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La scuola programma, una certa politica smembra.

foto 2Una politica distratta si ostina a trattare il mondo della scuola come un mero contenitore di numeri e di costi, ponendo una questione seria rispetto all’adeguatezza dei propri rappresentanti per il ruolo che ricoprono.

Nonostante possa apparire una decisione condivisibile in un’ottica di ottimizzazione e di riordino, quella che con decreto la Presidente della provincia ha preso nei confronti del dimensionamento scolastico di quest’anno, a me pare, per le ricadute devastanti su un istituto come il Manzoni, una mossa che certamente maggiormente penalizza e destabilizza uno dei Licei più grandi della città.
Cui prodest?
(leggi il decreto e l’allegato sul dimensionamento)

Se questa operazione andasse fino in fondo ben 600 studenti sugli attuali 1400 circa verranno scorporati lasciando l’istituto con circa 800 studenti, quindi a rischio autonomia.

Ci sono ben tre elementi rispetto alle conseguenze negative sull’istituto Manzoni: il primo è il rischio dell’autonomia. Da Liceo leader di innovazione, cultura e didattica diverrà appendice di qualche altro Liceo, anch’esso sottodimensionato, ma non per una volontà dall’alto, bensì per poca attrattiva.

L’altro aspetto riguarda la metodologia dell’iter che questa decisione ha seguito: non ha garantito l’ascolto e la consultazione di tutte le parti in campo. Non solo andavano ascoltati i dirigenti scolastici, ma la norma prevede anche l’ascolto dei genitori e degli alunni nonché delle rappresentanze sindacali che, proprio nelle linee guida della regione specificata debbano essere consultati in rappresentanza dei lavoratori.

L’ultimo aspetto, non trascurabile, è che ormai siamo già a metà orientamento scolastico: questo significa che un gran numero di scuole medie sono state contattate, insieme ai familiari dei ragazzi che si scriveranno alle scuole superiori per l’anno 16/17, e si è già presentats un’offerta formativa che evidentemente non è secondo il dimensionamento.

Esiste una frammentazione dei licei linguistici sul territorio – Majorana oltre 300 studenti, Manzoni 600 studenti, Priverno circa 100 (non toccato perché fuori distretto?)
È vero che il liceo Manzoni è attualmente sovradimensionato rispetto alla struttura che lo ospita – attualmente 13 classi sono allocate nella succursale in via Cairoli c/o V.Veneto – ma gli enti locali troppo spesso dimenticano che la scuola viaggia con programmazioni rigorose fatte con molto anticipo perché l’organizzazione di comunità di migliaia di studenti e la loro formazione non può essere né improvvisata né gestita in modo frettoloso.

Non risulta nessuna comunicazione ufficiale dell’intenzione di voler modificare l’assetto dei licei con l’istituzione di un polo linguistico e conseguenti profonde modifiche dei licei Manzoni e Majorana.

Non risulta neanche che ci sia stata una consultazione a livello politico, dalla quale poteva arrivare un’ulteriore riflessione visto che i sindaci e i rappresentanti dei cittadini in provincia costituiscono comunque canali di istanze territoriali.

Non bisogna mai dimenticare che la scuola è una comunità di migliaia di persone, una macchina complessa che ha imparato a ben progettare con molto anticipo, pena il caos e la totale inefficacia del suo intervento. E quello che la politica qui ha fatto è riversare sulla scuola decisioni tardive, unicamente tecnicistiche, senza tenere in considerazione i tempi, il lavoro in itinere della scuola (orientamento) e gli investimenti a medio e lungo termine fatti dalle scuole (i costi sostenuti per la formazione di docenti dei corsi ESABAC).

Il decreto va oggi revocato, e se si ipotizzano cambiamenti importanti, questi vanno fatti ascoltando e rispettando i tempi del mondo della scuola.
Lo ripeto: una politica distratta si ostina a trattare il mondo della scuola come un mero contenitore di numeri e di costi, ponendo una questione seria rispetto all’adeguatezza dei propri rappresentanti per il ruolo che ricoprono.

