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Servizi comunali in proroga: «Spreco di soldi pubblici»

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«Le continue proroghe per affidare temporaneamente servizi come mense comunali, trasporti, verde pubblico o pulizia di monumenti e caditoie sono il segno tangibile di una mancata programmazione che pagheranno i cittadini di propria tasca. Dare in gestione questi servizi tramite bandi di gara e grandi appalti consentirebbe risparmi notevoli, ma l’amministrazione di Latina, da quando si è insediata, non ha mai voluto fare il bilancio per tempo. Certo è una scelta coraggiosa quella di definire con anticipo il quadro di costi e delle entrate di un’amministrazione, ma è un fatto di scelta politica e nient’altro.

20140105-143652.jpgPer Nicoletta Zuliani, consigliera del Partito democratico, il rinnovo dell’affidamento in concessione del servizio mense nelle scuole e nei centri diurni deciso dal Comune di Latina è solo l’ultimo tassello di un regime transitorio di proroga che interessa tantissimi servizi comunali e di cui sono i cittadini a fare le spese. «Lo si potrebbe evitare se si facesse il bilancio entro i primi mesi dell’anno – sostiene la consigliera piddì – cosa che è assolutamente fattibile perché la normativa dà altri due momenti per mettere a punto la manovra di bilancio, il riequilibrio entro settembre e l’assestamento entro novembre. Se non si fa è perché non lo si vuole fare. È una scelta politica, nient’altro. Una scelta che grava sulle spalle dei cittadini per circa 2 milioni e mezzo l’anno».

«Nelle fasi di riequilibrio e assestamento – spiega la Zuliani – si possono fare variazioni compensative tra i capitoli di bilancio per garantirne l’equilibrio. Questi servizi in proroga e l’impossibilità di fare il bilancio rivendicata dall’amministrazione sono in realtà un alibi e uno spreco di denaro pubblico perché le proroghe hanno costi molto più elevati rispetto all’affidamento dei servizi tramite bandi di gara: pensiamo ai ribassi delle gare: comportano il 30% di risparmio o di servizi in più!

«L’amministrazione fa pagare ai cittadini la mancata volontà di fare il bilancio per tempo – conclude la Zuliani – caricando sulle spalle degli stessi circa due milioni e mezzo di euro l’anno, soldi che potrebbero essere risparmiati se solo si avesse il coraggio di programmare il bilancio nei primi mesi dell’anno.

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Fraternità in politica?

Molti avranno forse sorriso allo stridore della parola fraternità associata alla parola politica. O forse si è pensato a quanto fosse ingenuo associare le due parole.

Ma come si fa a parlare di fraternità in politica? Perché il vescovo Crociata, da poco insediato nella diocesi di Latina-Terracina-Sezze-Priverno, parla di fraternità in politica? (leggi testo integrale)

Anche io sono convinta che la fraternità è ciò che in questa fase di crisi di riferimenti e di indirizzi può aiutare a scrollarsi di dosso gli orpelli ideologici e le cattive prassi sociali: è l’anello mancante alla rivoluzione che ha segnato la storia culturale d’Europa – LIBERTA’, UGUAGLIANZA, FRATERNITA’ – è la “cenerentola” dei cardini della Rivoluzione Francese che ha trovato nell’idea della solidarietà un surrogato efficace ma non risolutivo delle disuguaglianze ed esclusioni che il capitalismo e liberismo economico hanno generato. (La solidarietà è derivata da una concezione scientistica e materialistica della società che riconosce l’interdipendenza degli esseri umani con uguali bisogni primari non garantiti dal sistema economico vigente e pertanto compensati da un atteggiamento solidarista incoraggiato anche per i suoi effetti coesivi sulla società).

Parliamo chiaramente: la fraternità in politica non è darsi pacche sulla spalla, non è il “volemose bene” tra colleghi di diversi partiti, non è il fine del nostro agire, bensì la forma del nostro agire, uno stile, una pratica quotidiana di gesti comunitari, di gesti sociali e per questo politici.

