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Viale Le Corbusier, strada pericolosa per gli studenti. Intervenga il sindaco

Con la riapertura delle scuole, il problema si acuisce.

Questo è il terzo anno che mi trovo a segnalare all’amministrazione comunale una situazione che, da molto più tempo, crea condizioni di scarsa sicurezza per gli studenti che frequentano l’istituto superiore Manzoni, le altre scuole della zona e la stazione autolinee”. Nicoletta Zuliani, consigliera del Partito Democratico ed insegnante presso l’istituto superiore, denuncia ancora una volta le condizioni di pericolo che ogni giorno, se non saranno effettuati al più presto i lavori di messa in sicurezza, i ragazzi si troveranno a dover affrontare.

“La scuola si trova su viale Le Corbusier, letteralmente una strada da corsa, dove le auto sfrecciano e dove i ragazzi devono passare su un marciapiede strettissimo. Si trovano quasi a dover schivare le automobili, vere padrone di quel tratto. Lo scorso anno per poco una ragazza non è stata investita. Cosa si aspetta per mettere in sicurezza l’ingresso degli studenti a scuola? Ciò che era stato chiesto al Comune di Latina non è molto: un semaforo a chiamata, dei dissuasori di velocità, una segnaletica orizzontale più chiara e l’allargamento del marciapiede, in particolare il tratto che collega la scuola con le autolinee. La Provincia è sì l’ente di competenza per le scuole superiori, ma il Comune non può delegare ogni aspetto: ci sono delle competenze, come la cura del territorio che le circonda, che non possono essere delegate ad alcuno. E di questo parliamo: di strade e di sicurezza. Cosa c’è di più importante?” – chiede Zuliani, che chiama in causa nella questione direttamente il sindaco Giovanni Di Giorgi.

“Latina ospita praticamente la metà degli istituti superiori della provincia: 8mila studenti vengono da fuori e solo il liceo Manzoni ha una popolazione scolastica elevatissima. Sono persone che usano i servizi che offre la città, e allo stesso tempo sono clienti dei nostri commercianti (mangiano, bevono, comprano libri e altri prodotti). Non soltanto a Latina c’è una assoluta assenza di Politiche giovanili, c’è da parte del Comume una totale indifferenza nei confronti di questa “città” di utenti, che risultano completamente ignorati” – afferma Zuliani.

La consigliera del Pd prende quindi le distanze dall’indirizzo politico dell’amministrazione: “Il non riuscire a rispondere ad un bisogno così elementare, quello della sicurezza, ma anche così importante, denota la vera incapacità di gestire le problematiche più piccole. Un ufficio trasporti che in tre anni non è riuscito a dare una risposta a questo all’istituto Manzoni, che si trova su una strada da corsa, è deprecabile. Assurdo almeno quanto il fatto che non vi sia un assessore allaViabilità, perché la delega è in capo al sindaco e quest’ultimo non abbia preso in mano una situazione di così semplice gestione. Ora il sindaco risolva questo problema, si prenda la responsabilità che gli compete” – conclude Zuliani.

€570mila alle scuole di Latina: Renzi fa sul serio

E’ appena stato pubblicato l’elenco dei comuni e le somme per l’edilizia scolastica che il governo Renzi ha sbloccato. (CLICCA QUI)

Al Comune di Latina €570mila per la piccola manutenzione, decoro e ripristino funzionale.

renzi scuolaRenzi si dimostra un premier che fa ciò che promette: aveva detto che la priorità sarebbe stata la scuola e l’ha fatto.”

L’iniziativa raggruppa tre tipologie di interventi chiamati SCUOLE BELLE, SCUOLE SICURE e SCUOLE NUOVE. Latina è rientrata nel gruppo delle SCUOLE BELLE per il quale, complessivamente, sono stati stanziati €450ML per un totale di 17.961 edifici in tutta Italia.