Don Milani: solo grazie ad un giudice inizieranno i lavori

20130413-144859.jpg“Il comportamento degli amministratori del Comune di Latina, che si sono precipitati alla don Milani soltanto dopo la chiamata di un giudice di Latina che voleva avere spiegazioni sull’ignorata richiesta di interventi urgenti per la sicurezza all’interno della scuola, dimostra tutta la loro inettitudine.
Il giorno prima, infatti, una parte della vasca di ceramica dello sciacquone è caduto addosso ad un bambino di terza elementare che stava usando il bagno, caduta pare a causa di sostegni metallici arrugginiti (cosi hanno riportati i Vigili del Fuoco).

Sul posto sono arrivati il vice sindaco Enrico Tiero ed il dirigente del Settore Lavori Pubblici Lorenzo Le Donne, che si sarebbero mostrati sbigottiti dalla gravità della situazione e dalle carenze generali dell’istituto. Eppure il responsabile dell’ufficio scuola, il dott. Spada, come anche la dirigente dell’istituto comprensivo, la dott.ssa De Angelis, nonché lo stesso Partito Democratico, più volte avevano segnalato all’amministrazione comunale i problemi strutturali del plesso.

La situazione era quindi ben nota al Comune da molto tempo.

C’è poi da considerare un altro aspetto, oltre all’attendismo che caratterizza i personaggi di cui si è circondato il sindaco Giovanni Di Giorgi: proprio come fanno gli inetti – aggiunge Zuliani – essi rispondono soltanto alla voce di chi è più in alto nella scala gerarchica rispetto a loro.
Le segnalazioni delle persone che vivono il territorio, di cui dovrebbero essere al servizio, vengono invece puntualmente ignorate. Lo dimostra ancora una volta, per esempio, il caso del liceo Manzoni: hanno dovuto aspettare che tre ragazze venissero investite solo per interessarsi al problema, che ad oggi comunque non è risolto. La strada non è stata messa in sicurezza, sono state invece soltanto disegnate delle strisce gialle per regolare la sosta davanti all’ingresso dell’istituto.

Per la Don Milani hanno dovuto attendere un crollo in un bagno mettesse in pericolo un bambino e l’interesse di un giudice per presentarsi”.

La Dirigente presenterà un esposto in Procura.

Augurio a Mons.Crociata

 

imageÈ un onore per la nostra terra Pontina avere il vescovo Mons. Crociata Presidente della “Commissione Episcopale per l’Educazione cattolica, la scuola e l’università”.  Una carica, questa, che riconosce la sensibilità e le alte competenze del Pastore della diocesi di Latina-Terracina-Sezze-Priverno, in un momento in cui l’educazione riveste un compito più che mai cruciale.

La frammentarietà del messaggio educativo e lo scenario di grande relativismo valoriale dentro al quale oggi crescono e si formano gli uomini e le donne di domani sono una sfida enorme per la comunità cristiana.

Voglio personalmente augurare al nostro vescovo un lavoro proficuo ma soprattutto capace di incidere con lo stile proprio del suo Capo, che si è incarnato in un tempo, in una cultura, in una tradizione limitati, facendo però sperimentare e toccare con mano le conseguenze di un messaggio di vita che, quando messo in pratica, ha respiro universale e genera giustizia e pace.

Renzi twitta, i docenti scendono in piazza.

imageMatteo Renzi twitta:”Preside sarà valutato. Parliamone, ma nel merito. Preside con più responsabilità ma non padrone. no aziende nei Cons Ist. Precari che hanno titolo sono assunti”

Ad alcuni sembra strano che stia montando questa protesta nei confronti della “buona scuola” del governo Renzi: 100.000 assunzioni, eliminazione del precariato, 7 miliardi di euro investiti nella scuola, € 500 a docente all’anno per aggiornamento e formazione…
Quando la riforma Gelmini distrusse la scuola togliendo 8 miliardi di euro in tre anni, annientando intere classi di concorso, riducendo l’orario curriculare e aumentando il numero degli alunni per classe non ci fu tutta questa mobilitazione…

Come mai?

