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Lotta all’evasione: lo strumento c’è ma il Comune non lo usa.

Pur avendo lo strumento, il Comune di Latina non lo ha mai utilizzato per la lotta all’evasione fiscale.
Il SICT (Sistema Integrato Comunale Territoriale) può essere utilizzato da tutti settori da subito con una serie di funzioni che possono suonare rivoluzionarie.

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In soldoni, è uno strumento che, permette di individuare, con un sistema di dati cartografici stratificati, le varie costruzioni abusive, costruzioni non accatastate, proprietari intestatari di beni non registrati e quindi non soggetti a imposte. E’ un sistema che esiste già da diversi anni nel server dei Servizi Demografici del nostro comune, ma che non è stato mai messo nelle condizioni di essere utilizzato al 100% delle sue possibilità. Un sistema “open source”, quindi, completamente gratis.
Nel database ci sono foto aeree del 2004-2005 e del 2008-2009 che, se confrontate con un sistema di sovrapposizione, possono far emergere le varie modifiche in termini di edifici costruiti. Sono nel database sono inclusi i dati delle basi catastali del 2000, 2009 e 2011, le sezioni del censimento del 2001 e del 2011, la viabilità, i numeri civici rilevati. Tutti questi dati visualizzabili su carte stratificate permettono di stanare tutti gli evasori di tutte le imposte comunali.
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Riduzioni Tares per gli esercenti che rinunciano al gioco d’azzardo

“In occasione dell’approvazione del regolamento TARES proporremo un emendamento per la riduzione della parte fissa della tassa di almeno il 50% per quegli esercenti che dichiareranno di non installare o che dismettono videopoker e slot machine”. La consigliera comunale del Partito democratico Nicoletta Zuliani insieme a tutto il PD suggerisce all’amministrazione di allinearsi con i numerosissimi comuni in Italia che facilitano quegli esercenti che rinunciano a migliaia di euro di introiti al mese pur di non avere nel proprio negozio le macchinette per il gioco d’azzardo.

A sostegno di questo contrasto alla ludopatia il Consiglio Regionale del Lazio ha approvato il 5 agosto scorso una legge che consente ai comuni di  incentivare la dismissione o la non installazione delle macchinette del gioco d’azzardo attraverso sgravi fiscali. (LEGGE REGIONALE 5 del 5 ago 2013)

regole del gioco“Dobbiamo avere il coraggio di fare scelte PRO-SOCIALI, strada imboccata già da numerosi comuni d’Italia che sanno che il gioco d’azzardo è ormai diventato un tema legato alla legalità: attorno al gioco d’azzardo , infatti purtroppo, gravita la malavita che da questo giro trae larghissimi guadagni”.

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Viale Le Corbusier: problemi di sicurezza stradale davanti al Manzoni

“L’unica nota stonata della cerimonia di questa mattina (11 settembre 2013) è stata Viale Le Corbusier, la strada a scorrimento veloce dove i nostri ragazzi rischiano la vita ogni giorno”. La consigliera comunale del Pd Nicoletta Zuliani commenta così la cerimonia di apertura dell’anno scolastico al liceo statale Manzoni di Latina alla presenza dei vertici dell’amministrazione provinciale, gli insegnanti, i genitori dei ragazzi di prima e gli studenti delle quinte classi. foto 1“C’ è stata l’inaugurazione del restyling con il quale la scuola è stata colorata in base ai principi della cromoterapia – ricorda la Zuliani – ed è importante che ci siano ambienti in cui le relazioni avvengono in una cornice di bellezza. Ma appena si mette piede oltre il cancello della scuola comincia un inferno: Viale le Corbusier è una strada larga, dritta e lunga con i marciapiedi piccolissimi e le macchine che corrono.  Le richieste di garantire l’incolumità degli studenti del dirigente come rappresentante scolastico e mie in qualità di consigliere comunale sono Continue reading

Chi è fiero di questa amministrazione?

