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Questione ampliamento Biogas a Borgo Montello.

L’interrogazione (leggi) che Enrico Forte ed io abbiamo posto all’Assessore all’Ambiente Lessio chiedeva per quale motivo il Comune era assente alla Conferenza dei Servizi IMG_1720decisoria indetta dalla Provincia rispetto all’ampliamento dell’impianto biogas presente nella discarica di Borgo Montello.

Un ampliamento da €10ML e da 2,6MW, potenza che pensiamo si giustifichi solo con un futuribile ampliamento della discarica, e questo non lo vogliamo né noi né tutto il Consiglio Comunale.

Il Comune di Latina riceve comunicazione di una Conferenza dei Servizi sull’ampliamento di un impianto biogas a Borgo Montello il 12 settembre 2016, i giornali ne parlano e il 22 novembre il Comune di Latina è assente alla riunione. (leggi la convocazione inviata al Comune) L’Assessore per ben due volte e a due giornalisti diversi dichiara che lui non ne sapeva nulla: dagli uffici non gli è arrivato nulla.

Come può il Comune essere assente ad una riunione così importante che riguarda un territorio già martoriato e per cui si è anche deliberato in Consiglio Comunale rispetto alla chiusura della discarica? Perché non viene presentata nessuna osservazione? Perché potenziare a dismisura un impianto già presente se vogliamo che la discarica si chiuda? Non sono sufficienti gli impianti già presenti a smaltire il gas?

Noi presentiamo questa interrogazione. (leggi l’interrogazione)

Nella sua risposta l’Assessore è più preoccupato ad attaccare il giornalista che aveva fatto emergere il caso che non a dare una risposta a noi. (leggi la risposta). Tra l’altro dichiara l’inutilità di quel passaggio in conferenza dei servizi in Provincia, come se tutto venisse deciso sopra le testa dei cittadini e lui non potesse farci nulla… Di fatto non ci risponde, anzi, alla fine, ci chiede in cosa consiste il “Lessio Gate” (????) di cui si parla in una articolo di giornale, che noi ignoriamo e che non era menzionato nella nostra interrogazione; evidentemente confonde i politici con chi racconta la politica sui giornali.

Riteniamo che l’assenza del Comune di Latina in questo passaggio decisorio un fatto grave e per questo chiediamo un’istruttoria per un’inchiesta interna per appurare eventuali responsabilità di chi ha omesso la comunicazione, oppure le dimissioni dell’Assessore.

E intanto in Provincia precisano che dalla conferenza dei servizi è pervenuto il solo parere dei Vigili del fuoco il 20 settembre 2016 e che “ad oggi non sono stati espressi dissensi qualificati delle amministrazioni interessate alla conferenza dei servizi”.

Perché il Comune di Latina era assente.

Il Giornale di Latina intervista Nicoletta ZULIANI

imageRiporto la versione integrale e corretta dell’intervista di Marianna Vicinanza (il Giornale di Latina) apparsa oggi sul giornale.

La resa dei conti nel partito democratico è appena cominciata, per ora sotterranea ma non meno violenta in vista dei pronunciamenti ufficiali con l’assemblea prevista dopo il ballottaggio e un eventuale congresso.
A scoperchiare il vaso dei veleni interni e delle divisioni incamerate nella lunga campagna elettorale sin dalla fase delle primarie è stato Massimiliano CARNEVALE, l’esponente dem più votato che ha ribadito il suo peso specifico nel partito criticando nettamente l’operato del candidato sconfitto alle urne Enrico Forte.
“Forte ha falsato le primarie – ha detto CARNEVALE – pur di vincere sono stati fatti accordi con elettori che nulla avevano in comune con il PD. Un risultato che era dopato. Non metto in discussione la validità delle primarie ma ci sono da apportare dei correttivi.”

