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SENZA CONSENSO LA POLITICA NON DECIDE

schermata-2021-02-28-alle-20-11-49Potrebbe suonare come un atto di accusa, è invece la constatazione che la politica si è di fatto indebolita.
E quando la politica si indebolisce, interessi particolari avanzano.

DISCARICHE e CICLO dei RIFIUTI
I fatti che riguardano la delicata situazione del ciclo dei rifiuti nella provincia di Latina ci deve interrogare sulla qualità de nostro agire politico: perché i politici non scelgono e si demanda ai giudici? 
La risposta sta nel fatto che il politico esiste in virtù di un consenso che, se viene meno, toglie al politico la facoltà di decidere. Ricordiamoci che i politici eletti agiscono in nome e per conto del popolo.
E su questioni spinose è facile ingenerare una “caccia al facile consenso” di chi cavalca le paure da parte di chi non ha responsabilità decisorie.

I COMITATI
Abbiamo visto cittadini attivi quando, organizzati in comitati, si sono fatti sentire in contrapposizione ad una scelta già presa o in vista di una scelta che li vedeva personalmente penalizzati.
Questo significa che è stato escluso il popolo dalla partecipazione a monte della scelta: la protesta si solleva quando si prende coscienza di un problema che ci tocca personalmente che ci motiva ad attivarci per tutelarci, visto che ci si sente “minacciati dalle Istituzioni”.

UN NUOVO SETTING
schermata-2021-02-28-alle-20-07-33L’emergenza ambientale impone un cambio di rotta immediato: la chiusura completa del ciclo dei rifiuti dentro i confini della provincia ha comportato fino ad oggi passaggi lunghi, articolati che hanno portato alla redazione di un piano regionale dei rifiuti partecipato dai vari Enti (comune e provincia).

Finanziamenti vincolati a precise finalità, direttive europee, codici, impiantistica, controlli, rischi di danni ambientali, produzione di energia rinnovabile, sono questioni che coinvolgeranno sempre di più i nostri territori, questioni estremamente complesse, che sembrano accettabili in termini teorici, belle quando le vediamo nei documentari ma… riguardano poi scelte che ricadono nel “nostro giardino”.

PARTECIPAZIONE vs. NIMBY
schermata-2021-02-28-alle-20-15-44Ed è proprio qui che nasce il problema: quando ci toccano il nostro giardino non ci capiamo più niente. Viene facile dire “no”, e se non abbiamo cognizione ciò di cui parliamo, abbiamo paura.

 IL CONSENSO
Il consenso è la ragion d’essere della rappresentanza politica in una democrazia.
Non va raccolta la paura per rappresentarla: va fatto invece il percorso opposto.
Le persone hanno diritto ad essere informate per bene, non solo dagli organi di stampa che, fra l’altro, moltissimi ignorano.
È la politica che DEVE farsi carico di informare correttamente i cittadini.
Mi chiedo: quanti latinensi su 96.000 da 18-110 anni, erano a conoscenza  della programmazione sovra territoriale che stava pianificando e rendendo obbligatoria la chiusura de ciclo dei rifiuti dentro la provincia?
È la politica che deve farsi carico di veicolare informazioni univoche e corrette che riguardano la vita dei cittadini su questioni oggetto di decisioni importanti.

Se oggi la politica è debole è perché ha perso questo contatto vitale con i cittadini, e lo dimostra l’attendismo sulla questione della chiusura del ciclo dei rifiuti con relative scelte demandate oggi ad un commissario ad acta.
Non c’è altra strada per ridare alla politica  l’alta funzione di agire per nome e per conto del popolo: riconnettersi con i cittadini avviando un percorso di partecipazione deliberativa.

TAVOLO POLITICO-TECNICO
Si avvii subito questo processo di partecipazione deliberativa a partire da uno studio che faccia il punto sulla situazione e che coinvolga politici e tecnici del nostro territorio:
1) si raccolgano dati riguardo all’impiantistica presente e in itinere di autorizzazione
2) si mappi il territorio rispetto alla tipologia di aree, proprietà  e loro destinazione d’uso…
3) si rediga un documento finale con le risultanze da fornire a enti sovraordinati e cittadinanza

PARTECIPAZIONE DELIBERATIVAschermata-2021-02-28-alle-20-19-03Successivamente, si parta con una reale strutturazione di una rete istituzionale con tutti i quartieri e borghi del nostro comune per avviare un vero processo di partecipazione deliberativa.

Le sfide che ci aspettano sono difficilissime e soltanto insieme come comunità possiamo vincerle.

