Ormai ce lo siamo detto e ridetto: una città che si contraddistingue per il suo grado di civiltà si riconosce da come tratta i suoi “ultimi”.
E nella nostra città i nostri “ultimi” stanno crescendo di numero di mese in mese.
Abbiamo una mensa Caritas che lavora a pieno ritmo, anzi, a ritmo crescente, e abbiamo un dormitorio provvisorio che, come molte cose italiane, si teme sempre che resti definitivo per le lungaggini burocratiche che impediscono il completamento della nuova struttura. Nessuna polemica nei confronti della ritardata apertura del dormitorio comunale di Latina, semplicemente una presa d’atto che ancora una volta siamo in ritardo rispetto ad una domanda di vita o di morte come quella dell’emergenza freddo per i senza tetto di Latina. Impedimenti all’ultimo momento possono sempre capitare, ma l’inverno, si sa, arriva sempre nello stesso periodo dell’anno. Dobbiamo ammetterlo. Non siamo stati solleciti.
Quando si pensa alla macchina politico-amministrativa pensiamo sempre ad un “mostro” contro il quale ogni battaglia è irrimediabilmente persa. Dimentichiamo però che la “macchina” è governata da uomini e donne che sanno anche fare miracoli, quando vogliono. Tutti sappiamo che conoscere qualcuno che si sa muovere e che sa
manovrare bene la “macchina politico-amministrativa” ti può salvare da morte burocratica sicura.
E allora mi chiedo, un piccolo miracolo di attenzione, di cura, di organizzazione non si poteva fare? Possibile che dovremo aprire il dormitorio comunale a ridosso della primavera?
Purtroppo di emergenze ne abbiamo molte a sfidarci:
- l’emergenza lavoro,
- l’emergenza del radicamento della malavita organizzata nel nostro territorio,
- l’emergenza educativa,
- l’emergenza freddo,
- l’emergenza abitativa,
- l’emergenza sanità…
E proprio da come vengono gestite queste emergenze che si riconosce la “stoffa” di una classe politica e della sua amministrazione. Con l’emergenza freddo non è andata tanto bene. Speriamo che vada meglio con le altre. Lo speriamo per Latina.