È stato un errore secondo me aver messo tutto insieme in un unico provvedimento: regolarizzazione dei precari, sistema di reclutamento dei docenti, super poteri al dirigente scolastico, autonomia e organico funzionale, €7MLD, aggiornamento finanziato individualmente…

Il punto più sensibile è il tema del reclutamento dei docenti a discrezione di un unico individuo: il Dirigente Scolastico.
Siamo in Italia e non abbiamo la cultura del merito che nutre le scelte che si fanno in ambito di bene pubblico: c’è più “merito” nell’essere “figlio di” piuttosto che avere a proprio titolo pubblicazioni ed esperienze riconosciute all’estero.
La fuga dei cervelli italiani ne è una triste prova.

Se andiamo a vedere il metodo di reclutamento degli insegnanti in Europa e nel mondo, notiamo subito che nei paesi che hanno conosciuto direttamente un sistema totalitario (Italia, Germania, Francia, Spagna) il metodo di reclutamento è principalmente per concorso o attraverso una graduatoria: un metodo trasparente che certifica competenze risolvendo in questo modo il problema delle priorità e soprattutto evitando la figura del “singolo che decide”.
Quindi la priorità va a chi certifica maggiori competenze secondo criteri e parametri stabiliti a livello nazionale.
Se questo sistema funzioni davvero in Italia e ci tuteli davvero da chi è raccomandato, ne abbiamo tutti un po’ il dubbio, ma è il sistema che fino ad oggi riteniamo il migliore e che, assieme agli altri pesi e contrappesi, dovrebbe prevenire derive autoritarie

Nei paesi dove il merito è comunemente riconosciuto come il criterio fondamentale per reclutare personale qualificato, (mondo Anglosassone, Paesi Scandinavi e resto del mondo) gli insegnanti fanno un colloquio e vengono assunti da chi dirige la scuola.
Nel rapporto e Eurydice si legge: “una minoranza di paesi europei fa ormai uso di meccanismi centralizzati di selezione degli insegnanti. La maggior parte dei paesi europei dispone di un sistema di assunzione molto decentrato, denominato assunzione aperta, in cui il processo di relazioni tra gli insegnanti in cerca di occupazione e le cattedre disponibili al luogo a livello di istituto. ”
È lo stesso criterio adottato anche negli Stati Uniti.

L’idea che muove questa scelta è la seguente: se ho insegnanti capaci, bravi, motivati e motivanti avrò molti studenti iscritti alla mia scuola e sono gli iscritti che potranno garantire la continuità dell’esistenza della mia scuola.

Probabilmente la riforma della “buona scuola” intendeva proprio agganciare l’Italia al sistema meritocratico vigente nella maggior parte dei paesi del mondo.
Ma l’Italia non è come i paesi anglosassoni. Abbiamo testimonianza di una strada intrapresa che andava verso questa direzione e che si è miseramente interrotta.

Mi riferisco alla riforma del Titolo V della Costituzione Italiana che sgancia di fatto la scuola dal centralismo nazionale e le conferisce autonomia pur nel rispetto di standard nazionali. Purtroppo l’esito (monco) della modifica del titolo quinto è finito con l’essere una mera operazione di decentramento e di semplificazione amministrativa, mentre il momento centrale e fondante del servizio di istruzione riformato doveva essere in grado di finalizzare meglio i propri interventi per una maggiore garanzia del diritto all’istruzione.
La forma concreta attraverso cui cambiare la scuola risiedeva nell’organico funzionale, ovvero stabilire in perfetta autonomia una dotazione di docenti per raggiungere il proprio obiettivo (docenti che non fossero sovraccaricati fino all’inverosimile di lavoro burocratico come è oggi, ma liberi di potersi attivare per il raggiungimento degli obiettivi che la scuola stabiliva nell’esercizio della propria autonomia).
Purtroppo, a questa autonomia di progettazione non è corrisposta una autonomia finanziaria, elemento indispensabile per poter raggiungere questi obiettivi e attuare questi progetti.

