Manca una governance della cultura a Latina: la maggioranza affida a terzi la gestione del teatro perché non sa farlo in proprio
«La scelta di voler dare il teatro in mano ai privati nasconde l’incapacità di questa amministrazione comunale di gestire la cultura a Latina». La consigliera comunale del Partito democratico Nicoletta Zuliani propone un’altra idea sulla governance della cultura in città. «L’Atcl non tiene in considerazione le espressioni locali – suggerisce la Zuliani -. La gestione comunale, invece, dovrebbe tener conto della comunità e mettere in cartello anche le espressioni culturali di qualità del territorio. Basta applicarsi coinvolgendo persone che abbiano a cuore la cultura».
Il sindaco Di Giorgi, che ha mantenuto per sé la delega alla cultura, ha dichiarato esplicitamente l’intenzione di mettere tutto in mano ai privati. Ma, in parte, è stato già fatto: con la determinazione n° 21/2012 del 12/03/2012 il Comune ha affidato la gestione dei servizi tecnici delle sale teatrali e delle sale conferenze alla società Elettrotecnica F.lli Marini S.r.l.
«Possibile che il sindaco e assessore non sappia come stanno le cose?», si interroga la consigliera.
Ma la questione supera i confini della spicciola organizzazione della struttura. Il vero problema è lagovernance del settore: «L’impressione è che il sindaco voglia liberarsi definitivamente della questione – aggiunge la Zuliani – affidando l’appalto della gestione del teatro ad un esterno. Ma non possiamo lasciare che la cultura sia in mano ai privati i quali, si sa, seguono logiche esclusivamente economiche e non tengono in considerazione elementi culturali e sociali della città; la cultura forma i cittadini e ne è espressione. La politica non può delegare a terzi questa funzione. Evidentemente non c’è nessuno nella quadra di governo di Latina che sia in grado di gestire questo settore. E quindi si preferisce affidarlo a qualcun altro. Preferiscono evitare l’onereperché non lo considerano neanche un onore».
Innumerevoli volte la commissione cultura, sollecitata dal Partito democratico, ha cercato di dare apporti al sindaco-assessore alla cultura, ma mai abbiamo avuto riscontro.
Sono pochissimi i settori che pagano per l’utilizzo della struttura (scuole di danza; scuole materne, elementari e medie; teatro amatoriale). Con una deroga al regolamento il sindaco cede gratis il teatro a chiunque lo lo richieda a lui personalmente. «Ma le spese le paghiamo tutti noi, poiché l’Iva comunque si deve versare – aggiunge la Zuliani –. Risultato? Poche realtà pagano le sale del teatro: Teatro Ragazzi, Scuole di Danza e Teatro Amatoriale, per citarne alcune».
Latina non riesce a trarre beneficio da un bene grande come la nostra Casa della Cultura.