Tag Archives: PD

“Nella scuola che vorrei…” eccoci

imageUn evento riuscitissimo quello di venerdì pomeriggio al circolo cittadino di Latina.

Nove tavoli per discutere su nove temi scottanti che riguardano la scuola: le varie proposte apporteranno modifiche al documento della Buona Scuola del governo Renzi.

image

Il gruppo de Partito Democratico che ha lavorato all’organizzazione dell’evento ha dimostrato freschezza, competenza e grande creatività.

Continueremo a confrontarci con chi vive le situazioni critiche sulla propria pelle, perché solo attraverso una sana e generosa partecipazione la politica tornerà al suo ruolo di servizio alla comunità.

NELLA SCUOLA CHE VORREI…

laBuonaScuolaTavoli tematici sui 12 punti della riforma sulla Buona scuola

Quest’iniziativa è un punto di partenza per far fronte alle sfide importanti e per dare un futuro alla “Buona scuola”: dalle infrastrutture al dimensionamento, dall’alternanza scuola – lavoro, alla scuola digitale e all’orientamento, tutti temi che saranno trattati “Nella scuola che vorrei……” evento organizzato dalla Segreteria Comunale del PD di Latina – venerdì 21 novembre 2014 dalle ore 16.30 presso il Circolo Cittadino, Piazza del Popolo a Latina.

PROGRAMMA:

-ORE 16.30 INGRESSO E REGISTRAZIONE PARTECIPANTI;
-ORE 16.45 SALUTI DEL SEGRETARIO GIOACCHINO QUATTROLA E INIZIO LAVORI ;
-ORE 18.00 TERMINE DEI LAVORI NEI TAVOLI TEMATICI E RINGRAZIAMENTI DI CINZIA ROMANO CON DELEGA ALLA SCUOLA E ALLA CULTURA;
-ORE 18.15 I RELATORI RELAZIONANO ALLA PLATEA CON IL COORDINAMENTO DEL
DIRIGENTE SCOLASTICO ELISABETTA BURCHIETTI;
-ORE 19.00 – CHIUSURA DEI LAVORI

Con i seguenti tavoli di discussione:

TAVOLO 1 GLI INSEGNANTI: reclutamento, selezione, supplenze.
Un piano straordinario per assumere 150 mila docenti a settembre 2015 e chiudere le Gradua¬torie ad Esaurimento. 40 mila giovani qualificati nella scuola fra il 2016 e il 2019. D’ora in avanti si diventerà docenti di ruolo solo per concorso, come previsto dalla Costituzio¬ne. Mai più ‘liste d’attesa’ che durano decenni. Garantire alle scuole, grazie al Piano di assunzio¬ni, un team stabile di docenti per coprire cattedre vacanti, tempo pieno e supplenze, dando agli stu¬denti la continuità didattica a cui hanno diritto.

TAVOLO 2 LA VALUTAZIONE: valutazione d’istituto, dei docenti, dei dirigenti.
Scatti, si cambia: ogni 3 anni 2 prof. su 3 avranno in busta paga 60 euro netti al mese in più grazie ad una carriera che premierà qualità del lavoro in classe, formazione e contributo al migliora¬mento della scuola. Dal 2015 ogni scuola pubblicherà il proprio Rapporto di Autovalutazione e un progetto di miglioramento. Online dal 2015 i dati di ogni scuola (budget, valutazione, progetti finanziati) e un registro nazionale dei docenti per aiutare i presidi a migliorare la propria squadra e l’offerta formativa.

TAVOLO 3 L’AGGIORNAMENTO: competenza, formazione (personale docente e ATA)
Formazione continua obbligatoria mettendo al centro i docenti che fanno innovazione attraverso lo scambio fra pari. Per valorizzare i nuovi Don Milani, Montessori e Malaguzzi.