Quindi l’idea c’era, ma mancavano le risorse finanziarie.

La “buona scuola” introduce un elemento in più nella direzione di una piena autonomia dell’istituzione scolastica, ovvero la scelta del proprio organico, la scelta del motore della propria macchina: i docenti.

Ma, la mia domanda è questa: è possibile “tout court” applicare il criterio anglosassone del merito in un paese come l’Italia che ha una storia radicata di familismo e clientelismo?
Secondo me no.

Non sono pessimista o retrograda: osservo la realtà dei fatti.

Certamente il merito deve diventare il “criterio principe” attraverso il quale vengono fatte le scelte per tutto ciò che è pubblico, e quindi a servizio dei cittadini, ma se rispetto ad un dirigente che sceglie i propri docenti non c’è un sistema di contrappesi che tuteli i docenti da familismi o clientelismi, questo sarà un sistema iniquo e soprattutto che non è destinato a funzionare.

C’è anche un’altra necessità: quella di stabilire un sistema certo ed efficace che tuteli e protegga i bambini e ragazzi e giovani da insegnanti che si dimostrano dannosi.
Quanti di noi come genitori non hanno sperimentato l’inadeguatezza di alcuni docenti? Quando si è dalla parte dei genitori si comprendono le falle del corpo docente e del sistema che dovrebbe controllare e garantire un livello qualitativamente alto di offerta formativa.
Il sistema attuale è inefficace, a tratti connivente.

Per questo, in Italia, dare questa facoltà al dirigente scolastico non è una soluzione percorribile.

Abbiamo ancora bisogno di più trasparenza, di criteri condivisi e coniugati ad un maggior riconoscimento del valore e delle competenze di chi lavora di più e meglio tra i docenti.

E forse il punto è proprio questo: chi può dirlo?

Incidente al Manzoni

Latina 18 aprile 2015.
Incredibile. Ancora un incidente davanti al Manzoni.

Tornano sotto i riflettori della cronaca il problema sicurezza e la richiesta dei dossi

Tre alunne del liceo Manzoni questa mattina sono state investite questa mattina mentre attraversavano sulle strisce pedonali per fare il loro ingresso a scuola.

La scuola ed i genitori stanno portando avanti da anni la battaglia per la sicurezza, chiedendo che vengano installati dei dossi per far rallentare le auto che a tutte le ore sfrecciano su viale Le Corbusier.
“Si tratta dell’ennesimo episodio che vede coinvolti alunni del liceo, che ogni giorno rischiano la vita per andare a scuola. Soltanto pochi mesi fa un caso simile aveva coinvolto un’altra ragazza e anche in quell’occasione avevo cercato di smuovere l’amministrazione comunale per darsi da fare e rimediare a questa vergogna. Dai dirigenti comunali mi è arrivata una risposta secca e agghiacciante: non si può fare niente. Il motivo? La strada avrebbe dovuto essere prima declassata”.

 
Salvo poi scoprire in commissione il 9 aprile che la strada era stata declassata 10 anni prima!!!!

In un recente commissione, infatti, ho sollevato nuovamente la questione, che sto seguendo sin dal mio insediamento in consiglio comunale, ed un dirigente del Comune le ha rivelato che da tempo quella strada ad alto scorrimento è stata declassata attraverso un’ordinanza del sindaco. Non ci sarebbero però i soldi da destinare per l’opera. Questo significa che l’amministrazione non vuole installare quei dossi per la sicurezza dei ragazzi. “Questo è dolo – afferma Zuliani – Ed è inconcepibile che un’amministrazione pubblica, un sindaco, mettano consapevolmente in pericolo l’incolumità dei propri cittadini. Perché infatti non si parla soltanto di ragazzi: oggi sono state investite tre studentesse, ma sulle quelle strisce poteva esserci chiunque: un genitore, un insegnante, un passante che non c’entra nulla con la scuola. L’amministrazione di Giovanni Di Giorgi aspetta che qualcuno si faccia male in modo irreparabile per intervenire?”.

