Il 28 aprile, in occasione del consuntivo di bilancio, intervengo in Consiglio Comunale (ecco il mio intervento) e tra le molte cose faccio un appunto rispetto al pessimo controllo da parte del comune sulle partecipate. Tra queste cito AcquaLatina che si trova ad affrontare un’importante situazione di perdita.
A distanza di oltre 10 giorni AcquaLatina fa un comunicato e mi accusa di non essere a conoscenza dei fatti che riguardano la società e dei lavori messi in opera su una rete che, come risponde la stessa partecipata, è quasi interamente servita.
Quantifichiamo allora il quasi.
Ecco gli “incompiuti” della società: la rete idrica manca su
- via Piano Rosso dall’incrocio con via Scopeto alla Pontina;
- su tutta via Macchiagrande;
- su parte di via Speranza;
- via Moscarello e
- su strada del Pero (adiacente alla discarica),
- su parte di via Ponte e
- su via della Curva, che è a rischio per presunti interramenti di materiali su cui sta indagando la Procura.
La rete fognaria copre soltanto 500 metri di via Speranza, circa 700 metri di via del Bosco e strada Scopeto. Tutto il resto è scoperto e ciò non consente il rilascio di nuove autorizzazioni all’allaccio alla rete per insufficienza del depuratore. Il resto è a dispersione”.
Che ci siano state scelte gestionali sbagliate nel passato di questa società è fatto palese e attestato dal saldo in passivo del bilancio 2012 successivo ad un drastico calo (si è passati da un attivo di 3 milioni e 382mila euro del 2010 ai 544mila euro del 2011: quasi 3 milioni in picchiata solo nel 2011).
C’è poi un ulteriore importante elemento di riflessione, che riguarda il rapporto con i cittadini. “Nel sito di Acqualatina, tra gli obiettivi si leggono quelli di ‘proteggere le risorse idriche’ e di ‘soddisfare gli utenti nel rispetto dei principi di uguaglianza ed imparzialità nel trattamento degli stessi‘. Non è noto a tutti però che, per gli allacci più distanti dalla rete idrica, sono stati chiesti 1.500 euro circa, più i soldi del tecnico. Direi che, alla luce di questo, sia facile concludere che una somma così ingente sia fortemente demotivante e non rispetti il principio di imparzialità e di uguaglianza che invece è sbandierato sul sito della partecipata. Vorrei ricordare che i cittadini sono azionisti di questa società, ma vivono il paradosso di sentirsi vessati da bollette esose, di dover pagare il costo di milioni di euro di bollette non saldate da residenti di altri Comuni (la società vanta infatti un credito milionario dal Comune di Aprilia) e di non sentirsi ben rappresentati nei propri interessi ed istanze dai propri sindaci che, sedendo al tavolo della conferenza ATO4, dovrebbero affrontare e risolvere le questioni. Perché è facile, per il socio privato, coprire i costi spalmando il mancato incasso sugli utenti che pagano. È meno facile invece credere che si sia rispettato il principio di uguaglianza ed imparzialità nel trattamento degli utenti”.