La consigliera del Pd chiede di lavorare a un progetto comune che coinvolga istituzioni e scuole.
«Basta con le misure tampone, servono piuttosto interventi strutturali e un progetto integrato di larga scala su cui lavorino tutte le parti coinvolte, dalle istituzioni alla società civile». A chiedere un cambio di marcia sollecitando una progettualità comune per la cultura della legalità, fatta di cooperazione e sinergia, è la consigliera del Partito democratico Nicoletta Zuliani, a pochi giorni dall’ennesimo atto intimidatorio al Villaggio della Legalità di Borgo Sabotino.
La struttura gestita da Libera per la quinta volta nel giro di due anni finisce nel mirino proprio a ridosso della decisione dei volontari dell’associazione di Don Ciotti di incrementare la propria attività sul territorio pontino, una decisione che il Partito democratico ha sposato con la Zuliani che ha proposto nelle opportune sedi di fare del Villaggio intitolato a Serafino Famà un luogo di formazione per i più giovani, un punto di convoglio per le scuole e un centro propulsivo di legalità e ricostruzione democratica.
«Ma per fare questo – sostiene la Zuliani – è fondamentale, oggi più che mai di fronte a un nuovo atto vandalico, lavorare non su operazioni tampone ma per stabilire insieme qual è l’obiettivo da raggiungere, ognuno nel proprio ruolo e con le proprie specifiche funzioni». La consigliera fa riferimento alla Regione, al Comune, al prefetto, a Libera, alle associazioni del territorio e all’intera società civile quali attori coinvolti in un più ampio progetto di promozione della legalità. «Quando ci si pone un obiettivo così alto come il ripristino di una legalità violata – afferma la Zuliani – non si può prescindere da un lavoro sinergico e coordinato, mosso da un obiettivo condiviso e dichiarato».
«Nel prossimo incontro istituzionale, già richiesto da Libera al prefetto e al sindaco, sarà importante – conclude la democratica – mettere sul tavolo e condividere un progetto a medio e lungo termine, dunque di più ampio respiro. Gli interventi spot utili a tamponare le emergenze o i danni non servono. Serve invece coordinarsi per un lavoro comune che punti a sostenere nel tempo il Villaggio e l’attività di cui si fa promotrice Libera, coinvolgendo per esempio le scuole e tutte quelle realtà che già si battono per contrastare l’illegalità. Solo con un progetto integrato si può pensare di fare scudo a questi attacchi e di coltivare una cultura della legalità e del senso civico sul territorio».