Per Zuliani l’episodio è ancora più grave alla luce di un fatto: il Comune spreca soldi pubblici in spese sbagliate, spacchettamenti, e finanziando opere faraoniche come la pavimentazione della Ztl, ma lascia nel dimenticatoio la sicurezza delle scuole e delle strade. Le basi per la vivibilità di una città che possa definirsi civile, oltre che capoluogo di provincia.

I consiglieri comunali del Partito Democratico uniti per la scuola

Nel consiglio comunale di ieri in cui abbiamo presentato la mozione (leggi la mozione) che intendeva dirottare sulle scuole i soldi per la pavimentazione della ZTL, non abbiamo ottenuto la maggioranza dei voti. La mozione infatti è stata respinta, ma abbiamo ottenuto che il tema della drammaticità delle condizioni dell’edilizia scolastica della nostra città diventasse il tema centrale del dibattito politico.

Il sindaco e la maggioranza vanno dritti per la loro strada: allargheranno i marciapiedi di due strade della ZTL con un costo pari a 1 milione di euro, ma non potevano rimanere insensibili al tema delle scuole che sono, come sappiamo, in condizioni assolutamente inaccettabili: sì sono in fatti dichiarati disponibili ad aumentare le risorse destinate alla manutenzione degli edifici scolastici.

Questa mattina abbiamo presentato una nuova mozione (leggi la mozione) e speriamo che verrà votata anche dalla maggioranza.

La mozione, firmata da tutti i consiglieri PD, ha lo scopo di impegnare il Comune ad investire risorse sull’edilizia scolastica, un tema rimesso al centro del dibattito politico di Latina, e non soltanto nello scorso consiglio, grazie all’impegno del Partito Democratico.
Un milione e mezzo di euro è la cifra, dedicata ad interventi che riguardano esclusivamente la scuola, che i consiglieri del PD vogliono veder comparire sul prossimo bilancio.

“Con questa mozione – afferma il capogruppo Alessandro Cozzolino – diamo la possibilità al consiglio comunale di portare avanti i buoni propositi emersi nell’ultima assise consiliare. Tutte le forze politiche, infatti, almeno a parole, hanno espresso la volontà di vedere risolti i problemi ma soprattutto le emergenze delle scuole di Latina. Votando il testo, condiviso da tutto il gruppo consiliare del PD, si concretizzerebbero le buone intenzioni investendo risorse reali. Questa mozione è frutto di un lavoro che parte da lontano: grazie al tour nei plessi del capoluogo, abbiamo potuto renderci conto da vicino delle problematiche della scuola, ce ne siamo fatti carico, ed oggi il gruppo consiliare del PD dimostra di essere unito: la mozione è stata firmata da tutti i consiglieri”.

Per noi del Partito Democratico è infatti necessario un piano di interventi che, a partire dal bilancio di previsione 2015, impegni somme certe per risolvere soprattutto le problematiche strutturali dei 74 plessi di Latina, bisognosi di certificazione di sicurezza e antincendio, di conversione delle centrali termiche, di impermeabilizzazione di tetti e solai, di consolidamento, messa in sicurezza e ristrutturazione di parte degli edifici e strutture esterne ormai inagibili. “Nel Comune di Latina – si legge nel testo della mozione – la situazione è stata definita “drammatica” dallo stesso dirigente del servizio di manutenzione scolastica durante una recente seduta della Commissione Lavori Pubblici”.

“La politica è confronto al quale deve seguire la capacità di decidere. Noi del PD – sottolinea Omar Sarubbo – abbiamo deciso: la messa in sicurezza delle scuole pericolanti è la priorità. La sicurezza e la formazione e dei nostri figli sono la priorità”.