VERITÀ e CONTROLLI: per una politica dei rifiuti condivisa.

Il dovere della politica non si limita a fare le scelte, ma soprattutto a farle rappresentando i cittadini.

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E i cittadini devono sapere perché a Montello si muore più che in altri luoghi, o perché nessuno ha detto nulla quando venivano interrati fusti di veleno o quando veniva barbaramente ucciso don Cesare Boschin.

Questa storia è purtroppo la nostra storia e dobbiamo tutti esserne consapevoli per cambiarne il corso nel futuro.

La storia dietro la questione della discarica e alla connessa gestione dei rifiuti negli ultimi 20 anni deve innescare un processo di consapevolezza senza il quale non possiamo pensare di ricostruire la fiducia dei cittadini verso la politica.

La proposta che ho fatto in Commissione Ambiente è di organizzare un ciclo di incontri per conoscere i contenuti della Relazione della Commissione Parlamentare d’Inchiesta sui rifiuti, e conoscere il Piano Regionale dei Rifiuti.

Questi documenti sono fondamentali per coinvolgere i cittadini, dando loro gli strumenti di conoscenza per avere piena consapevolezza del valore delle scelte che la politica oggi fa in discontinuità con quelle del passato.

Un altro elemento imprescindibile è il CONTROLLO.
Perché i cittadini non vogliono siti di stoccaggio e impianti vicino casa?
Perché hanno paura che non siano sicuri, perché hanno paura per la loro salute.

I cittadini devono essere sicuri che le Istituzioni li tutelino, controllino impianti e siti, e mettano loro a disposizione tutti i dati, aggiornati, facilmente accessibili e leggibili.

Ricordiamo che in 10 anni ci sono stati ben 500 incendi di siti di stoccaggio, significa 50 all’anno, 4 o 5 al mese per 10 anni!!!
Tutti devono poter controllare e verificare che i siti siano sicuri al 100%.
Attualmente la lettura dei dati di flusso di rifiuti che arrivano nei vari impianti e discariche non è né facilmente accessibile, né intelligibile, né sono raccolti in un unico bacino interconnesso tra le varie parti coinvolte nei controlli: Province, ASL, ARPA…
Chi vuole conoscere i dati relativi ai vari impianti deve dotarsi di esperti del settore, spesso a servizio di comitati di cittadini che non riescono ad accedere o a leggere questi dati in modo autonomo.

Gli impianti di stoccaggio, smaltimento, trasformazione, lavorazione dei rifiuti sono oggi imprescindibili e vanno allocati dentro il nostro perimetro provinciale, come stabilisce il Piano Regionale dei Rifiuti: la loro gestione deve essere al massimo della trasparenza e supercontrollata.

Ecco, si dovrebbe arrivare a non avere più bisogno di comitati di cittadini, perché tutto dovrebbe risultare indiscutibilmente trasparente, di facile accesso e comprensione, e affidabile.

Non c’è altra strada.

RIFIUTI: il vero banco di prova della politica.

img_0952UN NIMBY COMPRENSIBILE
Ritrovarsi vicino casa, o nel proprio territorio un sito che abbia a che fare con i rifiuti (stoccaggio inerti, impianto di compostaggio, inceneritore, recupero rifiuti…) suscita protesta e repellenza.

E si capisce!
Quando la relazione della Commissione Parlamentare contro le Ecomafie documenta mafie e camorra attive nell’utilizzo della discarica di Borgo Montello per l’interramento di sostanze tossiche, quando la politica non si è posta a scudo del territorio e dei cittadini, quando i controlli venivano elusi e camuffati, ecco che si giustifica pienamente la reazione dei cittadini e della loro sindrome NIMBY (Not In My BackYard=non nel mio giardino).

Abbiamo una storia molto diversa da quella di altri paesi europei quali il nord europa che non esita a costruire termovalorizzatori in centro città come a Copenhagen, edificio diventato luogo di sport, di cultura, di turismo…

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Siamo lontani dalla cultura del popolo olandese che, oltre ad essere il primo paese in Europa ad aver fatto una scommessa sui termovalorizzatori ospitandone il più alto numero con cui riscalda intere città gratis, è anche il primo paese per l’attenzione all’ambiente con record di piste ciclabili ed

schermata-2020-12-06-alle-11-08-21ecosostenibilità, primo esportatore di prodotti agricoli senza consumo di suolo per nuove tecniche idroponiche e aeroponiche che permettono di produrre quantità elevatissime di ortaggi in centri cittadini.
Siamo lontani perché siamo un popolo ferito dalla propria politica che doveva tutelare e non ha tutelato per propria ingordigia. Riacquistare fiducia e credibilità è un processo lento e lungo, e deve accompagnarsi ad un pari processo di presa di coscienza di come stanno le cose.