TAVOLO 4 LINGUE E LINGUAGGI: tecnologia, musica, sport, arte, lingue straniere.
Rafforzamento del piano formativo per le lingue straniere, a partire dai 6 anni. Competenze digitali: coding e pensiero computazionale nella primaria e piano “Digital Makers” nella secon¬daria. Diffusione dello studio dei principi dell’E¬conomia in tutte le secondarie. Portare Musica e Sport nella scuola primaria e più Storia dell’Arte nelle secondarie, per scommettere sui punti di forza dell’Italia. Nel processo di cambiamento, la scuola di oggi deve essere un luogo capace di dare ai giovani le “abilità culturali” inerenti l’approccio interculturale, l’orientamento al confronto e l’educazione per diventare davvero cittadini del mondo.

TAVOLO 5 LA GESTIONE TRASPARENTE: finanziamenti, finanze, scelte di investimento.
Formazione continua obbligatoria mettendo al centro i docenti che fanno innovazione attra¬verso lo scambio fra pari. Per valorizzare i nuovi Don Milani, Montessori e Malaguzzi. Stabilizzare il Fondo per il Miglioramento dell’Offerta Formativa (MOF), renderne trasparente l’utilizzo e legarlo agli obiettivi di miglioramento delle scuole. Attrarre risorse private (singoli cittadini, fondazioni, imprese), attraverso incentivi fiscali e semplificazioni burocratiche.

TAVOLO 6 SCUOLA E TERRITORIO: alternanza scuola-lavoro, enti, associazioni. .
Alternanza Scuola-Lavoro obbligatoria negli ultimi 3 anni degli istituti tecnici e professionali per almeno 200 ore l’anno, estensione dell’impresa didattica, potenziamento delle esperienze di apprendistato sperimentale.

TAVOLO 7 INCLUSIONE: studenti stranieri, BES, DSA, diversamente abili, dispersione scolastica e diritto allo studio.
Saranno affrontati i temi: del Diritto allo Studio di tutti gli alunni sin dalla Prima infanzia, Scuola primaria, Dispersione, Pluriclassi, Diritto allo Studio. Diventa importante riflettere sui temi della preparazione e riflessione dei docenti in merito a come si apprende oggi, ai campi comuni tra più discipline, ai nuovi media per l’apprendimento, alla relazione tra scuola come comunità che accoglie e scuola come comunità che propone sapere e competenze per tutti.

TAVOLO 8 LUOGHI E STRUTTURE : infrastrutture, attrezzature, decoro, sicurezza, manutenzione.
Saranno affrontati i temi dell’edilizia scolastica, sicurezza, scuola e territorio, tema ricollocato al centro dell’iniziativa politica e parlamentare. Si tratta di ripensare l’educazione proprio nei luoghi deputati al più significativo e prolungato incontro tra generazioni. E rimettere mano alle strutture, pensando sì a nuove scuole ma anche ai tanti piccoli accorgimenti che potrebbero subito fare molto. Piani di co-investimento per portare a tutte le scuole la banda larga veloce e il wi-fi. Disegnare insieme i nuovi servizi digitali per la scuola, per aumentarne la trasparenza e diminuirne i costi.

TAVOLO 9 GLI STUDENTI: Saranno affrontati i seguenti argomenti: le pagelle dei docenti; i nuovi programmi, un giorno a settimana di sport arte e cultura? Perché no, questo ed altro, la parola agli studenti; basta supplenze: le proposte degli studenti tra nuove alfabetizzazioni, scuola digitale ed attività “extracurriculari” ; le 100 procedure da abolire ; il report degli studenti sugli stage .

I PROTAGONISTI SIETE VOI:
Sono i presidi e gli insegnanti che ogni giorno portano avanti i loro lavoro tra mille difficoltà, facendo il meglio che possono, con i pochi mezzi e strumenti che la scuola mette a loro disposizione.
Sono le famiglie, perché hanno l’obiettivo di chiedere il meglio per i propri figli, e alla scuola chiedono l’opportunità di lavorare di concerto per traguardare il futuro con concretezza ma anche ottimismo.

Sono i ragazzi, gli studenti di ogni età, perché hanno il potere della creatività e hanno le chiavi per capire il mondo che cambia, per interpretare le cose che accadono. Mentre accadono.

