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Palestre e campi: verso un riordino.

Il lavoro fatto dagli uffici nell’ultimo anno è stato notevole: hanno prodotto elenchi, verificato la legittimità delle assegnazioni, avviato incontri con i dirigenti scolastici, tutte operazioni propedeutiche al riordino di una situazione probabilmente che si è voluta tenere confusa per anni.
Era necessaria una maggiore trasparenza rispetto alla pubblicazione dell’assegnazione delle palestre alle varie società sportive e così è stato predisposto dagli uffici: verranno pubblicati tutti i nomi delle associazioni sportive che usufruiscono di quali palestre.   A giugno 2015 verrà fatto il bando per le nuove assegnazioni delle strutture sportive (campi e stadio) e scolastiche.

Avevo segnalato danni riportati dai presidi ma mai riparati se non con soldi di bilancio: ci è stato confermato dagli uffici che mai è stata messa in atto il ricorso alle assicurazioni che obbligatoriamente le società sportive devono avere per poter usare tali strutture e conservarle integre.
Anche qui, sciatteria. Avremmo potuto usare i soldi delle assicurazioni per riparare le strutture danneggiate. E invece…

Si sta completando il regolamento dove vengono stabilite anche le nuove tariffe ma devo rilevare il ritardo di questa amministrazione nel porre ordine in questo settore: ci sono voluti quattro anni (e siamo a fine consiliatura) per redigere un nuovo e più attuale regolamento comprensivo di tariffe. Nelle commissioni questo regolamento “gira” da tre anni…
Altro tema: gli introiti.
Nel 2014 tra palestre scolastiche, stadio, piscina e palasport sono stati incassati dal Comune di Latina circa 64 mila euro così ripartiti:
- palestre scolastiche €34mila(€9 all’ora)
- piscina €7mila
- palasport €23mila
- stadio €0
Non faccio commenti…

Come PD proponiamo di progettare un piano di valorizzazione di questi beni immobili comunali per aumentare gli introiti e di finalizzare gli i proventi delle palestre per la manutenzione delle stesse.
Attualmente questi soldi vanno nel calderone del bilancio comunale e non hanno una destinazione assegnata. Noi vorremmo che questi introiti vengano spesi per la manutenzione degli stessi impianti sportivi per garantirne la sicurezza e la loro valorizzazione.

L’assessore-prefetto Salvatore La Rosa si è dimesso

L’assessore-prefetto Salvatore La Rosa si è dimesso.

(leggi il mio precedente articolo sul’assessore divenuto scomodo)

Un “signore” in mezzo a tanti piccoli uomini.
E non perché i piccoli uomini siano necessariamente i politici, ma perché riconoscere cosa sia BENE COLLETTIVO e saperlo far vincere in mezzo a tanti interessi privati è da persone dalla statura moralmente alta e che hanno un senso dell’etica pubblica elevato.
La maggior parte lo ha considerato un “tecnico” perché non proveniente da un gruppo politico.
Certo, non un tecnico dell’urbanistica.
La sua specialità è la legalità, il senso delle istituzioni, il rispetto delle regole
Di fatto, però, essendo stato chiamato da un sindaco e avendo ricevuto una delega per suo conto, aveva accettato di entrare a far parte di una “squadra politica” che dovesse esprimere e realizzare precise linee dettate dal sindaco. Quando si esprime una linea politica su delega del sindaco, si diventa di fatto dei politici. Ma qual’è la linea politica che su delega del sindaco l’assessore La Rosa doveva incarnare? Certamente la linea della legalità, dell’onestà, della correttezza procedimentale in un ambiente, come quello dell’urbanistica, sfregiato da correttivi e forzature apportate da interessi privati.

Questa era la maschera che l’ex prefetto si è accorto che tutti indossavano: quella della della finta legittimità nonostante tutto, nonostante il responso della “Cassazione”, come la Regione Lazio era stata chiamata dal sindaco Di Giorgi e da lui stesso, nonostante il suo parere che, evidentemente, è stato considerato meno di quello di Tedeschini.

Ciò che lui aveva portato come contributo è stato smentito, rifiutato, rinnegato dallo stesso sindaco che lo aveva scelto. Restare avrebbe significato smentire se stesso, e questo, l’ex-prefetto, non lo avrebbe mai fatto.

