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Consiglio Comunale 30 nov. 2016

Sono appena tornata dal consiglio comunale con un po’ d’amaro in bocca… All’ordine del giorno c’erano un debito fuori bilancio, numerose variazioni di bilancio che andavano approvate entro oggi, ed una delibera che riguardava le linee di indirizzo per la nomina dei rappresentanti del Comune in società partecipate ed enti vari.

LBC ha sempre invitato l’opposizione alla collaborazione, e in questa direzione andava il nostro emendamento, poi firmato da tutta l’opposizione, che inseriva tre punti che andavano nella direzione di una maggiore pubblicizzazione e trasparenza: non erano altro che i tre punti presenti nel documento che Damiano COLETTA aveva sottoscritto come candidato sindaco rispetto alle audizioni pubbliche per la individuazione dei rappresentanti dell’ente presso società partecipate, enti ecc… IMG_5549Questo documento, tra l’altro, impegnava i sindaci a dotarsi di queste linee di indirizzo entro i primi 100 giorni del loro mandato, cosa che non è accaduta. Soltanto dopo che il giornale aveva riportato di questo ritardo, l’amministrazione si è mossa.

Eravamo assolutamente aperti alle modifiche che LBC avesse voluto apportare e aperti a elaborare insieme un testo che potesse essere condiviso.
L’amarezza deriva dalla chiusura totale che hanno dimostrato presentando invece un loro emendamento rafforzando così l’idea di non volere il contributo di nessuno.

L’esito: loro hanno tutti votato CONTRO il nostro emendamento e noi abbiamo votato a FAVORE della loro delibera.

La chiedono, ma in realtà non vogliono nessuna collaborazione.

Consiglio Comunale del 14 nov. 2016

È passato il Consigliere con Mandato e siamo i primi in Italia ad averlo.

Quando domenica pomeriggio mi sono messa a studiare una via d’uscita, ho pensato di sottolineare l’aspetto dello studio ed approfondimento che LBC sentiva come prioritario, e sostituirlo alla parola “delega” che significa invece “trasferimento di competenza“. Un mandato di studio ed approfondimento di una tematica era il punto di incontro tra le due diverse posizioni.

Credo che uno dei compiti più importanti della politica questo: trovare il punto di incontro tra posizioni che divergono per riconoscere il valore che c’è in ogni posizione .

Diverso è quello che invece è successo alla fine del consiglio con l’ultimo punto discusso: la mozione presentata da me ed Enrico Forte chiedeva originariamente di redigere urgentemente un regolamento per la gestione cura dei beni pubblici con la partecipazione dei cittadini  Per tutelare l’amministrazione rispetto alle numerose e libere iniziative di cittadini ed associazioni che volontariamente già si cimentano in azioni di cura di aree pubbliche.
Circa tre settimane fa mi fu chiesto di modificare la mozione e chiedere, al posto dell’approvazione di un regolamento in consiglio comunale, di richiedere una trattazione del punto come ordine del giorno nella commissione  preposta.

Ho fatto quanto mi richiedevano, ma in cambio non c’è stata la volontà di incontro.

In contrapposizione alla nostra mozione è stato scritto in fretta e furia un Ordine del Giorno da LBC in cui affermavano che già era loro intenzione fare quanto richiedevamo nella mozione, ma che il metodo da loro scelto avrebbe richiesto più tempo perché comportava una partecipazione anche più ampia tra varie altre commissioni, e quindi avrebbero al più presto avviato l’iter per la discussione di questo regolamento. Sostanzialmente uguale ma formalmente era la loro proposta.

Potevano chiedermi di modificare ulteriormente la mozione e l’avrei fatto.
Ma votare una proposta dell’opposizione è diverso che fare e votare una propria proposta.

Altro sarebbe stato se ci avessero chiesto di scrivere insieme una sintesi tra le due proposte e votarla insieme: avrebbero dato prova di apertura e di spirito di collaborazione.

L’epilogo: due proposte assolutamente assimilabili sono state pretesto di una prova di forza facilmente vinta da LBC.

La responsabilità della coerenza.

IMG_5401Non mi piace il clima inquisitorio e di facile giudizio che si sente nei confronti dell’assessore Ciccarelli, come non mi piaceva, durante la campagna elettorale, vedere tutti i politici indiscriminatamente additati come responsabili dello scempio che era stato perpetrato nei confronti della nostra città. Indiscriminatamente.

Secondo quella visione tutti i politici erano parimenti disonesti e responsabili; anche chi aveva sempre agito onestamente, in trasparenza e difformemente da chi governava veniva messo nello stesso “fascio di erbaccia”.

Una equazione facile ed efficace quella del “politico=disonesto“.