Il falso problema.
Il dibattito è aperto e la replica arriva da Nicoletta ZULIANI, la seconda più votata con 744 preferenze e un trend in crescita rispetto al 2011. “È inopportuno e pretestuoso fare illazioni di questo tipo – dice – quando quella competizione stata già ampiamente metabolizzata, condotta nella trasparenza, svolta in maniera corretta e senza ricorsi. L’esito premiò Forte e nessuno può dire che sono state inquinate, sono state legittime e regolari piuttosto immagino che dal momento che Carnevale sosteneva Galante non ne abbia accettato il valore politico. Se si vuole discutere nel merito di questo bisogna farlo nella dialettica di partito e negli organismi preposti. La trovo solo un’uscita inopportuna e tardiva anche perché Forte ha fatto il suo percorso coerente con la legittimità che questo strumento democratico gli conferiva.”
Per la ZULIANI invece la candidatura di Galante era nella sostanza priva di qualsiasi rispondenza perché non era una persona del partito. La sfida era quella di governare e per farlo abbiamo messo in campo i cavalli migliori, Forte lo era. Evidentemente andrà fatta una riflessione su tutto il resto.”

La scelta tra nuovo e competente
La Zuliani dà una lettura di quello che è accaduto alle urne. “La città aveva bisogno di una ventata di novità e Coletta ha risposto a questa esigenza che non necessariamente corrisponde a uno spessore di competenza: la scelta è stata tra il nuovo e il competente. La competenza, associata a Forte, è stata però penalizzata dalla visione anti-sistema e da quel sillogismo sbagliato politica = disonestà e dall’altra parte inesperienza e onestà = buona politica. Noi abbiamo creduto in una politica buona e competente per liberale Latina, ma il messaggio non è passato.”

La riflessione sugli errori
Per la ZULIANI il calo del partito di quattro punti percentuali impone una riflessione seria che non può essere affrettata ma resta anche il tema, ora più pressante, degli equilibri interni tra le correnti in via di ridefinizione a tenere banco. Carnevale ha chiesto un congresso al più presto.”Questo tema fa parte delle riflessioni che il partito deve fare-dice la ZULIANI-quello di non alimentare le correnti e la cultura dello scontro, del “vediamo chi vince e di chi è la colpa.”

Individualismi e colpe
Questa tendenza a ragionare per individualismi e a cercare il capro espiatorio è controproducente. Non è di colpe ma di cause che bisogna discutere, e non di chi mettere in campo ma cosa mettere in campo. Sono le persone che devono essere disponibili a mettersi al servizio del progetto non il contrario. Questo partito non è ancora fatto di democratici e democratiche ma ancora di amici e di compagni. Ci dobbiamo confrontare su questo e anche sulla generosità che il partito non riesce a mettere in campo, ed anche alla incapacità, di fronte a situazioni di imbarazzo o ambigue, di prendere decisioni drastiche ed inequivocabili.”

Il ruolo al ballottaggio
La nostra posizione è molto chiara e non si presta ad interpretazioni: il nostro candidato sindaco è stato il primo a pronunciarsi a favore e a sostegno di Coletta perché rappresenta ora l’unico modo di scongiurare il pericolo di ridare la nostra città a chi l’ha distrutta ed umiliata nelle forme che tutti oggi abbiamo sotto gli occhi.

Il nostro programma

Il nostro programma è frutto di un lavoro ri raccolta di idee e proposte iniziato nel luglio scorso, in occasione dell’incontro LATINA PROTAGONISTA al Palazzo M e continuato fino a qualche settimana fa, quando abbiamo raccolto e armonizzato tutte le idee scritte sul muro-lavagna del nostro Open Point.

Ecco il risultato.

È un programma bellissimo e, soprattutto, COMPLETAMENTE REALIZZABILE.

La vera vera sfida, la nuova sfida di Latina

imageTutti i componenti della giunta passata sono occupati oggi a spiegare i loro progetti per la città: scuole colorate, parchi belli, città pulita, trasparenza, famiglia tradizionale (cosa c’entri poi questo con la gestione della città devono spiegarlo)…
Il punto vero è spiegare perché non hanno fatto tutto quello che dicono di voler fare, quando erano lì a governare!
E vogliono tornarci.

L’ostinazione a ricandidarsi di coloro che sono stati alla guida della città (Calandrini, Calvi, Tripodi, Tiero, Sovrani, Chiarato) avendo ricoperto ruoli di grande peso, e quindi  di corresponsabilità di governo e di risultati, è per me un insulto.