A Latina ben 42 scuole riceveranno migliaia di euro per la manutenzione, decoro e ripristino funzionale. La consigliera del PD Nicoletta Zuliani da sempre in prima linea sul fronte scuola ed educazione, tira un sospiro di sollievo: “Con il bilancio di previsione 2014 per il quale si prevedono tagli drammatici temevo che sarebbe andato in apnea un settore vitale: in questi ultimi anni la manutenzione scolastica si è vista ridurre gli importi progressivamente.” Attualmente per la manutenzione ordinaria e straordinaria dei 56 edifici scolastici di Istituti Comprensivi sul territorio comunale di Latina venivano stanziati totalmente circa €800mila annui. Nel conto va calcolato tutto: rifacimento tetti, opere murarie, estintori, ascensori, impianti elettrici ed idraulici da manutenere e riparare, ecc… La cifra che il governo Renzi stanzia aumenta notevolmente la posta in bilancio per le scuole comunali per quest’anno. Le cifre sono divise un due gruppi: 26 scuole riceveranno €378.634, le restanti 16 avranno €190.400.

Ma la Zuliani avverte: “ Nel futuro immediato non sappiamo se potremo disporre di queste somme di nuovo, per questo è opportuno tesaurizzare le risorse e parallelamente mettere in atto modalità di cura e valorizzazione delle strutture scolastiche in accordo con la comunità che le accoglie, in primis i genitori e gli insegnanti.” Il riferimento è al Protocollo di Partecipazione che la consigliera del PD ha proposto nei giorni scorsi. Il Protocollo, oltre che valorizzare e tutelare le risorse progettuali e professionali interne alla comunità scolastica, soprattutto dei genitori rispetto alla gestione e alla cura nelle scuole, permetterebbe anche all’amministrazione di potersi dedicare alle altre mille urgenze che i 56 plessi scolastici comunali presentano.

Le scuole sonscuolafuturoo il bene più prezioso che abbiamo: tirano su i cittadini di domani. E il Premier lo sa bene.”

 

Protocollo di Partecipazione: scuole più efficienti e sicure con i genitori “in campo”

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Sono anni ormai che i genitori, stufi delle lungaggini burocratiche, si impegnano in prima persona per riparare maniglie e serrande, tinteggiare le aule, mettere le tende per rendere più sicuro e vivibile l’ambiente scolastico dei propri figli. Il contributo dei genitori per lavori di miglioramento o di piccola manutenzione delle scuole oggi non è regolamentato e viene svolto in modo un po’ ufficioso. In altri Comuni d’Italia lo si può fare, invece, e alla luce del giorno.

La mozione che la consigliera del Partito Democratico Nicoletta Zuliani presenterà come prima firmataria, riguarda proprio la possibilità, da parte dei genitori, di entrare nella gestione della piccola manutenzione dei plessi scolastici cosa che, fino ad oggi, veniva spesso negata a malincuore dai dirigenti scolastici per problemi legati ad un vuoto regolamentare.

Si tratta dell’introduzione di un Protocollo di Partecipazione – spiega Zuliani – del tutto simile a quello già adottato da anni, con successo, da altri Comuni italiani. L’intento della mozione è sostenere e regolamentare la disponibilità che i genitori degli alunni danno – come già spesso accade – per effettuare piccoli lavori nei plessi frequentati dai loro figli, mettendo a disposizione gratuitamente le loro capacità per velocizzare, risolvere o prendere l’iniziativa rispetto ad urgenze della struttura scolastica costituendo un Comitato dei Genitori ed un Albo dei volontari. Quando i genitori contribuiscono in questo senso, non solo garantiscono immediatezza nella risoluzione di piccoli problemi strutturali che altrimenti richiederebbero infinita burocrazia tra dirigente scolastico e comune, ma soprattutto contribuiscono a creare un forte senso di appartenenza ad un bene pubblico, come la scuola, che già viene vissuta come una “casa comune“.

Il Protocollo di Partecipazione si occupa proprio di questi aspetti: il documento, infatti, ottemperando al principio di sussidiarietà orizzontale promosso dall’articolo 118 della Costituzione e a numerosi altri articoli di legge elencati nella mozione, impegnerebbe l’Ente a stipulare un Protocollo con i Dirigenti Scolastici che consenta a comitati di genitori costituiti all’interno dell’Istituto Scolastico, di intervenire nelle scuole su base volontaria e senza aggravio economico per le famiglie che spesso si vedono costrette ad acquistare esse stesse materiali come vernici, armadietti, tende e così via. Le spese dei materiali e della copertura assicurativa, laddove la scuola non l’avesse già, sarebbero infatti a carico del Comune. Il Protocollo, quindi, oltre che valorizzare e tutelare le risorse progettuali e professionali interne alla comunità scolastica, soprattutto dei genitori rispetto ai lavori di piccola manutenzione nelle scuole, permetterebbe anche all’amministrazione di potersi dedicare alle altre mille urgenze che i 70 plessi scolastici comunali presentano.

