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Basta. La politica mi ha deluso…

Chi vota per la prima volta o chi è stanco e disorientato spesso pronuncia queste frasi.
Voglio dire qualcosa in proposito.

Basta. La politica mi ha deluso
Può deludere la filosofia? Può deludere la linguistica? Politica significa scienza di governare uno Stato. Una scienza non può deludere perché è inanimata. Sono sicura che invece chi pronuncia questa frase intende invece «mi hanno deluso i politici che ho conosciuto»; «sono deluso dal partito X»; «mi ha deluso il politico che ho votato…»

Definire bene cosa non ci piace, ci aiuta ad individuare qual è il problema.
Mettere tutto insieme e rifiutarlo non è mai veritiero e, soprattutto, non è utile.

Voto il meno peggio
Credo che il candidato ideale non esista. Se guardiamo bene, ma proprio bene, il candidato perfetto è… se stessi.
Oppure, quello che ci piacerebbe vedere come candidato, non è né impegnato in politica o, magari, se lo è, non intende proprio candidarsi. E allora?

I partiti sono quelle associazioni libere di cittadini che si organizzano per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale (art.49 Costituzione) e sono i partiti che mettono in campo i candidati. Quello che possiamo fare sono due cose:

  1. entrare in un partito e determinare la scelta dei candidati
  2. cercare, tra quei candidati offerti dai vari partiti, quello che più ci può rappresentare e spesso si tratta di cercare chi è meno lontano dalla nostra sensibilità o dai nostri valori.

Molti si affidano un po’ a qualcuno di loro fiducia che già è in politica per farsi consigliare. Chiedere e parlarne è sempre buono. Oggi poi, con internet e i social è sempre più facile andare a reperire informazioni. E’ interessante valutare il candidato in base alla sua storia, alla vita, alla reperibilità, al lavoro che fa o che ha fatto.

Ma che cosa hanno fatto fino ad oggi?
E’ sempre meglio valutare ciò che è stato fatto da un candidato o da un partito, invece che credere alle cose che dicono su quel candidato o su quel partito. Oggi è facile reperire informazioni. E se non lo è… significa che non è stato fatto abbastanza per poterlo pubblicare. Visitare i siti dei partiti e dei candidati e i loro profili FB aiuta un po’ a farsi un’idea.

Non vado a votare, tanto non cambierà mai niente.
Non votare lascia il campo a chi non ti rappresenta. Certo, è impegnativo informarsi, conoscere il quadro dei problemi che la politica è chiamata a risolvere, a valutare le varie proposte, ma se la democrazia rappresentativa obbliga il politico a svolgere un compito che richiede tempo e competenze, se la politica obbliga i partiti ad elaborare proposte fattibili e reali, anche il cittadino deve fare la sua parte ed è chiamato ad informarsi e a partecipare: tutti dobbiamo dare un contributo al nostro vivere insieme.

Questa legge elettorale fa schifo
E’ vero. E’ difficilissima da capire e mescola due metodi (proporzionale e uninominale). E’ peggiore dell’Italicum proposto con il referendum, che però è stato bocciato da molti partiti che però poi hanno scelto questa soluzione peggiore. Le leggi elettorali vanno fatte con una maggioranza in parlamento, non importa chi la vota, basta che sia la maggioranza dei parlamentari, anche se esprime pezzi spuri.

Molto probabilmente, con questa legge elettorale, ci ritroveremo a non avere la certezza di chi governerà, come la Germania che per la seconda volta si è ritrovata a fare il cosiddetto «governo di larghe intese» che mette insieme partiti che vincono e partiti che perdono le elezioni.

Bisogna mandarli tutti a casa
Certo, parlare con la leggerezza di chi non si fa carico dei problemi è semplice. Ma se non ci fosse un governo eletto, che si assume l’onere di incassare le tasse che pagano il sistema scuola, sanità, strade… se non ci fosse chi paga i poliziotti, chi controlla gli aereoporti, chi avremmo? I tecnocrati? I militari?

Non è una soluzione.