È da mozzafiato la velocità con cui si stanno facendo i lavori allo Stadio Francioni di Latina per permettere alla nostra squadra di calcio di giocare degnamente in serie B.

Ed è avvilente constatare che l’amministrazione di Latina fino ad oggi è sembrata arrancare, perdere fondi regionali ed europei, una macchina lenta e rotta.

20130716-191206.jpgForse ce lo hanno fatto solo credere!
In realtà è un’efficiente macchina pubblica: da domani apre il cantiere per i primi lavori nello stadio, entro dieci giorni iniziano i lavori per i nuovi spogliatoi. Gli scivoli per le carrozzelle e i marciapiedi entro la circonvallazione sono ancora come all’inizio Consiliatura, quando abbiamo stanziato i primi €30.000 come opposizione per uno studio di abbattimento delle barriere architettoniche. Poi certo, sono stati ipotizzati altri fondi, è stato fatto un Piano Esigenziale, riunioni su riunioni, ma di gara… ancora non se ne parla: bisogna ancora affidare il progetto, aspettare che venga finito, poi inizia tutto il resto relativo alla gara ecc… E poi, c’è stato l’impiccio dello stadio… Accidenti, dobbiamo fare prima quello. Continue reading

Consulta Famiglia/Infanzia/Adolescenza

 

Leggi la proposta di Regolamento

 

 

PROPOSTA di REGOLAMENTO della CONSULTA FAMIGLIA-INFANZIA-ADOLESCENZA

PROPOSTA
di
REGOLAMENTO
della
CONSULTA
FAMIGLIA-INFANZIA-ADOLESCENZA
Comune di LATINA

Art.1 (MOTIVAZIONE)
1. La famiglia rappresenta il soggetto privilegiato per la trasmissione dei valori etici, culturali, sociali e spirituali essenziali per la crescita, l’educazione, lo sviluppo ed il benessere della persona e della comunità locale.
2. Concorrono al medesimo scopo tutte quelle organizzazioni, associazioni e gruppi che, in modo organizzato e continuativo, tendono a sostenere e fornire strumenti alla famiglia nella custodia, tutela e formazione delle nuove generazioni soprattutto nelle delicate fasi dell’infanzia e dell’adolescenza.
3. La rappresentanza delle famiglie e delle suddette associazioni/gruppi/organizzazioni sul territorio comunale si pone a pieno titolo come interlocutore delle istituzioni ed è parte attiva delle scelte che riguardano il mondo della famiglia, dell’infanzia e dell’adolescenza.

Art.2 (ISTITUZIONE)
1. Per la concreta attuazione di tali intendimenti è istituita e riconosciuta la Consulta Comunale per la Famiglia/Infanzia e Adolescenza quale organismo autonomo, con funzioni propositive e consultive sulle politiche familiari, dell’infanzia e dell’adolescenza, in attuazione del principio di sussidiarietà, nonché strumento di partecipazione, di aggregazione, di analisi e di confronto con le realtà sociali presenti nel territorio.

Art.3 (FINALITÀ E SCOPI)
1. La Consulta Comunale per la Famiglia/Infanzia e Adolescenza concorre all’elaborazione delle politiche che interessano direttamente gli ambiti della famiglia, dell’infanzia e dell’adolescenza.
2. In particolare ha il compito di:
a. stimolare l’Amministrazione Comunale ad attuare provvedimenti concreti a favore della famiglia/infanzia/adolescenza effettuando un monitoraggio costante sulla situazione delle famiglie presenti sul territorio comunale e sulle comuni esigenze che via via vengono a modificarsi in seguito a cambiamenti economici, culturali, sociali
b. proporre misure e azioni da realizzare da parte dell’Amminsitrazione volte al sostegno e al benessere e alla prevenzione di insorgenze problematiche relative al mondo della famiglia, dell’infanzia e dell’adolescenza
c. fornire pareri obbligatori, anche se non vincolanti, rispetto a tutte quelle misure programmate dall’Amministrazione che hanno effetti di tipo economico, organizzativo e sulla qualità della vita delle categorie rappresentate
d. promuovere iniziative atte a diffondere una cultura della famiglia come valore primario e fondante del vivere sociale, rendendo la comunità e le istituzioni più attente e sensibili ai problemi che la riguardano
e. incentivare la collaborazione attiva e funzionale tra soggetti pubblici e privati che operano per la realizzazione di interventi a favore della famiglia/infanzia/adolescenza
f. contribuire al miglioramento globale dei servizi offerti in dell’Amministrazione Comunale, alla promozione di interventi in ambiti specifici che possano avere una rilevanza per l’innanzamento della qualità delle categorie che vuole rappresentare
g. promuovere incontri pubblici, di approfondimento e di studio sui temi propri della Consulta