Saluto l’assessore Salvatore La Rosa con grande stima e con un ringraziamento: in questo breve periodo lui ha veramente amato la nostra città, si è reso disponibile, ci ha messo la faccia, si è messo a servizio di un obiettivo nel quale lui ha creduto, ma si è accorto che era impossibile perseguirlo in solitudine.

Latina, Dublino, Valencia e i taxi

Commissione Commercio,   8 aprile 2015, ore 12:30
La mia proposta per avvicinare Latina alle altre città europee.

imageIn tutte le città europee dove sono stata, il taxi è un mezzo assolutamente popolare.

La sua popolarità è data dal fatto che i mezzi pubblici, - autobus, tram, metropolitana –  sono molto costosi, e a confronto, le tariffe dei taxi, se divise tra più passeggeri, sono assolutamente accessibili.

Per quanto riguarda i mezzi pubblici a Dublino, ad esempio, il prezzo delle corse dei bus dipende dal numero delle fermate che occorrono per arrivare a destinazione. Il costo viene pagato al conducente e chi non ha la cifra esatta, o non possiede la card dalla quale vengono sottratti gli euro corrispondenti alla distanza che viene effettuata, non può salire: non c’è via di scampo, si deve pagare.

Quando la sera c’è scarsità di corse di autobus, tram o metropolitana, si può ricorrere facilmente ai taxi che in numero altissimo popolano le strade  e possono garantire costi veramente bassi, alla portata di studente.
La sera non c’è il traffico delle ore di punta e si effettua il percorso velocemente.

Tariffa di Dublino: €4 per il primo kilometro +1 euro per ogni kilometro successivo che, se diviso in tre o quattro persone diventa veramente una cifra irrisoria, appunto, a portata di studente.

Tariffa di Valencia: IDENTICA.

I taxi sono un mezzo assolutamente sicuro, veloce, e che permette ai cittadini di potersi muovere facendo lavorare qualcuno, incrementando il lavoro dei professionisti del settore, senza porsi il problema del parcheggio, del tasso alcolemico o della sicurezza su strada.

Ma per quale motivo a Latina pochissimi, quasi nessuno usa il taxi?

Sarà che costano TROPPO?

Le licenze sono di numero limitato: i tassisti lamentano che, aumentando il numero delle licenze diminuirebbe la possibilità di lavoro per tutti.

Ma è proprio così?

Come mai nelle città europee i taxi sono dovunque, lavorano tantissimo e permettono ai cittadini di non utilizzare il veicolo privato a fronte di un costo accessibile, e a Latina no?

Le tariffe dei taxi nelle città vengono stabilite e deliberate in giunta.

Ho proposto in commissione di far diventare Latina come le altre città europee, incentivare l’uso del taxi abbassando le tariffe e garantendo un maggiore più diffuso utilizzo di questo sistema di trasporto soprattutto per i giovani e nella fascia del weekend: potrebbe essere un contributo importante per diminuire le morti su strada.

LA ROSA: quell’assessore diventato scomodo

larosaLa vita di Sua Eccellenza Salvatore La Rosa, ex prefetto e, in questi ultimi mesi, assessore all’urbanistica chiamato a riportare alla legalità un settore importante del Comune di Latina, non è una vita facile.

Il suo arrivo ha destato grandi aspettative da parte di tutti. Di Giorgi non poteva chiamare persona più alta moralmente a ricoprire un ruolo difficile: riportare un regime di legalità nel settore urbanistica, scelto non certo per le competenze tecniche che un settore come l’urbanistica richiede, bensì per la complessità, per il groviglio di, prima ipotizzate e poi accertate, illegittimità che popolano gli uffici e le scelte politiche del settore urbanistica del Comune di Latina.

Poco esperto di come ci si muove da politico in un ambito fatto di spinte e interessi privati, ha sempre tenuto un profilo molto alto, molto distaccato come doveva un arbitro e “medico” di un malato cronico di interessi privati come quello del Comune di Latina.