La politica è una scienza complessa ma vitale. Necessita delle persone che elaborano politiche, che fanno le scelte dentro e fuori dei partiti, ma tutti siamo chiamati a scegliere nelle urne.

Che nessuno si senta fuori.

Bilancio 2018 e Trasparenza su Recall

Piccolo aggiornamento: queste sono settimane molto intense per i consiglieri comunali.
Nei documenti del bilancio di previsione sono contenuti decine di documenti posti al nostro vaglio per esprimere poi il voto tra qualche giorno. Commissioni e analisi si avvicendano e immagina il tempo e lo studio che ci vuole.
Se volete visionarne qualcuno puoi cliccare su questo link dove ho trasferito tutti i file.

In Commissione Trasparenza ieri abbiamo analizzato la questione della Recall, l’impianto che sta ottenendo i permessi necessari per essere costruito e operare nella zona di Latina Scalo. Ecco un resoconto della seduta.

I 3 vicesegretari, e la «regola» del riesame e riapprovazione dei verbali di giunta

Le scelte che l’amministrazione Coletta fa su indicazione della Segretaria Generale appaiono sempre un po’ inquietanti e destano dubbi di legittimità: l’abbiamo già sperimentato con l’Azienda Speciale ABC.

Voglio evidenziare due scelte a mio avviso discutibili:

  1. la scelta di individuare ben 3 vicesegretari in sostituzione della Segretaria Generale
  2. la delibera di riesame e riapprovazione dei 111 verbali di Giunta da gennaio a marzo 2017, in un’unica soluzione.

Potrebbero suonare temi poco comprensibili e lontani dalle vicende e dai problemi che i cittadini vivono, invece sono una sirena assordante di possibile superamento del limite di decenza giuridico-amministrativa.

I 3 vicesegretari

Che importa ai cittadini se vengono nominati uno o tre vicesegretari generali?
Ebbene, tre potrebbero costare più di uno, ovvero €12mila annui, stando al Piano Valutazione Dirigenti 2018.

La precedente vicesegretaria, che piaccia o no, era vincitrice di concorso pubblico (quindi non discrezionalmente scelta) e le veniva assegnato ad interim senza costo aggiuntivo, la responsabilità di un settore. Attualmente è in comando per 6 mesi in altro comune.

I nuovi tre sono scelti dal sindaco e la posizione di temporaneità di due di loro (uno è in proroga su una posizione che da poco è stata messa a concorso e l’altra in comando, quindi non di ruolo a Latina pur avendo tutti i requisiti essendo Segretaria Generale nel comune di provenienza) non garantisce che non venga gestita come subalternità a svantaggio della terzietà che la funzione di SG dovrebbe comportare.

La scelta di un vice segretario generale dirigente entrato per concorso pubblico è in questo senso a maggiore garanzia.

La segretaria generale percepisce una cospicua indennità aggiuntiva da direttore generale (per un totale di oltre 130mila/anno) dimostrando, quindi di sentire l’esigenza di prevedere questa figura non obbligatoria e di essere in grado di esercitarla conciliandola con il suo ruolo di Segretario Generale. Invece, però, alleggerisce la funzione da segretario prevedendo la possibilità che in consiglio la sua funzione possa essere assolta addirittura da un consigliere e nominando ben tre vice segretari.

Temo che qualcosa non torni e… soprattutto ho la certezza che tutto ciò non aiuti al buon nome del ruolo del segretario comunale.

La «regola» del riesame e riapprovazione dei verbali di giunta
A pag.22 del Piano Anticorruzione del Comune di Latina approvato in Giunta il 29 gennaio scorso dice: “Le deliberazioni, dopo la pubblicazione, vengono riesaminata dalla Giunta mediante riapprovazione del verbale delle sedute precedenti con cadenza periodica”.
Questa dicitura compare nel capitolo Formazione delle Delibere di Giunta e di Consiglio Comunale.

la retroattività
Questa «regola» che la giunta si è data ha portato a riesaminare e riapprovare ben 111 delibere di giunta dei primi tre mesi dell’anno 2017.
Intanto la legge non prevede retroattività per gli atti amministrativi, e questa misura è inserita nel Piano Anticorruzione del 2018. Pur ammettendo la legittimità di questa disposizione, non può che applicarsi per il futuro, «nullum crimen sine lege». Gli atti non sono mai retroattivi. E poi, perché la revisione e la riapprovazione proprio dal gennaio 2017 e non dall’insediamento di sei mesi prima?