“Il PD di Latina con questa mozione non si rende soltanto partecipe della strategia politica nazionale, ma si fa cassa di risonanza delle istanze locali” – afferma Nicoletta Zuliani, prima firmataria della mozione e che da sempre si spende sul tema dell’edilizia scolastica. “Il tour delle scuole del capoluogo ci ha colpito e nel testo si è data molta importanza alla creazione di un ‘parco progetti cantierabili‘, uno strumento indispensabile per la risalita del Comune di Latina nelle graduatorie di bandi regionali, nazionali ed europei. Latina non può fare tutto da sola e, considerando che negli ultimi tre anni sono significativamente diminuite le risorse impegnate nel bilancio dall’amministrazione, oggi è necessario dare un segnale forte di inversione di tendenza, programmando gli interventi all’interno del prossimo piano triennale delle opere pubbliche secondo le priorità stabilite dal piano esigenziale che, vogliamo ricordarlo, ha stabilito in 18 milioni di euro la cifra totale per la manutenzione ed il risanamento delle scuole. È ora di agire”.

Palestre e campi: verso un riordino.

Il lavoro fatto dagli uffici nell’ultimo anno è stato notevole: hanno prodotto elenchi, verificato la legittimità delle assegnazioni, avviato incontri con i dirigenti scolastici, tutte operazioni propedeutiche al riordino di una situazione probabilmente che si è voluta tenere confusa per anni.
Era necessaria una maggiore trasparenza rispetto alla pubblicazione dell’assegnazione delle palestre alle varie società sportive e così è stato predisposto dagli uffici: verranno pubblicati tutti i nomi delle associazioni sportive che usufruiscono di quali palestre.   A giugno 2015 verrà fatto il bando per le nuove assegnazioni delle strutture sportive (campi e stadio) e scolastiche.

Avevo segnalato danni riportati dai presidi ma mai riparati se non con soldi di bilancio: ci è stato confermato dagli uffici che mai è stata messa in atto il ricorso alle assicurazioni che obbligatoriamente le società sportive devono avere per poter usare tali strutture e conservarle integre.
Anche qui, sciatteria. Avremmo potuto usare i soldi delle assicurazioni per riparare le strutture danneggiate. E invece…

Si sta completando il regolamento dove vengono stabilite anche le nuove tariffe ma devo rilevare il ritardo di questa amministrazione nel porre ordine in questo settore: ci sono voluti quattro anni (e siamo a fine consiliatura) per redigere un nuovo e più attuale regolamento comprensivo di tariffe. Nelle commissioni questo regolamento “gira” da tre anni…
Altro tema: gli introiti.
Nel 2014 tra palestre scolastiche, stadio, piscina e palasport sono stati incassati dal Comune di Latina circa 64 mila euro così ripartiti:
- palestre scolastiche €34mila(€9 all’ora)
- piscina €7mila
- palasport €23mila
- stadio €0
Non faccio commenti…

Come PD proponiamo di progettare un piano di valorizzazione di questi beni immobili comunali per aumentare gli introiti e di finalizzare gli i proventi delle palestre per la manutenzione delle stesse.
Attualmente questi soldi vanno nel calderone del bilancio comunale e non hanno una destinazione assegnata. Noi vorremmo che questi introiti vengano spesi per la manutenzione degli stessi impianti sportivi per garantirne la sicurezza e la loro valorizzazione.

SCUOLE: il pressing ha funzionato.

Giovedi 2 aprile si è tenuta la commissione Lavori Pubblici del Comune di Latina e abbiamo ottenuto un doppio risultato a favore dell’edilizia scolastica, che è stata argomento di discussione durante la seduta e tema sul quale ci siao da sempre battuti.
Finalmente, dopo aver sottovalutato se non ignorato per quattro anni il settore dell’edilizia scolastica, la maggioranza si è decisa ad aprire gli occhi, facendo una proposta praticabile: utilizzare le economie dei ribassi, mettendo quelle somme a disposizione del settore scuola, per essere quindi usate a favore dei lavori di messa in sicurezza e di manutenzione dei plessi della città.