I molti che sono venuti in contatto con l’idea della fraternità come categoria politica (leggi un approfondimento) spesso cadono nella semplicistica conclusione che fraternità come categoria politica significhi lavorare per giungere ad un orizzonte comune di pensiero, o di orientamento politico, oppure la capacità di trovare dei punti in comune.

Non è così.

Fraternità in politica significa lasciarsi mettere in discussione: lasciarsi mettere in discussione dall’altro, dalla sua vita, dal suo pensiero, dalla sua cultura, dalle sue esigenze…
Fraternità in politica significa sospendere le proprie capacità sintetiche per il tempo che si deve al vero ascolto dell’altro.
Si tratta di una pratica di riconoscimento e di legittimazione dell’altro e della sua alterità (con la pretesa di mantenere questa alterità!)

Nella vita politico-amministrativa succede che questa modalità venga talvolta esplicata all’interno dei lavori delle commissioni: il numero dei consiglieri è ristretto (non più di 12-14) e rappresentativo di tutte le forze politiche elette. Nell’analisi delle proposte, degli atti amministrativi, dei documenti di bilancio, dei regolamenti il riconoscimento e la legittimazione che viene riconosciuta reciprocamente rispetto alle competenze di ogni consigliere e/o della dignità delle proposte porta spesso a trovare unanimità. Su temi come gli asili nido, gli orti sociali, le consulte, le barriere architettoniche è stata trovata unanimità di indirizzi, ma poi, nell’attuazione che necessita del passaggio agli uffici capita che le priorità cambino: la burocrazia rallenta le procedure e il politico responsabile dell’attuazione dell’indirizzo si lascia distrarre da tanti piccoli interessi particolari che affollano le scrivanie.

Mentre l’uguaglianza e la libertà mettono l’accento sui diritti del singolo, il concetto di fraternità decentra l’agire, sposta l’accento sull’altro

  • eliminando i privilegi
  • prendendosi cura dell’altro
  • dando priorità ai rapporti con le persone (comunità, face to face)
  • intendendo l’uguaglianza come appartenenza ad una sola famiglia

I politici non sono solo espressione del popolo (e quindi anche della varietà delle tipologie di persone), ma influiscono sulla vita della collettività ostentando uno stile che per la natura altamente comunicativa che la vita politica ha nella nostra società mediatica, è di per sé imitabile ed imitato.
L’incapacità di sciogliere questioni legate a ruoli, lo stallo rispetto a numerosi temi legati a deliberazioni di Consiglio mai attuate, l’assenza dal proprio ruolo con conseguente stagnazione della vita amministrativa sono tutte sfide che si potrebbero vincere se la propria vita politica fosse vista come un servizio, invece che un privilegio.

Un servizio che svolgiamo nei confronti dei nostri fratelli-concittadini.

Attacco a Libera, Zuliani: «Basta con gli interventi tampone»

La consigliera del Pd chiede di lavorare a un progetto comune che coinvolga istituzioni e scuole.

«Basta con le misure tampone, servono piuttosto interventi strutturali e un progetto integrato di larga scala su cui lavorino tutte le parti coinvolte, dalle istituzioni alla società civile». A chiedere un cambio di marcia sollecitando una progettualità comune per la cultura della legalità, fatta di cooperazione e sinergia, è la consigliera del Partito democratico Nicoletta Zuliani, a pochi giorni dall’ennesimo atto intimidatorio al Villaggio della Legalità di Borgo Sabotino.