La vera sfida a Latina è quella contro la malapolitica e la gestione privata dei beni pubblici a servizio del consenso.
Se ne aggiunge anche una nuova: quella di far crescere Latina, di rilanciare uno sviluppo ed una economia fermi e imbrigliati in una prassi politica viziata, fatta di promesse e contrattazioni puntualmente disattese.
imageI candidati della destra continuano a parlare di trasparenza, quando Presidente del Consiglio, Sindaco, assessori e consiglieri di maggioranza cambiavano le carte e i numeri della pianificazione urbana dicendo che solo la giunta bastava ad approvare i Piani Particolareggiati facendo diventare lo stadio comunale un’area verde attrezzata, il quartiere R6 una colata di cemento e la ZTL un campo di battaglia per non aver condiviso realmente le scelte con le parti interessate.
L’ufficio di Urbanistica Partecipata, appannaggio di una dirigente senza sottoposti, era la bugia “meglio vestita” che potevano fornire, quando confondevano partecipazione con comunicazione dei PPE nel tour che l’ex assessore Di Rubbo fece nelle varie parti della città per illustrare, appunto, quello che era stato già approvato (non per decidere con i cittadini).

È il cittadino-elettore che ha il potere sanzionatorio o premiale rispetto al politico.
È l’elettore che deve togliere il proprio voto a chi non ha rispettato gli impegni presi.
È l’elettore che deve riconoscere le bugie che i “capitani” di Latina vanno ancora raccontando, continuando a promettere senza aver mai dimostrato di saper realizzare alcunché per la città.
È l’elettore che si prende una responsabilità grande: decidere anche per gli altri.

Ed è profondamente sbagliato fare solo la guerra ai partiti sostenendo che il civismo è meglio della politica: le liste che concorrono sono tutte civiche tranne Partito Democratico, Forza Italia e Fratelli d’Italia.
Tutte le liste “civiche” hanno candidato politici di lungo corso o persone riferibili a politici del passato, chi in misura maggiore chi in misura minore. Quello che deve passare al vaglio è la credibilità del progetto e le persone che vogliono realizzarlo.

È arrivato il momento di passare il testimone all’altra Latina, quella dello sviluppo e dell’innovazione, quella della contemporaneità, quella che ribalterà la macchina amministrativa del Comune di Latina per scardinare il clientelismo e il familismo che hanno generato inchieste della magistratura e mortificazione delle competenze di tanti onesti dipendenti comunali.

imageQuello che abbiamo messo in campo con Enrico Forte è un progetto di città vero e realizzabile: la prima pietra è mettere la parola fine alla connivenza tra politica e gestione personalistica dei beni della comunità e lo faremo con il rigore della vera trasparenza e con gli strumenti che una politica capace ed esperta sa usare. Poi occorre spingere l’acceleratore sull’innovazione a tutti i livelli.
Alla frammentarietà sociale che ha tanto fatto comodo alle precedenti amministrazioni opporremo la costruzione di una vera comunità, che connetta, che leghi, che valorizzi ciò che già è in atto e che lo metta “in rete”.

A sostegno di questo progetto abbiamo persone di competenza ma anche fresche nel panorama politico, che Latina conosce e stima: le idee e i progetti devono essere veri e camminare su gambe forti e decise. Ma in questa nuova sfida la città non può rimanere a guardare chi vincerà: deve fidarsi e farlo insieme a noi.

Latina può cambiare in meglio, lo deve ai suoi figli, lo deve alle nuove generazioni.

LATINA, CITTÀ dei BAMBINI e delle BAMBINE

imageIl progetto ha una motivazione politica: operare per una nuova filosofia di governo della città assumendo i bambini come parametri e come garanti delle necessità di tutti i cittadini. Non quindi un maggior impegno per aumentare le risorse e i servizi a favore dell’infanzia, ma per una città diversa e migliore per tutti, in modo che anche i bambini possano vivere un’esperienza da cittadini, autonomi e partecipanti.

Il degrado delle città è in gran parte dovuto alla scelta di privilegiare i bisogni dei cittadini maschi, adulti e produttivi come priorità economica e amministrativa; è sofferto da tutti i cittadini ma specialmente dai più deboli e dai più piccoli. Il potere del cittadino adulto lavoratore è dimostrato dall’importanza che l’automobile ha assunto nella nostra società, condizionando le scelte strutturali e funzionali della città e creando gravi difficoltà per la salute e la sicurezza di tutti i cittadini.

La Convenzione ONU dei diritti del fanciullo del 1989, ratificata con la legge nazionale n. 176/1991, all’articolo 12 sancisce il diritto dei bambini ad essere consultati ogni volta che si prendono decisioni che li riguardano e di tener conto delle loro opinioni, e questo riguarda anche le città. Ascoltare e consultare i bambini diventa quindi un fatto importante ma, ancora di più, un investimento nel futuro della propria città, un modo intelligente per investire nel proprio futuro.

