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Ripascimento abusivo?

imageLa notizia: una ruspa con scritta LATINA AMBIENTE su un lato è stata vista spostare la sabbia della duna verso la battigia a diverse altezze della spiaggia da Capoportiere a Foce Verde nella giornata di sabato 12 aprile. In mancanza di un ripascimento veloce, più veloce è certo l’iniziativa privata che, grazie al mezzo della partecipata del Comune di Latina, effettua il lavoro.
Della serie “ci facciamo giustizia da soli”.

Beh, certo, se così fosse saremmo davvero un paese del terzo mondo, senza offesa per quei paesi.

Facile, purtroppo, che sia proprio così.

Un’interrogazione da me inviata oggi all’Assessore all’Ambiente Fabrizio Cirilli (leggi l’interrogazione) dovrebbe chiarire il nostro status di paese civile oppure senza regole in tutti i campi.

La duna costiera, zona protetta e risalente all’era quaternaria, viene intesa ad uso e consumo di chi l’estate deve lavorare, perché senza spiaggia dove mettiamo gli ombrelloni e le sdraio? Dove accogliamo i clienti estivi? L’erosione che subiamo nel nostro litorale e che poco più giù, a Sabaudia, ha quasi annientato lo spazio accessibile ai bagnanti, ha interessato pesantemente anche il litorale di Latina negli ultimi anni.
E qui si scontrano i bisogni: quello della natura che, se non difendiamo si rivolterà contro di noi e non ci saranno ruspe a limitarne l’azione, e quello dell’uomo che qui vive e lavora ed ha bisogno della spiaggia.

Ma come mai manca la spiaggia?

E qui veniamo alla mancata manutenzione dei lavori di ripascimento che hanno interessato ultimamente il nostro litorale. Gli interventi di ripascimento fatti negli ultimi tempi non hanno prodotto gli effetti sperati né sono serviti a difendere la costa pontina dal fenomeno dell’erosione perché dettati dall’emergenza e quando si agisce in regime di urgenza si lavora male e qualsiasi misura adottata rischia di perdere di efficacia.

La legge nazionale 53/98 obbliga gli enti coinvolti nelle operazioni di ripascimento a stipulare una convenzione per stabilire i vari oneri da sostenere, uno dei quali è la manutenzione, indispensabile perché l’opera duri nel tempo e abbia la sua efficacia. Nei ripascimenti effettuati sul nostro litorale non è stata stipulata alcuna convenzione, di conseguenza non è stata fatta la dovuta manutenzione.

Ebbene, se fosse vero che i titolari di concessioni di aree per spiaggia attrezzata hanno davvero spostato la duna verso la battigia per avere la spiaggia su cui lavorare, ci troveremmo di fronte ad un dilemma: aiutiamo il povero lavoratore o la duna che, in fondo è inanimata e che vuoi che sia qualche metro più su o qualche metro più giù, che differenza fa?

Sono curiosa di sapere cosa mi risponderà l’Assessore all’Ambiente.