La struttura gestita da Libera per la quinta volta nel giro di due anni finisce nel mirino proprio a ridosso della decisione dei volontari dell’associazione di Don Ciotti di incrementare la propria attività sul territorio pontino, una decisione che il Partito democratico ha sposato con la Zuliani che ha proposto nelle opportune sedi di fare del Villaggio intitolato a Serafino Famà un luogo di formazione per i più giovani, un punto di convoglio per le scuole e un centro propulsivo di legalità e ricostruzione democratica.20131217_libera (1)

«Ma per fare questo – sostiene la Zuliani – è fondamentale, oggi più che mai di fronte a un nuovo atto vandalico, lavorare non su operazioni tampone ma per stabilire insieme qual è l’obiettivo da raggiungere, ognuno nel proprio ruolo e con le proprie specifiche funzioni». La consigliera fa riferimento alla Regione, al Comune, al prefetto, a Libera, alle associazioni del territorio e all’intera società civile quali attori coinvolti in un più ampio progetto di promozione della legalità. «Quando ci si pone un obiettivo così alto come il ripristino di una legalità violata – afferma la Zuliani – non si può prescindere da un lavoro sinergico e coordinato, mosso da un obiettivo condiviso e dichiarato».

«Nel prossimo incontro istituzionale, già richiesto da Libera al prefetto e al sindaco, sarà importante – conclude la democratica – mettere sul tavolo e condividere un progetto a medio e lungo termine, dunque di più ampio respiro. Gli interventi spot utili a tamponare le emergenze o i danni non servono. Serve invece coordinarsi per un lavoro comune che punti a sostenere nel tempo il Villaggio e l’attività di cui si fa promotrice Libera, coinvolgendo per esempio le scuole e tutte quelle realtà che già si battono per contrastare l’illegalità. Solo con un progetto integrato si può pensare di fare scudo a questi attacchi e di coltivare una cultura della legalità e del senso civico sul territorio».

COMUNE INADEMPIENTE: le consulte aspettano

Un’amministrazione lenta, sorda e cieca. Praticamente inadatta a governare una complessità che dimostra di non conoscere. Un’amministrazione da cancellare. Invece di realizzare quanto essa stessa ha deliberato all’unanimità, si gingilla con il riassetto delle poltrone, lo scambio dei ruoli, la “pesa” dei voti.

Il 12 aprile 2012 il Consiglio Comunale ha deliberato all’unanimità l’istituzione di due importanti consulte, come da Statuto Comunale: la Consulta Scuola/Istruzione e la Consulta Infanzia-Famiglia-Adolescenza. Finalmente avremmo attuato l’articolo 73, comma 2, dello Statuto che prevede l’istituzione delle consulte come organismi di partecipazione popolare per le tematiche inerenti settori sociali di rilievo. Strumenti che non sono stati mai messi in pratica: eppure sono praticamente a costo zero. (leggi la delibera di consiglio, leggi la mozione)

E’ passato un anno e mezzo e nonostante le numerose richieste e sollecitazioni nulla è stato fatto per dare attuazione a quello che il Consiglio Comunale aveva deliberato. E’ una vergogna: un’amministrazione che disattende le proprie direttive.

E allora tre sono le ipotesi:
  • non vuole realizzare ciò che ha deliberato, credendo che bastasse approvare una mozione per azzittire e la minoranza dei Democratici che avanzano istanze di partecipazione popolare e toglierseli di torno
  • non è capace di attuare ciò che delibera, tanto che il presidente della Commissione e l’Assessore di riferimento non hanno mai fatto nulla per concretizzare l’indirizzo del Consiglio
  • ha paura di confrontarsi con i cittadini (soprattutto quelli che non li hanno votati)

In un momento di grande cambiamento che richiede ascolto della base, e attenzione alle richieste dei cittadini lo strumento delle consulte – ripeto a costo zero per l’amministrazione – rappresentano un “must”, un passaggio irrinunciabile per  tutta la classe politica che deve evolvere pena la sua estinzione. L’evoluzione sta nel cambiare lo stile del fare politica: non più operare seguendo le indicazioni dei propri amici o di chi va ripagato per il sostegno dato in campagna elettorale, bensì luoghi istituzionali dove le categorie sociali, gli “stakeholders” collaborano alla definizione degli interventi, e quindi delle politiche che ricadranno su di loro.

