La decisione presa dal commissario prefettizio Giacomo Barbato deve far riflettere. Evidentemente è venuto a mancare il rapporto di fiducia tra lui e la figura del segretario generale Pasquale Russo. La situazione di Latina richiede scelte forti e non interpretabili.
Bene fa Barbato ad imprimere una direzione completamente diversa.
I commissari non possono rimuovere i segretari generali dei Comuni prima che siano passati almeno 60 giorni dal loro insediamento e, in genere, non li rimuovono quando l’amministrazione della quale sono stati chiamati a prendere la guida risulta decaduta per motivi prettamente politici, come nel caso di Latina. La decisione viene invece presa, nel 95% dei casi, quando il Comune è stato sciolto per infiltrazioni mafiose.
È un cattivo giudizio nei confronti della scorsa amministrazione caduta dopo una forte crisi politica: rimosso il suo segretario generale, una figura che dovrebbe vigilare sull’anticorruzione e sulla trasparenza e a cui invece non viene rinnovata la fiducia dal delegato del Governo chiamato a risolvere la profonda crisi in cui versa l’Ente.
Deve essere davvero disastrosa la situazione che ha trovato il commissario Barbato al suo insediamento. Una situazione peggiore di quanto potessimo immaginare.
Ricordo che in diverse situazioni il segretario aveva assunto su di sé ruoli che una figura di controllo come la sua non avrebbe dovuto mai rivestire: presidente della delegazione trattante per la parte pubblica, responsabile della formazione, dirigente dei vigili urbani, presidente della commissione concorsi. Così facendo era stata posta in essere una situazione di incompatibilità: chi è preposto al controllo, come lo è il segretario generale nella veste di responsabile dell’anticorruzione, non poteva infatti controllare se stesso nei ruoli citati. La funzione di controllo deve sempre essere esercitata da una figura terza.
I commissari, nella loro funzione di guida della macchina amministrativa, possono intervenire su diversi fronti, ed uno di questi è proprio decidere sul futuro del segretario generale del Comune della cui amministrazione si sono prese le redini.
Latina è stata trattata alla stessa stregua di un comune con commissariamento straordinario, come un Comune dal quale vanno sostituite le colonne portanti per fondarlo su una nuova struttura: come un Comune sciolto per mafia.
Ora va impressa una direzione completamente diversa.