Proprio sulla realizzazione dei progetti esecutivi arriva l’altro importante risultato del Partito Democratico: del milione e 700mila euro ottenuto come finanziamento triennale dalla Regione Lazio per l’edilizia scolastica, i primi 80mila euro andranno proprio per i progetti esecutivi, necessari per eseguire i lavori in alcune scuole. “Vigileremo affinché venga data la priorità alle situazioni gravi ed agli interventi davvero urgenti, perché la scuola non deve essere uno strumento per attrarre il consenso degli elettori”.

Su questo aspetto interviene la consigliera Nicoletta Zuliani, che sottolinea: “Bisogna introdurre un criterio che vada a far pesare, nella scala di priorità degli interventi da parte del Comune, la gravità e l’urgenza. Oggi con la legge 10, la Bucalossi, che destina i proventi delle alienazioni e delle concessioni edilizie, ottiene i fondi chi prima impegna le somme, senza altri criteri. O a volte facendo valere le forze politiche vicine. Questo non dovrà più accadere”.

L’altro aspetto riguarda la previsione demografica della città: “Finora non è stata fatta una previsione di utenti per le scuole materne e le scuole elementari. Il settore urbanistica costruisce nei borghi, ma le scuole saranno adeguate al certo aumento di alunni? Se non si lavora in termini di proiezione demografica nelle varie zone della città, non saremo neanche in grado di prevedere dove siano necessarie scuole o l’aggiunta di sezioni: potremmo trovarci, quindi, con scuole vuote in alcuni quartieri, ma con altri plessi incapaci di rispondere alla domanda in altre zone. Fino ad oggi, sin dall’inizio della consiliatura, i diversi settori continuano a viaggiare su binari diversi, mentre ciò che serve è un lavoro di collaborazione e coordinato”.

“L’amministrazione del sindaco Giovanni Di Giorgi ha in questi quattro anni diminuito le risorse economiche e il personale al punto da non riuscire a risolvere nemmeno delle semplici urgenze. L’ultimo esempio è legato all’Istituto Giovanni Cena – commenta il capogruppo in consiglio comunale Alessandro Cozzolino – per il quale ad oggi non sono stati ancora effettuati i lavori alla caldaia, che da tempo vengono richiesti dal personale scolastico e dalle famiglie dei ragazzi. Fortuna vuole che finalmente sia arrivata la primavera e che, con essa, anche una temperatura che permette di procrastinare l’intervento”.

Fino ad oggi, il Comune di Latina, ha beneficiato di pochissimi fondi per l’edilizia scolastica: questo perché, in mancanza dei progetti esecutivi, nelle graduatorie otteneva sempre il punteggio minimo. “Lo hanno confermato lo stesso dirigente comunale, ing. Lorenzo Le Donne, ed il funzionario del settore scuola, che oggi erano presenti in commissione – afferma Omar Sarubbo – Hanno ribadito davanti ai commissari ciò che noi del Partito Democratico avevamo già detto: mancano i progetti esecutivi delle scuole e, in assenza di questi, il punteggio per qualunque bando ad oggi risulta fortemente ridotto e preclude ogni possibilità di ottenere i finanziamenti. È necessario quindi dotarsi di un parco progetti per essere in grado di poter rispondere in maniera immediata ed efficace a tutti i bandi, che sono ormai l’unica fonte di finanziamento per gli enti locali”.

No progetto esecutivo? No finanziamento. Sorry.

image«La Regione Lazio ha sbloccato ancora dei fondi per l’edilizia scolastica, ma il Comune di Latina rischia di perdere anche questa nuova occasione perché non ha le carte in regola per accedere ai finanziamenti». Lo denunciano i consiglieri del Pd Omar Sarubbo e Nicoletta Zuliani.

