La scuola programma, una certa politica smembra.

foto 2Una politica distratta si ostina a trattare il mondo della scuola come un mero contenitore di numeri e di costi, ponendo una questione seria rispetto all’adeguatezza dei propri rappresentanti per il ruolo che ricoprono.

Nonostante possa apparire una decisione condivisibile in un’ottica di ottimizzazione e di riordino, quella che con decreto la Presidente della provincia ha preso nei confronti del dimensionamento scolastico di quest’anno, a me pare, per le ricadute devastanti su un istituto come il Manzoni, una mossa che certamente maggiormente penalizza e destabilizza uno dei Licei più grandi della città.
Cui prodest?
(leggi il decreto e l’allegato sul dimensionamento)

Se questa operazione andasse fino in fondo ben 600 studenti sugli attuali 1400 circa verranno scorporati lasciando l’istituto con circa 800 studenti, quindi a rischio autonomia.

Ci sono ben tre elementi rispetto alle conseguenze negative sull’istituto Manzoni: il primo è il rischio dell’autonomia. Da Liceo leader di innovazione, cultura e didattica diverrà appendice di qualche altro Liceo, anch’esso sottodimensionato, ma non per una volontà dall’alto, bensì per poca attrattiva.

L’altro aspetto riguarda la metodologia dell’iter che questa decisione ha seguito: non ha garantito l’ascolto e la consultazione di tutte le parti in campo. Non solo andavano ascoltati i dirigenti scolastici, ma la norma prevede anche l’ascolto dei genitori e degli alunni nonché delle rappresentanze sindacali che, proprio nelle linee guida della regione specificata debbano essere consultati in rappresentanza dei lavoratori.

L’ultimo aspetto, non trascurabile, è che ormai siamo già a metà orientamento scolastico: questo significa che un gran numero di scuole medie sono state contattate, insieme ai familiari dei ragazzi che si scriveranno alle scuole superiori per l’anno 16/17, e si è già presentats un’offerta formativa che evidentemente non è secondo il dimensionamento.

Esiste una frammentazione dei licei linguistici sul territorio – Majorana oltre 300 studenti, Manzoni 600 studenti, Priverno circa 100 (non toccato perché fuori distretto?)
È vero che il liceo Manzoni è attualmente sovradimensionato rispetto alla struttura che lo ospita – attualmente 13 classi sono allocate nella succursale in via Cairoli c/o V.Veneto – ma gli enti locali troppo spesso dimenticano che la scuola viaggia con programmazioni rigorose fatte con molto anticipo perché l’organizzazione di comunità di migliaia di studenti e la loro formazione non può essere né improvvisata né gestita in modo frettoloso.

Non risulta nessuna comunicazione ufficiale dell’intenzione di voler modificare l’assetto dei licei con l’istituzione di un polo linguistico e conseguenti profonde modifiche dei licei Manzoni e Majorana.

Non risulta neanche che ci sia stata una consultazione a livello politico, dalla quale poteva arrivare un’ulteriore riflessione visto che i sindaci e i rappresentanti dei cittadini in provincia costituiscono comunque canali di istanze territoriali.

Non bisogna mai dimenticare che la scuola è una comunità di migliaia di persone, una macchina complessa che ha imparato a ben progettare con molto anticipo, pena il caos e la totale inefficacia del suo intervento. E quello che la politica qui ha fatto è riversare sulla scuola decisioni tardive, unicamente tecnicistiche, senza tenere in considerazione i tempi, il lavoro in itinere della scuola (orientamento) e gli investimenti a medio e lungo termine fatti dalle scuole (i costi sostenuti per la formazione di docenti dei corsi ESABAC).

Il decreto va oggi revocato, e se si ipotizzano cambiamenti importanti, questi vanno fatti ascoltando e rispettando i tempi del mondo della scuola.
Lo ripeto: una politica distratta si ostina a trattare il mondo della scuola come un mero contenitore di numeri e di costi, ponendo una questione seria rispetto all’adeguatezza dei propri rappresentanti per il ruolo che ricoprono.

One Response to La scuola programma, una certa politica smembra.

  1. Valerio Marra

    Molte volte chi scrive leggi e decreti, o anche “semplici” disposizioni, o non ha mai LAVORATO, o più semplicemente non ha mai fatto quel lavoro… Abbiano almeno l’umiltà e il tempo di ASCOLTARE chi opera da tempo con fame e passione sull’argomento. Vale per tutti. Bye.

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