E deve essere estremamente difficile operare in un contesto ostile. Sì, perché il contesto in cui lui si è trovato ad operare è ostile, eccome!
Con un dirigente all’urbanistica indagato ma comunque onnipresente, il Nipaf in comune un giorno si e un giorno no, inchieste giudiziarie su vari fronti in corso, richieste da parte della finanza di documenti in vari uffici: questi sono elementi che non hanno certo contribuito a fornirgli un clima di lavoro collaborativo. La sua figura, intesa come “poliziotto interno”, non è certo amata e credo che in termini di collaborazione non abbia neanche avuto una grande risposta.
Il settore che doveva sostenere il neo assessore nella sua azione di ripulitura e disinfestazione è un settore in cui operano persone ormai da decenni, incardinate in un sistema che ha prodotto evidenti storture e che non voleva collaborare in un’azione che avrebbe fatto emergere colpe e responsabilità, proprio di quel settore.

Ecco allora il motivo del suo atteggiamento attendista: isolato nell’Amministrazione che doveva essergli amica e che doveva aiutarlo, non gli restava che attendere il responso della regione.
Ciò che la regione esprimerà sarà per noi come una sentenza della cassazione“. Queste le parole che andavano dicendo univocamente sindaco e assessore La Rosa fino a qualche giorno fa.
Oggi queste stesse parole vengono confermate dall’assessore… ma non dal sindaco.

E La Rosa insiste a suonare note intonate unicamente con la legalità, insistendo sulla opportunità di sospendere i piani e di rivedere tutto.
Lui l’aveva d’altronde sempre pensato, ma correttamente, non lo aveva detto ufficialmente.

IMG_0129.JPGE che dire della sua assenza al vergognoso “pellegrinaggio” verso Roma, presso lo studio del professor TEDESCHINI?
La Rosa non era con loro.
Quanto inadeguato e inopportuno andare quasi come privati cittadini con il “cappello in mano” a chiedere un’opinione da chi aveva fornito un parere da € 14.000 rivelatosi quantomeno inutile per me addirittura dannoso visto il responso della regione!!
Cos’era?
Un consulto di un esperto per difendere interessi di privati cittadini?
Per quale motivo invece, come avrebbe fatto qualsiasi altra amministrazione dignitosa, non è stato convocato il prof. Tedeschini in Comune?
Perché andare con una sparuta delegazione nello studio privato di Roma, piuttosto che convocare negli uffici comunali e in veste ufficiale, il consulente Tedeschini alla presenza di assessori e dirigenti?

Evidentemente il sindaco aveva deciso di cominciare ad estromettere chi usciva fuori dal coro, chi suonava una musica diversa, sicuramente, quella di La Rosa, che era intonata con la legalità, quella legalità che era stato chiamato a ripristinare.

Il Partito Democratico, chiedendo le dimissioni di La Rosa non va certo contro La Rosa: vuole evidenziare quanto sia “stonata” la sua operazione all’interno di una amministrazione che suona tutt’altra musica, a difesa di un operato che da più parti invocate come dirimenti, viene dichiarato illegittimo.

Lavoriamo un po’ di fantasia: immaginiamo se l’assessore La Rosa non si dimettesse; sarebbe un presidio di legalità dentro un feudo di illegittimità.
Il sindaco Di Giorgi, avrebbe mai il coraggio di revocargli la delega?

Andare sempre alla fonte

Ai miei alunni dico sempre di non pensare con la testa altrui, ma di andare a “pescare” le notizie, le informazioni, i fatti alla fonte. Non mi interessa che idea abbiano: è più importante che il percorso sia onesto e rispettoso perché la realtà è complessa, non semplice come spesso vogliono farla apparire. È fatta di mille sfumature e i dettagli non vanno confusi con la sostanza. 

La trasparenza aiuta il percorso di ricerca che ognuno può intraprendere per farsi un’idea.

Ecco il link alla trascrizione di tutti gli interventi fatti in Consiglio Comunale di novembre 2014 sulle linee di fine mandato del sindaco Di Giorgi, il quale, dopo aver ritirato le sue dimissioni, chiede la fiducia sul nuovo assetto all’insegna della legalità e del cambiamento.

È sempre molto interessante e foriero di nuove riflessioni, leggere, dopo qualche mese, quanto è stato detto da tutti i membri del consiglio.

Certo, attingere alla fonte richiede un po’ di tempo… Ma vuoi mettere, pensare con la tua testa e pensare con la testa altrui

Non c’è paragone :-)

Il sindaco non risponde. Risponderà ai giudici inquirenti.