Art.4 (COMPOSIZIONE)
1. Possono chiedere di far parte della Consulta, con domanda specifica indirizzata al Sindaco in sede di prima istituzione, le Associazioni, gruppi, organizzazioni che operano in modo continuativo da almeno due anni sul territorio comunale, con finalità e scopo a favore della valorizzazione, promozione e sostegno delle categorie che la Consulta rappresenta.
2. La domanda per entrare a far parte della Consulta dovrà indicare il nome del rappresentante e di un suo delegato supplente
3. Alla domanda va allegato lo statuto e/o progetti documentati dai quali si evincono finalità e scopo delle attività
4. Partecipano alla consulta
A. il sindaco o un suo delegato
B. l’assessore di riferimento rispetto alle tematiche in discussione
C. il presidente della Commissine Consiliare competente (Famiglia/Infanzia/Adolescenza) o suo delegato
D. un consigliere rappresentantante della minoranza

Art. 5 (FUNZIONAMENTO)
1. La Consulta si riunisce non meno di due volte l’anno e comunque ogni volta che vi sia la necessità, presso i locali opportunamente comunicati nella convocazione. Il Presidente predispone l’ordine del giorno comunicandolo, in forma digitale (e-mail), unitamente alla convocazione con l’indicazione della data, dell’orario e del luogo della riunione, almeno cinque (5) giorni naturali e consecutivi prima dell’incontro a tutti i componenti della Consulta, agli eventuali soggetti esterni invitati a partecipare alla seduta e al Sindaco.
2. In caso di particolari urgenze, la Consulta può essere convocata per via breve dal Presidente o su richiesta di almeno un terzo (1/3) dei componenti, nonché su richiesta del Sindaco o degli Assessori richiedenti i pareri, almeno ventiquattro ore (24 h) prima rendendo contestualmente noto l’ordine del giorno.
3. In qualsiasi momento, per esigenze particolari e contingenti, l’Amministrazione Comunale, attraverso propri uffici, può procedere all’immediata convocazione della Consulta, comunicando l’argomento della discussione.
4. La Consulta può organizzare il proprio lavoro in commissioni qualora lo ritenga opportuno.
5. Spetta al Presidente coordinare le riunioni della Consulta. In caso di assenza del Presidente, la Consulta nomina tra gli intervenuti, a maggioranza semplice dei presenti, di volta in volta, un Vice-Presidente che lo sostituisce per quella sola riunione.
6. Le riunioni sono valide qualora siano presenti almeno la metà dei componenti.
7. La Consulta adotta le sue decisioni con la maggioranza semplice dei votanti. In caso di parità di voti, il voto espresso dal Presidente vale doppio.
8. Le sedute della Consulta non sono pubbliche, ma ad esse possono essere espressamente invitati soggetti esterni in qualità di relatori che, senza diritto di voto, per la particolare competenza professionale o per rappresentatività siano in grado di fornire contributi qualificati e supporto sullo specifico argomento iscritto all’ordine del giorno.
9. Di ogni incontro viene redatto apposito verbale, a cura del Segretario, da far pervenire all’ufficio di protocollo comunale entro e non oltre sette (7) giorni successivi alla seduta. Qualora il Segretario risulti assente, viene nominato dal Presidente un sostituto tra i presenti che ne faccia le veci per quella sola riunione.
10. Nel verbale devono essere indicati: i nominativi dei presenti; l’ordine del giorno; una sintesi degli argomenti trattati; le modalità e gli esiti delle eventuali votazioni; proposte emerse ed eventuali pareri richiesti dall’Amministrazione Comunale su specifici argomenti.
11. Nel caso in cui, oltre a semplice confronto su temi particolari, la Consulta intenda avanzare una proposta all’Amministrazione, questa va adottata con il voto della maggioranza semplice dei votanti. In tal caso, oltre al verbale redatto dal Segretario, il Presidente presenta all’Amministrazione Comunale la proposta con il risultato della votazione.

