Ancora una volta balzati a cronaca nazionale.
Questa volta per la bizzarra idea di candidare nel PD un uomo da sempre connotato nella destra latinense.
L’esigenza dichiarata è quella di voler aprirsi al nuovo elettorato (quello della destra) definito l’unico che può fa la differenza.
Ma dov’è la differenza?
Essere aperti alla cosiddetta “società civile”?
Sono una di quelli che ha risposto all’appello di Veltroni ad entrare nel Partito Democratico perché c’era bisogno di donne e uomini “della società civile”: il nuovo partito che veniva fondato voleva rappresentare ed essere il rinnovamento della politica.
Di quel gruppo siamo rimasti in pochissimi a fare politica attiva.
Quando si invita qualcuno ad entrare in casa propria a vivere insieme, il modello di convivenza va necessariamente modificato: il PD, in questi anni, ha mantenuto il suo rigido modello fatto di gruppi piramidali ai cui membri venivano garantiti ruoli ed eventuali candidature.
No. Il cambiamento va impresso dando forza a chi ha conquistato il merito e la competenza in ambito politico con idee chiare e non interpretabili: siamo un partito, e come tale abbiamo il dovere e la responsabilità di produrre buona politica ed offrire un percorso che oggi deve soddisfare i criteri di chiarezza, competenza e innovazione.
Perché qui stiamo parlando di politica, non di faccia interessante o di notorietà, giusto?
Né tanto meno di ceto politico “migrante”, vero?
Comprendo l’esigenza di diventare riferimento per una grossa fetta di elettorato sentimentalmente legato alla destra, ma ritengo che gli elettori vadano trattati per ciò che sono: persone intelligenti.
La destra a Latina ha fallito (e abbiamo la fortuna che l’evidenza schiaccia qualsiasi sentimentalismo).
Ora proviamo noi a dimostrare che Latina si può governare in un modo diverso.
Come?
Il viaggioxLatina che abbiamo intrapreso con Enrico Forte è chiaro: punto per punto, luogo dopo luogo, tema su tema spiegherà come vogliamo governare.
Ci vuole chiarezza e coerenza.
Il tempo della politica confusa ed ambigua è finito.