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Un POLO PONTINO di RICERCA AGRARIA

Oggi in Commissione Attività Produttive ho lanciato una proposta.
PREMESSA
Le conseguenze della moria di kiwi sono ingenti e questo non solo in termini di mancati ricavi da parte delle aziende, ma anche in termini di perdita di posti di lavoro, di riflessi negativi sull’indotto, di costi economici a compensazione che le casse della collettività è tenuta a sostenere.

schermata-2020-10-26-alle-14-22-44La provincia di Latina è fra i leader mondiali del settore con oltre 12 mila ettari coltivati con una produzione che supera 4 milioni di quintali di kiwi ogni anno ed un fatturato di oltre 500 milioni di euro.
Un settore come questo rappresenta un’eccellenza e qualifica in nostro territorio a livello internazionale, non possiamo permetterci di metterlo a rischio per “cause misteriose”, come si è scritto negli ultimi mesi: se uno ha un bene che considera fondamentale, deve salvaguardarlo in tutti i modi e non può esserci il fattore “mistero” che ha la meglio su un settore così rilevante.
Un po’ tutti i politici hanno chiesto aiuti economici e task force per conoscere i motivi scientifici della moria.
Giusto.
Però la politica non può limitarsi a interventi emergenziali e su richiesta con ricadute a breve termine: ha il dovere di produrre risposte sostenibili a lungo termine.
La politica deve osare di più e progettare di dare il MEGLIO, il TOP del TOP al proprio territorio.

PROPOSTA
Creiamo un “Polo Pontino di Ricerca sul Kiwi” che garantisca alla nostra produzione un solido e stabile punto di riferimento scientifico e di studio: in primis vanno coinvolti tutti i produttori, le Associazioni di Categoria, l’Università, l’Istituto Agrario locale, e le case farmaceutiche che possono fornire importanti supporti di struttura, know-how e ricerca. (Ho scritto Kiwi, ma immagino il Polo di ricerca composto da diversi settori: viticoltura, ulivi e tutti quei frutti della terra che generano lavoro ed economia qui da noi.)
Gli Enti Locali avranno il compito di mettere insieme le tessere del puzzle per consentire al sistema di funzionare.
Se il settore ci sta a cuore, se pensiamo che l’agricoltura è un asset del nostro territorio pontino, dobbiamo investire in ricerca, dobbiamo creare una struttura locale, permanente, di altissimo standard scientifico a sostegno delle eccellenze del nostro territorio per rendere stabile e duraturo l’effetto degli investimenti e del lavoro che l’imprenditoria agricola ha saputo generare.
Questo  renderà il nostro territori forte “attrattore” di competenze e di investimenti.

Fare sistema per non perdere l’eccellenza

Fare sistema per non perdere l’eccellenza

L’incontro con lo scienziato pontino trasferito negli Usa Ennio Tasciotti offre lo spunto per dare un impulso diverso alla politica e ai partiti.
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«La frammentazione del sistema e l’isolamento in cui si pongono gli individui annullano le eccellenze». Nicoletta Zuliani, consigliera comunale del Partito democratico, ha traslato alla politica l’esperienza che questa mattina Ennio Tasciotti, professore universitario di nanotecnologie, ricercatore negli Stati Uniti, originario di Latina, ha raccontato agli studenti delle quinte del Liceo Manzoni.

Tasciotti è componente del gruppo presso il Ministero della Sanità che indica i progetti cui assegnare i fondi per la ricerca. E sebbene le proposte che arrivano dai ricercatori italiani siano encomiabili e qualificate, sono purtroppo ognuna riferibili a una sola persona, ad un singolo laboratorio di ricerca.
Fuori dall’Italia non funziona così.

La capacità di collaborare e lavorare ad un unico progetto da parte di due o più laboratori significa aumentare la possibilità di successo del progetto: purtroppo siamo figli di un’anti-cultura che penalizza il collettivo a beneficio del tornaconto o del prestigio del singolo.

«Come accade in politica – riflette la consigliera Zuliani – non si lavora a sistema, ma c’è una terribile frammentazione, una mancanza di cooperazione che annulla le eccellenze e spinge i nostri ragazzi, ricercatori dtra i migliori al mondo, ad andare fuori».

Un discorso valido sia per la comunità scientifica internazionale quanto per la politica a tutti i livelli.

«Mancando un sistema che contenga le esperienze diverse e i contributi più eterogenei, si depotenzia l’offerta – sottolinea ancora la Zuliani – e si lascia che le nostre migliori eccellenze vadano a offrire le proprie idee, le proprie produzioni e il proprio lavoro all’estero. Non possiamo alimentare questo sistema culturale individualistico. Raccolgo e faccio mio l’appello di Tasciotti per un Paese, e una città, che facciano sistema per dare un vero impulso alla crescita della comunità».