Sono operatori del sociale, della cultura e dello sport che a vario titolo forniscono servizi di assistenza scolastica e/o servizi educativi aggiuntivi e/o di alternanza tra scuola, sport ed attività culturali.
Sono i rappresentanti delle associazioni di categoria che potranno fornire una visione sulle competenze e abilità oggi richiese dal mondo del lavoro e come la scuola può uniformarsi con proposte formative in alternativa a quelle proposte. Le forme dell’alternanza scuola-lavoro.
Sono le imprese che potranno indicarci quali sono le competenze e capacità che i giovani devono possedere, affinché possano essere inseriti in un contesto lavorativo al passo con il mercato in continua evoluzione.
Siamo tutti noi, quando proviamo a ragionare assieme, orientati da una visione comune, senza pregiudizi, senza luoghi comuni, false credenze e senza pessimismi.

MODALITA’ DI PARTECIPAZIONE
Potete prenotare attraverso un post, indicando il numero del tavolo e il relativo tema. Saranno accolte max 8 persone ad ogni tavolo con l’obiettivo di poter realizzare un lavoro efficace. CLICCA QUI
Nella scuola che vorrei…….si racconterà a più voci una scuola che vuole essere migliore!
Condividete e partecipate alla discussione.

Protocollo di Partecipazione: scuole più efficienti e sicure con i genitori “in campo”

20140702-175200-64320780.jpg

Sono anni ormai che i genitori, stufi delle lungaggini burocratiche, si impegnano in prima persona per riparare maniglie e serrande, tinteggiare le aule, mettere le tende per rendere più sicuro e vivibile l’ambiente scolastico dei propri figli. Il contributo dei genitori per lavori di miglioramento o di piccola manutenzione delle scuole oggi non è regolamentato e viene svolto in modo un po’ ufficioso. In altri Comuni d’Italia lo si può fare, invece, e alla luce del giorno.

La mozione che la consigliera del Partito Democratico Nicoletta Zuliani presenterà come prima firmataria, riguarda proprio la possibilità, da parte dei genitori, di entrare nella gestione della piccola manutenzione dei plessi scolastici cosa che, fino ad oggi, veniva spesso negata a malincuore dai dirigenti scolastici per problemi legati ad un vuoto regolamentare.

Si tratta dell’introduzione di un Protocollo di Partecipazione – spiega Zuliani – del tutto simile a quello già adottato da anni, con successo, da altri Comuni italiani. L’intento della mozione è sostenere e regolamentare la disponibilità che i genitori degli alunni danno – come già spesso accade – per effettuare piccoli lavori nei plessi frequentati dai loro figli, mettendo a disposizione gratuitamente le loro capacità per velocizzare, risolvere o prendere l’iniziativa rispetto ad urgenze della struttura scolastica costituendo un Comitato dei Genitori ed un Albo dei volontari. Quando i genitori contribuiscono in questo senso, non solo garantiscono immediatezza nella risoluzione di piccoli problemi strutturali che altrimenti richiederebbero infinita burocrazia tra dirigente scolastico e comune, ma soprattutto contribuiscono a creare un forte senso di appartenenza ad un bene pubblico, come la scuola, che già viene vissuta come una “casa comune“.

Il Protocollo di Partecipazione si occupa proprio di questi aspetti: il documento, infatti, ottemperando al principio di sussidiarietà orizzontale promosso dall’articolo 118 della Costituzione e a numerosi altri articoli di legge elencati nella mozione, impegnerebbe l’Ente a stipulare un Protocollo con i Dirigenti Scolastici che consenta a comitati di genitori costituiti all’interno dell’Istituto Scolastico, di intervenire nelle scuole su base volontaria e senza aggravio economico per le famiglie che spesso si vedono costrette ad acquistare esse stesse materiali come vernici, armadietti, tende e così via. Le spese dei materiali e della copertura assicurativa, laddove la scuola non l’avesse già, sarebbero infatti a carico del Comune. Il Protocollo, quindi, oltre che valorizzare e tutelare le risorse progettuali e professionali interne alla comunità scolastica, soprattutto dei genitori rispetto ai lavori di piccola manutenzione nelle scuole, permetterebbe anche all’amministrazione di potersi dedicare alle altre mille urgenze che i 70 plessi scolastici comunali presentano.