IL PROBLEMA RIFIUTI
Ragioniamo un attimo.
Nessuno vuole vedere i rifiuti vicino casa propria, ma dove li mettiamo? Vicino casa di qualcun altro? E’ la stessa cosa. Il problema non è risolto. Il fatto è che i rifiuti che produciamo (imballi, plastica, elettrodomestici, vecchi mobili…) non scompaiono come per magia.
Esistono perché continuiamo a produrli ogni giorno in grandissime quantità.
Sul pianeta Terra nulla scompare, ma tutto si trasforma per la natura entropica del sistema universo.

Nel Lazio abbiamo un Piano Rifiuti che stabilisce che chi produce i rifiuti, se li deve gestire fino a chiusura del ciclo, dentro il proprio territorio.

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Ed è giusto che sia così! Non possiamo mandare la nostra immondizia in altri paesi, magari del terzo o quarto mondo, per non vederla più, quando poi ce la ritroviamo dentro lo stomaco dei nostri pesci…!!!

Dobbiamo gestire i nostri rifiuti fino a o trasformarli in altro che non danneggi l’ambiente. Dobbiamo trasformarli.

CHE FINE FANNO I RIFIUTI
Che strada prendono i nostri rifiuti?
La frazione umida va in impianti di lavorazione che li trasformano in compost; la differenziata va in impianti che la separano ulteriormente e la destinano ad impianti di trasformazione; l’indifferenziata va a impianti TMB che la lavorano e la riducono in ecoballe da trasferire ai termovalorizzatori, mentre una frazione (circa la metà) viene ridotta in piccolissime parti inerti e va stoccata in un sito che tutti chiamano “discarica” ma che non è la vecchia discarica con tal quale abbancato, percolato, falde inquinate ecc… è di gran lunga molto meno impattante. E’ un luogo in cui viene stoccato materiale inerte e ridotto in parti piccolissime. Pur sempre una servitù.
La differenziata viene ulteriormente separata e conferita ai consorzi che ultimamente non riscontrano il profitto atteso e cominciano a non pagarla più bene a noi che gliela vendiamo.
Ricordiamolo, l’immondizia non sparisce, si trasforma in altro, e da qualche parte dobbiamo metterla. E quando la conferiamo in un sito i controlli devono essere serrati, trasparenti, leggibili, condivisi.

COME TUTELARE AMBIENTE E CITTADINI
Chi ci dà la certezza che questi luoghi siano sicuri?
Attualmente la lettura dei dati di flusso di rifiuti che arrivano nei vari impianti e discariche non è purtroppo né facilmente accessibile, né intelligibile né sono raccolti in un unico bacino interconnesso tra le varie parti coinvolte nei controlli: Province, ASL, ARPA… Chi vuole conoscere i dati relativi ai vari impianti deve dotarsi di esperti del settore, spesso a servizio di comitati di cittadini che non riescono ad accedere o a leggere questi dati in modo autonomo.

Si dovrebbe arrivare a non avere più bisogno né di comitati di cittadini, perché tutto dovrebbe risultare indiscutibilmente trasparente e di facile accesso e comprensione, nè di discariche perché la differenziata dovrebbe raggiungere livelli talmente alti che il residuo della frazione indifferenziata sarebbe ridotta ad una quantità talmente esigua da produrre quasi zero residui.

VECCHIE DISCARICHE
Non bobbiamo dimenticare che il problema non sono solo i rifiuti di domani, ma anche quelli di ieri: i luoghi oggetto di discariche nel passato sono aree che contengono al proprio interno sostanze che possono produrre effetti nel futuro. Solo una bonifica reale e radicale può riconsegnare alle comunità la certezza di un futuro sicuro.
Il problema è talmente grande che solo la politica può farsene carico.

UN FUTURO SENZA DISCARICHE
Perché non riusciamo a guardare avanti ed investire nella gestione pubblica di impianti di trasformazione dei rifiuti?
Perché non se ne parla? Perché ci ostiniamo a dipendere sempre dai privati che, benché onesti, seguono la logica del profitto?
Perché non investire volontà politica, tempo, energie, progettazione nell’impiantistica pubblica di trasformazione rifiuti controllata e non lucrativa?
Da molto tempo si sa che il vero nodo, il vero affare per molti privati, la vera soluzione sta nell’impiantistica. Questa deve essere pubblica, non tanto la gestione del sistema di raccolta!
E’ l’impiantistica pubblica la vera soluzione sulla quale la gestione del bene pubblico deve dimostrare di saper difendere gli interessi dei cittadini e il proprio territorio.