Quali sono le motivazioni che portano al riesame?
Il pericolo è che si vogliano modificare cose scomode fatte nel passato facendole passare come un semplice controllo…
Qual è la necessità di ritornare sui propri passi? La Segretaria Generale c’era o non c’era durante le sedute di Giunta validando le decisioni prese? Il controllore controlla se stesso?
Questo significherebbe che, dopo essere approvate, una volta ed essere state pubblicate, dopo aver prodotto il loro effetto economico e/o giuridico, le delibere possono essere a distanza di un anno riesaminate e i verbali riapprovati, quindi messe in discussione proprio da chi ne aveva ratificato la validità!
Un caso di schizofrenia amministrativa.

Riapprovazione o reinterpretazione degli atti
La legge dice che un’amministrazione non può modificare o integrare col fine, ad esempio, di interpretare meglio o diversamente, ciò che un proprio atto precedentemente emanato ha già stabilito perché l’integrazione costituisce un’interpretazione non fedele, non potendo avere l’atto successivo efficacia ex tunc (Cons.St. sez V 27 sett. 1990). In sostanza, se si vuole integrare un proprio precedente atto amministrativo riesaminandolo e riapprovandolo diversamente da come era stato approvato precedentemente, si fa un falso.

Ad avvalorare la tesi che non possono essere riapprovati atti di sedute precedenti c’è anche il Consiglio di Stato sezione IV con la sentenza numero 6876 del 15 settembre 2010. Sostanzialmente se un provvedimento amministrativo deve essere riesaminato e riapprovato si presuppone che si vogliano valutare dei nuovi elementi e questo obbliga ad una nuova istruttoria e quindi a dar vita ad un provvedimento diverso dal precedente suscettibile quindi di autonoma impugnazione.

Qui poi si pone l’altro problema: e l’atto di prima non vale più?
Insomma, non si può modificare un atto amministrativo in alcuna parte del proprio iter, anche perché potrebbe cambiare «l’assetto degli interessi» come ad esempio, i membri della giunta che figurano in quel determinato atto.

Se anche fosse una semplice riapprovazione dei verbali (non ci è dato sapere perché nulla era allegato) solo i presenti al primo verbale potrebbero provvedere, e invece anche chi non era presente a quella seduta riapprova.
Se si volesse modificare una virgola di un atto di Giunta in cui erano presenti Buttarelli e Costanzo, questo configurerebbe un vero e proprio falso in atti pubblici!
E sarebbe un reato penale.

In nessuna parte nella delibera viene citata la legge che autorizzerebbe questa pratica alquanto dubbia, né compaiono in allegato i verbali così come “riapprovati”.

Ma se non sono stati modificati, perché riapprovarli? Evidentemente delle modifiche sono intervenute altrimenti non ci sarebbe stata la necessità di riapprovarli.
Già erano stati approvati, pubblicati e pienamente efficaci!
Come si fa a verificare? Non si sa: i verbali non sono visibili a nessuno.
Pessima prova di trasparenza.

Iniziativa davvero singolare, che comporta potenziali problematiche e conseguenze giuridico-amministrative.

L’ANAC interroga sull’ABC

A quanto pare l’ANAC ha richiesto spiegazioni al Comune di Latina sull’ABC indipendentemente dall’interrogazione di Gasparri.
Da quanto emerge dal documento inviato ieri al Comune di Latina, la nota è “in riscontro alla nota pervenuta l’8 maggio 2017″: se l’ANAC chiede approfondimenti, evidentemente non ci vede chiaro.

