Riporto la versione integrale e corretta dell’intervista di Marianna Vicinanza (il Giornale di Latina) apparsa oggi sul giornale.
La resa dei conti nel partito democratico è appena cominciata, per ora sotterranea ma non meno violenta in vista dei pronunciamenti ufficiali con l’assemblea prevista dopo il ballottaggio e un eventuale congresso.
A scoperchiare il vaso dei veleni interni e delle divisioni incamerate nella lunga campagna elettorale sin dalla fase delle primarie è stato Massimiliano CARNEVALE, l’esponente dem più votato che ha ribadito il suo peso specifico nel partito criticando nettamente l’operato del candidato sconfitto alle urne Enrico Forte.
“Forte ha falsato le primarie – ha detto CARNEVALE – pur di vincere sono stati fatti accordi con elettori che nulla avevano in comune con il PD. Un risultato che era dopato. Non metto in discussione la validità delle primarie ma ci sono da apportare dei correttivi.”
Il falso problema.
Il dibattito è aperto e la replica arriva da Nicoletta ZULIANI, la seconda più votata con 744 preferenze e un trend in crescita rispetto al 2011. “È inopportuno e pretestuoso fare illazioni di questo tipo – dice – quando quella competizione stata già ampiamente metabolizzata, condotta nella trasparenza, svolta in maniera corretta e senza ricorsi. L’esito premiò Forte e nessuno può dire che sono state inquinate, sono state legittime e regolari piuttosto immagino che dal momento che Carnevale sosteneva Galante non ne abbia accettato il valore politico. Se si vuole discutere nel merito di questo bisogna farlo nella dialettica di partito e negli organismi preposti. La trovo solo un’uscita inopportuna e tardiva anche perché Forte ha fatto il suo percorso coerente con la legittimità che questo strumento democratico gli conferiva.”
Per la ZULIANI invece la candidatura di Galante era nella sostanza priva di qualsiasi rispondenza perché non era una persona del partito. La sfida era quella di governare e per farlo abbiamo messo in campo i cavalli migliori, Forte lo era. Evidentemente andrà fatta una riflessione su tutto il resto.”
La scelta tra nuovo e competente
La Zuliani dà una lettura di quello che è accaduto alle urne. “La città aveva bisogno di una ventata di novità e Coletta ha risposto a questa esigenza che non necessariamente corrisponde a uno spessore di competenza: la scelta è stata tra il nuovo e il competente. La competenza, associata a Forte, è stata però penalizzata dalla visione anti-sistema e da quel sillogismo sbagliato politica = disonestà e dall’altra parte inesperienza e onestà = buona politica. Noi abbiamo creduto in una politica buona e competente per liberale Latina, ma il messaggio non è passato.”
La riflessione sugli errori
Per la ZULIANI il calo del partito di quattro punti percentuali impone una riflessione seria che non può essere affrettata ma resta anche il tema, ora più pressante, degli equilibri interni tra le correnti in via di ridefinizione a tenere banco. Carnevale ha chiesto un congresso al più presto.”Questo tema fa parte delle riflessioni che il partito deve fare-dice la ZULIANI-quello di non alimentare le correnti e la cultura dello scontro, del “vediamo chi vince e di chi è la colpa.”
Individualismi e colpe
Questa tendenza a ragionare per individualismi e a cercare il capro espiatorio è controproducente. Non è di colpe ma di cause che bisogna discutere, e non di chi mettere in campo ma cosa mettere in campo. Sono le persone che devono essere disponibili a mettersi al servizio del progetto non il contrario. Questo partito non è ancora fatto di democratici e democratiche ma ancora di amici e di compagni. Ci dobbiamo confrontare su questo e anche sulla generosità che il partito non riesce a mettere in campo, ed anche alla incapacità, di fronte a situazioni di imbarazzo o ambigue, di prendere decisioni drastiche ed inequivocabili.”
Il ruolo al ballottaggio
La nostra posizione è molto chiara e non si presta ad interpretazioni: il nostro candidato sindaco è stato il primo a pronunciarsi a favore e a sostegno di Coletta perché rappresenta ora l’unico modo di scongiurare il pericolo di ridare la nostra città a chi l’ha distrutta ed umiliata nelle forme che tutti oggi abbiamo sotto gli occhi.