Attualmente assistiamo al rimpallo che ormai dura da mesi tra sindaci che non riescono ad individuare un sito di stoccaggio per gli inerti e la regione che ribadisce continuamente la necessità di investire sull’impiantistica per cui mette a disposizione ingenti finanziamenti.

E solo quando la politica riconoscerà pubblicamente che questi sono i veri temi che decidono del futuro della nostra comunità, dimostrerà concretamente di agire in questo senso, allora avremmo fatto un passo avanti verso la riconquista di una più grande credibilità della politica.
E ne guadagneremo tutti: cittadini e territorio.

IMPIANTI DI STOCCAGGIO: PIU’ CONTROLLI

PROTOCOLLO dei CONTROLLI

Attualmente il controllo dei siti e degli impianti risulta frammentato perché ricade su diversi attori che rispondono ognuno al proprio protocollo. Può accadere che, su input di diversa origine, enti o altre autorità (VVFF, ASL, Polizia Giudiziaria, Carabinieri Forestali) operino controlli e facciano prescrizioni senza alcun obbligo di comunicazione a ARPA o Provincia.

Questo rischio di frammentazione dei controlli sussiste perché non c’è un protocollo che obblighi ad un comune iter che interconnetta i vari uffici e li metta a conoscenza dei dati raccolti.

Questa eventualità rende le operazioni di controllo a rischio di efficacia.

Non solo.

PIATTAFORMA dei CONTROLLI

I dati che i diversi enti o autorità raccolgono non vengono purtroppo collezionati in un unico bacino al quale tutti potrebbero attingere per conoscere la storia dei controlli ed i relativi risultati di ogni impianto.

Ecco che in questo modo il Piano di Monitoraggio e di Controllo dell’ARPA potrebbe diventare un Piano dei Controlli Integrati a maggior tutela e sicurezza del territorio e dei Cittadini con una banca dati generale e comune accessibile anche ai cittadini.

CITTADINI come “SENSORI”

I cittadini hanno diritto di farsi parte attiva dei controlli sugli impianti confinanti con le loro proprietà. Da anni sono ormai attivi in molte parti del mondo piattaforme, app, modalità che utilizzano internet e smartphone messe a disposizione dei cittadini che segnalano variazioni odorigene, qualità dell’aria, dell’acqua, variazioni sui rumori di impianti, tutto a beneficio di un maggiore e più capillare controllo. L’effetto di questo approccio che valorizza i cittadini è importantissima perché si garantisce una maggiore e più immediata informazione, fiducia reciproca tra istituzione e cittadini, oltre ad una coesione sociale che spesso, quando si parla di rifiuti, diventa vera e propria guerrilla.

ABC e la SENTENZA di DAMOCLE

La sentenza del Consiglio di Stato si è espressa: rispetto al ricorso della Devizia, società che si è vista annullare la gara dei rifiuti di Latina, il Comune di Latina ha saltato un passaggio dell’iter ed ha proseguito illegittimamente giungendo poi alla costituzione dell’ABC.

Dobbiamo aggiungere che la sentenza si è espressa in modo alquanto sibillino, ma certamente non in favore della posizione del Comune di Latina.

Quest’azienda speciale rappresenta politicamente moltissimo per l’amministrazione Coletta: invece di optare per una grande opera visibile di tipo strutturale, il sindaco civico ha scelto di far diventare il Comune di Latina imprenditore di se stesso intraprendendo una strada difficilissima, e non solo per le norme che cercano di tutelare i cittadini vietando ai comuni di costituire società/imprese laddove hanno già fallito (la legge Madia, infatti, impedisce ai comuni come il nostro che hanno visto una partecipata fallire, di tentare prima dei cinque anni, una nuova impresa similare), ma anche per l’enorme dispendio di risorse umane e lavoro che di fatto sono state tolte ad altri settori per convergere tutto in organizzazione e controllo di ABC.

Se la scommessa viene vinta, Coletta si intesta una vittoria politicamente importante; se perde paghiamo tutti noi.

E la comunità non doveva essere sottoposta questo rischio.

Ne varrà la pena?
Il PD non è mai entrato nel merito della bontà dell’azienda speciale in sé: carenza cronica di personale, i numerosi contenziosi e questioni aperte (Metro, Cimitero, impianti sportivi, scuole, edifici pubblici, strade ecc…) facevano orientare le energie sui problemi da risolvere.