La consigliera del Pd per la seconda volta non ha ottenuto risposta alla sua interrogazione

Parere Tedeschini, Di Giorgi ne risponderà alla magistratura


“Un’altra occasione persa, per il sindaco Giovanni Di Giorgi, per spiegare come mai gli uffici comunali sono stati estromessi dal parere pro veritate che doveva far luce sulla cosiddetta variante Malvaso a Borgo Piave”. Il commento di Nicoletta Zuliani, consigliera comunale del Partito Democratico, si riferisce alla mancata risposta all’interrogazione che aveva posto al sindaco riguardo a vari aspetti dell’incarico conferito al professor Federico Tedeschini, in qualità di esperto in questioni urbanistiche, sulla correttezza dell’operato dell’amministrazione comunale.


“È già la seconda volta che il sindaco manca all’appuntamento con la verità, davanti ai cittadini presenti in aula consiliare” – afferma Zuliani, che per questa mattina attendeva la risposta del primo cittadino. È la seconda volta, infatti, che Di Giorgi non risponde all’interrogazione posta da Zuliani durante il question time che precede la seduta del consiglio comunale.
“Oggi sulla questione che ho posto, cioè sulla completezza del materiale fornito al prof. Tedeschini per scrivere il proprio parere, sta facendo verifiche anche la Procura della Repubblica. Perché il sindaco continua a fare finta di niente, perché continua a non rispondere? Lo deve ai cittadini e, a quanto sembra, anche ai magistrati. Sarà forse proprio per questo motivo che non ha voluto esporsi oggi?”.

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La tesi di Zuliani, articolata attraverso le domande poste nell’interrogazione rivolta al sindaco, sul parere pro veritate da lui richiesto al prof. Tedeschini, è che Di Giorgi per paura di ricevere un giudizio negativo sulla variante, avrebbe “scelto” di non avvalersi dell’Avvocatura comunale: dichiarando l’urgenza di ricevere questo parere, il sindaco avrebbe infatti dato una scadenza troppo breve agli uffici per coordinarsi e, pur essendosi reso disponibile il settore Avvocatura ad esaminare il caso, non avrebbe mai ricevuto le carte richieste per esprimere un parere.


“Dov’era l’estrema urgenza del parere, se il professor Tedeschini ha impiegato ben quattro mesi per dare una risposta al Comune? – chiede Zuliani – La realtà è che il sindaco, consapevole di rischiare grosso in vista di un parere quasi certamente negativo da parte dell’Avvocatura del Comune, ha incaricato un consulente esterno, pagato con 10mila euro di soldi pubblici, che avrebbe potuto dargli ciò che gli serviva e che puntualmente è arrivato: un parere favorevole. Oggi però sono i magistrati che vogliono vederci chiaro ed a loro, mi auguro, certamente fornirà le risposte che oggi attendevamo tutti”.

 

PRIVERNO CADE: PD affetto da malattia autoimmune

CASO PRIVERNO.
Credo che nulla possa giustificare la fine di un’esperienza di governo diventata un simbolo per tutti i comuni lepini e della provincia. Rappresentava una bella novità con le donne e i giovani che PD e SEL avevano saputo offrire e che i cittadini avevano scelto.
Quando viene scelto il “nuovo”, pieno di inesperienza ma carico di energia e di generosità, i politici di lungo corso usano tutte le armi e le strategie di cui si sono capaci per mettere in difficoltà chi ha conquistato il potere, probabilmente per riprenderselo.
In un’esperienza di “nuovo governo”, come si stava facendo a Priverno, ci si aspettava che questa avesse avuto il sostegno in primis dal partito che era parte integrante di quella maggioranza: il PD.
E invece ci ritroviamo ad assistere impotenti alla disfatta di una maggioranza, o peggio ad un vero e proprio fratricidio.
È incomprensibile ai più che guardano attoniti, la sindrome da cannibalismo che questo partito riesce ad esprimere ogniqualvolta vince un’eleziome, come se non volesse vincere davvero e, qualora capitasse, anticorpi interni non riconoscessero lo status di vittoria e distruggessero il lavoro fatto minando continuamente il terreno in cui si cerca di lavorare.
Questo i più davvero non lo comprendono.
Eppure siamo in tanti a credere e a lavorare per un partito che sia coerente con il suo nome e con ciò che stabilisce nel proprio statuto nonostante la deriva personalistica capace di distruggere tutto e infangare chiunque.
Ma io ho una speranza.
Non siamo in pochi a volere un PD vero, scevro da interessi particolari, capace di conquistare fiducia e consenso attraverso la forza delle sue idee e della coerenza di chi le promuove, innamorato delle proprie comunità tanto da mettere da parte di volta in volta le “legittime aspirazioni personali” ora dell’uno ora dell’altro per privilegiare quello che è bene per la maggor parte.
Come ha fatto la Presidente del PD del Trentino, Lucia Fronza, che con il suo esempio interpella ognuno di noi a riappropriarsi del coraggio di chi mette al primo posto la collettività.
Non solo ammirare, ma imitare e moltiplicare azioni che forse costano, ma producono nutrimento per la VERA Politica.