“Il valore della partecipazione è immenso: è importante regolamentarlo in accordo con la normativa vigente. Si può formulare un accordo tra le parti (Comune e Istituti Comprensivi) dove nell’Istituto scolastico si sia costituito un Comitato Genitori che di anno in anno fornisce un elenco di competenze professionali/volontarie messe a disposizione ed elencate in un Albo delle Competenze. Il Comune paga l’assicurazione e i materiali ed al resto pensano il comitato genitori e la scuola. Nei momenti difficili una vera comunità si distingue per la sua capacità di far fronte a problemi grandi attraverso una partecipazione compattezza creativa e generosa.
E i genitori, questo, lo hanno sempre dimostrato.
Non mortificarla e lasciarla esprimere con l’amore tipico di una famiglia, significa moltiplicare davvero le grandi energie della nostra città”.

Via Cimarosa: ecco il perché

Ma perché i lavori della scuola di via Cimarosa sono ancora fermi?

Perché si sono fermati?

Chi paga?

Ve lo spiego.

Scuola primaria a pezzi: Il Comune: “Non ci sono i soldi”

(leggi gli immobili occupati senza titolo in fondo al documento)

“Scandaloso. Per lo stadio 800mila euro subito e lavori in tre settimane. La scuola invece può restare pericolante per oltre un anno”

Non sono bastate due verifiche e le firme dei genitori: ancora nessuna risposta.

La scuola di via Bolognini, a borgo Isonzo, è pericolante: attualmente per questioni di sicurezza sono state chiuse tre aule perché quando si cammina al piano superiore, non soltanto il pavimento vibra, ma al piano inferiore cadono pezzi di intonaco. Sono state finora due le verifiche effettuate da un ingegnere di Latina: la prima il 14 marzo 2013, mentre la seconda il 27 febbraio 2014, dopo una richiesta da parte dell’amministrazione comunale sulla base delle sollecitazioni del personale del plesso e da parte dei genitori, che hanno anche raccolto 150 firme per far ripristinare le condizioni di sicurezza nella struttura frequentata dai loro bambini. I sopralluoghi si sono svolti alla presenza del personale della scuola e di una ditta in ausilio, oltre che di un rappresentante dei genitori.

La relazione tecnica commissionata dal Comune ha evidenziato che la struttura, edificata 60 anni fa, forse in più tempi, “presenta diverse tecnologie costruttive che si evidenziano anche nei solai di livello. L’aula oggetto di verifica è situata al primo piano nell’angolo nord est. L’ispezione visiva è stata estesa anche al pavimento della stessa ed al soffitto dell’aula sottostante: è emerso che la situazione è rimasta pressoché invariata rispetto al 14 marzo 2013. Le indagini sono state svolte eseguendo un piccolo saggio sull’intonaco del soffitto dell’intonaco dell’aula sottostante in modo da poter mettere a nudo le strutture portanti e durante l’esecuzione del saggio si è avuto il distacco di parte dell’intonaco che ha evidenziato una cattiva aderenza alla struttura portante. Le operazioni sono state sospese per evitare il distacco di tutto l’intonaco dal soffitto”.
Il risultato della relazione è che l’aula al piano di sotto deve restare chiusa per la caduta dell’intonaco, ma il piano superiore può essere ancora usato. L’intervento proposto dall’ingegnere è di togliere completamente l’intonaco dal soffitto dell’aula al piano di sotto sostituendolo con un intonaco cementizio e di eseguire un rinforzo strutturale del pavimento al piano superiore per ripartire il carico in modo migliore.