“Il valore della partecipazione è immenso: è importante regolamentarlo in accordo con la normativa vigente. Si può formulare un accordo tra le parti (Comune e Istituti Comprensivi) dove nell’Istituto scolastico si sia costituito un Comitato Genitori che di anno in anno fornisce un elenco di competenze professionali/volontarie messe a disposizione ed elencate in un Albo delle Competenze. Il Comune paga l’assicurazione e i materiali ed al resto pensano il comitato genitori e la scuola. Nei momenti difficili una vera comunità si distingue per la sua capacità di far fronte a problemi grandi attraverso una partecipazione compattezza creativa e generosa.
E i genitori, questo, lo hanno sempre dimostrato.
Non mortificarla e lasciarla esprimere con l’amore tipico di una famiglia, significa moltiplicare davvero le grandi energie della nostra città”.

Processo Ecoambiente: non interessa al Comune di Latina

Il Comune di Latina non si è costituito parte civile nel processo che vede coinvolta la Ecoambiente

Il partito metterà anche a disposizione gratuitamente i propri avvocati per i cittadini che vorranno costituirsi parte civile in surroga del Comune di Latina. A renderlo noto sono la consigliera comunale Nicoletta Zuliani ed il neo segretario comunale del Pd Gioacchino Quattrola. “Il Partito democratico sosterrà i cittadini che ed assisterà legalmente, in modo del tutto gratuito, i cittadini che vorranno partecipare attivamente per la giustizia per conto del Comune di Latina contro chi ha inquinato il nostro territorio” – afferma Quattrola.

La decisione deriva dal fatto che ieri, seppure con un aggiornamento al prossimo 23 giugno, è iniziato il primo troncone del processo scaturito dallo scandalo rifiuti nel Lazio e nel quale, nella conta delle parti civili che chiedono giustizia e risarcimenti, non è risultato il Comune di Latina. “Il fatto che l’amministrazione non abbia preso posizione su quella che è una condizione non solo di disagio, ma di danno ambientale, di sfruttamento spregiudicato del territorio e di danno alla salute dei cittadini, è deplorevole. Il Comune spieghi ora perché non si è costituito parte civile in questo primo troncone del processo, dove gli imputati sono accusati di falso in atto pubblico ed associazione a delinquere” – commenta Nicoletta Zuliani. “Promuovendo l’azione popolare, così come previsto dal Tuel, i cittadini – che già più volte hanno dimostrato il loro amore per la città con iniziative e progetti gratuiti (ad esempio rassegne culturali e progetti di ciclabilità) – potranno sostituirsi al Comune davanti al giudice ordinario per ottenere giustizia, surrogando l’Ente che non ha voluto farlo nell’interesse dei suoi cittadini. Almeno per la seconda parte del processo, dove i reati contestati sono truffa, gestione illecita della discarica e traffico illecito di rifiuti”.

Come funziona?

A regolare l’azione popolare c’è l’articolo 9 del Tuel (Testo unico per gli enti locali), costituito da soli due commi, che recita: “1. Ciascun elettore può far valere in giudizio le azioni e i ricorsi che spettano al Comune e alla Provincia. 2. Il giudice ordina l’integrazione del contraddittorio nei confronti del Comune ovvero della Provincia. In caso di soccombenza, le spese sono a carico di chi ha promosso l’azione o il ricorso, salvo che l’ente costituendosi abbia aderito alle azioni e ai ricorsi promossi dall’elettore”. Ciò significa che il cittadino può, in sostituzione dell’Ente, costituirsi parte civile davanti ad un giudice per far ottenere all’Ente stesso un risarcimento che gli sarebbe dovuto.