Coletta ha puntato tutto su ABC e i ritardi su tutti gli altri fronti sono sotto gli occhi di tutti.

Fino ad oggi la scelta è una scelta sbagliata.

Il servizio di raccolta dei rifiuti è migliorato?
Certamente no se guardiamo alle percentuali di raccolta differenziata.

A questo punto della consiliatura, se avessimo affidato il servizio al vincitore della gara, avremmo potuto avere un’azienda nel pieno delle sue funzioni da oltre un anno, con macchinari nuovi e percentuali di raccolta sicuramente più alte di quelle di oggi…

Oggi invece stiamo ancora cercando di capire dove andare a prendere i soldi per l’investimento iniziale per i macchinari, se e quando avremo il mutuo, come rettificare l’iter procedurale che che il Consiglio di Stato ha censurato, se dobbiamo investire o meno anche sull’impiantistica, se avremo una raccolta differenziata come stimato dall’assessore LESSIO oppure come stimato da ABC… Eh sì, perché anche qui non c’è una versione univoca: ABC dice 27% e il Comune dice 31%.

I cittadini hanno bisogno di poche cose chiare e certe, invece qui emerge una grande complessità gestita in modo goffo e incauto i cui danni saranno visibili solo domani.

La sentenza fa emergere vizi di legittimità nell’iter.

Chi è a salvaguardia della legittimità degli atti di un ente? Ripetutamente abbiamo richiesto alla segretaria generale di certificare la legittimità dell’iter procedurale, e proprio in commissione trasparenza da me presieduta ha dichiarato che lo erano. Noi siamo rimasti della nostra idea e la forzatura che LBC ha voluto fare è stata, evidentemente, eccessiva.

Fra due anni finisce la consiliatura e si ritornerà al voto: quale percentuale avremo per quel momento?

Oggi è al 24% e l’assessore LESSIO aveva stimato per la fine del 2018 una percentuale del 40%.

 

ABC e Coletta: tutti appesi ad un filo…

schermata-2019-03-02-alle-12-58-43Si ostenta sicurezza in Comune, ma in realtà la sorte dell’Amministrazione Coletta è appesa a un filo: la sentenza del Consiglio di Stato in merito all’annullamento della gara dei rifiuti. Il Consiglio di Stato si è espresso il 21 febbraio ma la sentenza sarà nota entro il 21 marzo.

Coletta e LBC hanno puntato tutto, come in una giocata, sulla riuscita del loro progetto di “cambiare tutto”, e sono partiti dai rifiuti.
Appena eletti, hanno prima sospeso, poi annullato la gara fatta dal commissario che era arrivata al momento dell’apertura delle buste con le offerte. “STOP! Sceglie LBC. Si fa l’Azienda Speciale!

Certamente un ente può scegliere di farlo, ma deve dimostrare la convenienza per la collettività, se vuole evitare la gara pubblica.
Alla domanda se questa scelta fosse conveniente rispetto ad un affidamento esterno ha risposto la relazione ex art.34, quella redatta dal prof. Lucarelli della Federico II di Napoli, (costata €47mila) a base di tutti i documenti preparatori di ABC.

Peccato che quanto scritto non si è verificato, come ad esempio l’investimento in nuovi ed efficienti mezzi, il porta a porta, percentuali alte di differenziata…
E, se le bollette di fatto non sono aumentate (questo assessori e ellebiccini ci tengono tanto a sottolinearlo) il servizio, ahimè, non si discosta molto da quello che forniva la Latina Ambiente: gran parte dei mezzi sono quelli vecchi della Latina Ambiente (pure pagati €800mila da tutti noi!) con l’integrazione di altri presi in locazione; la forza lavoro è quella della Latina Ambiente.

E allora, mi chiedo, la convenienza dov’è? Dov’è il vantaggio per la collettività?

La relazione di Lucarelli garantiva quello che attualmente non è, e oggi il nuovo direttore generale ing. Ascoli, ritiene si arriverà a regime con quanto previsto dalla relazione di Lucarelli, se ci va bene, nel 2021.
L’Assessore Lessio e il capogruppo Bellini sostengono che, la certezza di dirigere noi e controllare noi l’azienda sia prioritario, come se il “noi” desse la garanzia della qualità del servizio. E si accontentano di dire che oggi è meglio di ieri.

Ma non è questo che valuterà il Consiglio di Stato.