“Da una verifica presso gli uffici – afferma la consigliera comunale del Pd Nicoletta Zuliani – si è evidenziata l’incapacità del settore Lavori Pubblici-Urbanistica a reperire nelle pieghe del bilancio comunale i 140mila euro necessari alla messa in sicurezza della scuola di Borgo Isonzo. Le carte per avviare immediatamente le procedure per un affidamento dei lavori sono pronte: manca l’indicazione di dove andare a prendere i soldi perché gli uffici rispondono che non ci sono. È uno scandalo – sottolinea Zuliani – il Comune conosce benissimo da oltre un anno la situazione della scuola di borgo Isonzo e non si è preoccupato di provvedere alla messa in sicurezza di un luogo pubblico frequentato ogni giorno da bambini e dal personale che si reca al lavoro. Però, appena si è saputo che la squadra di calcio della città sarebbe passata in serie B, sono stati subito trovati gli 800mila euro per la riqualificazione dello stadio e in tre settimane sono stati terminati i lavori. Pretendiamo risposte immediate”.

Il Comune paga 8 milioni per le utenze: siamo un colabrodo.

nicpizzoIl vice presidente del consiglio comunale, Nicoletta Zuliani, fa il punto sulle bollette pagate dall’ente. “Ogni anno il Comune di Latina spende 8 milioni di euro per pagare le utenze di uffici, scuole, impianti sportivi, chiese ed edifici comunali. È necessaria una spending review, ma soprattutto l’istituzione di un unico ufficio che si occupi esclusivamente dei contratti e che monitorizzi tutte le spese sostenute dall’ente comunale per le utenze”.

La consigliera del Pd spiega che attualmente per verificare quanto spendiamo, ad esempio di energia elettrica, bisogna recarsi in tanti diversi uffici: lavori pubblici per le scuole, sport per gli impianti sportivi, un altro diverso contratto è di competenza dell’ufficio manutenzioni. Il Comune si avvale di tre diversi fornitori di energia elettrica a seconda di quale ufficio stipula il contratto: Heracomm, Enel e Ceie Power. Con Enel c’è anche un contenzioso irrisolto.

In una situazione generale così caotica – afferma Zuliani – viene a mancare ogni principio di trasparenza, ma soprattutto ogni tentativo di risparmio da parte dell’ente resta vano. Oggi il Comune è un colabrodo ed è inoltre in regime di salvaguardia: quando la legge lo ha permesso, l’ente non ha scelto un fornitore di servizi nel libero mercato alla tariffa più conveniente, ma è rimasto com’era, ossia ad una tariffa più alta”. Un chiaro esempio di quanto sia critica la situazione comunale rispetto alle bollette, viene dalla scuola di via Tasso: il Comune non ha pagato il conto telefonico e così il plesso è rimasto senza linea, un servizio che invece è vitale per una scuola che ha sezioni della scuola dell’infanzia.

La carenza gestionale di questa amministrazione provoca un uso certamente non ottimale delle risorse. Finché non ci sarà un ufficio unico ad occuparsi delle utenze – afferma Zuliani – non ci sarà controllo e contezza di quanto e come si spende, quindi non ci sarà nemmeno modo di risparmiare. L’amministrazione deve adesso dimostrare di riuscire a controllare con metodo e sistematicità le proprie spese, altrimenti si crea una zona grigia che può diventare pericolosa”.

Una zona grigia che vale 8 milioni di euro.

Allarme edilizia scolastica: «Il Comune non usa i locali per gli scopi cui sono destinati»

20130413-144859.jpg«L’amministrazione non sa rispondere alla crescita della popolazione studentesca e del fabbisogno strutturale»

«I finanziamenti persi per le scuole dei quartieri Q4 e Q5, il plesso di piazza Moro che non riesce più a contenere gli iscritti, il ragioneria sbattuto sulla Mediana nonostante l’impegno del sindaco, il liceo Manzoni, istituto tra i più gettonati in città, costretto a trasferire 15 classi in una succursale: se l’edilizia scolastica a Latina è in ginocchio e le strutture sono inadeguate a rispondere alla domanda di istruzione è a causa della totale mancanza di programmazione da parte di un’amministrazione miope per cui gli interessi dei privati vengono prima delle esigenze dei cittadini». A lanciare l’allarme edilizia scolastica a Latina indicando il Comune quale responsabile di una situazione di emergenza è la consigliera del Partito democratico Nicoletta Zuliani.

foto 2«Assistiamo al paradosso di una popolazione scolastica in continuo aumento con relativa crescita di fabbisogno strutturale e piuttosto che far fronte a quest’incremento il Comune – constata la Zuliani – si prende le scuole per metterci dentro altro. Se da una parte cresce la domanda di locali scolastici, dall’altra manca una programmazione seria e puntuale da parte di un’amministrazione che utilizza le strutture per scopi altri da quelli per cui sono destinate».

