
Abbiamo due contenziosi: uno con la LatinAmbiente e uno della LatinAmbiente con la Poseidon.
Insomma da che parte stiamo?
Un giorno stiamo con la Poseidon perché rivestiamo i panni del Comune che segue schemi “politici”, che pensa al livello occupazionale ecc…, un altro giorno siamo contro la Poseidon perché rivestiamo i panni del socio di maggioranza della società partecipata.
E mi voglio fermare qui perché la schizofrenia di questo rapporto è oltre il limite della decenza politica e molto simile alla spericolatezza di una giocoleria finanziaria che non prelude a niente di buono.
Perché non avete mai pensato ad un ufficio di raccordo per tutte le partecipate per monitorare meglio il perseguimento degli obiettivi di finanza pubblica e per controllare?
Questa è la proposta che facciamo. Non critichiamo soltanto: proponiamo.
Se andiamo a guardare bene gli indirizzi del legislatore capiamo che si sta muovendo proprio in questa direzione puntando alla verifica del risultato affermando la tracciabilità del processo decisionale per verificare la legalità dei comportamenti. In questo comma, il 551 della legge di stabilità entrata in vigore il 1 gennaio 2014 gli EELL, in caso di perdita, e qui abbiamo visto che non è una ipotesi peregrina, devono essere istituiti appositi fondi nel proprio bilancio al fine di assorbire, anche solo parzialmente, i risultati negativi conseguiti dalla partecipata.
Il nostro obiettivo, non lo dobbiamo mai dimenticare, è la “sana gestione dei servizi secondo criteri di economicità ed efficienza” e le partecipate rientrano, con questa legge, nei vincoli dati agli EELL cioè quelli dettati da economicità ed efficienza.
Due Soc.Partecipate hanno registrato perdite per tre esercizi continuativi:
la SLM in liquidazione dal 2010 e
le Terme di Fogliano in liquidazione dal 2004
e in deroga alla legge abbiamo finanziato la SLM per €20mila: non lo potevamo fare e l’abbiamo fatto.
Forzature e immobilismo.
Voglio solo evidenziare una cosa rispetto al bilancio della LtAmbiente:
il numero delle unità di personale dipendente dal 2011 al 2012 è + 25 unità e
il costo del personale dipendente dal 2011 al 2012 è + €2ML500mila
ed è proprio in questi anni che si generato il maggior importo di debito della società. Dopo l’insediamento della nuova amministrazione.
CONSORZIO SVILUPPO INDUSTRIALE RM-LT
il personale dipendente diminuisce di 16 unità e la spesa del personale aumenta di €2mila. (???)
ACQUA LATINA
La società è in perdita, non riesce ad incassare i crediti e seppure abbiamo una quota del 10,85% non possiamo esimerci dal controllo. La controversia relativa alle caditoie mai risolta ora pare in contenzioso.
Come mai la società non è stata in grado di fornire acqua ai cittadini di Borgo Baisizza e Montello a ridosso della discarica?
Perché non ci siamo fatti carico di questo servizio primario, vitale, visto che i loro pozzi sono inquinati?
Perché non dimostriamo di stare dalla parte dei nostri cittadini?
E rispetto al 7%, qual’è la l’indirizzo di questa amministrazione?
Risulta dagli atti che i revisori hanno chiesto dati relativi alla verifica dei crediti e dei debiti, ma nessuna partecipata, nonostante più volte sollecitata a febbraio e ad aprile 2014, ha fornito questi dati.
A me sembra una cosa gravissima.
Sanzioni amministrative pecuniarie per violazione del codice della strada: le multe.
Abbiamo un residuo attivo altissimo: €4ML con una capacità di riscossione del solo 10%.
Anche qui c’è qualcosa che non va.
Cosa sta facendo l’amministrazione per attivare un sistema di riscossione degno di questo nome? Vogliamo lasciar perdere? Signori, sono €4ML.
Chi paga?
Proventi dei beni dell’Ente
Affitti attivi: su €683mila siamo capaci di incassarne meno della metà: €317mila con un residuo attivo di €366mila.
Anche qui: chi paga?
Un altro elemento da segnalare è che in questo consuntivo si registra che non è stato approvato il contratto decentrato.
E questo mi fa riflettere sulla capacità di interloquire di questa amministrazione. Interloquire per giungere ad una conclusione che tenga conto delle parti in causa e che sappia valorizzare ed armonizzare le proposte.
Anche qui dobbiamo registrare un fallimento.
Residui attivi
I residui attivi ante 2009 ammontano a €136ML su un totale di quasi €280ML, ovvero oltre il 50%
I residui passivi ante 2009 sono di più degli attivi, ovvero €148ML, ovvero 53%.
Mi chiedo: se i residui attivi non sono più esigibili e vanno cancellati, con quali soldi paghiamo i debiti ante 2009? Possiamo esimerci dal pagarli? Un Ente pubblico può fare orecchie da mercante e non onorare un impegno?
Secondo gli indirizzi della Corte dei Conti quelli ante 2009 hanno perso la loro esigibilità e andrebbero cancellati. Se così facessimo, la veridicità del nostro bilancio consuntivo sarebbe minata.
E la questione dei debiti fuori bilancio ancora non riconosciuti mina anch’essa alla veridicità del risultato del consuntivo perché una parte dell’avanzo deve essere vincolata proprio alla copertura di questi debiti. Successivamente alla chiusura dell’esercizio e prima della scrittura del rendiconto sono venuti fuori DFB in attesa di riconoscimento per €773mila!!! L’importo per il 2013 si è cosi praticamene raddoppiato.
In Commissione Bilancio abbiamo richiesto più volte una ricognizione e una previsione dei DFB, ma né a noi consiglieri né risulta agli atti che siano stati forniti tali dati ai revisori dei conti che pure l’avevano richiesti. Anche questo a me sembra grave.
Ecco perché la valutazione che facciamo è negativa.
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