Devo ammetterlo, l’idea di gestire in proprio i servizi più vicini alle persone è bella e condivisibile, ma come politico e come amministratore sento il dovere di essere molto realista e molto prudente. L’operazione ABC la considero azzardata e sconsiderata fatta in questo momento.
Siamo realisti: ora non abbiamo le carte per poter giocare e vincere la partita di una Azienda che opera con i soldi di tutti i cittadini, perché i soldi non ci sono, e alle brutte, verranno tolti ai servizi per ripianare eventuali buchi dell’ABC.
Le operazioni di controllo e di indirizzo politico sono complesse e necessitano di una dotazione politica e di macchina amministrativa solida e ben rodata.

LO STATO ATTUALE
Attualmente abbiamo una classe politica fatta per la maggior parte di politici alle primissime armi, che disperdono energie e tempo per questioni marginali con poco o zero effetto. Un esempio? Il Regolamento degli Orti Sociali per il quale sono state fatte almeno tantissime commissioni (ognuna sono €1000) per scrivere ed approvare un Regolamento che andrà completamente riscritto perché sbagliato. Tutto da rifare. Ed è solo un regolamento di orti sociali…

Abbiamo una macchina amministrativa che si trova al giro di boa: ancora non è rinnovata nel personale che è andato in pensione e che ci andrà in questi mesi a venire, e si trova in emergenza personale perché non si riesce a reclutarne. Invece di indire concorsi, andiamo a prendere personale dalle graduatorie dei paesi limitrofi, con liste datate e personale in lista di fuori provincia che fa fatica ad accettare di venire a lavorare a Latina o che rinuncia. C’è anche un gran malcontento tra il nostro personale, un malcontento che spinge a trasferimenti e richieste di mobilità esterna impoverendo e depotenziando gli uffici e di conseguenza i servizi ai cittadini.
Con questa macchina noi dovremmo far fronte al controllo analogo (un controllo particolarmente attento e documentato) sull’azienda speciale.

LE SCELTE
Molti dei ritardi che tutti i cittadini sperimentano è dovuto al fatto che la nascita dell’ABC ha richiesto tutte le energie che c’erano e non rimaneva nulla per il resto delle cose da fare.
Nessuna energia, però, è stata messa per cercare di capire come non far fallire la Latina Ambiente. E lo si poteva fare. Nel Consiglio dell’11 novembre 2016 ricordo che evidenziai la questione del non riconoscimento dei debiti/crediti che i Comune aveva con la partecipata. Il tribunale, in assenza di un riscontro da parte del Comune ha dichiarato fallita la Latina Ambiente, ma in verità il Comune aveva tutti i dati disponendo di un lavoro approfondito e minuzioso svolto da un tavolo tecnico e dai revisori dei conti ma non ha voluto esprimersi.
Affrontare le partite creditorie e debitorie tra il Comune e la Latina Ambiente poteva far giungere ad una conciliazione e quindi evitare il fallimento che invece c’è stato, salvo poi ritenere la società valida (dopo che era fallita) e acquisirne un ramo d’azienda. L’ABC raccoglie, spazza, conferisce, lavora ma nella sostanza (mezzi, personale, metodo) è la Latina Ambiente “rediviva”. E “il bello” è che non fallirà mai perché il comune sarà obbligato a fare ciò che non ha fatto a novembre 2016: metterci i soldi se le cose vanno storte.

CRITICITÀ
Le criticità al momento sono numerosissime e non fanno stare tranquilli.
Attualmente abbiamo un’Azienda che sta operando in assenza di un contratto firmato. Perché non è stata ancora apposta la firma al contratto? Cosa manca? LBC l’ha votato in Consiglio Comunale. Perché non è stato attivato? Con quale atto stiamo facendo operare l’azienda? Chi controlla che tutto sia svolto secondo gli accordi (ripeto, senza contratto firmato) nel frattempo che viene organizzato il sistema dei controlli?