La consigliera cita alcuni casi emblematici: la scuola di via Varsavia dove trovano casa l’ufficio commercio e l’archivio del Comune, la scuola di via Ezio che ospita l’ufficio elettorale, ancora in  via Ezio  una scuola materna  ospita  un centro sociale per gli anziani e un’altro servizio di tipo sanitario; l’elementare di Col di Lana di recente è stata “data” al 118 con la motivazione che altrimenti si sarebbero persi fondi importanti e intanto l’adeguamento di quella struttura ad uno scopo per cui non era stata progettata è costato centinaia di migliaia di euro. «Stiamo parlando di zone – sottolinea la Zuliani – dove sono state date concessioni edilizie che hanno visto crescere demograficamente intere aree che ora hanno fame di servizi scolastici. La priorità è stata data ai costruttori, categoria tanto amata dalla maggioranza, a riprova di come la cementificazione venga prima di tutto. Dei cittadini che popoleranno quei quartieri, invece, non interessa niente a nessuno».

La consigliera del Pd si chiede perché non sia stato progettato un assetto organico e perché la Commissione Istruzione non venga mai convocata nonostante le continue richieste dell’opposizione e rileva come dopo tre anni di amministrazione Di Giorgi ci si trovi ancora in emergenza. «Chi governa una città – conclude l’esponente democratica – ha il dovere di programmare, non di rispondere a chi fa pressioni più forti. Sono tutti capaci e pronti a mettere toppe, ma finora nessuno è stato in grado di agire secondo una programmazione operativa. E quando si ha a che fare con il futuro – la scuola è il vivaio del futuro – o si programma o si fa danno».

BASTA stragi di strada

Non c’è PERCHÉ alla morte di un figlio per strada.
La tragedia AMMUTOLISCE, e non è sufficiente criticare.
Oltre lo stordimento, che ci mette tutti davanti a ciò che davvero conta nella vita, ci sono le cause, e chi fa politica ha il dovere di pensare ad una soluzione. Una soluzione che certo, non può calcolare la fatalità né contenerla, ma diminuire, se non quasi azzerare le condizioni che favoriscono gli incidenti, questo si.
C’è il problema della sicurezza delle strade e qui si possono ridurre tante situazioni a rischio.
Se siamo costretti a ridurre la velocità, abbassiamo drasticamente la soglia di probabilità di causare incidenti e mi risulta che l’espediente applicato a via Epitaffio sia un esempio positivo.
Se sappiamo che la polizia effettua continui controlli, siamo costretti a restare dentro i limiti della legalità.
La questione della sicurezza, inoltre, implica un lavoro a regola d’arte sul manto e sull’assetto stradale con segnaletica aggiornata e ancora controlli.
C’è il problema dell’alcol, e qui la vigilanza va MOLTIPLICATA X 10!!! Se maggiore è il controllo, minore è l’attitudine a infrangere le regole. E chi vigila deve adottare una linea continuativa e durature: non si possono effettuare ispezioni solo dopo che gli incidenti sono già accaduti (vedi gli incidenti nella zona dei pub): i controlli devono essere una normalità, una maglia stretta dalla quale non si esce se non indenni.
Altro fronte è la vendita di alcolici ai minori: parlando con i giovanissimi si capisce che sono liberi di acquistare alcolici e droghe senza alcun ostacolo.
C’è il fronte della prevenzione a scuola e il controllo che questa può attivare nel raccordo con le famiglie e le strutture sanitarie.
Ho apprezzato il gesto del sindaco rispetto alla giornata di lutto cittadino che si terrà il giorno del funerale di Gabriele e Kumar, come apprezzo la disponibilità dei mezzi comunali per i vari MakP100 dei ragazzi di quinto, ma dobbiamo attivarci per progettare interventi seri per prevenire altre morti.
E non dimentichiamo i ragazzi: ascoltiamoli, consultiamoli, chiediamogli cosa pensano degli interventi che vogliamo mettere in campo. Non dobbiamo “renderli” protagonisti, loro sono i protagonisti e noi abbiamo il DOVERE istituzionale di ascoltarli.
Occorrono investimenti mirati e un lavoro coordinato tra le varie parti che devono concorrere alla soluzione dello stesso problema: sindaco, polizia stradale e municipale, scuole, associazioni di categoria, prefetto. Istituiamo IMMEDIATAMENTE un tavolo di concertazione, a costo zero, per programmare subito interventi che iniziano oggi, ma che si prefiggano obiettivi di tipo strutturale e duraturo.
Dobbiamo creare un’alleanza tra famiglie, gestori dei locali, polizia municipale, comune, scuole per agire, AGIRE ognuno nel proprio ruolo, in modo convergente e verificare periodicamente il nostro lavoro.
Non possiamo permetterci altre morti.