Il progetto LA CITTÀ DEI BAMBINI è nato nel 1991 a Fano, nel 1996 nasce la rete internazionale delle città aderenti al progetto. Attualmente fanno parte della rete circa 200 città in Italia, Spagna, Argentina, Uruguay, Cile, Colombia, Perù e Messico. La rete internazionale è coordinata dal Laboratorio internazionale “La città dei bambini” dell’ISTC del Consiglio Nazionale delle Ricerche, di Roma.

La Regione Lazio con Zingaretti (delibera n.408/2013) aderisce e sostiene il progetto, collabora con il CNR per la realizzazione della rete di città del Lazio che aderiscono al progetto e delibera finanziamenti annui.

Aderiremo al progetto e realizzeremo questi tre obiettivi:

ISTITUZIONE del CONSIGLIO DEI BAMBINI
Un gruppo di bambini (non più di 20 da quarte e quinte elementari 2 per ogni IC) vengono nominati all’interno delle scuole della città per dare consigli al sindaco rispetto a temi che li riguardano (arredo urbano, spazi pubblici, ecc…) denunciando eventuali inadeguatezze o ingiustizie e formulando proposte. Si incontrano regolarmente e sono coordinati da un adulto individuato per questa funzione. Una volta l’anno si incontrano con il Consiglio Comunale per illustrare il loro lavoro.

LA SICUREZZA del gioco e del tempo libero.
Riprogrammare gli spazi di gioco ed i percorsi pedonali dei quartieri di tutta la città; incentivare l’”occupazione” sociale degli spazi pubblici.

AUTONOMIA DI MOVIMENTO NEGLI SPAZI PUBBLICI.
“A scuola ci andiamo da soli”. Una esperienza di autonomia a partire dai 6 anni, favorita dalla partecipazione della comunità sociale del quartiere: Comune, scuola, commercianti, anziani. L’autonomia dei bambini è fortemente correlata con il loro sviluppo (gioco), con la loro salute (obesità infantile) e con la sicurezza ambientale e la mobilità sostenibile della città.

Risorse
Fondi regionali (Del.Reg.nr.408/2013)

Tempi di realizzazione
100 giorni

STRUMENTO amministrativo
Delibera di Consiglio con adesione alla rete delle città del progetto “La Città dei Bambini”

Le primarie e la sete di buona politica

Diciamolo: le primarie di Latina sono state un traguardo importante, e ad aver vinto è stata la IMG_9349.JPGbuona politica.

Gli elettori (e i futuri elettori) del partito democratico hanno voluto far vincere l’idea che alla guida della città ci sia bisogno di una persona di competenza, trasparente e che abbia già dato prova di saper fare buona politica: Latina ha bisogno di questo.

I punti costantemente richiamati nella campagna elettorale di Enrico Forte candidato a sindaco, sono stati proprio competenza, trasparenza e buona politica, punti rafforzati in ogni tappa del ViaggioxLatina che abbiamo messo in campo già oltre un mese fa.

Questa è stata la motivazione che ha fatto da fulcro ad una moltitudine crescente di persone che hanno ingrossato le fila dei sostenitori di Enrico che incarnava questa opzione. Quella stessa motivazione che ha ridato valore e dignità a storie e persone provenienti da origini lontanissime tra loro, ma che sono spontaneamente confluite in un luogo che hanno riconosciuto come “la loro casa“, come gli elettori delle primarie che hanno riconosciuto nella buona politica la soluzione ai problemi di Latina.

Una casa democratica era il progetto originario del Partito Democratico iniziato con i “40 saggi”. Purtroppo il progetto ha subìto una pesante deviazione verso la cosiddetta “fusione a freddo”, una giustapposizione di parti facenti capo a figure politicamente determinanti che si contendevano il partito a suon di tessere.

Ecco invece che, nel gruppo che ha sostenuto Enrico, abbiamo assistito a qualcosa di inatteso: il clima è di collaborazione fino all’ultima goccia di energia, non ci sono accordi di retrovia che motivano all’azione, nessuno pretende un ruolo ma ci si mette a completa disposizione “a prescindere”, si ritrova la gioia di fare politica insieme.
E questo è certamente quello che “profeticamente” i 40 saggi avevano visto: valori di sinistra di radice cristiana rispecchiare il popolo italiano portando in sé il DNA di un partito maggioritario.