Le spese legali, in caso il giudice desse torto all’elettore che ha promosso questa azione popolare, sarebbero a suo carico, ma in questo processo – essendo assistiti gratuitamente dagli avvocati del Pd – i cittadini non incorrerebbero in alcuna spesa.

I latinensi avranno modo di dimostrare di amare la propria città più dei propri amministratori”.

Mozione sui matrimoni gay

Questo il mio intervento in occasione della dscussione sui c.d. matrimoni gay: purtroppo la semplificazione mortifica la complessità della realtà e allora, per amore della verità, va detto che la mozione nasce dalla richiesta di una coppia di omosessuali che hanno contratto matrimonio in Olanda e ne hanno chiesto la trascrizione sui registri comunali di Latina.
Nel nostro paese, come al solito, non riusciamo a legiferare celermente su questioni che poi trovano da sole la strada per autodeterminarsi in assenza di un quadro normativo nazionale.
Nel Comune di Grosseto la richiesta di trascrizione è stata soddisfatta iscrivendo l’unione nel registro dei matrimoni.
L’epilogo della ricca discussione in Consiglio Comunale è stato un emendamento ed un subemendamento del dispositivo votati a maggioranza, come a maggioranza è stata votata la mozione.
Io ho votato a favore successivamente alle modifiche apportate.

20140417-193613.jpg

20140417-193723.jpg
Cari colleghi di Consiglio, in questo momento mi trovo, ma credo non solo io, in una posizione non semplice perché di fatto, con questa mozione, siamo chiamati, quasi COSTRETTI a prendere iniziative, che non attengono al nostro ruolo.
Vengo al punto e non mi voglio nascondere: il “quid” è la parola MATRIMONIO.

L’incapacità dei parlamentari che avrebbero dovuto legiferare sul tema delle unioni di persone dello stesso sesso, costringe la magistratura a “dettare legge” su questioni spinose, difficili, su materie che non possono più aspettare, che non possono più essere rimandate perché non sono semplici questioni: sono PERSONE. La fecondazione assistita, il riconoscimento dei diritti delle unioni di fatto o delle unioni omosessuali, non sono questioni, sono PERSONE che chiedono una regola per l’esercizio dei propri diritti. E questi diritti vanno definiti, vanno regolamentati, vanno condivisi con una comunità che non è solo quella di Grosseto o di Latina. E non è giusto attribuire agli amministratori locali, che per vicinanza ai bisogni reali dei nostri concittadini si sentono in dovere di dare delle risposte, l’onere di decisioni di competenza nazionale.

In questi frangenti è come se ci ritrovassimo a “legiferare” in qualche modo a livello locale, e quindi ad operare una FORZATURA.

Dal febbraio 2001 in Germania è in vigore il cosiddetto ‘Eingetragene Lebenspartnerschaft’, regolamento giuridico per le unioni civili. Il testo applica ai conviventi disposizioni analoghe a quelle del matrimonio. La legge assicura pieno riconoscimento alla coppia dal punto di vista contributivo e assistenziale, e conferisce gli stessi diritti del matrimonio in materia di cittadinanza. In caso di morte di uno dei partner, al convivente sono attribuiti i diritti successori.
In questo particolare caso di questa mozione posta in discussione oggi dai miei colleghi ci troviamo una proposta di trascrizione di un matrimonio celebrato in Olanda sul registro comunale di Latina.
La richiesta che ha motivato questa mozione è assolutamente legittima, ma dovremmo chiamarla con il suo nome: è purtroppo una scorciatoia. È, nostro malgrado, una forzatura e non per colpa nostra, ma per colpa dell’inerzia parlamentare.

Credo che sia vero quando si dice che sono le PAROLE che danno FORMA alla REALTÀ.
Dentro la parola MATRIMONIO, riportata in questa mozione, ci sono risvolti, c’è una sensibilità derivante da una cultura e da un convincimento che è iscritto anche nella nostra Costituzione, proprio a sancire il comune sentire sulla cui base è ancora fondata la nostra società e cioè il matrimonio e la famiglia intesa come unità generativa ed educativa.
È vetusta, mi direte.
Ok. Può essere.
Possiamo cambiarla, ma non possiamo farlo noi, non abbiamo gli strumenti, e non è questa la nostra funzione di consiglieri comunali.