Il PD ha sempre avuto una posizione diversa: in primis viene la comunità cui va destinato il servizio, servizio che deve essere efficiente (città pulita) e sostenibile (subito alte percentuali di differenziata) da subito.
Andava espletata la gara ed assegnato subito il servizio alla società che risultava la migliore: controlli rigorosi e nel frattempo ci si preparava per costituire eventualmente un’Azienda Speciale senza fretta e fatta per bene, se questo avrebbe garantito una gestione vantaggiosa: avremmo di fatto risparmiato ben 150mila di consulenze, €47mila di relazione ex art.34, avremmo beneficiato da subito di un servizio efficiente e l’Amministrazione Coletta avrebbe potuto concentrarsi su teatro, scuole, palazzetto dello sport, strade e mille altre questioni che, purtroppo a causa di ABC, sono risultate secondarie…

Ma soprattutto avrebbe potuto da subito dare risposte e conquistarsi la fiducia dei cittadini. Invece, a stento oggi ha la fiducia dei suoi.

Un’operazione azzardata, che è costata tempo, popolarità, consenso, focus…
Ed ora tutto dipende dal Consiglio di Stato: si andrà avanti con le difficoltà che Ascoli ci ha illustrato, o si dovrà fare marcia indietro e completare la gara del commissario? E sarebbe un bel casino.

Peccato: Coletta ha avuto una grande chance ma ha seguito consigli sbagliati.

ABC al di sopra di ogni… regola

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La campagna di ABC che invita a conferire correttamente i rifiuti dice “RISPETTA LE REGOLE”

I primi a non rispettarle sono proprio chi ha voluto ABC: dopo un anno di vita l’azienda speciale sfugge al controllo del Comune: senza regolamento sul controllo analogo, nessuno potrà mai controllare ABC.

Sta tutto qui il gioco.

Senza dati possiamo dire qualsiasi cosa: che l’azienda va bene, che l’azienda va meglio di prima, che l’azienda è in salute, che l’azienda produrrà utili, che l’azienda è il gioiello all’occhiello di questa amministrazione…

I fatti stanno diversamente: e non è cambiato nulla dalla gestione della raccolta rifiuti della curatela fallimentare della LtAmbiente.

Il sito non riporta informazioni fondamentali rispetto alle attività dell’azienda (verbali CdA…), non abbiamo avuto al 15 ottobre la previsione di bilancio dell’azienda e soprattutto mancano i documenti sui quali effettuare i controlli che il Comune deve operare nei confronti dell’azienda.
Non è un vezzo, è un obbligo di legge.
Praticamente, siamo fuori legge.

Dal 28 agosto il regolamento per il controllo analogo staziona in direzione generale dopo essere stato modificato in alcuni commi, come da suggerimento del dirigente Cappucci.
Da quella data non se ne sa più nulla.

Eppure nella lettera di accompagnamento firmata dal dirigente alle finanze e dal responsabile dei controlli su ABC c’era una sollecitazione forte a ultimare l’iter di questo atto, anche perché negli obiettivi del piano economico di gestione il termine per l’adozione del regolamento era ottobre 2018.

Ma a chi interessa che questo regolamento non venga adottato?
A chi interessa che non si controlli ABC?
Per quale motivo si vuole rallentare l’attivazione dei controlli?
Sarà forse perché l’azienda non è ancora in grado di poter rispondere a quei requisiti che il regolamento prevede
?

Ebbene, vediamo cosa dice la bozza di regolamento.

Si parla di relazioni periodiche con scadenze al 30 giugno e al 30 settembre sulla situazione economico finanziaria; si parla di relazioni trimestrali di cassa entro 45 giorni dalla scadenza del trimestre; si parla di un preconsuntivo di bilancio; si parla del rispetto delle modalità e della tempistica previste dalla normativa vigente e dalle linee guida impartite dal Comune; si parla della verifica dei crediti e debiti reciproci tra il Comune l’azienda da asseverare senza indugio e non oltre la fine dell’anno finanziario; si parla di un rapporto infrannuale relativo alla gestione del primo semestre; di un report sulla quantità e qualità dei servizi erogati; di un’analisi semestrale dei reclami; di un’analisi semestrale di Customer Satisfaction.