Art. 6 (DIMISSIONI)
Ogni membro della Consulta ha diritto a presentare le proprie dimissioni, motivandole, a mezzo email indirizzata al Presidente e, per conoscenza, al Sindaco.

Art. 7 (DURATA E DECADENZA)
1. I membri della Consulta restano in carica per la durata della legislatura e, in assenza di espresso pronunciamento da parte del Consiglio Comunale, fino alla nomina dei nuovi Amministratori.
2. I membri della Consulta decadono se per tre volte consecutive, senza darne giustificazione al Presidente, non partecipano alla seduta.

Art. 8 (SOSTITUZIONE)
Per tutti i componenti della Consulta che siano dimissionari o decaduti il Consiglio provvede, ai sensi dell’art. 6 del presente regolamento, alla loro sostituzione mediante nuova elezione procedendo alla reintegrazione dei soli membri mancanti. In questi casi il numero massimo dei candidati sarà pari al numero dei componenti da sostituire.

Art. 9 (MODIFICHE AL PRESENTE REGOLAMENTO)
Il regolamento della Consulta può essere modificato, in tutto o in parte, dal Consiglio comunale con propria deliberazione. Per apportare modifiche al presente regolamento la Consulta può proporre al Consiglio Comunale, tramite i rappresentanti in essa contenuti, la modifica degli articoli o dei commi del Regolamento con deliberazione approvata a maggioranza di due terzi (2/3) dei suoi componenti.

Art. 10 (FINANZIAMENTI)
L’Amministrazione comunale, con atto motivato, in collaborazione con la Consulta, può supportare anche finanziariamente le iniziative intraprese da questa.

Art. 11 (Disposizioni finali).
Le disposizioni concernenti le elezioni dei membri della consulta non si applicano alle Consulte insediate prima dell’entrata in vigore del presente regolamento. Il presente Regolamento entra in vigore alla data di approvazione dello stesso da parte del Consiglio Comunale.

Talenti made in Latina

Bravissimi!!!

Giostre ai “giardinetti”: nessun bando. Manca il Regolamento.

La consigliera del Pd ha presentato un’interrogazione per capire quali siano le intenzioni dell’amministrazione sulle aree per gli spettacoli viaggianti.

Il bando che l’assessore Picca aveva promesso per le giostre nei giardini pubblici di Latina non si farà perché non esiste un regolamento per la gestione delle aree per gli spettacoli viaggianti”.

Nicoletta Zuliani, consigliera comunale del Partito democratico, ha scoperto, dopo il caso delle giostre che un privato senza nessun titolo concessorio o  di autorizzazione per dieci anni aveva tenuto nei Parco Mussolini di Latina (il tutto al momento è sotto sequestro), che è impossibile al momento mettersi in regola perché il Comune non ha mai regolamentato la  materia, quindi di fatto è fuori norma.

giostrine

“L’amministrazione deve stabilire – spiega la Zuliani – quali sono le aree comunali destinate agli spettacoli viaggianti, ad esempio, categoria cui faceva parte il complesso dei giochi nel parco. Questa tipologia non potrebbe sostare per più di tre mesi, ad esempio. Per fare un semplice regolamento come questo sono coinvolti tre settori: attività produttive, patrimonio e ambiente. La poca agilità con cui si muove la macchina del nostro comune crea situazioni di stallo pericolose.

