Fa impressione sentire parole di soddisfazione da parte di politici a livello regionale e provinciale rispetto all’attuazione del piano di dimensionamento scolastico. Forse sono stati bravi ad attuarlo, ma l’attuazione non significa necessariamente aver migliorato le cose.
Un conto è ritoccare situazioni si scuole autonome, non pienamente efficienti, con rimodulazione organica e strutturale basata su esigenze del territorio che si sono modificate in itinere o risultate da una diversa redistribuzione demografica in una città come Latina.
Qui si sta dicendo che si è stati bravi ad attuare un taglio in totale dispregio della qualità, attuando un Decreto, non quindi frutto di dibattito da parte di tutto il Parlamento, ripeto un Decreto del governo Berlusconi che, all’art.4 dice
” (…) a decorrere dall’anno scolastico 2011-2012 la scuola dell’infanzia, la scuola primaria e la scuola secondaria di primo grado sono aggregate in istituti comprensivi, con la conseguente soppressione delle istituzioni scolastiche autonome costituite separatamente da direzioni didattiche e scuole secondarie di I grado; gli istituti compresivi per acquisire l’autonomia devono essere costituiti con almeno 1.000 alunni, ridotti a 500 per le istituzioni site nelle piccole isole, nei comuni montani, nelle aree geografiche caratterizzate da specificita’ linguistiche.” Continue reading