Il liceo artistico: rigeneriamolo con i soldi di Renzi

20140313-052830.jpgLa consigliera del Partito democratico Nicoletta Zuliani candida il liceo artistico di Latina ai finanziamenti statali previsti dal piano straordinario per l’edilizia scolastica messo a punto dal Presidente del Consiglio. La struttura di via Giulio Cesare versa in condizioni definite dalla Zuliani «drammatiche» successivamente alla visita fatta dalla consigliera presso l’istituto.

20140313-052017.jpg«L’impressione, in alcuni angoli, è quella di un edificio lasciato nel degrado – racconta la Zuliani reduce dal sopralluogo nella

20140313-053012.jpg scuola superiore – con porte sfondate, muri
20140313-053012.jpg infiltrati d’acqua, buche alla base della struttura, arredo scolastico inadeguato alle caratteristiche delle attività

20140313-053447.jpg didattiche cui è destinato.

Gli ultimi lavori della Provincia risalgono a sei anni fa, incompleti e non definitivi. La scuola non era stata progettata per un liceo dell’arte mentre oggi ospita docenti coraggiosi, genitori disponibili e collaborativi e soprattutto giovani pieni di vita, sensibilità e talento, ragazzi che hanno scelto di soddisfare la propria sete di arte e di bellezza e che arrivano da tutta la provincia: loro meritano sicuramente di più». La fatiscenza della struttura stride col nome di liceo artistico che porta la scuola e quest’ossimoro non deve lasciare indifferenti: la consigliera propone di indicare il liceo di via Giulio Cesare per i finanziamenti statali del piano per l’edilizia scolastica

E denuncia: «Negli uffici comunali regna il caos e tutto è fermo. Queste risorse rischiamo di perderle» l’importanza di tutelare le potenzialità degli aspiranti artisti che la frequentano: «I lavori che i ragazzi realizzano – dice la Zuliani – sono di grande valore, un valore che tutta la comunità politica e cittadina di Latina ha il dovere di difendere a nome dell’intera provincia».

«Con tutta probabilità da gennaio 2015 le competenze delle strutture scolastiche superiori si andranno ad aggiungere a quelle comunali – afferma la democratica – e saranno le amministrazioni comunali a gestirle. Un onere importante, ma che il governo Renzi ha garantito di sostenere da subito con la lettera inviata dal presidente del consiglio ad ottomila sindaci d’Italia invitati ad indicare una scuola del proprio comune per cui è ritenuto prioritario un intervento di ristrutturazione e messa in sicurezza. È per questo che urge una scelta da parte degli uffici del Comune da comunicare alla presidenza del consiglio entro il 15 marzo e il liceo artistico ha tutti i requisiti per essere segnalato come oggetto della riqualificazione».