Nello Schema di Contratto dei Servizi approvato in Consiglio manca totalmente l’articolo “Sanzioni e Penalità”. L’assessore Lessio dice che la sanzione è rimuovere il direttore generale se l’azienda non raggiunge gli obiettivi. Bisognerebbe dirgli che un articolo chiamato “Sanzioni e Penalità” un contratto che si rispetti debba averlo, come anche il Foro competente. Viene detto che per le controversie basta la Camera di Commercio: io specificherei che magari, in caso di contenzioso, il Foro di Latina è quello competente. E come vengono fatti i controlli se non sono quantificati, ad esempio, i passaggi di spazzamento della strada o di pulizia della spiaggia? Su cosa viene basata una “check list”? Il costo del servizio riportato nel contratto già sappiamo che dovrà essere modificato: sarà infatti più alto.
Per quale motivo il Servizio Ambiente, nella persona dei suoi funzionari, non ha mai visto questo contratto? Perché il PEF dell’ABC che l’assessore Lessio ci portò in Commissione Ambiente ill 20 novembre 2017 non era mai stato visto dagli uffici della ragioneria del Comune? Chi sta lavorando a tutto questo?
Cosa dicono i revisori dei conti?

Mancano trasparenza e chiarezza.
Si sta facendo tutto con tanta, troppa fretta.
Manca una base solida di riscontro normativo (ci sono sentenze che indeboliscono la scelta fatte da questa amministrazione) e soprattutto non sono chiari i numeri. I numeri sono i soldi di tutti i cittadini di Latina. E sono numeri grandi.
Ecco perché c’è bisogno di prudenza. E se la legge dice che è preferibile procedere all’assegnazione del servizio mediante gara, una ragione ci sarà: ed è quella di non esporre una comunità al rischio dissesto finanziario.

Dimensionamento: scuola oggetto.

Leggendo e conoscendo della vicenda del dimensionamento, non posso fare a meno di consigliare a questa amministrazione di usare percorsi più partecipativi e più trasparenti: se si vuole costruire una comunità, occorre lavorare INSIEME, non PER. Quello che la Consulta della Scuola farebbe se venisse attivata. Purtroppo sento lo stesso ritornello che c’era nella precedente consiliatura e vedo anche la stessa reticenza nell’attivare la Consulta: “decisioni che piovono dall’alto, non si è toccato quella scuola perché sono amici del sindaco…”, tutte voci che manifestano che il percorso decisionale NON HA coinvolto le parti interessate e le ha invece considerate come OGGETTI, numeri da spostare un po’ di qua e un po’ di là.
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Le domande che fanno i dirigenti, gli operatori e i genitori di una scuola OGGETTO di dimensionamento sono: perché proprio a noi? Perché ci piove dall’alto questa decisione? Perché l’abbiamo saputo solo all’ultimo? Se la risposta è (come è stata) “questa era l’unica soluzione possibile studiando il flusso degli studenti” è evidente che la scelta è stata completamente arbitraria, unilaterale, senza confronto alcuno con la parte in causa. Appunto, considerando la scuola OGGETTO di dimensionamento invece che SOGGETTO.
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Certo che considerare la scuola un SOGGETTO con le sue complessità, problematiche, varianti, comporta un gran lavoro di strutturazione di percorsi decisionali, di scelta condivisa dei criteri, di nuove regole, di trasparenza… non è uno scherzo.
Il problema è che ad oggi non vedo nulla che possa neanche lontanamente somigliare a tutto ciò.
La comunità scolastica di Latina merita più considerazione.

Dimensionamento: trasparenza e partecipazione ancora tradite

Non è cambiato niente: ogni volta che il Comune avanza una proposta di dimensionamento scolastico lo fa senza coinvolgere nessuno se non una delle parti coinvolte: conseguenze? Salgono inevitabilmente le proteste.

Questa volta due sono le scuole: coinvolte: l’IC della G. Cena/Piazza Dante e l’IC A.Volta.

Per rafforzare l’Istituto Comprensivo Volta che è ridotto a numeri al limite dell’autonomia, gli viene trasferita la competenza del plesso della scuola primaria di Piazza Dante, togliendo a questa un pezzo considerato vitale.

Lo scempio iniziale era stato operato nel 2012 quando alla Volta sono stati attribuiti plessi molto distanti ovvero Giochetto, Pantalonaccio laddove invece il bacino di studenti in uscita dalle elementari arrivava spontaneamente dalla scuola elementare di Piazza Moro-Via Tasso ora però appartenente ad altro IC e ad altro dirigente il quale ha istituito classi di scuola media al proprio interno dirottando le scelte sulla propria scuola media.