Ma il vero punto debole dell’amministrazione comunale di Latina è che non ci sono criteri condivisi per la gestione della città e quindi per zittire le pressioni delle categorie, che rivendicano diritti giusti, deve ricorrere all’emergenza, e quindi ad assegnazioni fuori norma, estemporanee e provvisorie. Ma, si sa, in Italia il provvisorio spesso diventa permanente… Un continuo problem solving con il quale si deroga alle regole”

Gli uffici non convocano le conferenza dei servizi ma soprattutto la politica non ha una visione strategia dell’uso del territorio, manca una visione dettata da chi governa il nostro territorio.

lente“L’assessorato alla gestione del territorio – continua la consigliera del Partito democratico – non deve occuparsi solo di urbanistica, perché il territorio comprende anche gli spazi per l’infanzia, ad esempio. Servirebbe uno studio sulle proiezioni demografiche per capire in quali zone di Latina abitano più bambini e dove invece ci sono più anziani. La lettura dei dati permetterebbe una programmazione più attenta delle esigenze della città permeando tutte le scelte, anche le più minute, su una visione generale e articolata e non dettata dalle emergenze del momento”.

La consigliera Nicoletta Zuliani ha presentato un’interrogazione all’Assessore al Patrimonio (leggi l’interrogazione) per chiedere quali sono le aree destinate agli spettacoli e soprattutto quali siano le intenzioni dell’amministrazione.

“Avere aree pubbliche attrezzate, magari con giostre e chioschi – conclude la consigliera Nicoletta Zuliani – darebbe lavoro a tante persone e un servizio alla città. L’amministrazione si muova: perseguire la strada della regolamentazione la libererà dal giogo delle emergenze e delle pressioni fatte ai singoli”.

TEST INVALSI: i “mal di pancia” della valutazione italiana

Ma cosa sono questi test INVALSI? Perché gli studenti (e alcuni sindacati della scuola) protestano contro questi test? A che servono?

Un sistema come la scuola italiana, che lavora al raggiungimento di obiettivi di tipo cognitivo e sul piano delle competenze, che si erge a valutatore delle competenze che essa stessa produce non può esimersi dal voler “misurare” la strada che ha fatto e quanta ne resta da fare per dirsi “a meta”. Infatti le Prove INVALSI tendono a rilevare non quanto i ragazzi sanno, bensì quanto sanno fare con le conoscenze acquisite: non sono altro che la rilevazione delle COMPETENZE, ovvero, la capacità d’USO dei saperi.

Abbiamo bisogno, come scuola italiana, di conoscere a che punto ci collochiamo sulla scala delle scuole europee rispetto al raggiungimento degli obiettivi educativi: il mercato del lavoro è in fortissima mobilità ed è interesse dei nostri ragazzi tringessere competitivi con i loro concittadini europei sul piano dell’offerta delle competenze sul mercato EU. I dati OCSE-PISA, IEA, quindi sono importantissimi per capire come incidere in maniera più efficace nel percorso educativo della scuola italiana, come migliorare.

Attualmente i dati dei test IVALSI riguardano le competenze in soli due ambiti: matematica ed italiano e riguardano gli studenti della 1a media, della 3a media e del secondo superiore. Solo i dati relativi alla 3a media hanno un peso nella valutazione finale degli studenti pari a 1/7 del totale.

Ma perché tanto chiasso? Da una parte ci sono le proteste dei docenti e dall’altra degli studenti.

Effettivamente ci sono delle criticità rispetto al merito delle prove e anche rispetto alle modalità di somministrazione.

Il merito: le prove tendono ad accertare tipologie di competenze in linea con quelle concordate insieme agli altri paesi europei. Ci si lamenta che le prove sembrino astruse… Vi è mai capitato di vedere un ragazzo con voti alti a scuola che nella vita non riesce a concludere? O un ragazzo che, difficile a scuola e pluribocciato, sia diventato un imprenditore di sé stesso con successo nella vita? Cosa manca alla scuola che non le permette di individuare e valorizzare capacità e competenze che la vita fuori della scuola invece premia? Dobbiamo atteuropaenerci allo studio a casa e al “saper ripetere” fatti e autori? Le prove INVALSI non devono accertare il sapere, ma il saper fare. E questo, come principio, mi pare positivo.