Un principio che abbiamo cercato di contrastare in campagna elettorale affermando l’importanza della competenza perché la politica ha questo ruolo: scegliere mettendo a disposizione solida competenza e capacità amministrativa: un principio di buon senso. L’onestà, poi, è un prerequisito non negoziabile.

Ecco perché il buon senso e il buon ragionamento porterebbero a sostenere persone che dimostrano passione e capacità come la Ciccarelli.

Ma quale contesto abbiamo costruito?
Su quali principi abbiamo creato il sentimento pubblico con il quale noi tutti ci dobbiamo misurare?
È basato sulla competenza o sulla possibilità o meno di costrutti a discredito?
Il politico è molto soggetto al comune sentire e alla pubblica opinione più che al buon senso, purtroppo, perché si ricopre il ruolo di politico grazie al pubblico voto ottenuto a seguito di una pubblica esposizione e, spesso, di facili e pericolosi slogan.
Se abbiamo creato un’opinione pubblica al limite del giustizialismo, purista ed inflessibile e abbiamo rafforzato questo sentimento con una campagna elettorale spinta su questo versante, coerenza vuole che si agisca di conseguenza, e le dimissioni sono un atto implicito e indiscutibile.

Tutto ciò se crediamo che quel quadro costruito sia vero.

Se invece ammettiamo che quel quadro inflessibile e dalle tinte giustizialiste non sia veritiero e sia da smontare, dovremmo smetterla di dire “noi” e “voi”, e cominciare a RICONOSCERE il valore altrui e porlo alla base di ogni ragionamento e rapporto, a prescindere dai panni che costui o costei  indossa, spesso sporcati solo dal pregiudizio di chi li guarda.

Ora, però, c’è una responsabilità da esercitare con scelte imposte da un contesto e dal senso di opportunità; scelte che esulano dal piano personale.
Si tratta di una scelta politica.
Una scelta politica in capo al sindaco Coletta.

Consiglio Comunale 11 nov. 2016 (rifiuti)

Nel Consiglio di oggi (qui un resoconto molto dettagliato dei vari interventi eiportato dalla giornalista Rita Cammarone) c’è stata l’occasione di chiedere con più forza quanto avevo già chiesto nelle Commissioni Bilancio e Ambiente ma che non aveva avuto risposta: una maggiore chiarezza rispetto alle questione dei debiti e dei crediti nei confronti della Latina Ambiente. Ecco il mio intervento. Le motivazioni che inducono a chiedere una maggiore chiarezza sono state scritte in un Ordine del Giorno sottoscritto dal PD, Marchiella, Celentano e Calandrini (leggi la nostra proposta) che ha avuto esito negativo perché LBC ha votato contro. Nel suo intervento l’assessore al bilancio Giulio Capirci ha dichiarato che i conti sono tutti chiari, non c’è pericolo che fallendo la società il Comune debba pagare alcun debito, e non è neanche detto che la legge Madia impedisca che si possa, come Comune di società partecipata fallita, aderire ad un consorzio (Formia Rifiuti Zero) o fare una municipalizzata. Devo quindi desumere che quanto detto dai revisori dei conti fino ad oggi siano stati allora un mucchio di errori. (Ho riportato nel testo dell’OdG le loro parole) Vedremo. Un Ordine del Giorno più fortunato è stato quello che abbiamo presentato per scongiurare l’utilizzo della discarica di Borgo Montello (leggi): dopo aver riconosciuto che andavamo nella stessa direzione, il voto di questo OdG è stato unanime.

Il PD dice NO al Consigliere Delegato

IMG_5239Col mio gruppo consiliare PD (Enrico Forte, Forte, Massimiliano Carnevale ed io) abbiamo fatto delle considerazioni rispetto al comunicato di LBC vengo definita inadeguata a ricoprire il ruolo di presidente della commissione trasparenza: un attacco personale per palese assenza di motivazioni politiche.
Certo è difficile accettare l’accostamento fatto a LBC con la logica della moltiplicazione delle “poltrone“. Ma la scelta parla da sola.
La motivazione che il sindaco e la sua maggioranza adducono a tale proposta è che il 90% dei comuni abbia il Consigliere Delegato. Questo non è garanzia di buona prassi, ma semplicemente che sia una PRASSI. Buona o cattiva è lasciata al giudizio politico e noi siamo convinti che questa non sia affatto una priorità per la nostra città: piuttosto un sintomo di grande debolezza e si presta ad una lettura nel senso di una moltiplicazione delle cosiddette “poltrone”.

Se non è legge, non è obbligo.