E fu sempre il 2012 che venne aggiunto un ulteriore istituto comprensivo, il 12º fatto di tanti piccoli pezzetti sparsi in diversi borghi creando non poche difficoltà dal punto di vista strutturale e amministrativo interno alle scuole e di cui oggi si deve discutere la sostenibilità visto il calo della popolazione scolastica.

Ma la questione a mio avviso più grave emersa in commissione cultura scuola sport altro giorno cui erano presenti una rappresentanza di entrambi gli istituti, è stata la totale inadeguatezza di questa amministrazione nel settore scuola. È iniziata con il problema delle strutture a settembre, ma continua per quanto riguarda la questione della gestione della popolazione scolastica.

Accusavo continuamente la precedente amministrazione di non aver creato un luogo istituzionale in cui far convergere tutti i presidi degli istituti comprensivi per ragionare insieme rispetto alle priorità sia strutturali che di tipo amministrativo e relative al dimensionamento per discuterle in piena trasparenza scegliendo il metodo della partecipazione alle decisioni, ma nulla è stato fatto nella precedente amministrazione e nulla sta facendo questa amministrazione.

Il problema è una totale assenza degli stakeholder a livello di processi decisionali: le scelte vengono prese dall’assessore con qualche preside e poi vengono fatte piovere in testa alle persone, in questo caso le famiglie che si ritrovano una scuola smembrata senza sapere il perché.

Si è anche scoperto in commissione il motivo per cui è stata creata una scuola media all’interno della struttura della di Piazza Dante: l’inagibilità di un intero piano della Giovanni cena che il Comune ancora non mette in sicurezza. Ho trovato molto pesanti ed imbarazzanti le accuse da parte dell’assessora DI MURO nei confronti della scuola di piazza Dante di voler ghettizzare la parte che ricade nell’area della Giovanni cena spostando alcune classi di scuola media all’interno della struttura di piazza Dante, là dove mi sembra palese l’inadempienza del Comune che ha interdetto un intero piano dell’edificio della Giovanni cena precludendone la presenza di classi.

Ho chiesto un accesso agli atti rispetto alla verbalizzazione delle conferenze dei dirigenti scolastici, quel tavolo che all’inizio del mandato l’assessora alla scuola aveva dichiarato di voler avviare: non mi risultano infatti convocazioni rilevanti a questo tavolo composto da tutti i dirigenti per discutere questioni. Ad oggi è evidente che le decisioni vengono prese senza il coinvolgimento di tutte le parti interessate e soprattutto senza un confronto veramente trasparente, cosa che la Consulta della Scuola, istituita all’unanimità dalla precedente amministrazione ma mai attivata neanche dall’amministrazione Coletta, sarebbe in grado di garantire.

Anche su questo fronte siamo ben lontani dalla trasparenza e la partecipazione che questa amministrazione ripete come un mantra senza concretizzarla in fatti.