Spesso si pensa che se non c’è il “clima” giusto, nulla si riesce a fare. E invece è stato esattamente il contrario: il metodo adottato dal gruppo (riconosciuto e costantemente ricalibrato, le decisioni sempre prese insieme, lealmente rispettate) ha generato il “clima” e ha attratto consenso, sostegno e sempre nuove energie.

Ed ora ci aspetta una sfida importante: per primi in tutta Italia abbiamo celebrato le primarie in un comune alle urne il prossimo 12 giugno: primarie senza contestazioni, senza ricorsi, pulite e trasparenti.

La città si merita l’alternanza che fa bene ai cittadini e ai politici.
Questo è il Partito Democratico che Latina vuole.
Questo è il PD che serve all’Italia.

Perché i sindaci si mobilitano per Enrico Forte?

imageLa lettera di sostegno nei confronti di Enrico Forte da parte di 10 sindaci della provincia pubblicata oggi dai giornali locali ha messo un po’ in subbuglio il PD.

Facile pensare che il sindaco di Latina sia un affare tutto interno alla città.

Ingenuo crederlo.

Io invece ringrazio i sindaci per averci dato motivo di riflessione. Una riflessione che già in qualità di ex-consiglieri comunali (Porcari, Fioravante, De Amicis ed io) avevamo proposto.

Le province, sappiamo, hanno vita brevissima e verranno in sostituite da contesti di “area vasta”. L’area territoriale extra comunale raggrupperà i vari comuni per distretti o bacini di utenza a seconda della tipologia del territorio e del servizio che dovrà offrire. Il nostro territorio è già diviso, infatti, in vari ambiti: distretti sanitari, ATO per la gestione dell’acqua, dei rifiuti, le scuole…

Il sindaco del capoluogo di provincia non dovrà solo occuparsi della cura della propria città, bensì sarà chiamato a “pensare se stesso” al di fuori del perimetro ristretto del proprio comune. Avrà un ruolo di grande peso nel rappresentare e nel gestire le dinamiche extra comunali.

Non solo.

Sarà il naturale propulsore rispetto alla valorizzazione delle risorse di tutto il territorio extra comunale – che lui deve dimostrare di conoscere nei particolari o non servirà a nessuno – anche finalizzato alla creazione di legami sovra-comunali a livello regionale, interregionale ed europeo, per i quali non basta affatto la sola buona volontà o la sola onestà.

Il sindaco di Latina dovrà essere un conoscitore del territorio e delle dinamiche istituzionali extraterritoriali: un uomo con una intelligenza istituzionale ed una competenza che non si improvvisa dall’oggi al domani.

Si capisce, allora, la premura dei 9 sindaci della provincia nei confronti di Enrico Forte in quanto candidato alle primarie…
Come dar torto a chi vede in lui, a giusta ragione, la persona esperta ed onesta che può finalmente far uscire il nostro territorio dall’isolamento in cui ci ha relegato una politica ignorante e tutta concentrata ad arricchire i pochi potenti e a restituire favori elettorali?

Ecco perché l’elezione del sindaco di un capoluogo di provincia desta tanto interesse anche al di fuori del perimetro comunale.
Ecco perché le riflessioni da fare sono molte e richiedono di uscire dal proprio piccolo orticello, ma soprattutto… di raccontarla tutta agli elettori.

Nicoletta Zuliani intervistata da “Il Giornale di Latina”: i candiati PD.

imageEcco l’intervista che Marianna VICINANZA de “Il Giornale di Latina” ha realizzato e che è stata pubblicata nel numero di mercoledì 14 ottobre 2015.

Lei è stata in questi giorni tra le più critiche nei confronti di Paolo Galante, il candidato promosso da Moscardelli. Perché?
“Appunto, perché è considerato il candidato di Moscardelli, mentre dovrebbe essere il candidato del PD, dovrebbe rispondere a una serie di bisogni valoriali e di trasparenza e partecipazione di cui il partito democratico si è sempre fatto promotore. Renzi non ha mai fatto andare avanti un civico al posto di un politico, si è piuttosto circondato di persone competenti, dei mondi dell’imprenditoria dell’economia, della cultura per poter dare spessore al suo intervento politico, invece di prendere una persona al di fuori del partito E sostituirla ad un politico è un processo che io non condivido. Come mettere un politico che non ha mai fatto imprenditoria a capo di un’azienda e pensare di riuscire nell’impresa”.