I due colleghi democratici fanno riferimento ad un bando regionale per cui i Comuni con più di 100mila abitanti possono presentare fino a quattro progetti per interventi di ristrutturazione, messa in sicurezza, adeguamento sismico ed efficientamento energetico di scuole comunali o di immobili adibiti ad alloggi e residenze per studenti universitari di proprietà degli enti locali, nonché per la costruzione di nuovi edifici scolastici pubblici e per la realizzazione di palestre nelle scuole o di interventi volti al miglioramento di quelle già esistenti. Il bando, che scadrà il prossimo 15 aprile, prevede la possibilità per i Comuni di accedere a mutui di durata trentennale con oneri di ammortamento a totale carico dello Stato e che un’amministrazione locale possa usufruire di tali agevolazioni purché sia in possesso di un progetto esecutivo di ristrutturazione o costruzione di una scuola immediatamente cantierabile.

«Da un controllo effettuato oggi presso gli uffici – segnalano Zuliani e Sarubbo – abbiamo preso atto che il Comune non ha alcun piano esecutivo nei propri cassetti, ma solo qualche progetto preliminare che servirà a ben poco. Insomma, l’ennesima occasione sta per essere persa a danno degli studenti, delle loro famiglie e del personale docente delle nostre scuole già disastrate. La mancanza di programmazione e progettazione è una grave responsabilità da imputare all’amministrazione Di Giorgi che, come in quest’ultimo caso, produce danni concreti negandoci la possibilità di partecipare a bandi pubblici in favore dell’edilizia scolastica. Se avesse redatto anche solo un progetto esecutivo all’anno utilizzando le proprie risorse interne, oggi potremmo usufruire di contributi pubblici (statali e regionali) di cui beneficeranno invece altre amministrazioni locali della regione più meritevoli e virtuose. Quest’amministrazione – concludono i due consiglieri del Pd – continua solo a fare danni ed oggi abbiamo preso atto che, oltre a fare poco, neppure riesce a progettare su carta».

Spariti gli emendamenti al bilancio proposti dal PD: wifi alle scuole e barriere architettoniche

gruppoPDDi fatto sono stati sottratti alla città €50mila per il wi-fi nelle scuole e università e altri 50mila euro per l’abbattimento delle barriere architettoniche nella città. Senza dimenticare la sparizione di 35mila euro dal bilancio per installare la videosorveglianza nei borghi Nord denunciata da Omar Sarubbo qualche giorno fa.
€135mila in tutto. L’amministrazione Di Giorgi spieghi dove sono finiti.

Sono questi i tre emendamenti del Partito Democratico di Latina che avevano trovato accoglimento da parte dell’intera assise e che avevano ricevuto un voto favorevole unanime in Consiglio Comunale.
Sono anche però questi i tre emendamenti, con i relativi fondi a loro sostegno, che non si sa che fine abbiano fatto.

È proprio questo il nodo della questione che intendono affrontare, in tutte le sedi, il consiglieri del Pd e la vice presidente del consiglio comunale Nicoletta Zuliani che sottolinea:”Si inaugura così una irritualità pericolosa attraverso questa prassi. Quelle somme erano state previste per la realizzazione dei progetti deliberati da tutto il Consiglio. Che fine hanno fatto i fondi che il Consiglio aveva deciso di stanziare? €135mila sono tantissimi, non può esserci un ‘buco’ così grande nelle casse del Comune, né tantomeno gli uffici possono aver ignorato un atto di indirizzo varato dall’organo rappresentativo del Comune. Oppure sta succedendo qualcosa di molto grave: l’amministrazione del sindaco Giovanni Di Giorgi potrebbe avere arbitrariamente stabilito che quei soldi vadano indirizzati altrove. In questo caso, ci troveremmo davanti a un vero e proprio atteggiamento antidemocratico, oltre che ad una gravissima inadempienza. Ne andrebbe della credibilità dell’Ente davanti a tutta la città, ed il potere del Consiglio Comunale, che è l’organo di massima rappresentanza del Comune, ne uscirebbe svilito e mutilato.

È per questo motivo che chiediamo formalmente al sindaco Di Giorgi di rispondere con urgenza a queste nostre domande, soprattutto considerando che non è la prima volta che mozioni, ordini del giorno e indirizzi precisi vengono ignorati in dispregio alla sovranità democratica delle Istituzioni.