Le associazioni di famiglie, di operatori del mondo familiare e dell’infanzia che vivono e operano sul nostro territorio aspettano di offrire il proprio contributo in termini di proposte e prospettive dalle quali osservare la loro realtà che nessun altro conosce meglio di loro. Quale modo migliore per elaborare interventi efficaci? Quale osservatorio migliore per un politico, per un assessore?

Il mondo della scuola con i dirigenti, rappresentanti dei genitori e le associazioni che affiancano le scuole aspettano di poter dire la loro in materia di strutture scolastiche, dimensionamento, mensa, sicurezza, legalità, progetti. Quale luogo migliore di un tavolo istituzionale per osservare l’impatto “scuola” dal punto di vista sociale, economico, produttivo, ed elaborare politiche strategiche per il futuro della nostra città?

Non si creda che ai cittadini bastano le “briciole”delle politche: attenti a farsi belli con le rotonde e con lo sfalcio dell’erba. Occorrono modifiche di sistema. Occorre  coerenza istituzionale. Occorre, almeno, realizzare le delibere di Consiglio Comunale.

Ma ahimé, chi ci governa sta dimostrando di avere un unico interesse per cui spende ore e ore di riunioni: ruoli, rimpasto, spostamenti, poltrone…

 

Raccomandata dai forconi…

Ho aspettato un po’ per comprendere meglio la protesta dei forconi. A Latina sono presenti in piazza del Popolo da qualche giorno, un numero sparuto di persone: a detta loro avrebbero immobilizzato l’Italia e consigliavano di acquistare scorte alimentari come in tempi di guerra.

Intanto emerge una figura di “leader”. Guarda caso: un nostro concittadino.

Non voglio soffermarmi sulla Jaguar, sulle dichiarazioni sugli ebrei, sulla minaccia di bruciare i libri… 

Voglio lasciar parlare loro – ho tagliato ed incollato qui un intervento scritto su FB – e faccio seguire poi una brevissima riflessione.

forconi“Questa mattina mentre si manifestava, in piazza del popolo arriva una signora gravamente malata, si lamentava del comportamento dei servizi sociali di latina che non gli dava una mano, dopo il comizio di calvani una delegazione di cittadini hanno chiesto e ottenuto, un incontro con il sindaco giovanni di giorgi…. alcuni minuti di attesa e ricevuti dal sindaco…. ascoltata la storia di questa povera donna il sindaco immediatamente ha sollecitato i servizi sociali, risolto il problema un ringraziamento di cuore al sindaco di latina per il gesto nobile nei confronti di questa povera donna…. ci voleva il sindaco a risolvere il caso, il suo delegato l’assessore fanti detta da questa signora e sempre stata latitante…. la delegazione dei cittadini ha chiesto pubblicamente a voce alta la rimozione della fanti…. grazie sindaco….”

Una protesta che vuole racchiudere in sé tutto il disagio del popolo italiano è una protesta nella quale tutti dovrebbero sentirsi rappresentati. Molti, invece, non provano sintonia: c’è qualcosa che stona.

Manca, infatti, una visione sociale. Come si fa a dire “grazie sindaco” per aver pensato alla vecchietta malata. “Nobile” per essersi interessato personalmente
Un sindaco deve far funzionare la macchina amministrativa PER TUTTE le signore anziane e in difficoltà… Nobile è lavorare perché  TUTTI siano importanti, non che uno diventa più importante dell’altro perché riesce ad avere le attenzioni del potente di turno. Il sindaco ha la responsabilità del lavoro di TUTTI i suoi delegati: gli assessori sono infatti “delegati” da lui ad occuparsi della cosa pubblica secondo le SUE linee e indicazioni nei vari ambiti: è come se fossero una cosa sola! Gli assessori sono espressione del sindaco!

I forconi sono incappati nel peggior vizio italiano: quello della strada privilegiata, quello del canale privato per la soluzione dei problemi, quello clientelare.

La povera signora, ha ottenuto quello di cui necessitava.
Ahimé, con una raccomandazione da parte del nuovo movimento rivoluzionario dei forconi.