https://www.facebook.com/lfcrepaz/posts/10204896601529163

Palestre scolastiche e società sportive: nessun controllo da parte del Comune

PalestraLe palestre delle scuole elementari e medie, quando non usate per attività sportive degli istituti stessi, vengono concesse a società sportive per svolgere le proprie attività. Il Comune dà in affitto queste strutture al prezzo di 9 euro l’ora, per un totale di circa 700 euro al mese spesso ripartite tra varie società. Quando vengono recati danni alla struttura da parte delle società o ci si trova di fronte agli effetti dell’usura, a doversi muovere è sempre il Comune, il quale però – a fronte di un canone d’affitto così basso – non riesce a far fronte a tutte le necessità che di volta in volta si presentano. Il principio dovrebbe essere: chi rompe paga. Ma questo non succede per mancanza di controlli, e chi si ritrova a pagarne le conseguenza sono i bambini delle scuole che si ritrovano impianti rovinati.

Non è soltanto un problema di tipo economico, ma anche di trasparenza.

Non c’è alcun tipo di controllo sulla gestione delle palestre scolastiche, immobili comunali e quindi pubblici, sulle società private.
Chi verifica, ad esempio, la correttezza delle fatture per la pulizia degli ambienti?
E chi si assicura che i bambini che frequentano la scuola abbiano strutture non rovinate ed un servizio funzionante e sicuro, sempre?

palestra sabotinoL’altro giorno siamo andati come Pd nella scuola di Borgo Sabotino, che aveva sul soffitto dei pannelli pericolanti e pezzi di intonaco staccati dalle pareti, non certo a causa dei bambini…
Se le scuole non possono rivalersi sulle società perché è il Comune il titolare del rapporto, ed il Comune non controlla, il rischio è che a rimetterci saranno sempre e solo gli alunni della scuola pubblica.

La questione, più grave, che sarà portata in commissione Bilancio, è questa: bisogna regolamentare in modo univoco tutte le situazioni d’affitto esistenti sul territorio. Finora non è mai stato fatto un bando per avere accesso alle palestre delle scuole elementari, quindi fino ad oggi si è sempre affittato a prezzi più che convenienti a società in qualche modo ‘vicine’ al governante di turno, a cui è bastato chiedere per ottenere gli spazi per svolgere le proprie attività, e i criteri non sono palesi, non sono pubblicati sul sito.
Con questo non si vuole dire che il prezzo degli affitti va aumentato e quindi spalmato come ulteriore spesa a discapito delle famiglie che portano i figli a fare sport. Si vuole invece rendere più trasparente tutta la gestione, per migliorare il servizio offerto dalle scuole pubbliche, tutelandole per non considerarle ed usarle come strumento per garantirsi un bacino di consenso elettorale.
Sul sito del Comune, a tutt’oggi non vi è neanche un elenco delle società che usufruiscono delle nostre palestre.

Come dice don Luigi Ciotti, dove non c’è una regola o un controllo, si possono insinuare sistemi opachi di amministrazione.
È proprio questo che va evitato.

Da poco finiti i lavori: museo di Satricum allagato.

imageIl museo di Satricum lo scorso novembre si è allagato a causa delle abbondanti piogge ed è successo a pochi mesi dalla conclusione dei lavori di ristrutturazione che hanno interessato la struttura.