Si parla di obblighi rispetto a rapporti mensili sullo stato di attuazione del contratto di servizio; si parla di relazioni inviate con cadenza trimestrale rispetto alle segnalazioni da parte dei cittadini sulle carenze e i malfunzionamenti del servizio con sintesi delle operazioni compiute per il superamento delle criticità segnalate. Ogni sei mesi entro 30 giorni dalla scadenza del semestre ABC dovrebbe redigere un rapporto esaustivo sulle attività attivate sul proprio controllo di regolarità amministrativa; ogni sei mesi tutti gli atti inerenti le politiche di reclutamento del personale devono essere oggetto di controllo da parte del Comune; ogni sei mesi l’azienda deve relazionare alla commissione consiliare congiunta ambiente-bilancio…

Evidentemente questa amministrazione sta cedendo alla tentazione di non voler controllare la propria controllata, un po’ come succedeva anche per la LATINA AMBIENTE: zero controllo.

La finezza è che qui viene sottratto all’organo di controllo lo strumento per attuarlo.

Un po’ come far credere ad un bambino che gli si lascia guidare una macchina senza però dargli le chiavi.

ABC consegni subito il Piano Industriale!

Chiedo negli uffici di conoscere il Piano Industriale di ABC, di averne copia, ma tutti i dirigenti e funzionari dei servizi coinvolti nel rapporto con ABC mi dicono che loro non hanno nulla in mano, ABC non ha dato nulla.

D’altronde, senza un regolamento del controllo analogo che stabilisca chi deve fare cosa ed eventualmente delle sanzioni nel caso non si rispettino le regole, appunto, in assenza di regole ABC può fare quello che le pare.

Del Piano che dettaglia risorse, costi, servizi, modalità di attuazione della raccolta differenziata non ce n’è neanche l’ombra. Nonostante sia stato già approvato dal CdA circa due settimane fa, in Comune mi rispondono:”Noi non abbiamo nulla.”

E’ insostenibile la situazione che questa amministrazione avalla: la trasparenza è completamente assente ma anche il rispetto delle regole di base relative alla tempistica imposta dallo Statuto: entro il 31 ottobre si sarebbe dovuto approvare in Consiglio il bilancio preventivo: neanche di quello c’è la benché minima traccia.

Cosa impedisce di inviare immediatamente questo documento che determina i numeri del bilancio previsionale che, ripeto, doveva essere approvato dal Consiglio il 31 ottobre in Consiglio Comunale?

Anche il Piano Industriale va  approvato in Consiglio, ma prima va studiato, discusso, approvato in Commissione e poi alla fine in Consiglio Comunale. Tutti questi passaggi richiedono tempo: o l’amministrazione vuole darci il documento il giorno prima che venga approvato?

Che le cose vadano nel modo storto lo vediamo tutti: una campagna comunicativa basata sul vecchio schema di raccolta della fallita Latina Ambiente che ha certamente avuto un costo; nessuna notizia rispetto a nuovi cassonetti o nuovi mezzi; sitoweb di ABC largamente incompleto e quindi non trasparente; assenza di un regolamento del controllo analogo giacente chissà dove in qualche cassetto del Comune…

Non è tollerabile che la gestione dell’opera più importante di questa amministrazione sia condotta in modo così approssimativo, col rischio di danneggiare le casse comunali.

Non è tollerabile perché in questo “gioco” sono le tasche dei contribuenti di Latina ad essere in pericolo.

L’ANAC interroga sull’ABC

A quanto pare l’ANAC ha richiesto spiegazioni al Comune di Latina sull’ABC indipendentemente dall’interrogazione di Gasparri.
Da quanto emerge dal documento inviato ieri al Comune di Latina, la nota è “in riscontro alla nota pervenuta l’8 maggio 2017″: se l’ANAC chiede approfondimenti, evidentemente non ci vede chiaro.

Devo ammetterlo, l’idea di gestire in proprio i servizi più vicini alle persone è bella e condivisibile, ma come politico e come amministratore sento il dovere di essere molto realista e molto prudente. L’operazione ABC la considero azzardata e sconsiderata fatta in questo momento.
Siamo realisti: ora non abbiamo le carte per poter giocare e vincere la partita di una Azienda che opera con i soldi di tutti i cittadini, perché i soldi non ci sono, e alle brutte, verranno tolti ai servizi per ripianare eventuali buchi dell’ABC.
Le operazioni di controllo e di indirizzo politico sono complesse e necessitano di una dotazione politica e di macchina amministrativa solida e ben rodata.