Eppure lei viene dal mondo della scuola, da quella società civile di cui stiamo parlando.
“Provengo dalla società civile ma non mi sono proposta alla guida dell’amministrazione della seconda città del Lazio. Nel 2011 mi sono proposta come rappresentante dei cittadini in un consiglio comunale, è cosa ben diversa. Chi voleva nel PD un vero civico come sindaco avrebbe dovuto interloquire con le forze realmente civiche, e non con un singolo civico. Chi voleva un vero sindaco civico non avrebbe dovuto fargli la tessera del PD facendolo diventare “in corso d’opera “un politico. I professionisti della società civile devono affiancare il sindaco non devono sostituirsi adesso. Altrimenti si sancisce un principio che non condivido affatto nel caso di galante: la politica non serve; l’imprenditoria si può sostituire alla politica perché è l’unica che sa ‘fare’.

La politica serve ma nel caso di Enrico Forte c’è chi, come Omar Sarubbo e Massimiliano Carnevale, sostiene, che abbia troppi ruoli o sia in politica da troppo tempo.
“Sarubbo e Carnevale stanno in politica in proporzione almeno quanto Enrico, tenendo conto che poi Enrico per una decina e più di anni è stato anche fuori. Questo però non li fa meno affidabili o meno competenti, nella politica esperienza competenza e onestà sono valori aggiunti non certo punti deboli”.

Il paradigma imprenditore di successo-bravo politico di cui parlava prima e la semplicità con cui si vuole far passare questo binomio nella gestione di un comune, lei lo condivide?
“Non lo condivido affatto, e questo paradigma mi ricorda quello di Berlusconi, che noi abbiamo tanto osteggiato come Partito Democratico e come centro sinistra. La differenza con Berlusconi è che lui ha dichiarato un reddito annoverato tra i primi contribuenti in Italia, Paolo Galante dice di essere un imprenditore di successo e diciamo che questo è ancora tutto da verificare. Io credo che governare una macchina come quella della gestione della cosa comune è compito complesso: hai a che fare con una serie innumerevole di settori interconnessi. Devi avere a che fare con le fasce fragili, con il mondo giovanile, occuparti di ambiti come il fronte della tutela della legalità, come l’urbanistica e la gestione del territorio. La politica come amministrazione della cosa pubblica è un livello superiore e più complesso di una semplice azienda e racchiude tutti i settori della società. Non possiamo mischiare tutto: imprenditori e politici interscambiabili, destra e sinistra interscambiabili, non possiamo fare che tutto è uguale a tutto. È ciò che vorrebbero gli speculatori. I cittadini, invece, hanno bisogno di poche cose chiare: onestà, coerenza e competenza”.

Esperienza, competenza, merito, hai fatto un richiamo a questi temi riguardo alla scelta dei candidati durante l’assemblea comunale. Li ravvisi nei due candidati del PD?
“Galante sarà sicuramente una persona competente nel suo settore, ma per me è inadatta come candidato a sindaco per le ragioni che ho espresso. Io parlo di competenza nella gestione politica ed è un valore che riconosco in Enrico Forte. Questo non è voler criticare a tutti costi un avversario politico, è porre una questione importante di cui si parla poco: il candidato del PD deve rispondere a requisiti di interpretazione dei valori che il partito ha sempre promosso. Valori antifascisti, di priorità dei processi di partecipazione, capacità di sviluppo reale creando sinergie con gli altri comuni dell’area vasta e realizzando progettazioni di calibro europeo. LATINA deve diventare ciò che non è mai stata, uscire dal suo perimetro per non farsi fagocitare da Roma Capitale.

