NICOLETTA ZULIANI & LA PASSIONE PER LA SCUOLA

Tutto passa da qui.

Le decisioni che riguardano la scuola (dimensionamento e nuovi corsi) non DEVONO più cadere dall’alto. Occorre attivare il processo inverso: le idee devono partire dal BASSO. Tavoli di consultazione istituzionali  (a costo zero per l’amministrazione) con pareri obbligatori e, in taluni casi, vincolanti ed elaborazione di un Piano dell’Offerta Formativa Territoriale (POFT).

La scuola è il cuore pulsante del nostro territorio. Sono presenti in modo capillare sul nostro territorio 250 strutture scolastiche sulle quali investire: devono diventare 250 presidi di legalità, 250 luoghi formativi per la riconversione lavorativa, 250 laboratori di partecipazione civica, 250 officine sociali e culturali dove Associazioni e cittadini di tutte le fasce di età possono operare diventando così gli attori principali di una nuova stagione di coesione sociale.

La situazione che vivono attualmente i giovani è di grande disorientamento: da una parte si ritrovano a percorre percorsi formativi dove tutti danno il seguente messaggio: “se non studi e non sei bravo non vai da nessuna parte”; dall’altra si rendono conto che nonostante completino con successo questo percorso, non trovano impiego.

Il pensiero dilagante e devastante è che “devi conoscere qualcuno” per avere un lavoro: atteggiamento tipico delle società mafiose.

La Regione ha competenze:
sull’istituzione di corsi di studio nella scuola superiore pubblica,
sui percorsi formativi di tipo professionalizzante,
sul dimensionamento degli Istituti,
sull’assegnazione dei fondi per i diversamente abili,
sulla formazione per la riconversione lavorativa.

La nostra idea è quella di far diventare le scuole un cuore pulsante di energie vitali.
Guardiamo con attenzione alla POTENZIALITÀ del nostro territorio, e in funzione di questo offriremo quello che altri non hanno: internazionalizzazione del mercato (agricolo, paesaggistico, gastronomico, artistico) con apertura al Mediterraneo e al mondo globale.

Le scuole e i corsi, quindi, vanno pensati in base a ciò che vogliamo “produrre” in termini di competenze per rivitalizzare e motivare il mercato locale e lanciarci sul mercato internazionale. E questo lo dobbiamo pensare sia per le scuole superiori che per i corsi universitari.

Tutto questo va realizzato avviando un percorso di ascolto dei settori coinvolti attraverso una prassi di partecipazione democratica: le decisioni non DEVONO più cadere dall’alto. Occorre attivare il processo inverso: le idee devono partire dal basso. Tavoli di consultazione istituzionali (a costo zero per l’amministrazione) con pareri obbligatori e, in taluni casi, vincolanti.

Le scuole, inoltre, sono presenti in modo capillare sul nostro territorio: 250 strutture scolastiche possono diventare 250 presidi di legalità, 250 luoghi formativi per la riconversione lavorativa, 250 laboratori di partecipazione civica,  250 officine culturali dove Associazioni e cittadini di tutte le fasce di età possono operare diventando così gli attori principali di una nuova stagione di coesione sociale.

Lascia un Commento

L'indirizzo email non verrà pubblicato.

È possibile utilizzare questi tag ed attributi XHTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <strike> <strong>