Cimitero: è silenzio assordante

La questione cimitero non può più aspettare.
La politica deve pronunciarsi.
I cittadini hanno aspettato anche troppo.
Cinque sono le questioni di grosso calibro che pendono nella questione della gestione del cimitero e sulle quali ancora non abbiamo una parola dall’amministrazione:
1 – l’ampliamento: il commissario aveva dato l’ok ma nel frattempo, a forza di aspettare e di studiare, la variante urbanistica per l’ampliamento è scaduta e se vogliamo farla va ora riproposta in consiglio; i vincoli relativi agli espropri sono scaduti e si allontana il completamento dell’opera che nel frattempo si è dotata di loculi provvisori che dovranno diventare definitivi variando la progettazione originaria.
2 – fatturazioni sospese (tutti quei servizi non compresi dalla convenzione ma risultati necessari o configurati come tali) e quindi extra project financing attualmente oggetto di contenzioso e che si configureranno come debiti fuori bilancio per diversi milioni di euro
3 – lavori di manutenzione straordinaria per le quali la concessionaria ha certificato dei costi ma il comune deve controllare sia i lavori che la corrispondenza dei costi
4 – sottoscrizione dei contratti
5 – richiesta di adeguamento alle norme degli uffici della Ipogeo srl interni al cimitero.
La questione che interessa più da vicino i cittadini è quella relativa ai CONTRATTI: se un cittadino ha pagato al comune per una concessione di una sepoltura nel 1997, è tenuto a rinnovare la concessione prima della scadenza? Nessun destinatario di concessione di sepoltura ha in mano un contratto perché il Comune di Latina non ne ha mai rilasciata copia, e molti ignorano se la scadenza delle concessioni è a 99, 60 o 30 anni. L’avviso della Ipogeo a recarsi presso gli uffici per rinnovare i contratti non ha fatto altro che creare ulteriore disorientamento e rabbia nei cittadini.
E’ ora che il comune si pronunci.
Nello spirito di collaborazione e per accelerare le operazioni di “studio” da parte della nuova amministrazione avevo proposto di istituire una Commissione Consiliare ad hoc solo per la questione cimitero per accelerare il percorso conoscitivo e chiuderlo in pochi mesi per avere tutti gli elementi e poi dare un indirizzo: il “niet” dell’amministrazione Coletta che ha voluto fare da sola non ha prodotto che tempi morti e una accresciuta confusione e malcontento da parte dei cittadini.
Perché non si approva il nuovo Regolamento di Polizia Mortuaria (già pronto) visto che quello vigente risale al periodo del Podestà? Solo il Regolamento Comunale può dirimere certe questioni. Perché non viene portato in Commissione?
Perché non si chiarisce quali rinnovi sono legittimi e quali no?
E’ agli atti una richiesta ufficiale urgente di convocazione di Commissione Lavori Pubblici e Bilancio congiunta per conoscere un chiaro indirizzo politico sul caso dei contratti per la concessione delle sepolture.

Costanti smentito da Capirci: SLM sparirà.

Oggi in commissione bilancio abbiamo ascoltato la relazione del liquidatore della Società Logistica Merci di cui il Comune di Latina è detentore principale delle quote. La società non è mai “partita” pur avendo una posizione assolutamente invidiabile di vicinanza con la ferrovia, un hangar e un binario al suo interno, possibilità di cubatura a servizio della sua funzione e edifici con uffici, è una di quelle cattedrali nel deserto di cui le precedenti gestioni devono solo vergognarsi. Oggi, la banca che ha concesso il muto alla società è passata all’esecuzione immobiliare pignorando tutti i beni ipotecati. Un’opzione alternativa che salverebbe i beni dal pignoramento è una istanza di concordato preventivo che congelerebbe la proceduta di pignoramento a fronte però di un deposito di denaro per spese di procedura di circa €100mila, cosa che il Comune non può fare perché la legge impedisce agli Enti Locali di metter soldi in società partecipate in perdita.

Ma la cosa più destabilizzante è che nel DUP dell’Amministrazione Coletta 2017-2019, come illustrato dall’Assessore alle Attività Produttive Costanti in una commissione bilancio, la SLM avrebbe avuto un futuro completamente diverso.

Rivalutare la società logistica merci nel quadro delle risorse logistiche del territorio come opportunità per attuare un modello di trasporto merci integrato collegato alla pianificazione regionale e nazionale del trasporto merci. Nel DUP al punto 5.15.2 è scritto che l’amministrazione avrebbe attivato uno studio sul modello di trasporto integrato in collaborazione con regione Lazio e Università per verificare le potenzialità dell’infrastruttura di Latina scalo, con l’obiettivo di valorizzare il potenziale e di meglio salvaguardare il patrimonio nell’attuale situazioni di liquidazione.”

A tale scopo – si cita sempre nel documento unico di programmazione – è necessario stabilire un tavolo di confronto con gli operatori logistici e con le imprese per comprendere quale ruolo può avere la SLM di Latina Scalo.”

Quasi un rilancio dell’assessore Costanti che però non collima affatto con la direzione presa da Capirci che nel febbraio di quest’anno dà l’incarico all’avv. D’Erme di liquidare definitivamente la società. Altro che tavolo per il rilancio della SLM!!