A tutte le altre signore in difficoltà dobbiamo dire:
mi dispiace, v’è andata male.

Ma quale cultura?

Il Piano esecutivo di gestione è stata esaminato oggi in Commissione Bilancio. Al settore culturale le stesse cifre dello scorso anno
Nicoletta Zuliani spinge per intercettare i fondi europei attraverso personale adeguatamente formatosatricum-foto

È stato analizzato questa mattina in Commissione Bilancio il Piano esecutivo di gestione 2014. Il documento previsionale assegna al settore della cultura circa 70mila euro, ovvero la medesima cifra stanziata lo scorso anno per lo stesso settore.

«Sono briciole – afferma la consigliera del Partito democratico Nicoletta Zuliani a fine seduta – somme irrisorie che non bastano ad investire su un patrimonio culturale importante che se opportunamente sostenuto e valorizzato potrebbe incrementare la forza attrattiva della nostra città. Per l’amministrazione comunale i beni culturali sono evidentemente un costo, non una risorsa. Ma non c’è da stupirsi considerato che la città è priva da anni di una politica culturale né ha un assessore specifico al settore o un interlocutore politico con cui interfacciarsi sui temi della cultura».

euPer la consigliera democratica servirebbe un’impostazione diversa orientata anche ad intercettare i finanziamenti e le risorse messe a disposizione dall’Unione europea per favorire la promozione della cultura attraverso il sostegno di iniziative meritevoli. «L’Italia – spiega la Zuliani – riceve circa 30 miliardi di fondi Ue che però restano inutilizzati, quando con la crisi attuale dovrebbero essere una manna. E se non saranno spesi entro il 31 dicembre 2015 ritorneranno a Bruxelles. Per cogliere le chance offerte dall’Europa servono progetti validi e persone con conoscenze e competenze specifiche, che conoscano per esempio le lingue straniere considerato che i testi dei bandi dell’Ue sono disponibili solo in inglese, francese e tedesco. Posto che ad oggi nella nostra amministrazione non ci sono persone in grado di intercettare questi fondi, sarebbe il caso di avviare al più presto una politica di formazione per il personale attualmente impiegato oppure si potrebbe utilizzare personale già formato ricorrendo ad esperti esterni».

La Zuliani, nel corso della seduta, ha anche voluto ricordare i punti del programma della coalizione di centrodestra proposti in ambito culturale, sbandierati dal sindaco ai tempi in cui è stato eletto, ma mai realizzati (e ignorati dagli altri consiglieri di maggioranza):

  • infrastrutture moderne, adeguate e accoglienti;
  • 
il Mela Park (Multimedia Eventi Laboratori Artistici), cittadella alle porte della città che doveva ospitare eventi fino a ottomila partecipanti;
  • laboratori di produzione artistica;
  • il nuovo conservatorio;
  • un centro multimediale;
  • una vetrina per le imprese del territorio;
  • spazi nel verde per gli sport minori.

La Zuliani ha chiesto in Commissione se almeno sono state avviate le procedure necessarie alla realizzazione di uno o più punti di questo programma, ma non ha avuto alcuna risposta in merito.

«È scandaloso – conclude la consigliera – che ci si presenti ad una competizione elettorale forti di punti programmatici che poi, una volta vinte le elezioni, non trovano attuazione ma restano solo sulla carta e finiscono nel dimenticatoio. Nessun Piano esecutivo di gestione dell’era Di Giorgi ha infatti mai contenuto questi sette punti, che evidentemente altro non erano che bugie dette ai cittadini».

Cities for Life, il Pd interpella il sindaco

«Vogliamo sapere se Latina è ancora una città contro la pena di morte e come l’amministrazione intende sostenere la campagna a cui ha aderito un anno fa» La consigliera del Partito democratico di Latina Nicoletta Zuliani ha presentato un’interrogazione (leggi il testo dell’interrogazionefoto)  al sindaco Giovanni Di Giorgi per sapere se Latina vuole continuare ad essere una città contro la pena di morte e per capire se l’amministrazione comunale aderisce ancora alla campagna “Cities for Life – No Justice without Life” e come pensa di farlo considerato che tutte le iniziative organizzate nell’ambito della campagna promossa dalla Comunità di Sant’Egidio sono state puntualmente disertate.