Ci sono implicazioni che noi, qui, oggi non possiamo sottovalutare e non possiamo liquidare con un semplice voto favorevole o contrario. C’è un comune sentire che non possiamo forzare, perché forzarlo significherebbe forzare il comune sentire, che è la Magna Carta della nostra convivenza.

La complessità di questo tema ci obbliga, per senso di responsabilità nei confronti dei nostri concittadini che rappresentiamo, ad affrontarla ma non con tempi non così compressi. La discussione di oggi ci dimostra che stiamo “strozzando una discussione ricca, che necessiterebbe di uno spazio con più ossigeno riducendolo ad una mera questione di trascrizione di atti, mentre invece implica sviluppi importanti che non vogliamo ignorare.

Credo urga istituire subito, da oggi un registro per le unioni di fatto e fare pressione presso gli organismi che devono legiferare per regolamentare questo status perché è giusto che trovi il suo posto nella casa comune della nostra comunità.

Profezia che si autoavvera, o la vera svolta?

Tutto il PD a Torino per promuovere un’Europa diversa, un pezzo del PD a Roma a dire che non accettano di essere minoranza nel PD.

Per troppo tempo si è guardato dentro il proprio ombelico usando le competizioni elettorali, ora primarie ora amministrative, come il campo su cui contarsi, un’occasione per capire il proprio peso politico interno più che un’occasione offerta ai cittadini per contribuire a cambiare questo paese.
Di fatto la provenienza dai due principali tronconi, quello dei DS e quello della Margherita che dovevano arricchire ed ampliare la capacità di offerta politica si ritrovano ora dentro uno scontro che non ha nulla della dialettica: si usano espressioni come “riprendersi” il partito, di “snaturamento” del PD come se dialogare e trovare una sintesi fosse un obbrobrio politico che smentisce la propria essenza.
Non si pensa, forse, che annientare l’altra parte interna al PD significherebbe dimezzarne la capacità di attrarre il consenso o peggio, smantellare l’unico vero partito a cui gli italiani guardano con speranza?

dalemarenziSono presenti due forti bisogni politici: uno è rappresentato dal mantenimento della “ortodossia ideologica“, rivendicato dall’attuale minoranza del PD (D’Alema, Cuperlo, Bersani) da cui deriva un assetto belligerante, da scontro ideologico che ha come effetto preferire di essere in minoranza e comandare in casa propria. Essere irremovibili non è un valore : è creare immobilismo e scontro. Comprendo l’attaccamento di coloro che sono nostalgici di quelle logiche di partito ferree, con punti di riferimento immobili come la Costituzione. Ma va preso atto che che le nuove generazioni e le nuove modalità relazionali globalizzate hanno reso tutto questo impossibile da praticare. Non è “peccare” nei confronti del partito se lo mettiamo a servizio del popolo italiano e arriviamo ad una sintesi vitale. Non è “peccare” nei confronti della Carta Costituzionale se, secondo i modi previsti, ne ipotizziamo alcune modifiche.

Un attaccamento comprensibile, ma non assecondabile: siamo a servizio del popolo italiano, non dell’immutabile.

Ecco allora Il perché si sta cercando di dare risposte per realizzare subito un cambiamento di rotta non solo sul piano delle scelte di gestione dello stato come istituzione e come politiche economiche e del lavoro, ma soprattutto realizzare un sussulto etico che faccia riemergere l’azione politica dal “buio del non visto e dell’incontrollato” alla luce del palese e del riconoscibile. E non mi riferisco solo a rendicontazioni: mi riferisco a scelte di persone, a situazioni di familismo amorale e di corruzione bianca lontani dal merito e dal concetto di supremazia del bene comune.
A fronte di una scelta tra ortodossia ideologica e la fatica di trovare punti in comune per salvare un paese, io scelgo la seconda opzione: non mi interessa la “purezza della razza di sinistra”, mi interessa la capacità di lavorare insieme, ciascuno perdendo certamente qualcosa, ma consci che non è tanto un “perdere” bensì investire per un bene più grande, quello più prezioso, quello comune.