Sembra che si stia parlando di due SLM diverse: una di Capirci e una di Costanti. Ma la SLM è una sola e il liquidatore oggi ha parlato chiaramente.  Andrà messa a bando e venduta.

Il sogno di Costanti si è infranto. Sarebbe stato meglio non metterlo proprio nel DUP. Mi chiedo quali altri sogni sono stati scritti che prima o poi scopriremo tali.

La provincia che tifa per il Buon Gioco

Fortemente voluta da un piccolo comitato di amministratori PD no slot, così si sono chiamati, e approvata senza batter ciglio all’unanimità da destra, sinistra e civici in Consiglio, la provincia di Latina si è dotata di una settimana ad hoc per contrastare le patologie del gioco d’azzardo. A seguire i Comuni della provincia hanno aderito con proprie delibere: Latina, Formia, Fondi, Lenola, Terracina… L’impresa capitanata da tre donne del PD Nicoletta Zuliani, Civita Paparello e Patrizia Menanno sembra ben riuscita.

schermata-2017-09-25-alle-08-08-58Varie le attività organizzate in occasione della Giornata del Buon Gioco per sensibilizzare al problema, informare, e contrastare attraverso buone prassi: a Minturno il 22 settembre c’è stata la presentazione del libro L’ultimo Azzardo con l’autore Gianni Forte.

Fondi per ben due giorni la Festa del Buon Gioco si è protratta coinvolgendo le scuole del territorio con lettura di testi, tornei sportivi, e nel secondo giorno spazi pubblici aperti e allestiti con vari

fullsizerender-4giochi, dal calcio-balilla agli scacchi, dama, burraco… Al Castello Caetani Carlo Cefaloni, giornalista ed esponente di spicco di SLOTMOB nazionale, ha illustrato i meccanismi perversi che in Italia hanno fatto proliferare il gioco d’azzardo in così poco tempo. Maggioranza, minoranza sindaco ed assessori tutti coinvolti nell’iniziativa.

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A Formia e Gaeta Istituzioni pubbliche insieme alla Consulta diocesana hanno animato una domenica densa di partecipazione ed iniziative con interventi – Antonio Maria Mira caporedattore di Avvenire – giochi, concerti.

A Latina all’interno del Palazzo Comunale, nei giardini si è tenuto un pomeriggio all’insegna del Buon Gioco con moltissimi tavoli di buon gioco e una grandissima partecipazione di bambini. L’esperienza è stata molto apprezzata, molto partecipata dai consiglieri di maggioranza e minoranza uniti nello sforzo per contribuire a diffondere buone prassi di gioco sociale vs il gioco d’azzardo autodistruttivo.

Ecco alcune foto.

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Commissioni in streaming audio = + trasparenza.

Ho inviato una nota a Sindaco, Assessore alla Trasparenza, Presidente del Consiglio di Latina e Segretaria Generale per sollecitare ad una maggiore solerzia e ad una soluzione rapida al problema dell’accessibilità a temi importanti che vengono discussi nelle Commissioni Consiliari. Attualmente, diversamente dalle sedute di Consiglio Comunale, il lavoro delle Commissioni può essere eseguito solo da chi si reca fisicamente nella sala che si trova in cima all’edificio comunale. Diverso sarebbe se le commissioni fossero trasmesse in streaming, anche solo audio, seguite comodamente dal luogo in cui cittadini si trovano magari con il proprio smartphone. Ritengo che il piccolo costo che questo servizio comporterà, sarà ampiamente ripagato e compensato dalla qualità della trasparenza e partecipazione che se ne ricaverebbe.

Un altro punto importante è la mancanza nella home page del Comune di Latina the un link che riporti settimana per settimana quali commissioni si riuniscono e con quali punti all’ordine del giorno. Sfido chiunque a trovare queste informazioni in modo agevole e veloce e farlo più volte alla settimana. Dopo la prima volta si demorde, si lascia perdere. Questo non è esattamente quello che la legge impone alle amministrazioni: pubblicazione ma anche facilità di accesso a tutte le informazioni e a tutti gli atti.

Ecco la mia nota.

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