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La mala vicina di casa

Deve farci molto pensare il video rap balzato alla cronaca nazionale dei ragazzi del quartiere Q4 che inneggiano alla malavita latinense.schermata-2021-03-02-alle-09-54-10

Cosa abbiamo generato?

Evidentemente non solo giovani professori universitari all’estero, ma anche ragazzi che “osano sfidare” la legge e tutta un’intera comunità, la stessa che ha sostenuto le forze dell’ordine in quell’ormai lontano ottobre 2015 con gli arresti della questura a guida De Matteis.

L’ostentazione nel video di denaro da proventi illeciti, di pose e gestualità con riferimenti ad atti sessuali da parte di una ragazzina, le parole di sostegno ai Travali in carcere sono una sfida rivolta a tutti noi.

È una sfida CULTURALE: se l’illegalità risulta più affascinante della cultura della legalità e della civile convivenza evidentemente è presente l’humus perché ciò si verifichi.

È una sfida EDUCATIVA: tutti questi ragazzi hanno frequentato la stessa scuola di tutti gli altri ragazzi del quartiere, sono stati bambini, ragazzini, hanno avuto insegnanti e gruppi di wapp di mamme.
La scuola è il primo punto di osservazione di comportamenti devianti, di condizioni economiche, sociali e culturali a rischio di devianza: cosa non ha funzionato nella sua azione educativa?

La scuola e la parrocchia sono gli unici luoghi che tengono insieme persone appartenenti a diversi ceti sociali, a diverse condizioni familiari; la scuola , in particolare, è unico vero luogo in cui si può agire in modo intelligente ed efficace per sostenere la fase delicata della formazione della personalità dell’essere umano: l’infanzia e la pubertà. Questo è il luogo privilegiato della prevenzione alla devianza: cosa non ha funzionato?

È una sfida alla CONVIVENZA CIVILE. I giovani e i giovanissimi del quartiere vivono una condizione di grande insicurezza: loro coetanei  prepotenti e violenti si fanno forti di un territorio poco controllato per imitare i boss e praticare soprusi e violenze che solo i ragazzi conoscono.

I lotti popolari delle “vele” sono considerate una Scampia latinense dove sovente fuochi d’artificio festeggiano il rilascio o la scarcerazione di esponenti della malavita…

Partiamo da un’ANALISI di ciò che non ha funzionato e mettiamo in campo misure PREVENTIVE e CONTRASTIVE efficaci.

È una sfida rivolta a tutti noi, e dobbiamo raccoglierla insieme.

Il “patto indelebile”.

imageA seguito di un’operazione con indagini durate un anno, la nostra polizia di Stato è riuscita ad  inchiodare un sistema malavitoso che aveva messo le radici nella nostra città da molto tempo, operando in diversi settori e ingraziandosi benevolenze presso alcuni politici.
Tutti sapevano, tutti ne parlavano.
In tanti si osservava e ci si chiedeva come potevano taluni agire indisturbati e alla luce del giorno ostentando arroganza e disprezzo delle regole.

Un sistema, un’organizzazione che evidentemente godeva di coperture politiche perché la spavalderia che caratterizzava le loro azioni non poteva essere che protetta, a sua volta, da un qualche burattinaio potente che poteva muovere anche altri fili e decidere chi toccare e chi non toccare: da qui il nome dell’operazione Don’t Touch.

E come in un campo coltivato esiste erbaccia, zizzania ma anche piante buone, così la nostra Latina ha dimostrato di essere anche qualcos’altro, non solo una città pigra ed assuefatta. Ieri tanti di noi hanno colto la bellissima occasione per dimostrare che l’ABC della convivenza sta nel riconoscimento e nel rispetto delle regole che ne sono alla base, e che senza queste regole si vivrebbe come in un Far West: paura e dominio del più forte di turno.

E invece no. E non dipende solo dalla polizia.

Dovunque lavoriamo, dovunque operiamo, dovunque siamo anche con il nostro semplice respiro dobbiamo esprimere che la legalità e il rispetto delle regole sono l’ossigeno che deve scorrere nelle vene della nostra città, attraverso i rapporti interpersonali, attraverso la limpidezza delle nostre relazioni, attraverso la trasparenza del nostro agire, nella scelta di cui è carica ogni nostra azione quotidiana: dal rispettare il rosso, dal fare una segnalazione, dal rispettare gli orari di lavoro, all’andare a raccontare quello che viviamo sulla nostra pelle, come ci ha chiesto il Questore De Matteis, sicuri di trovare nei poliziotti “chi lavora senza orario, con grande sacrificio e fatica, che rinuncia alla famiglia, che rischia la pelle tutti i giorni“.

Siamo in tanti, tantissimi che vogliamo il rispetto delle regole senza deroghe e ieri abbiamo alzato una denuncia corale nei confronti di chi se ne beffa, e abbiamo alzato forte un grido di riconoscenza a chi si è esposto per farla rispettare: GRAZIE.

imageUn grazie CORALE.

Ieri abbiamo stretto un patto indelebile tra noi cittadini e forze di polizia, un patto che in quanto cittadini, ci domanda di più, esige un surplus di reattività: non più spettatori, non più osservatori critici, ma protagonisti e padroni del nostro territorio.

Ieri, in coro, abbiamo cantato un meraviglioso canto di libertà.

Attacco al villaggio della Legalità: rispondiamo con le scuole

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«Agli attacchi reiterati contro il Villaggio della legalità di Libera di Borgo Sabotino dobbiamo reagire in maniera forte, attraverso la scuola, un percorso formativo e i giovani». La consigliera comunale del Partito democratico Nicoletta Zuliani propone di utilizzare il Villaggio della legalità dedicato da Libera ad Serafino Famà come centro di propulsione alla legalità.

«Non possiamo non interpretare questi attacchi – continua la Zuliani – come una pressione che sta continuando a fare chi evidentemente si sente disturbato da una tale presenza. Noi come amministrazione, come Comune e come cittadini dobbiamo rispondere in maniera organizzata, forte e intelligente, recuperando la struttura non solo attraverso finanziamenti per rimetterla a posto, ma attraverso un protocollo di intesa tra Csa (ex provveditorato), Comune e dirigenti scolastici di ogni ordine e grado per programmare un triennio in cui si concentrino in questo villaggio momenti formativi ed eventi che le scuole organizzano ogni anno per mettere in rilievo di i risultati delle attività didattiche e per esaltare la parte artistica e creativa dei ragazzi».
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