In fondo era proprio questo il motivo per cui è nato il Partito Democratico.

Questione capogruppo: chiarisco.

Mi preme dare un chiarimento rispetto alla notizia uscita questa mattina sui diversi giornali e testate online in cui si riporta che io abbia “aggiunto” la mia firma al documento che sfiduciava Giorgio De Marchis da capogruppo PD. Cosi non è, e su una questione di questa rilevanza non posso prestarmi a strumentalizzazioni.

Quel documento firmato da 5 consiglieri PD da me non è stato firmato allora, e non è stato firmato oggi perché non ne condividevo il ragionamento e oggi lo considero un documento superato.

Sono passate alcune settimane da quel documento, nel frattempo, e lo stallo in cui ci troviamo non fa il bene né del gruppo consiliare, né del Partito Democratico. Le vicende amministrative, le gravi questioni relative alla Latina Ambiente ed il territorio, i casi di violenza per le nostre strade, il degrado e l’incapacità di dare risposte da parte della nostra Amministrazione sono temi sui quali da noi consiglieri ci si aspetta risposte senza attendere oltre. L’azione dei consiglieri può anche essere buona singolarmente, ma l’efficacia rischia di scemare se le questioni interne risucchiano la maggior parte del tempo e delle energie e soprattutto se non si lavora come un team. Un team che deve ritrovare subito la capacità di lavorare con vigore.

Avevamo ascoltato il capogruppo chiedere una settimana al termine della quale sarebbe stata convocata una nuova riunione, ma proprio qualche giorno fa ci ha detto che lui non avrebbe convocato nessuna riunione.

E’ stata allora scritta una richiesta di convocazione di una riunione di gruppo, l’unico momento deputato alla discussione e alla sintesi di questioni interne. Questo è unicamente ciò che ho sottoscritto: una richiesta di convocazione di riunione di gruppo consiliare. Riunione nella quale verranno considerati tutti i ruoli, sia quelli dimissionati (vice-presidente del consiglio e presidenza della commissione trasparenza) che il ruolo di capogruppo che, di fatto, non sembra avere la fiducia di una maggioranza. Nella richiesta di convocazione si chiede anche la rivisitazione delle presenze dei vari consiglieri nelle commissioni, viste vecchie uscite e i nuovi ingressi con De Amicis e Fioravante. Ripeto, questa richiesta io ho sottoscritto.

Rispetto alla situazione della nostra città per la quale il Partito Democratico è chiamato ad essere non solo vigile ma incisivo e determinante, dobbiamo davvero mettere un surplus responsabilità, che significa “capacità ddare risposte“. 

In tempi di sofferenza come quelli che stiamo vivendo urge la capacità di uno sguardo che osservi le cose più dall’alto, e che ritrovi la forza ed il coraggio di lavorare unicamente al bene collettivo.

Povero PD stritolato dalle tessere

20130423-101042.jpgQuando ieri mi sono ritrovata a dover spiegare ai miei figli il significato del “congresso del Partito Democratico” e relativo tesseramento, inizialmente l’idea dell’esprimere un voto da parte unicamente dei tesserati era per loro un fatto sensato: partecipa alle scelte interne del partito chi è interno al partito.

Vanno però sempre considerati gli effetti delle azioni, non solo il principio da cui partono. E lì, sono venute fuori le storture.

Il vizio del “pesare” a seconda del numero delle tessere è un vizio antico: fa leva sull’ascendente che i politici hanno sulle persone comuni in un paese corrotto. E’ un modo per i politici, per contarsi e vedere chi “pesa” di più. Infantilismo politico.

