C’è stata una rottura nel confronto tra un’importante parte sindacale (CGIL) e la Delegazione Trattante del comune di Latina. La materia del trattamento economico del personale è prettamente materia di giunta e il Consiglio Comunale non ha competenze in merito.
Una considerazione però mi preme farla.
Il nostro Comune ha 540 dipendenti ed è uno tra i datori di lavoro più significativi della provincia.
Ma cosa produce un Comune?
Realizza le politiche (fiannziarie, scolastiche, di assistenza, di trasporto ecc..)
Il funzionamento della macchina amministrativa è perciò importantissimo. Le pratiche che servono ai cittadini sono svolte dai dipendenti comunali, le informazioni, i permessi, l’accesso ai documenti e alle informazioni costituiscono il lavoro che il comune deve produrre all’interno di una struttura che, perciò, va ben organizzata.
Il prodotto di questo lavoro è misurabile? Il cittadino di Latina è soddisfatto del servizio?
Non mi pare.
Il sito del comune, che dovrebbe consentire l’accesso a TUTTI gli atti da parte di TUTTI i cittadini, è criptico e non rende disponibili, ad esempio, le determine (atti che documentano come vengono effettivamente spesi i soldi).
Da parte del cittadino si ricorre spesso al proprio politico di riferimento per avere pratiche veloci o quanto meno la certezza che queste vengano lavorate nei tempi necessari.
Ma non dovremmo invece essere tutti uguali? E che fa chi non ha il “santo in Paradiso”?
L’organizzazione va rivista.
Perché non abbiamo un ufficio unico che curi i rapporti con con le realtà esterne come le associazioni di categoria, le associazioni dei consumatori, gli ordini professionali, il volontariato, la realtà militare per rilevarne i bisogni e istituire un canale unico di interfaccia?
Perché non abbiamo un ufficio unico che si occupi di tutte le partecipate invece di avere ogni partecipata in carico ad un diverso ufficio?
Perché abbiamo dirigenti che, come in un carosello, cambiano continuamente settore vanificando l’azione di controllo sugli atti e i procedimenti? Altro è la rotazione auspicata dalla legge sulla trasparenza e corruzione che, evitando la permanenza eccessiva in un settore previene clientelismi e comportamenti corrotti.
Nella situazione attuale ci sono super-dirigenti di area che non si sa bene di cosa si occupino, invece dirigenti normali con in carico 7-8 servizi ed altri con a malapena uno; mansioni più volte replicate per giustificare posizioni organizzative e società partecipate in carico ognuna ad un servizio diverso.
La frammentazione aiuta solo a gestire le cose in modo più discrezionale e meno trasparente.
L’organizzazione di un ente, che passa anche attraverso la consultazione delle parti, diventa strategica e le scelte organizzativo-gestionali hanno ricadute dirette sul cittadino.
Auspico un ritorno al dialogo perché nessuno, neanche le aziende che hanno come fine il profitto, operano al di fuori di un senso forte di appartenenza di di collaborazione con i propri dipendenti.
A maggior ragione un’azienda come un Ente Pubblico che è chiamato a produrre benessere e buona amministrazione per i suoi cittadini.