La Zuliani vuole vederci chiaro e andare fino in fondo alla questione per cui Latina risulta tra le 1600 città nel mondo ad aver aderito alla campagna internazionale per l’abolizione della pena di morte, ma di quest’adesione non c’è traccia alcuna: l’amministrazione ha formalmente aderito all’iniziativa nel novembre 2012, ma non ha mai comunicato la sua partecipazione al progetto ai cittadini tanto meno ha preso parte agli eventi legati alla foto 1 campagna. Così, dopo la denuncia a mezzo stampa, la consigliera democratica chiama in causa il primo cittadino, che tra l’altro trattiene in sé la delega alla cultura, per avere lumi sulle intenzioni dell’amministrazione in merito.

Il Comune ha mancato di rispondere alla richiesta degli organizzatori internazionali rispetto alle modalità con cui Latina intendeva aderire all’iniziativa né ha partecipato con un qualche delegato all’incontro con l’ex condannato a morte, Shujia Graham, tenutosi lo scorso 28 novembre al liceo Manzoni. Eppure era stata caldamente e più volte invitata a farlo.

«Sono gravi mancanze per una città che si fregia di essere vicina agli ultimi» afferma la Zuliani che ha deciso di rivolgersi direttamente al sindaco per sapere «per quale motivo la città non ha partecipato ad alcuna forma di sostegno visibile all’iniziativa; se è vero che la mancata illuminazione della Torre Civica il 30 novembre, gesto simbolico condiviso da tutte le altre Cities for Life, è dipesa dai costi eccessivi, così come è stato comunicato verbalmente dagli uffici ad un rappresentante di Cities for life; se l’amministrazione ha cambiato linea rispetto alla decisione dello scorso anno di aderire a “Cities for Life” e, in caso aderisse ancora all’iniziativa, come intende contribuire alla cultura per la vita promossa dalla campagna».

«Finora non è stato fatto nulla – chiude la Zuliani – ci aspettiamo quantomeno delle spiegazioni. Spiegazioni che l’amministrazione deve prima di tutto ai cittadini».

DECRETO SCUOLA in pillole

Decreto scuola “in pillole” (scarica)

Dossier scuola PD

Il dossier sul lavoro della Commissione VII alla Camera (Istruzione) con tutti gli interventi in aula, le proposte del gruppo parlamentare PD. (scarica)

Latina è Cities for Life, ma nessuno lo sa

L’amministrazione diserta un incontro organizzato nell’ambito della campagna presso l’aula magna “I.Salvezza” del Liceo Manzoni di Latina.

«Latina è annoverata tra le città contro la pena di morte. Il Comune ha aderito esattamente un anno fa alla campagna “No Justice without Life”, ma nessuno lo sa e anche la stessa amministrazione comunale sembra Latina city for lifeessersene dimenticata». Lo sottolinea la consigliera del Partito democratico Nicoletta Zuliani che ha scoperto che a ridosso del 30 novembre del 2012 il Comune ha fatto esplicita richiesta perché la nostra città facesse parte delle Cities for Life, richiesta che è stata accolta. Per cui Latina, come testimoniato sul sito www.citiesforlife.santegidio.org  risulta tra le 1600 città nel mondo ad aver aderito alla campagna promossa dalla comunità di Sant’Egidio per l’abolizione della pena di morte nei paesi in cui vige ancora l’istituto e in difesa del diritto alla vita dei condannati nel braccio della morte.

«Eppure – rende noto la Zuliani – sul sito del comune non c’è traccia di quest’adesione. Non solo: ieri, presso il liceo Manzoni, si è tenuto un importante incontro con un ex condannato a morte Continue reading