Come funziona? Moltissime persone comuni,  per nulla interessati alla vita e alle vicende del partito ma vicine a politici evidentemente facoltosi, assecondano un “bisogno” del politico loro amico che paga loro le spese del tesseramento. Il politico ricambierà il favore in qualche modo. Continue reading

ASSEMBLEA NAZIONALE PD: ve la racconto

epifaniAbbiamo eletto Guglielmo Epifani segretario del Partito Democratico.

Dopo una giornata intensa fatta di 6 ore di interventi (CLICCA QUI per vedere l’assemblea), tutti molto interessanti, sono arrivata alla conclusione che il Partito Democratico non è affatto moribondo come pensavo. E’ vivo, fatto di dirigenti che lo amano, fatto di giovani che ci tengono e che mettono in moto la fantasia per far sentire la loro voce.

Molti interventi hanno ripreso le parole del documento che #occupyPD ha voluto leggere in assemblea. Si comprendeva la consapevolezza che senza le nuove generazioni il PD può davvero considerarsi morto. Invece i giovani erano lì, numerosi a sollevare una protesta intelligente, civile, arguta, con un documento assolutamente condivisibile. E condiviso.101

Alcuni hanno sottolineato l’esigenza di conoscere a viso aperto i 101 che non hanno votato Prodi per conoscere i motivi della scelta che ha messo tutti i militanti democratici in ridicolo. Altri hanno sottolineato che LAVORO non è un tema esclusivo dei giuslavoristi, o dei sindacati, ma che lavoro a 360° riguarda anche chi il lavoro lo crea, come fanno gli imprenditori e che essere imprenditore non significa non poter partecipare alla costruzione di un progetto democratico per la società (Soru).

Attesissimo l’intervento di Matteo RenziCosa deve fare il governo. Non è il nostro governo quello che ora c’è. Lo ha detto lo stesso Letta.Non avendo preso i voti del centrodestra, abbiamo preso i ministri del centrodestra. Questo governo lo subiamo o lo viviamo? Nel primo caso stiamo regalando un nuovo calcio di rigore a Berlusconi e lasciandogli carta bianca. Siamo in condizioni di dire che il lavoro è una priorità non solo per i giuslavoristi, che la riforma del Senato è un’altra priorità? È importante che questo governo sia quello che fa le cose, a partire dalla battaglia di Cecile Kyenge sullo ius soli. Continue reading

Il PD di cui c’è bisogno

Che bello il PD che ho visto ieri… Deborah Serracchiani che vince in un Friuli Venezia Giulia “nonostante il PD stesso”, intendendo con questa espressione la brutta provadella mancata elezione  di Prodi con i 101 vigliacchi e l’ostinazione a non votare Rodotà.

È si.

Perché ieri sono venuti fuori due PD: quello che nessuno più quasi riconosce, e quello che tutti gli altri vorrebbero.
20130423-100633.jpg

In pochi giorni abbiamo visto scomparire, sprofondare nelle sabbie mobili del vecchio terreno politico i leader massimi che avevano costruito un castello di carte su un terreno rivelatosi altamente sismico.
20130423-101042.jpg

Le avvisaglie c’erano state sin dalle primarie di novembre dove la base premeva, voleva essere ascoltata, ma con i tecnicismi delle regole e dei filtri è stata tenuta a bada. Ma quando una pressione magmatica spinge dal basso non c’è resistenza che tiene: da qualche parte fuoriesce.

E il M5S ha fatto da sfogo a quei milioni di cittadini stanchi di quel fare politico autoreferenziale e inconcludente tanto che il Presidente ha ripreso i concetti nel suo discorso.
20130423-104142.jpg Intanto in parlamento anche i “cittadini onorevoli e senatori” si sono rivelati per altro: non una speranza miracolistica di buongoverno, ma un gruppo che non vede la mediazione parte del suo “modus operandi” e che epura con lo stesso metodo con cui ha eletto – attraverso la rete.
E i cittadini lo hanno capito e in Friuli o non sono andati a votare (sconfortante ma sintomatico il calo dell’affluenza: votanti 50,51%) o hanno fatto vincere il PD che vogliamo non rieleggendo l’uscente presidente candidato del PdL.

Continue reading