Omar Sarubbo: “ecco cosa dice la delibera: “Nei giorni 6 e 7 novembre 2014 l’area di Satricum è stata interessata da copiose piogge che hanno determinato un parziale allagamento dei locali che ospitano la mostra e che per gli stessi la Sovraintendenza dei Beni culturali ha richiesto apposti interventi nel merito”.

Ma se i lavori di ristrutturazione e adeguamento dello stabile sono terminati solo qualche mese prima come è possibile che a novembre si sia allagato tutto? E perché una notizia così importante è passata in sordina?» Vogliamo vederci chiaro e capire come tutto ciò è potuto accadere a soli cinque mesi dall’inaugurazione della mostra, come e da chi sono stati effettuati i lavori, quanto sono costati, quanto costerà “rimetterci mano” e rimediare al danno.

Per questo insieme al collega Omar Sarubbo abbiamo chiesto una convocazione urgente della commissione Cultura con audizione del responsabile comunale dei musei e di quello dei lavori pubblici. Ci aspettiamo di sapere

  • quali motivazioni hanno determinato gli allagamenti nonostante gli interventi di ristrutturazione e adeguamento fossero stati eseguiti pochi mesi prima;
  • la porzione e il relativo costo dei lavori a carico dell’amministrazione comunale;
  • quali interventi dovranno essere nuovamente realizzati (o sono già stati realizzati) per mettere in sicurezza il sito in via definitiva ed evitare in futuro il presentarsi delle stesse problematiche;
  • se le strutture e i reperti archeologici hanno subito danni.

«Siamo da sempre convinti sostenitori della necessità di investire nella valorizzazione della cultura, del sito di Satricum e del sistema museale nel suo complesso ma vogliamo che si proceda con coscienza e professionalità, dunque chiediamo che emergano le eventuali responsabilità amministrative di chi ha operato con pericolosa approssimazione».

La paura di perdere

imageNon si può che essere lieti di una decisione presa in giunta il 29 gennaio che decide in merito agli affidamenti sotto soglia € 40.000: la ditta cui saranno affidati i lavori verrà sorteggiata da una lista depositata presso l’ufficio Gare e Contratti.

Qualcosa che abbiamo da sempre e da sin dall’inizio della consiliatura richiesto noi del PD, nelle varie commissioni competenti ma che mai è stata presa in considerazione.

A dire il vero il sindaco dice di aver dato una direttiva che vuole procedere ad una revisione delle norme per il funzionamento dell’ufficio gare e contratti. I Regolamenti sono materia di Consiglio Comunale, quindi il sindaco ha semplicemente espresso una volontà, un indirizzo. E si sa che tra il dire che di solito è annunciato con tante trombe e fanfare, e il fare c’è di mezzo un sacco di tempo che fa dimenticare…

Comunque, “se non per amore, almeno per timore”, diceva Teresa di Lisieux, ed è forse questo che ha spinto alla fine della consiliatura il sindaco Di Giorgi ad andare verso una direzione di maggiore trasparenza: il timore folle delle indagini dei magistrati…
imageCerto è pressoché impossibile compensare quanto finora non è stato fatto: nel settore urbanistica ci sono pesanti ombre che interessano non solo la legittimità di scelte fatte a livello di progettazione e di calcoli sul piano generale e particolare della città, ma anche sulla validità e la legittimità di una serie innumerevole di operazioni che vanno dagli espropri ai rilasci dei permessi a costruire.
In un tale panorama l’indirizzo preso a livello di giunta, sottolinea come sia questo un intervento che parte dal sindaco, e non è parte di un progetto sindacale e di maggioranza che evidentemente sarebbe stato realizzato con l’inizio della consiliatura. Questo mi pare piuttosto un escamotage finale per voler a tutti i costi di dimostrare di voler fare bene ma, ahimè, troppo in ritardo.

Come quello studente che per tutto l’anno non ha voluto mai studiare perché impegnato in altre faccende, che a maggio decide di farsi interrogare per paura di essere bocciato.

Non si può pensare all’amministrazione della seconda città del Lazio che gestisce oltre €125ML di bilancio ed un bacino di cittadini di 120mila abitanti come uno “studente allegro” che deve ancora capire le sue responsabilità.