La facoltà di sostenere, studiare e aiutare il proprio sindaco non è preclusa a nessuno, e lo si può fare anche senza il “titolo” di una carica politica per la quale si modifica uno Statuto Comunale, tanto più che è senza retribuzione, senza potere di firma, senza valenza esterna: sostanzialmente cambia solo l’ufficialità di un ruolo politico in più.
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Poi, per quanto riguarda l’attacco alla mia persona, ricordo che il ruolo di presidente della commissione trasparenza è dato all’opposizione, ma ciò non significa che il presidente di turno debba essere condiscendente o più “morbido” con la maggioranza a causa del ruolo che riveste: guai! LBC ha la maggioranza e ha il dovere di governare questa città, ha il compito di trovare soluzione alle questioni che attanagliano l’economia e che immobilizzano la macchina amministrativa.

Se qualsiasi membro dell’opposizione ha rilievi, dati di denuncia o critiche da fare rispetto all’operato della maggioranza, ha il dovere di farle perché rientra nel suo ruolo di controllore, e come tale io sto agendo. Conosco il mio ruolo e lo esercito nell’ambito delle mie prerogative senza che intimidazioni o minacce mi possano far retrocedere.
LBC la smetta di fare “opposizione all’opposizione”: il loro ruolo è governare e sarebbe bene che lo facessero riflettendo sulle critiche, non attaccando le persone. Se non condividono le critiche, vadano pure avanti forti della convinzione delle proprie scelte. Cercare di mettere il bavaglio all’opposizione o pretendere che sia malleabile e arrendevole perché un suo componente è Presidente della Commissione Trasparenza, dimostra che c’è confusione nel riconoscere i diversi piani su cui si muovono il ruolo istituzionale e quello politico. In Commissione Trasparenza porto questioni su cui far luce attraverso l’approfondimento e la consultazione dei dirigenti amministrativi e assessori, non porto giudizi politici

La differenza io ce I’ho ben chiara.

Sul Consigliere Delegato esprimo un giudizio politico negativo e lo faccio con tutto il mio gruppo.

Ci preoccupano i toni intimidatori e di attacco personale del comunicato: la politica può assumere toni aspri e le critiche possono farsi dure, ma mai si deve intimare al silenzio o mettere in sordina i propri oppositori: soffocheremmo la democrazia.

Una scuola per i consiglieri? Non è compito del Comune.

IMG_4846Un corso comunale per consiglieri e assessori?
I partiti avevano le scuole dove venivavo preparati e formati politici e amministratori. Non era – e non è – compito del sindaco formare amministratori. Chi veniva eletto e saliva sulla “nave per farla navigare” doveva sapere cosa andava a fare, e doveva saperlo fare bene, o in lista non ci veniva messo.

Lentamente i requisiti politici sono diventati meno importanti, anzi, meno politico sei e più idoneo risulti come candidato.

Oggi, in diverse città italiane, ci si ritrova con tanta brava gente che però non sa dove mettere le mani.
E per compensare, a Latina, è venuta l’idea di organizzare corsi per i consiglieri inesperti.

Apprezzo l’umiltà e il riconoscere un limite che lo studio e un po’ di tempo possono superare, ma credo che a colmare la lacuna della competenza non debba essere la collettività: ci deve pensare il movimento/partito che li ha candidati e fatti eleggere.
Il Comune, invece, deve pensare a TUTTI i cittadini.

Al posto della scuola per i consiglieri e assessori neofiti della politica, ho proposto in commissione una Scuola Civica di Partecipazione.
Una Scuola Civica per TUTTI i cittadini, per crescere nella conoscenza della struttura articolata della “macchina amministrativa”, degli organi di governo e Istituzionali, nella conoscenza dei diritti dei cittadini e delle modalità civiche di partecipazione alla vita del proprio comune; nella conoscenza delle buone prassi di altri comuni virtuosi e nella conoscenza dei diversi livelli di ordini di governo territoriale ecc…
Per TUTTI i cittadini: per i giovani che vogliono conoscere e iniziare ad impegnarsi in questo campo e per gli adulti, per gli anziani, per gli “italiani acquisiti”, per tutti. Una scuola civica, apartitica, istituzionale, libera.
Perché il Comune deve saper avere lo sguardo aperto su tutta la propria cittadinanza e deve porsi come obiettivo la crescita della comunità intera, senza privilegiare una parte o l’altra.

Una Scuola Civica di Partecipazione promossa dalla Presidenza del Consiglio Comunale, in quanto più alta rappresentanza della città che contiene al suo interno la presenza di tutte le sensibilità, è secondo me la risposta più corretta alla sete di conoscenza di una comunità che vuole crescere in partecipazione.
Di una comunità nella sua interezza.

Per i consiglieri più inesperti che sentono il bisogno di studiare, una scuola serale organizzata dal proprio partito/movimento mi sembra la soluzione più corretta.