Lei è stata una delle poche nel dibattito politico degli ultimi tempi a mettere in evidenza la sfida e il problema della futura governabilità. Ci sono i presupposti con questi due candidati?
Sostengo Enrico Forte proprio perché credo che una omogeneità di visione e di composizione di compagine di governo sia necessaria. Lo abbiamo visto con i governi traballanti e di vita breve dei comuni della provincia di Latina che sono stati ultimamente commissariati. Lo stile di Galante che ha più volte dichiarato che “la soluzione ai problemi di Latina sono io” è la tipica affermazione dell’uomo solo al comando che da imprenditore decide in maniera autonoma. Sarà coerente con se stesso, ma poi fare i conti con la squadra sarà difficilissimo. Mi chiedo: Galante è capace di interpretare la visione del nostro partito? Aggregare persone con un metodo che si basa sui rapporti personali e invece che sui temi, sui contenuti e progetti condivisi,  non mi convince. Questo non è altro che il paradigma che la destra ha utilizzato negli ultimi vent’anni a Latina: il rapporto uno ad uno, un rapporto ad personam.

Spostare il dibattito sul piano dei contenuti lo chiedono anche i cittadini. Quali sono i temi sui quali il partito democratico può fare la differenza rispetto ad altre forze politiche?
Uno dei temi chiave è la trasparenza. C’è chi come Nicola Calandrini parla continuamente della casa di vetro ma lui è stato per quattro anni presidente del consiglio comunale di Latina e non mi sembra che Latina fosse esattamente una casa di vetro. Forte è stato uno dei primi a rinunciare ai rimborsi delle trasferte, al rimborso elettorale da consigliere regionale. Prima di Zingaretti e fino a che lui non ha annullato questa legge, tutti i consiglieri ricevevano € 2.040 al mese senza obbligo di rendicontazione. Enrico ha rinunciato da subito, non li ha mai riscossi.

E oltre alla trasparenza?
Altri temi sono l’urbanistica e il bilancio partecipato. Anche su cultura e scuola c’è una città da rifondare. Dobbiamo mettere a sistema tutte quelle risorse culturali che non devono restare circoscritte ma che devono proiettarsi fuori con un progetto credibile che non rimanga confinato nel circuito cittadino. Costruire un blocco forte con tutta la provincia tale da poter aumentare la nostra capacità attrattiva di finanziamenti e competere a livello europeo. La politica sana è quella che si impegna in prima persona dando priorità ai contenuti, è ora di partire da questo.

Politica ambigua? No, grazie.

imageAncora una volta balzati a cronaca nazionale.

Questa volta per la bizzarra idea di candidare nel PD un uomo da sempre connotato nella destra latinense.
L’esigenza dichiarata è quella di voler aprirsi al nuovo elettorato (quello della destra) definito l’unico che può fa la differenza.

Ma dov’è la differenza?
Essere aperti alla cosiddetta “società civile”?

Sono una di quelli che ha risposto all’appello di Veltroni ad entrare nel Partito Democratico perché c’era bisogno di donne e uomini “della società civile”: il nuovo partito che veniva fondato voleva rappresentare ed essere il rinnovamento della politica.
Di quel gruppo siamo rimasti in pochissimi a fare politica attiva.

Quando si invita qualcuno ad entrare in casa propria a vivere insieme, il modello di convivenza va necessariamente modificato: il PD, in questi anni, ha mantenuto il suo rigido modello fatto di gruppi piramidali ai cui membri venivano garantiti ruoli ed eventuali candidature.

No. Il cambiamento va impresso dando forza a chi ha conquistato il merito e la competenza in ambito politico con idee chiare e non interpretabili: siamo un partito, e come tale abbiamo il dovere e la responsabilità di produrre buona politica ed offrire un percorso che oggi deve soddisfare i criteri di chiarezza, competenza e innovazione.

Perché qui stiamo parlando di politica, non di faccia interessante o di notorietà, giusto?
Né tanto meno di ceto politico “migrante”, vero?

Comprendo l’esigenza di diventare riferimento per una grossa fetta di elettorato sentimentalmente legato alla destra, ma ritengo che gli elettori vadano trattati per ciò che sono: persone intelligenti.

La destra a Latina ha fallito (e abbiamo la fortuna che l’evidenza schiaccia qualsiasi sentimentalismo).
Ora proviamo noi a dimostrare che Latina si può governare in un modo diverso.
Come?
Il viaggioxLatina che abbiamo intrapreso con Enrico Forte è chiaro: punto per punto, luogo dopo luogo, tema su tema spiegherà come vogliamo governare.
Ci vuole chiarezza e coerenza.
Il tempo della politica confusa ed ambigua è finito.

In ViaggioXLatina

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Vi aggiorno del viaggioxlatina che abbiamo iniziato.