Credo che molto nella scuola, come sistema, vada rivisto.

In diversi casi capiamo, anche senza dati, che la scuola italiana è indietro rispetto all’Europa a causa dell’arretratezza delle metodologie didattiche in diverse materie, del ritardo con cui le nuove strumentazioni a servizio della didattica sono a disposizione, della carenza di fondi per un serio aggiornamento dei docenti, della bassa duttilità di tutto il progetto formativo-organizzativo che richiederebbe un organico (di personale) funzionale al raggiungimento dei suoi obiettivi. Di recente, poi, con la “riforma” Gelmini ed il decreto Brunetta, la scuola è stata letteralmente falcidiata attraverso tagli orizzontali e verticali: aumento del numero degli alunni per classe, riduzione delle materie con conseguente impoverimento dell’offerta formativa, matquasi azzeramento delle materie laboratoriali e pratiche, riduzione delle ore per gli insegnanti di sostegno… Continue reading

Il mio intervento (per l’Assemblea Nazionale 11 maggio 2013)

Voglio rispondere a Pierluigi Bersani: siamo all’altezza? Vediamo. Io dico che abbiamo le potenzialità, le vedo, ma queste non bastano anche se sono necessarie.

Abbiamo reso palese una divisione che ci portavamo dentro, danneggiando il paese. Abbiamo lasciato che i distinguo al nostro interno diventassero divisioni.

Perché io vedo che la vera sfida sarà sul fronte di come ci sapremo organizzare, anche localmente, e sui grandi temi sociali che sapremo affrontare: è qui che sta il vero terreno di lavoro che dobbiamo preparare e che deve andare oltre i personalismi e i gruppi delle correnti (ammesso che le correnti siano ancora portatrici di pensiero)

Perché il nocciolo del problema, è questo: possono stare insieme persone che la pensano diversamente? Possiamo essere diversi e sentirci la stessa cosa?
Come si fa ad essere UNITI?

Al nostro interno abbiamo distinzioni, ma non dobbiamo confonderle con le DIVISIONI.
UNITI non significa UGUALI. Sembra, ma non è.

Avere la stessa idea non fa l’unità: fa pensiero unico, che noi aborriamo!

L’unità NON va ricercata unicamente nella sfera del pensiero, nella sfera delle idee. Noi siamo persone e non siamo fatti solo di intelletto e di idee. Dobbiamo considerare l’aspetto affettivo ed emozionale del nostro essere che ci rende RELAZIONE.
L’unità va costruita attraverso la relazione. L’uomo, essendo animale politico come diceva Aristotele, non può prescindere dalla relazione.

E allora, da che mondo è mondo, l‘addizione serve per aumentare, potenziare.
La divisione per diminuire, indebolire.

Metterci insieme noi democratici, che parliamo la stessa lingua del confronto, del merito, della trasparenza, del no alle deroghe, della valorizzazione dei giovani e delle nuove generazioni dentro e fuori del partito, del no ai doppi incarichi, della valorizzazione del contributo delle donne, della cultura come motore del paese QUESTO è il nostro massimo comune denominatore. Ci unisce, ci moltiplica, ci fa più forti.

Essere DEMOCRATICI non è solo un fatto di idee, è un fatto di stile.
Dobbiamo fare in modo che la gente, gli elettori ci riconoscano per lo STILE, per come ci muoviamo, per come prendiamo le decisioni, quale criterio abbiamo per scegliere i nostri dirigenti, come comunichiamo, per il rapporto che teniamo con i nostri elettori, per questo devono  riconoscerci come DEMOCRATICI.
Questa è l’anima del Partito Democratico: lo stile, il nostro stile. Continue reading