LO STATO ATTUALE
Attualmente abbiamo una classe politica fatta per la maggior parte di politici alle primissime armi, che disperdono energie e tempo per questioni marginali con poco o zero effetto. Un esempio? Il Regolamento degli Orti Sociali per il quale sono state fatte almeno tantissime commissioni (ognuna sono €1000) per scrivere ed approvare un Regolamento che andrà completamente riscritto perché sbagliato. Tutto da rifare. Ed è solo un regolamento di orti sociali…

Abbiamo una macchina amministrativa che si trova al giro di boa: ancora non è rinnovata nel personale che è andato in pensione e che ci andrà in questi mesi a venire, e si trova in emergenza personale perché non si riesce a reclutarne. Invece di indire concorsi, andiamo a prendere personale dalle graduatorie dei paesi limitrofi, con liste datate e personale in lista di fuori provincia che fa fatica ad accettare di venire a lavorare a Latina o che rinuncia. C’è anche un gran malcontento tra il nostro personale, un malcontento che spinge a trasferimenti e richieste di mobilità esterna impoverendo e depotenziando gli uffici e di conseguenza i servizi ai cittadini.
Con questa macchina noi dovremmo far fronte al controllo analogo (un controllo particolarmente attento e documentato) sull’azienda speciale.

LE SCELTE
Molti dei ritardi che tutti i cittadini sperimentano è dovuto al fatto che la nascita dell’ABC ha richiesto tutte le energie che c’erano e non rimaneva nulla per il resto delle cose da fare.
Nessuna energia, però, è stata messa per cercare di capire come non far fallire la Latina Ambiente. E lo si poteva fare. Nel Consiglio dell’11 novembre 2016 ricordo che evidenziai la questione del non riconoscimento dei debiti/crediti che i Comune aveva con la partecipata. Il tribunale, in assenza di un riscontro da parte del Comune ha dichiarato fallita la Latina Ambiente, ma in verità il Comune aveva tutti i dati disponendo di un lavoro approfondito e minuzioso svolto da un tavolo tecnico e dai revisori dei conti ma non ha voluto esprimersi.
Affrontare le partite creditorie e debitorie tra il Comune e la Latina Ambiente poteva far giungere ad una conciliazione e quindi evitare il fallimento che invece c’è stato, salvo poi ritenere la società valida (dopo che era fallita) e acquisirne un ramo d’azienda. L’ABC raccoglie, spazza, conferisce, lavora ma nella sostanza (mezzi, personale, metodo) è la Latina Ambiente “rediviva”. E “il bello” è che non fallirà mai perché il comune sarà obbligato a fare ciò che non ha fatto a novembre 2016: metterci i soldi se le cose vanno storte.

CRITICITÀ
Le criticità al momento sono numerosissime e non fanno stare tranquilli.
Attualmente abbiamo un’Azienda che sta operando in assenza di un contratto firmato. Perché non è stata ancora apposta la firma al contratto? Cosa manca? LBC l’ha votato in Consiglio Comunale. Perché non è stato attivato? Con quale atto stiamo facendo operare l’azienda? Chi controlla che tutto sia svolto secondo gli accordi (ripeto, senza contratto firmato) nel frattempo che viene organizzato il sistema dei controlli?

Nello Schema di Contratto dei Servizi approvato in Consiglio manca totalmente l’articolo “Sanzioni e Penalità”. L’assessore Lessio dice che la sanzione è rimuovere il direttore generale se l’azienda non raggiunge gli obiettivi. Bisognerebbe dirgli che un articolo chiamato “Sanzioni e Penalità” un contratto che si rispetti debba averlo, come anche il Foro competente. Viene detto che per le controversie basta la Camera di Commercio: io specificherei che magari, in caso di contenzioso, il Foro di Latina è quello competente. E come vengono fatti i controlli se non sono quantificati, ad esempio, i passaggi di spazzamento della strada o di pulizia della spiaggia? Su cosa viene basata una “check list”? Il costo del servizio riportato nel contratto già sappiamo che dovrà essere modificato: sarà infatti più alto.
Per quale motivo il Servizio Ambiente, nella persona dei suoi funzionari, non ha mai visto questo contratto? Perché il PEF dell’ABC che l’assessore Lessio ci portò in Commissione Ambiente ill 20 novembre 2017 non era mai stato visto dagli uffici della ragioneria del Comune? Chi sta lavorando a tutto questo?
Cosa dicono i revisori dei conti?

Mancano trasparenza e chiarezza.
Si sta facendo tutto con tanta, troppa fretta.
Manca una base solida di riscontro normativo (ci sono sentenze che indeboliscono la scelta fatte da questa amministrazione) e soprattutto non sono chiari i numeri. I numeri sono i soldi di tutti i cittadini di Latina. E sono numeri grandi.
Ecco perché c’è bisogno di prudenza. E se la legge dice che è preferibile procedere all’assegnazione del servizio mediante gara, una ragione ci sarà: ed è quella di non esporre una comunità al rischio dissesto finanziario.