La scadenza per comunicare la scelta al governo è imminente, ma negli uffici regna il caos. «Dell’indicazione da dare ancora non se ne parla – denuncia la Zuliani – e ogni richiesta fatta agli uffici in merito riceve come risposta un laconico “ancora non abbiamo ricevuto niente”. La confusione legata all’avvicendamento dei dirigenti con il pensionamento del responsabile dei lavori pubblici rischia, ancora una volta, di farci perdere la possibilità di un finanziamento, di ottenere moneta sonante per ristrutturare una delle nostre scuole. E anche se si riuscisse a comunicare un nome, chi decide? Con quali criteri? Sono condivisi dalla comunità scolastica?» domande a cui la consigliera risponde ribadendo che «la partecipazione ai processi decisionali è un obiettivo alto. Forse troppo alto per noi di Latina»

Il PD ascolta la scuola: il mio intervento

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Punto focale e rivoluzionario è la qualità: qualità del corpo docente, qualità dell’offerta formativa di una scuola, qualità dell’intervento didattico, qualità del risultato.
Non so se vi è mai successo: ragazzi studiosissimi, bravi scolasticamente parlando, ma incapaci di inserirsi in modo assertivo nella società, incapaci di scegliere, fragili se la vita impone loro un cambio improvviso di direzione.
Mi chiedo: ma cosa insegniamo a questi ragazzi?
Perché usiamo criteri e parametri prettamente scolasti per valutarli quando il mondo non li valuta allo stesso modo? Perché i parametri e i criteri di valutazione della scuola si distaccano così tanto dalla prassi con cui la vita li valuta, li premia o li punisce?

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Noi cerchiamo di dimostrare che chi vale va avanti, chi lavora sodo ottiene risultati. Ma funziona così fuori della scuola?
I ragazzi sono sempre più svegli e disincantati e sanno che fuori della scuola purtroppo il merito vale poco. Ecco che allora a scuola si fa fatica a motivarli: tra scuola e società c’è incoerenza, se non schizofrenia. Il principio che loro vedono muovere le cose è “riesci se hai gli agganci giusti”, non credono che se sono veramente capaci potranno vincere nella vita.
Familismo ottocentesco, mentalità paternalistica e foriera di cultura mafiosa.
Primo obiettivo, dunque, sincronizzare la società con la scuola, (non il contrario).

C’è un gran discutere su come valutare i docenti: voglio risolverla con un concetto molto semplice, perché, secondo me, non vogliamo osservarla dalla prospettiva più vera.

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La valutazione delle scuole e dei docenti è già in atto.
I genitori sanno benissimo dove mandare i propri figli. Sanno distinguere gli insegnanti che vogliono e quelli che non vogliono per i loro figli. Sanno decidere quale scuola è la migliore per la formazione dei propri figli: riconoscono la qualità.
Basta applicare a noi insegnanti i criteri che usiamo noi stessi, se genitori, per scegliere la scuola o gli insegnanti per i nostri figli.
Come voglio che sia l’insegnante di mio figlio? Sono sicura che le risposte sarebbero le stesse. Ecco i criteri e i parametri per valutare i docenti.

Sempre sul versante docenti, assistiamo ad una palese incapacità da parte dei vertici della scuola di gestire casi, chiamiamoli così, “critici“: ci sono, e non sono tantissimi per fortuna, ma ci sono insegnanti che causano danni importanti sui bambini o gli adolescenti. Questi casi di docenti “problematici” vanno affrontati dal punto di vista normativo in modo coraggioso.
Perché i dirigenti non hanno gli strumenti per tutelare i ragazzi prima che sia troppo tardi? Spesso si arriva al “caso” per risolverlo nel momento in cui i media costringono a venire ad una soluzione. Perché arrivare a questo punto?
In Commissione Istruzione nel mio comune c’è la proposta, condivisa da tutta la maggioranza, di valutare l’ipotesi di istallare delle videocamere nelle aule degli asili nido perché i genitori possano controllare… E perché non nelle scuole dell’infanzia? E alle elementari?
Ebbene, dobbiamo essere capaci di intervenire prima noi come istituzione.

E da ultimo vorrei sottoporre un errore di sistema: l’Italia è l’unico paese, L’UNICO PAESE in cui le lingue straniere vengono insegnate in classi di abilità miste fatte di studenti appartenenti a livelli che vanno da principiante a intermedio. Le lingue straniere devono essere insegnate per classi di competenze omogenee o l’azione è inefficace. Tra le materie con risultati meno buoni nel biennio delle superiori c’è appunto l’inglese.
La valutazione in decimi per le lingue straniere è assolutamente fuori da ogni standard internazionale di valutazione. Le competenze di uno studente possono solo chiamarsi beginner, elementary, pre-intermediate, intermediate, upper-intermediate o advanced: tutto il resto non ha alcun riscontro nel quadro internazionale.