Vi dico subito che per me personalmente rappresenta un’occasione importante per collaborare in modo reale alla costruzione di un programma per la nostra città.
L’idea del viaggio rispecchia bene quello che intendiamo fare: metterci in cammino e condividere la strada verso l’obiettivo finale, una proposta di città rigenerata.

Voi direte:”Nicoletta, siamo stufi della politica e dei politici“.
È vero, noi tutti siamo stufi di come hanno usato la politica per raggiungere interessi economici o di potere.
Ciò di cui noi tutti siamo stufi è la disonestà praticata dentro la politica, siamo stufi che i disonesti della politica siano sempre lì a parlare, agire e dirigere.
La politica però, non può stufarci: è il “luogo” dove si prendono le decisioni che riguardano tutti noi.

Il problema è chi frequenta quel luogo.

Latina ha bisogno del meglio che i suoi cittadini possono offrire.

Non credo che il “meglio” sia colui che ci fa vincere, e quindi colui che ci porta i voti della destra, come pensano alcuni del mio partito, dal momento che “a Latina tutti sono un po’ di destra e l’unica speranza è di portarsi quelli della destra dalla nostra parte!”: una sorta di armata Brancaleone.
Ditemi con che criterio si governerà… Necessariamente col criterio del “do ut des”: ad ognuno il suo pezzetto di potere in cambio dei voti portati, salvo poi cadere nella trappola del ricatto qualora il personaggio di turno non ritenesse di aver ricevuto abbastanza.
No, questo non è il “meglio” per la città.

Gli elettori della destra che vogliono il bene della città sanno che l’alternanza è l’unico modo per “punire” chi ha malgovernato, scegliendo “gli altri” che dimostrano trasparenza, onestà e competenza. La libertà dagli schemi ideologici aiuterebbe l’alternanza che ha come criterio di scelta la valutazione dell’operato dei politici e della fattibilità dei progetti proposti.

Non credo neanche che il “meglio” sia colui che non ha mai avuto niente a che fare con la politica e quindi considerato pulito, “basta che sia onesto!”: no, neanche questo è il “meglio”.
Bisogna conoscere bene i comandi dell’aereo, non basta essere solo onesti e avere tanta buona volontà… La macchina amministrativa, il baratro economico-finanziario, i macigni dei problemi non risolti, il rapporto con gli altri enti, la gestione delle dinamiche interne alla propria compagine richiedono molto più dell’onestà e della buona volontà: queste qualità sono forse sufficienti per un presidente di associazione.
Per un sindaco sono condizioni necessarie ma non sufficienti.

Ed è per questo che non posso non impegnarmi.
Viviamo qui a Latina, e ora in un periodo storico difficilissimo. Non posso esimermi dall’impegnarmi perché la nostra comunità non si può servire ed amare solo in tempi facili, quando fare politica porta popolarità e riconoscenza: qui ed ora è il momento in cui Latina ha bisogno di essere servita ed amata anche con la competenza.
Offro il mio tempo, la mia storia personale, professionale e politica a servizio di un disegno per la mia comunità, non per una persona.

Non seguo le persone (chi mi conosce, lo sa), ma sono pronta a dare tutto per un progetto sano, onesto e di spessore. E la nostra comunità non si merita niente di meno.
Non mi entusiasmano le persone, ma lavorare insieme, cooperare e condividere un’esperienza basata sulla valorizzazione reciproca – nonostante le diverse esperienze di cui ognuno è il prodotto – e mi spendo senza riserve per un lavoro portato avanti fianco a fianco, mai subalterno, mai asimmetrico.

Voglio lavorare alla definizione di una vera alternativa alla destra che, certo era fiera di rappresentare la maggioranza dei cittadini, ma che ha governato in modo spudorato per gli interessi di pochi, distruggendo la dignità di chi si chiama latinense e riducendo Latina ad una “città relitto“.
Con Enrico Forte e con il gruppo che si allarga attorno a noi, stiamo facendo un’esperienza davvero entusiasmante: finalmente si approfondiscono temi, si studiano possibili soluzioni e proposte in un clima di lealtà e di concretezza che non vedevo da tanto tempo.

Non si parla di politici, ma si esce fuori dalle stanze della politica e fuori dai giornali per ritornare nel tessuto umano e cittadino dove la politica è stata assente per anni.
Ebbene, con la storia e l’esperienza che ognuno di noi ha costruito nel tempo, sentiamo di poter offrire il meglio per la nostra città.